Aleksandra Exter
Antonella Gargano
Dongni Wei
Aleksandra Grigorovič nasce il 18 gennaio 1882 a Bialystok nel Governatorato di Grodno dell'Impero russo (oggi Polonia) da una colta famiglia dell'alta borghesia. Suo padre, Aleksandr Grigorovič, è un ricco uomo d'affari bielorusso di origine ebraica e sua madre è di origine greca. Si diploma a Kiev nel 1906 alla Scuola d’arte. La sua soffitta, adibita a studio di pittura, diventa punto d'incontro per artiste/i, poete/i, scrittori, scrittrici, ballerine/i e studenti. Nel 1907, alla mostra Le Maillon, presenta i suoi primi dipinti e ricami ispirati all’arte popolare russa. Nel 1908 sposa Nikolai Evgeneevich Ekster, avvocato di successo, appartenente all'élite culturale e intellettuale di Kiev. Aleksandra e Nikolai trascorrono diversi mesi a Parigi, capitale della moda e della cultura e lei studia all'Académie de la Grande Chaumière. Il suo fascino personale e la sua raffinata intelligenza le aprono i salotti culturali. Conosce in questo modo personaggi importanti dell'arte e della cultura: Apollinaire, Braque, Léger, Picasso, Stein.
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Nel corso di un viaggio in Italia incontra uno dei coautori del Manifesto del Futurismo, Umberto Boccioni, e conosce Ardengo Soffici. Tra Ardengo e Aissa, la russa dal naso lunghetto come lui la definisce, nasce un rapporto affettuoso e intenso. Soffici descrive i loro incontri nello studio di lei: «la trovavo quasi sempre coperta dalla sua blusa bianca, la tavolozza in mano, intenta a dipingere. Ritto dietro di lei, la guardavo fare. Aveva ingegno, ma il suo gusto non era ancora sicuro. Le davo dei consigli secondo la mia esperienza. Ed ella li accoglieva volentieri». Come sempre accade l’uomo, nel descrivere il loro rapporto artistico e amoroso, non riesce a fare a meno di attribuirsi il ruolo di mentore e maestro. Tra il 1908 e il 1915, Aleksandra organizza e partecipa a tutte le mostre d'arte della sinistra russo-ucraina, espone in Francia e in Italia e contribuisce alla diffusione in Russia dell'avanguardia mondiale: La Garlande, Mosca, 1908; i Saloni Izdebski, Kiev, Odessa, San Pietroburgo, Riga, 1909-1910; le mostre del Fante di quadri, Mosca, 1910, 1912 e 1914; L'Unione della Gioventù, Mosca, 1910; La Sezione Aurea, Parigi, 1912; L'Esposizione Internazionale dei Liberi Futuristi, Milano; Salon des Independants, Parigi; L'Anneau, Kiev, 1914; Mostra Internazionale dei Pittori e Scultori Futuristi, Galleria Sprovieri, Roma, 1914; Tram V, Pietrogrado, 1915.
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Nel 1915 decora i muri, le scale, il vestibolo e il sipario del teatro Kamerny di Aleksandr Tairov. Collabora alla mostra Magasin (Mosca, 1916) con i suoi quadri astratti influenzati sia dalle opere di Tatlin che dal suprematismo di Malevich. Nel 1917 presenta presso il Valet de Carreau (Fante di quadri: movimento pittorico moscovita basato sullo stile di Paul Cézanne e del postimpressionismo francese, del fauvismo e dell'espressionismo tedesco) i suoi lavori degli ultimi dieci anni. Alla morte del marito, avvenuta quello stesso anno, un complotto ereditario la priva di gran parte dei suoi quadri andati poi distrutti in un incendio durante la guerra civile. A Odessa, nel tentativo di lasciare il Paese da questo porto, organizza una scuola di pittura per l'infanzia per avvicinarla all'arte non oggettiva, ovvero la corrente artistica che tende a rappresentare la realtà non come si presenta ma secondo l'interpretazione personale di chi crea. La critica del tempo la definisce, insieme alle sue contemporanee Goncharova, Rozanova, Popova, Udaltsova, «amazzone dell’avanguardia russa» riconoscendo, come sempre accade, la posizione di leader del movimento agli uomini: Malevich, Tatlin, Kandinskij, Chagall, Rodchenko, Larionov.
