Marguerite Thomas-Clement
Laura Coci



Viola Gesmundo

 

«Il giuramento è iniziato. Ora Madame Thomas si trova sul podio. La guardiamo intensamente. Il braccio alzato, la mano aperta, il giuramento solenne, gli sguardi indagatori e compresi dei colleghi maschi: tutto questo ci fa venire la pelle d’oca. Lei è scesa nell’arena, ha avuto il coraggio di essere la prima donna nella storia del Lussemburgo ad assumersi responsabilità politiche e ha solennemente promesso di fare del suo meglio. Il mondo scompare intorno a noi. Ci resta una sensazione di unicità, di irripetibilità».

Così, settant’anni dopo, Berthe Schmitz, che ne fu testimone oculare, ricorda l’insediamento della prima (e unica) donna eletta al Parlamento unicamerale del Granducato del Lussemburgo, in seguito alle elezioni politiche del 26 ottobre 1919: Marguerite Thomas-Clement. L’episodio è menzionato nella breve monografia dedicata a questa donna coraggiosa e caparbia dalla studiosa Renée Wagener (Marguerite Thomas-Clement. Sprecherin der Frauen: Die erste Luxemburger Abgeordnete, in Wenn nun wir Frauen auch das Wort ergreifen. 1880-1950, Luxembourg, Ministére de la Culture, 1997, pp. 99-112).

Ritratto fotografico di Marguerite Thomas-Clement, realizzato tra il 1924 e il 1931, quando la deputata militava nel Partito Socialista Radicale (http://fraendag.lu/personlichkeiten/marguerite-thomas-clement/)

Nell’ottobre 1919 la piccola nazione lussemburghese è scampata alla burrasca della Grande Guerra e dell’occupazione da parte del Reich, che ne ha violato la neutralità, forse con la condiscendenza dell’allora granduchessa Marie-Adélaïde; l’atteggiamento controverso della giovane regnante ha posto in pericolo l’indipendenza dello Stato (Francia e Belgio premono per l’annessione), poi riconosciuta dagli accordi di pace di Versailles del giugno dello stesso anno. Un anno cruciale: Marie-Adélaïde abdica in favore della sorella Charlotte, allora ventitreenne (che governerà con equilibrio il Lussemburgo per quarantacinque anni), mentre anche nel Granducato si avvertono le tensioni del cosiddetto Biennio Rosso europeo, le manifestazioni e gli scioperi di lavoratori e lavoratrici per ottenere migliori condizioni salariali e sociali. Mentre nel resto del continente le suffragette rivendicano, anche a costo della libertà personale e del sacrificio della vita, il diritto di voto alle donne, in riconoscimento della pari dignità dei due generi, in Lussemburgo tale diritto è concesso proprio nel 1919, nel quadro di un riassetto democratico dello Stato: le elezioni di ottobre, dunque, sono le prime a suffragio universale che si tengono nel Paese. Pure, come noto, le donne stentano ad affermarsi in politica, e ogni candidatura femminile significa una candidatura maschile (e un possibile deputato uomo) in meno: Marguerite è la sola donna aspirante al Parlamento del Partito Socialista, mentre la Lega Liberale, contraria al suffragio femminile, non ne presenta alcuna e il Partito della Destra, che ha inserito una donna nella propria lista, non riesce a farla eleggere (le donne non votano le donne), pur ottenendo la maggioranza dei seggi. Quando è eletta al Parlamento, nella circoscrizione Zentrum, Marguerite ha trentatré anni. Marie-Marguerite Caroline Clement è nata in Lussemburgo il 17 maggio 1886, da Carl Joseph e Maria Kolbach, è insegnante, vive nel quartiere della capitale denominato Limpertsberg, nel 1917 si è sposata a Stoccarda con Xavier Thomas, socialista e membro dell’Action Républicaine. Poco o nulla si sa della sua vita privata, poiché Renée Wagener ne privilegia la carriera politica e l’attività parlamentare.

Città del Lussemburgo, Lily Becker, esponente del Partito Socialista con Marguerite Thomas-Clement, parla a una manifestazione di lavoratori il 13 agosto 1919 (http://fraendag.lu/personlichkeiten/lily-becker-krier/)

Nel 1920, con Lily Becker, altra esponente di spicco del Partito Socialista, Marguerite è eletta componente della municipalità lussemburghese: è un anno denso di impegni, non tutti coronati da successi. In occasione delle manifestazioni del 1° maggio, prende la parola nella centralissima Place Glacis, davanti ad alcune migliaia di lavoratori e lavoratrici.