Aleksandra è un’artista cosmopolita che si manterrà sempre in equilibrio tra Occidente e Oriente, Cubismo e Futurismo, Suprematismo e Costruttivismo. A Kiev, di ritorno dai viaggi nel corso dei quali si nutre dei nuovi fermenti dell’arte, apre uno studio di decorazione non oggettiva e inizia a sperimentare il teatro come sceneggiatrice e disegnatrice dei costumi introducendo il concetto di interazione dinamica dei vari elementi nell'arte non oggettiva. Nel 1916 la sua prima opera teatrale Famira Kifared, nel testo Il teatro simbolista russo di Annenskij, è una combinazione tra futurismo e folclore ucraino. Gli atleti-attori-marionette, sospesi nel vuoto su sottili pertiche e scale, si muovono come esseri diabolici vestiti di tute aderenti. Nel 1917 disegna i costumi di scena per Salomè di Oscar Wilde. Aiuta il giovane critico d'arte Aksionov nella stesura del saggio Picasso e dintorni, dedicato al cubismo. Il libro pubblicato a Mosca nel 1917 con una copertina disegnata da Aleksandra è uno dei primi testi critici dedicati al cubismo e il primo volume in cui compare il nome di Picasso.
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I costumi “cubo-barocchi” e le scenografie di Romeo e Giulietta (Mosca, 1921) costituiscono la sua più spettacolare realizzazione del principio di costruzione verticale influenzando la scenografia russa negli anni Venti. Inizia a sperimentare il Costruttivismo usando materiali moderni come lamiere e celluloide. Le capita di essere criticata per la ridondanza dei colori ma proprio i colori, le forme a zig-zag, i trapezi e i rombi, i triangoli e le losanghe delle scene, dei costumi e degli scudi dei soldati testimoniano la sua origine bielorussa. Nel 1919 partecipa alla riqualificazione delle città di Kiev e Odessa e dal 1921 insegna Colore nello spazio al Vkhoutemas di Mosca. Espone in quell’anno alla mostra 5x5=25, sotto il titolo di Costruzioni di piani, costruzioni di forze, i suoi lavori basati sulla concezione del colore in contraddizione con le teorie del Costruttivismo di cui comunque è sostenitrice. All’inizio degli anni Venti, il regista danese Peter Urban Gad le commissiona la creazione di quaranta marionette per un film che non sarà mai realizzato. Per questo lavoro utilizza materiali vari tra cui tessuto, legno, plastica e metallo e per l’occasione produce venti disegni che rappresentano personaggi della Commedia dell’arte italiana.
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Nel 1922 le viene dedicata una mostra personale presso la libreria-galleria "Sarja" di Berlino. L’anno successivo disegna le uniformi per l'addestramento dell'Armata Rossa e all'Esposizione russa dell'agricoltura, dell'artigianato e dell'industria organizzata dal Presidium di Mosca partecipa all’allestimento dei padiglioni dell'Izvestia e della rivista Krasnaya Niva. In quegli anni in Russia la burocrazia statale censura la libertà di espressione di artisti e artiste. Molti abbandonano il Paese e dal 1924, con la morte di Lenin e l’avvento di Stalin, l’arte sovietica subisce un’involuzione dovendo rappresentare la realtà al servizio dell’ideologia politica imposta dal potere centrale. Come molti anche Aleksandra decide di lasciare la Russia. Nel giugno 1924, col marito, l’attore Georgij Nekrasov, sposato nell’agosto 1920, col pretesto di esporre le sue opere nell’allestimento del padiglione sovietico alla Biennale di Venezia, riesce a uscire dall'Unione Sovietica. Al termine di un breve soggiorno in Italia si stabilisce a Parigi dove insegna prima all'Academie Moderne e poi all'Academie d'Art Contemporain di Fernand Léger.
Continua tuttavia a rimanere legata alla Russia: collabora con il regista Protazanov alla realizzazione del primo film di fantascienza russo, Aelita, e partecipa all’allestimento del padiglione sovietico all'Exposition Internationale des Arts Decoratifs et Industriels Modernes di Parigi. Alcuni schizzi documentano l’interesse per la danza che la porterà a realizzare, tra Parigi e Berlino, molte opere dal 1924-25 al 1929 per la famosa ballerina Kruger e la coreografa Nijinska. Nel 1929, durante il soggiorno americano realizza le Motolampade: esseri-luce, vestiti con tute che ricordano quelle del Ballet Satanique, sculture viventi in movimento su un fondale che si deforma a seconda della loro azione. A Parigi apre un Centro di ricerca sull'abbigliamento e pubblica articoli sul “nuovo vestito” costruttivista. I suoi abiti da sera furono premiati con una medaglia d'oro all'Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne di Parigi nel 1925.
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Nel 1933 inizia a realizzare bellissimi e originali manoscritti miniati (guache su carta: libri scritti a mano e illustrati). È del 1939 il manoscritto Callimaque considerato il suo capolavoro: opera compiuta in piena guerra da un'artista trascurata, malata, sull'orlo della povertà, come testimoniano le sue lettere a Simon Lissim. Nel 1936 partecipa alla mostra Cubismo e arte astratta a New York e tiene una mostra personale a Praga e Parigi, dove illustra pure libri per la casa editrice Flammarion. Dimenticata in un difficile dopoguerra, muore in miseria nel sobborgo parigino di Fontenay-aux-Roses il 17 marzo 1949. Poco prima della morte, non avendo eredi, lascia tutte le sue opere e i suoi archivi a Lissim, suo amico russo emigrato negli Stati Uniti. Si tratta di documenti personali, documenti di lavoro (schizzi, libri di collage, taccuini), corrispondenza personale e artistica, la sua tavolozza e soprattutto gli elenchi delle opere stilati da lei stessa.
Nel corso degli anni si sono aggiunti altri documenti provenienti da persone vicine e dai suoi allievi: Nehama, Szmuszkowicz, Colucci, Michelet e altri. A sua volta Lissim prima di morire redige un testamento a favore di Andrei Nakov (1941–2022, storico dell'arte francese di origine bulgara) lasciando a lui l'archivio di Aleksandra insieme al suo archivio personale. Nakov per salvaguardare la memoria fonda nel 2000 l'Associazione Aleksandra Exter con sede a Parigi. Nel corso degli anni Settanta, il lavoro di Aleksandra Exter è stato esposto in Europa e negli Stati Uniti e in numerose mostre personali e collettive. Le opere sopravvissute sono conservate al Museo del Teatro di Mosca, al Victoria and Albert Museum di Londra, al MoMa di New York e in diversi musei tedeschi.
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Traduzione francese
Paola di Lauro
Aleksandra Grigorovič est née le 18 janvier 1882 à Bialystok, dans le gouvernement de Grodno de l’Empire russe (aujourd’hui en Pologne), au sein d’une famille cultivée de la haute bourgeoisie. Son père, Aleksandr Grigorovič, est un riche homme d’affaires biélorusse d’origine juive, et sa mère est d’origine grecque. En 1906, elle obtient son diplôme à l'École des arts de Kiev. Son grenier, transformé en atelier de peinture, devient un lieu de rencontre pour les artistes, les poètes, les écrivains, les danseurs et les étudiants. En 1907, lors de l'exposition Le Maillon, elle présente ses premières peintures et broderies s'inspirant de l'art populaire russe. En 1908, elle épouse Nikolai Evgenievitch Ekster, un avocat à succès appartenant à l’élite culturelle et intellectuelle de Kiev. Alexandra et Nikolai passent plusieurs mois à Paris, capitale de la mode et de la culture, où elle étudie à l'Académie de la Grande Chaumière. Son charme personnel et son intelligence raffinée lui ouvrent les portes des cercles culturels. Elle y rencontre des personnalités majeures du monde de l'art et de la culture, telles qu'Apollinaire, Braque, Léger, Picasso et Stein.
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Au cours d'un voyage en Italie, elle fait la connaissance d'Umberto Boccioni, l'un des auteurs du Manifeste du futurisme, ainsi qu'Ardengo Soffici. Une relation affectueuse et intense naît entre Ardengo et «Aïssa, la Russe au long nez », comme il la surnomme. Soffici décrit leurs rencontres dans son atelier : « Je la trouvais presque toujours vêtue de sa blouse blanche, la palette à la main, occupée à peindre. Debout derrière elle, je la regardais travailler. Elle avait du talent, mais son goût n’était pas encore sûr. Je lui donnais des conseils basés sur mon expérience et elle les acceptait volontiers.» Comme souvent, l'homme s'attribue le rôle de mentor et de maître dans leur relation artistique et amoureuse. Entre 1908 et 1915, Aleksandra organise et participe à toutes les expositions d’art de la gauche russo-ukrainienne, expose en France et en Italie, et contribue à la diffusion en Russie de l’avant-garde mondiale : La Garlande, Moscou, 1908 ; Salons Izdebski, Kiev, Odessa, Saint-Pétersbourg, Riga, 1909-1910 ; Le Valet de Carreau, Moscou, 1910, 1912 et 1914 ; L’Union de la Jeunesse, Moscou, 1910 ; La Section d’Or, Paris, 1912 ; Esposizione Internazionale dei Liberi Futuristi, Milan ; Salon des Indépendants, Paris ; L’Anneau, Kiev, 1914 ; Exposition internationale des peintres et sculpteurs futuristes, Galerie Sprovieri, Rome, 1914 ; Tram V, Petrograd, 1915.
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En 1915, elle décore les murs, les escaliers, le vestibule et le rideau du théâtre Kamerny d’Aleksandr Taïrov. Elle participe à l’exposition Magasin (Moscou, 1916) avec ses tableaux abstraits influencés à la fois par les œuvres de Tatline et par le suprématisme de Malevitch. En 1917, elle présente au Valet de Carreau (mouvement pictural moscovite inspiré par Cézanne, le postimpressionnisme français, le fauvisme et l'expressionnisme allemand) ses œuvres des dix dernières années. La mort de son mari, survenue la même année, et un complot successoral la privent d'une grande partie de ses tableaux, qui seront ensuite détruits lors d'un incendie pendant la guerre civile. Alors qu'elle tente de quitter le pays à Odessa, elle organise une école de peinture pour enfants afin de les initier à l'art non figuratif, un courant artistique qui représente la réalité selon l'interprétation personnelle de l'artiste. La critique de l'époque la qualifie, avec Goncharova, Rozanova, Popova et Oudaltsova, d'« amazone de l'avant-garde russe », tout en continuant d'attribuer la position de leader du mouvement aux hommes : Malevitch, Tatline, Kandinsky, Chagall, Rodtchenko et Larionov.
Artiste cosmopolite, Alexandra reste toujours en équilibre entre l'Occident et l'Orient, le cubisme et le futurisme, le suprématisme et le constructivisme. De retour à Kiev après des voyages qui lui permettent de s'imprégner des nouvelles tendances artistiques, elle ouvre un studio de décoration non objective et se lance dans le théâtre en tant que scénographe et costumière, introduisant le concept d'interaction dynamique entre les différents éléments dans l'art non objectif. En 1916, sa première pièce, Famira Kifared (recueillie dans Le Théâtre symboliste russe d’Annenskij), est une combinaison de futurisme et de folklore ukrainien. Les athlètes-acteurs-marionnettes, suspendus dans le vide sur de fines perches et des échelles, se déplacent comme des êtres diaboliques vêtus de combinaisons moulantes. En 1917, elle dessine les costumes pour Salomé d'Oscar Wilde. Elle aide également le jeune critique d'art Aksionov à rédiger Picasso et ses environs, un ouvrage consacré au cubisme. Publié à Moscou en 1917 avec une couverture dessinée par elle, il s'agit de l'un des premiers textes critiques consacrés au cubisme et du premier dans lequel apparaît le nom de Picasso.
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Les costumes « cubo-baroques » et les décors de Roméo et Juliette (Moscou, 1921) constituent la réalisation la plus spectaculaire de son principe de construction verticale, qui influencera la scénographie russe des années 1920. Elle commence alors à expérimenter le constructivisme en utilisant des matériaux modernes tels que la tôle et le celluloïd. Si l'on lui reproche parfois la redondance de ses couleurs, ce sont précisément ces couleurs, ces formes en zigzag, ces trapèzes, losanges, triangles et rhombes qui témoignent de ses origines biélorusses. En 1919, elle participe à la rénovation de Kiev et d'Odessa. À partir de 1921, elle enseigne la couleur dans l'espace au Vkhoutemas de Moscou. Cette même année, elle expose à l'exposition 5x5=25, sous le titre Constructions de plans, constructions de forces, des œuvres fondées sur une conception de la couleur en contradiction avec les théories constructivistes qu'elle soutient pourtant. Au début des années 1920, le réalisateur danois Peter Urban Gad lui commande la création de quarante marionnettes pour un film qui ne verra jamais le jour. Pour ce travail, elle utilise du tissu, du bois, du plastique et du métal, et réalise vingt dessins s'inspirant de la commedia dell'arte italienne.
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En 1922, la librairie-galerie Sarja de Berlin lui consacre une exposition personnelle. L’année suivante, elle conçoit des uniformes pour l’entraînement de l’Armée rouge et participe à l’aménagement des pavillons des journaux Izvestia et Krasnaya Niva lors de l’exposition russe de l’agriculture, de l’artisanat et de l’industrie organisée par le Présidium de Moscou. À cette époque, la bureaucratie d’État en Russie censure la liberté d’expression des artistes. Beaucoup d'artistes quittent alors le pays. À partir de 1924, avec la mort de Lénine et l’avènement de Staline, l’art soviétique régresse et doit servir l’idéologie du pouvoir central. Comme tant d'autres, Aleksandra décide de partir. En juin 1924, avec son deuxième mari, l’acteur Georgij Nekrasov, qu'elle avait épousé en août 1920, elle quitte l’URSS sous prétexte d'exposer ses œuvres au pavillon soviétique de la Biennale de Venise. Après un bref séjour en Italie, elle s'installe à Paris, où elle enseigne d'abord à l'Académie Moderne, puis à l'Académie d'art contemporain de Fernand Léger.
Elle reste liée à la Russie, collaborant avec le réalisateur Protazanov sur Aelita (1924), premier film de science-fiction russe, et participant à l'aménagement du pavillon soviétique lors de l'Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes à Paris. Ses esquisses témoignent de son intérêt pour la danse, qui la conduit, entre Paris et Berlin, à réaliser de nombreuses œuvres entre 1924 et 1929 pour la danseuse Kruguer et la chorégraphe Nijinska. En 1929, lors d'un séjour aux États-Unis, elle crée les Motolampades : des êtres de lumière vêtus de combinaisons rappelant celles du Ballet satanique, des sculptures vivantes en mouvement sur un fond qui se déforme selon leurs actions. De retour à Paris, elle ouvre un centre de recherche sur l’habillement et publie des articles sur le « nouveau vêtement » constructiviste. Ses robes de soirée sont récompensées par une médaille d'or lors de l'Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes de 1925.
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En 1933, elle commence à réaliser de magnifiques manuscrits enluminés (gouaches sur papier). Son chef-d’œuvre, Callimaque, date de 1939 : une œuvre créée en pleine guerre par une artiste négligée, malade et proche de la pauvreté, comme en témoignent ses lettres à Simon Lissim. En 1936, elle participe à l'exposition « Cubisme et art abstrait » à New York et organise des expositions personnelles à Prague et à Paris, où elle illustre également des ouvrages pour Flammarion. Oubliée durant la difficile période d'après-guerre, elle meurt dans la misère à Fontenay-aux-Roses, en banlieue parisienne, le 17 mars 1949. Peu avant sa mort, sans héritiers, elle lègue l'ensemble de ses œuvres et de ses archives à son ami Simon Lissim, émigré aux États-Unis : documents personnels et de travail (croquis, carnets, collages), correspondance, palette, ainsi que les listes d'œuvres qu'elle a elle-même établies.
Au fil des ans, d'autres documents provenant de proches et d'élèves — Nehama, Szmuszkowicz, Colucci, Michelet, etc. — viendront s'y ajouter. Avant sa mort, Lissim rédige un testament en faveur d'Andrei Nakov (1941-2022), historien d'art français d'origine bulgare, lui léguant les archives d'Aleksandra ainsi que les siennes. Afin de préserver cette mémoire, Nakov a fondé en 2000 à Paris l’association Aleksandra Exter. Dans les années 1970, ses œuvres sont exposées lors de nombreuses expositions personnelles et collectives, en Europe et aux États-Unis. Celles qui ont survécu sont conservées au musée du Théâtre de Moscou, au Victoria and Albert Museum de Londres, au MoMA de New York et dans plusieurs musées allemands.
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Traduzione spagnola
Francesco Rapisarda
Aleksandra Grigorovič nace el 18 de enero de 1882 en Białystok, en la gobernación de Grodno del Imperio ruso (hoy Polonia), en el seno de una culta familia de la alta burguesía. Su padre, Aleksandr Grigorovič, es un rico hombre de negocios bielorruso de origen judío y su madre es de origen griego. Se gradúa en Kiev en 1906 en la Escuela de Arte. Su desván, habilitado como estudio de pintura, se convierte en un espacio de reunión para quienes se dedicaban al arte, la escritura, la danza y los estudios. En 1907, en la exposición Le Maillon, presenta sus primeras pinturas y bordados inspirados en el arte popular ruso. En 1908 se casa con Nikolai Evgeneevich Ekster, un abogado exitoso perteneciente a la élite cultural e intelectual de Kiev. Aleksandra y Nikolai pasan varios meses en París, capital de la moda y la cultura, y ella estudia en la Académie de la Grande Chaumière. Su encanto personal y su refinada inteligencia le abren las puertas de los salones culturales. Así conoce a personajes importantes del arte y la cultura: Apollinaire, Braque, Léger, Picasso, Stein.
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Durante un viaje a Italia conoce a uno de los coautores del Manifiesto del Futurismo, Umberto Boccioni, y también conoce a Ardengo Soffici. Entre Ardengo y Aissa, la rusa de nariz larguita como él la describe, nace una relación afectuosa e intensa. Soffici describe sus encuentros en el estudio de ella: «casi siempre la encontraba cubierta con su blusa blanca, la paleta en la mano, concentrada en pintar. De pie detrás de ella, la observaba trabajar. Tenía talento, pero su gusto aún no era firme. Le daba consejos según mi experiencia. Y ella los recibía con gusto». Como siempre ocurre, el hombre, al describir su relación artística y amorosa, no puede evitar atribuirse el papel de mentor y maestro. Entre 1908 y 1915, Aleksandra organiza todas las exposiciones de arte de la izquierda ruso-ucraniana y participa en todas ellas, expone en Francia e Italia y contribuye a la difusión en Rusia de la vanguardia internacional: La Garlande, Moscú, 1908; los Salones Izdebski, Kiev, Odesa, San Petersburgo, Riga, 1909-1910; las exposiciones del Valet de carreau (Sota de Diamantes), Moscú, 1910, 1912 y 1914; La Unión de la Juventud, Moscú, 1910; La Section d’Or (La Sección Áurea), París, 1912; la Exposición Internacional de los Futuristas Libres, Milán; Salon des Indépendants, París; L’Anneau, Kiev, 1914; Exposición Internacional de Pintores y Escultores Futuristas, Galería Sprovieri, Roma, 1914; Tram V, Petrogrado, 1915.
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En 1915 decora los muros, las escaleras, el vestíbulo y el telón del teatro Kamerny de Aleksandr Tairov. Colabora en la exposición Magasin (Moscú, 1916) con sus cuadros abstractos influenciados tanto por las obras de Tatlin como por el suprematismo de Malevich. En 1917 presenta, en el Valet de carreau (Sota de Diamantes: movimiento pictórico moscovita basado en el estilo de Paul Cézanne, el postimpresionismo francés, el fauvismo y el expresionismo alemán), sus trabajos de los últimos diez años. A la muerte de su esposo, ocurrida ese mismo año, una conspiración por la herencia la priva de gran parte de sus cuadros, que luego fueron destruidos en un incendio durante la guerra civil. En Odesa, en un intento de salir del país desde ese puerto, organiza una escuela de pintura para la infancia con el fin de acercarla al arte no objetual, es decir, aquella corriente artística que tiende a representar la realidad no como se presenta, sino según la interpretación personal de quien crea. La crítica de la época la define, junto a sus contemporáneas Goncharova, Rozanova, Popova, Udaltsova, como una de las «amazonas de la vanguardia rusa», reconociendo, como siempre ocurre, el papel de liderazgo dentro del movimiento a los hombres: Malevich, Tatlin, Kandinsky, Chagall, Rodchenko, Larionov.
Aleksandra es una artista cosmopolita que siempre se mantendrá en equilibrio entre Occidente y Oriente, Cubismo y Futurismo, Suprematismo y Constructivismo. En Kiev, tras regresar de sus viajes durante los cuales se nutre de los nuevos movimientos del arte, abre un estudio de decoración no objetual y comienza a experimentar en el teatro como escenógrafa y diseñadora de vestuario, introduciendo el concepto de interacción dinámica de los distintos elementos dentro del arte no objetual. En 1916, su primera obra teatral Famira Kifared, basada en el texto El teatro simbolista ruso de Annenskij, es una combinación de futurismo y folclore ucraniano. Los atletas-actores-marionetas, suspendidos en el vacío sobre delgadas pértigas y escaleras, se mueven como seres diabólicos vestidos con trajes ceñidos. En 1917 diseña el vestuario escénico para Salomé de Oscar Wilde. Ayuda al joven crítico de arte Aksionov en la redacción del ensayo Picasso y alrededores, dedicado al cubismo. El libro, publicado en Moscú en 1917 con una portada diseñada por Aleksandra, es uno de los primeros textos críticos dedicados al cubismo y el primer volumen en el que aparece el nombre de Picasso.
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Los vestuarios “cubo-barrocos” y las escenografías de Romeo y Julieta (Moscú, 1921) constituyen su realización más espectacular del principio de construcción vertical, influyendo en la escenografía rusa de los años veinte. Comienza a experimentar con el Constructivismo utilizando materiales modernos como láminas metálicas y celuloide. A veces es criticada por el exceso de color, pero precisamente los colores, las formas en zigzag, los trapecios y rombos, los triángulos y los losanges en las escenas, vestuarios y escudos de los soldados, dan testimonio de su origen bielorruso. En 1919 participa en la revalorización urbana de Kiev y Odesa, y desde 1921 enseña Color en el espacio en el Vjutemás de Moscú. Ese mismo año presentó en la muestra 5x5=25, bajo el título Construcciones de planos, construcciones de fuerzas, sus obras basadas en una concepción del color en contradicción con las teorías del Constructivismo, movimiento que sin embargo apoya. A principios de los años veinte, el director danés Peter Urban Gad le encarga la creación de cuarenta marionetas para una película que nunca llegará a realizarse. Para este trabajo utiliza diversos materiales, entre ellos tela, madera, plástico y metal, y en esta ocasión produce veinte dibujos que representan personajes de la Commedia dell’arte italiana.
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En 1922 se le dedica una muestra individual en la librería-galería "Sarja" de Berlín. Al año siguiente diseña los uniformes para el entrenamiento del Ejército Rojo y, en la Exposición rusa de agricultura, artesanía e industria organizada por el Presidium de Moscú, participa en el montaje de los pabellones del periódico Izvestia y de la revista Krasnaya Niva. En esos años, en Rusia, la burocracia estatal censura la libertad de expresión de artistas. Muchas personas abandonan el país, y desde 1924, con la muerte de Lenin y el ascenso de Stalin, el arte soviético sufre una involución al verse obligado a representar la realidad al servicio de la ideología política impuesta por el poder central. Como muchas otras personas, Aleksandra también decide dejar Rusia. En junio de 1924, junto a su esposo, el actor Georgij Nekrasov, con quien se había casado en agosto de 1920, logra salir de la Unión Soviética con el pretexto de exhibir sus obras en el montaje del pabellón soviético en la Bienal de Venecia. Tras una breve estancia en Italia, se instala en París, donde enseña primero en la Académie Moderne y luego en la Académie d’Art Contemporain de Fernand Léger.
Sin embargo, continúa manteniendo lazos con Rusia: colabora con el director Protazanov en la realización de la primera película de ciencia ficción rusa, Aelita, y participa en el montaje del pabellón soviético en la Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes de París. Algunos bocetos documentan su interés por la danza, lo que la lleva a crear, entre París y Berlín, numerosas obras entre 1924-25 y 1929 para la famosa bailarina Kruger y la coreógrafa Nijinska. En 1929, durante su estancia en Estados Unidos, realiza las Motolámparas: seres-luz, vestidos con trajes que recuerdan a los del Ballet Satanique, esculturas vivientes en movimiento sobre un fondo que se deforma en función de sus acciones. En París abre un Centro de investigación sobre la indumentaria y publica artículos sobre el “nuevo vestido” constructivista. Sus vestidos de noche fueron premiados con una medalla de oro en la Exposición Internacional de Artes Decorativas e Industriales Modernas de París en 1925.
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En 1933 comienza a realizar bellísimos y originales manuscritos miniados (gouache sobre papel: libros escritos e ilustrados a mano). el manuscrito Callímaque, de 1939, es considerado su obra maestra: una obra creada en plena guerra por una artista olvidada, enferma y al borde de la pobreza, como lo atestiguan sus cartas a Simon Lissim. En 1936 participa en la exposición Cubismo y arte abstracto en Nueva York y realiza exposiciones individuales en Praga y París, donde también ilustra libros para la editorial Flammarion. Olvidada en la difícil posguerra, muere en la miseria en el suburbio parisino de Fontenay-aux-Roses el 17 de marzo de 1949. Poco antes de su muerte, al no tener herederos, deja todas sus obras y archivos a Lissim, su amigo ruso emigrado a Estados Unidos. Se trata de documentos personales, materiales de trabajo (bocetos, libros de collage, cuadernos), correspondencia personal y artística, su paleta de colores y, sobre todo, los catálogos de obras elaborados por ella misma.
Con el paso de los años se han ido sumando otros documentos provenientes de personas cercanas y de sus estudiantes: Nehama, Szmuszkowicz, Colucci, Michelet y otros. A su vez, Lissim, antes de morir, redactó un testamento a favor de Andrei Nakov (1941–2022, historiador del arte francés de origen búlgaro), dejándole el archivo de Aleksandra junto con su propio archivo personal. Para preservar su memoria, Nakov fundó en el año 2000 la Asociación Aleksandra Exter, con sede en París. Durante los años setenta, la obra de Aleksandra Exter se exhibió en Europa y Estados Unidos, tanto en exposiciones individuales como colectivas. Las obras que han sobrevivido se conservan en el Museo del Teatro de Moscú, en el Victoria and Albert Museum de Londres, en el MoMA de Nueva York y en varios museos alemanes.
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Traduzione inglese
Syd Stapleton
Aleksandra Grigorovič was born on January 18, 1882 in Bialystok in the Grodno Governorate of the Russian Empire (now Poland) to an educated upper middle-class family. Her father, Aleksandr Grigorovič, was a wealthy Belarusian businessman of Jewish descent, and her mother was of Greek descent. She graduated from the School of Art in Kiev in 1906. Her attic, used as a painting studio, became a meeting place for female artists, poets, writers, dancers and students. In 1907, she presented her first paintings and embroideries inspired by Russian folk art at the Le Maillon exhibition. In 1908 she married Nikolai Evgeneevich Ekster, a successful lawyer belonging to Kiev's cultural and intellectual elite. Aleksandra and Nikolai spent several months in Paris, the capital of fashion and culture, and she studied at the Académie de la Grande Chaumière. Her personal charm and refined intelligenc open cultural salons for her. In this way she met important figures in art and culture - Apollinaire, Braque, Léger, Picasso, Stein.
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During a trip to Italy she met one of the co-authors of the Manifesto of Futurism, Umberto Boccioni, and got to know Ardengo Soffici. Between Ardengo and Aissa, the long-nosed Russian as he called her, an affectionate and intense relationship was born. Soffici describes their meetings in her studio: "I found her almost always covered by her white blouse, palette in hand, intent on painting. Hunched behind her, I would watch her work. She had ingenuity, but her taste was not yet sure. I would give her advice according to my experience. And she gladly accepted it." As is always the case, the man, in describing their artistic and loving relationship, cannot help but attribute to himself the role of mentor and teacher. Between 1908 and 1915, Aleksandra organized and participated in all the art exhibitions of the Russian-Ukrainian left, exhibited in France and Italy, and contributed to the spread of the world avant-garde in Russia: La Garlande, Moscow, 1908; the Izdebski Salons, Kiev, Odessa, St. Petersburg, Riga, 1909-1910; the Jack of Diamonds exhibitions, Moscow, 1910, 1912 and 1914; The Union of Youth, Moscow, 1910; The Golden Section, Paris, 1912; The International Exhibition of Free Futurists, Milan; Salon des Independants, Paris; L'Anneau, Kiev, 1914; International Exhibition of Futurist Painters and Sculptors, Sprovieri Gallery, Rome, 1914; Tram V, Petrograd, 1915.
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In 1915 she decorated the walls, stairs, vestibule, and curtain of Aleksandr Tairov's Kamerny Theater. She collaborated in the Magasin exhibition (Moscow, 1916) with her abstract paintings influenced by both the works of Tatlin and Malevich's Suprematism. In 1917 she presented at the Valet de Carreau (Jack of Diamonds: a Moscow painting movement based on the style of Paul Cézanne and French Post-Impressionism, Fauvism and German Expressionism) her work of the last ten years. When her husband died that same year, an inheritance conflict deprived her of most of her paintings that were later destroyed in a fire during the civil war. In Odessa in an attempt to leave the country from that port, she organized a school of painting for children to bring them closer to non-objective art, that is, the artistic current that tends to represent reality not as it is presented but according to the personal interpretation of the creator. The critics of the time call her, along with her contemporaries Goncharova, Rozanova, Popova, Udaltsova, the "Amazons of the Russian avant-garde," granting, as is always the case, the position of leader of the movement to the men-Malevich, Tatlin, Kandinsky, Chagall, Rodchenko, Larionov.
Aleksandra was a cosmopolitan artist who would always maintain a balance between West and East, Cubism and Futurism, Suprematism and Constructivism. In Kiev, returning from travels in the course of which she was nourished by the new ferments of art, she opened a studio for non-objective decoration and began experimenting with theater as a script and costume designer, introducing the concept of dynamic interaction of various elements in non-objective art. In 1916 her first play Famira Kifared, in the text The Russian Symbolist Theater of Annensky, is a combination of futurism and Ukrainian folklore. (04) The athletes-actors-marionettes, suspended in the void on thin poles and ladders, move like devilish beings dressed in tight-fitting suits. In 1917 she designed stage costumes for Oscar Wilde's Salome. She aided the young art critic Aksionov in writing the essay Picasso and Environs, devoted to Cubism. The book published in Moscow in 1917 with a cover designed by Aleksandra is one of the first critical texts devoted to Cubism and the first volume in which Picasso's name appears.
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The "cube-baroque" costumes and sets of Romeo and Juliet (Moscow, 1921) (07) constitute her most spectacular realization of the principle of vertical construction influencing Russian stage design in the 1920s. She began to experiment with Constructivism using modern materials such as sheet metal and celluloid. She has been criticized for the redundancy of colors but it is precisely the colors, zig-zag shapes, trapezoids and rhombuses, triangles and lozenges of the scenes, costumes and soldiers' shields that testify to her Belarusian origin. In 1919 she participated in the redevelopment of the cities of Kiev and Odessa, and from 1921 she taught Color in Space at the Vkhoutemas in Moscow. She exhibited in that year at the 5x5=25 exhibition, under the title of Constructions of Planes, Constructions of Forces, her works based on the conception of color in contradiction to the theories of Constructivism, of which, however, she was an advocate. In the early 1920s, Danish director Peter Urban Gad commissioned her to create forty puppets for a film that would never be made. For this work (08) she used a variety of materials including fabric, wood, plastic, and metal and for the occasion produced twenty drawings representing characters from the Italian Commedia dell'arte.
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In Paris she opened a Clothing Research Center and published articles on the constructivist "new dress." Her evening gowns were awarded a gold medal at the International Exhibition of Modern Decorative and Industrial Arts in Paris in 1925.
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In 1933 she began making beautiful and original illuminated manuscripts (gouaches on paper: handwritten and illustrated books). The Callimaque manuscript, considered her masterpiece, is from 1939. Work completed in the midst of the war by a neglected, ill artist on the verge of poverty, as evidenced by her letters to Simon Lissim. In 1936 she participated in the Cubism and Abstract Art exhibition in New York and held solo shows in Prague and Paris, where she also illustrated books for the Flammarion publishing house. Forgotten in a difficult postwar period, she died in poverty in the Paris suburb of Fontenay-aux-Roses on March 17, 1949. Shortly before her death, having no heirs, she left all her works and archives to Lissim, her Russian friend who emigrated to the United States. These are personal papers, working documents (sketches, collage books, notebooks), personal and artistic correspondence, her palette, and especially lists of works compiled by herself.
Over the years more documents were added from close people and her students-Nehama, Szmuszkowicz, Colucci, Michelet and others. In turn, Lissim, before his death, drew up a will in favor of Andrei Nakov (1941-2022, Bulgarian-born French art historian) leaving Aleksandra's archive to him along with his personal archive. To safeguard the memory, in 2000 Nakov founded the Aleksandra Exter Association based in Paris. During the 1970s, Aleksandra Exter's work was exhibited in Europe and the United States (11) and in numerous solo and group exhibitions. Surviving works are held at the Moscow Theatre Museum, the Victoria and Albert Museum in London, MoMa in New York, and several German museums.
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