Città del Lussemburgo, Place Glacis, 1° maggio 1920: alla manifestazione partecipa anche Marguerite Thomas-Clement, che parla ad alcune migliaia di lavoratori (https://onsstad.vdl.lu/fileadmin/uploads/media/ons_stad_77-2004_6-11.pdf)

Il 24 settembre presenta una proposta di legge (la n. 48), poi letta al Parlamento il 5 ottobre, «tendant établir, après l’égalité politique, l’égalité civile et économique des deux sexes». Il testo consta di una breve premessa che giova riportare per intero: «I diritti dell’uomo – in quanto essere umano – comprendono e impongono i diritti della donna. Ma, per questa come per quello, tali diritti, anche se dichiarati, diventeranno realtà concreta soltanto nella società socialista. Intanto, è cosa immediatamente possibile e che ci è dato realizzare in breve tempo ottenere, dopo l’uguaglianza politica, l’uguaglianza civile ed economica dei due sessi». La proposta di legge, che non sarà approvata, consta di tre articoli di assoluta evidenza: «1. Tutte le disposizioni di legge che stabiliscono l’inferiorità della donna rispetto all’uomo sono e rimarranno abrogate. 2. Le donne sono ammesse al beneficio di tutte le leggi finora applicate soltanto agli uomini. 3. Tutte le leggi, in futuro, riguarderanno e dovranno riguardare l’essere umano senza distinzione di sesso». Dei diritti delle donne non può essere la sola Marguerite a farsi carico: negli anni successivi, è evidente come nel Parlamento lussemburghese manchi la volontà politica di realizzare la parità tra i due generi; degna di rilievo, d’altra parte, l’affermazione della deputata che soltanto la società socialista potrà rimuovere gli ostacoli che si frappongono al conseguimento dell’obiettivo.

Il testo originale della proposta di legge presentata da Marguerite Thomas-Clement il 24 settembre 1920, per l’uguaglianza politica, civile ed economica dei due sessi (Renée Wagener, Marguerite Thomas-Clement. Sprecherin der Frauen: Die erste Luxemburger Abgeordnete, in Wenn nun wir Frauen auch das Wort ergreifen. 1880-1950, Luxembourg, Ministére de la Culture, 1997, pp. 99-112, alla p. 106)

Nel clima di divisione interno al movimento socialista europeo seguito al fallimento del Biennio Rosso, Thomas-Clement entra a far parte del Partito Socialista Radicale: esclusa dal Parlamento tra il 1922 e il 1924, in questo anno è rieletta nella lista della nuova formazione, che si richiama alla sinistra liberale, e partecipa ai lavori parlamentari fino al 1931 (dal 1926 come deputata della maggioranza): dodici anni di attività politica intensissima, a livello sia nazionale sia municipale (è infatti componente del Consiglio comunale di Città del Lussemburgo dal 1920 al 1928). Dodici anni nei quali, unica donna in Parlamento, affronta con determinazione tematiche relative alla condizione sociale ed economica delle donne, talvolta venendo irrisa dagli uomini: celebre il fondo apparso il 26 febbraio 1929 sulla prima pagina del quotidiano lussemburghese Freie Presse, ove Die Dame (La Signora, ovvero Marguerite Thomas-Clement) è definita mediante l’espressione dispregiativa francese culot, vale a dire sfacciata. Una breve panoramica dei suoi interventi (in lingua francese) in Parlamento è illuminante e ne testimonia il coraggio e la lungimiranza nell’affrontare problematiche che la società lussemburghese del suo tempo volutamente ignora. Nel 1919 l’ampio settore del pubblico impiego si apre all’occupazione femminile (fino ad allora limitata all’insegnamento), ma con un distinguo: nel momento in cui la donna si sposa, è automaticamente licenziata, poiché il cosiddetto «doppio guadagno» è considerato immorale. Inutilmente, il 13 novembre, Thomas-Clement obietta che «la Granduchessa Charlotte si è appena sposata il 6 novembre, e a nessuno è venuto in mente di chiedere che abdicasse» e che se anche la donna lavora per rendere più agiata la propria condizione familiare e garantire un’educazione migliore ai propri figli non è da biasimare, perché «le mariage n’est pas un but pour la femme», il matrimonio non è l’obiettivo di una donna. La mozione, infatti, è respinta. Lo stesso 13 novembre 1919 lamenta le terribili condizioni in cui sono costrette a prestare la propria opera le donne operaie delle industrie minerarie e siderurgiche Gelsenkirchener Bergwerks-AG; il 18 dicembre, a proposito delle lavoratrici ausiliarie impiegate nello Stato, considera come il modesto stipendio da esse percepito, se sono sole, «permetta loro soltanto di pagare l’affitto della mansarda in cui vivono e di nutrirsi di pane secco e patate». Il 6 luglio 1920, facendosi «interprète des femmes», presenta una mozione per limitare il consumo di alcolici, che il Parlamento approva; il 20 luglio denuncia le pessime condizioni igienico-sanitarie del reparto di maternità sito nel quartiere Pfaffenthal, luogo di dolore fisico e morale, in poche parole «une étable», una stalla, ove le partorienti si trovano in ambienti miserabili; il 23 luglio parla a favore delle prostitute rinchiuse nel carcere femminile di Stadtgrund soltanto perché avevano contratto malattie veneree: «Abbiate il coraggio di dirlo, Signori, la società che voi sostenete e difendete, ha utilizzato queste povere sciagurate per tutelare le donne delle classi agiate, le donne ricche», ottenendo poi la fondazione di una clinica specializzata per la cura di tali malattie.

Il 15 marzo 1921, in seguito all’arresto di diverse donne che hanno partecipato alle manifestazioni per reclamare migliori condizioni lavorative, a un deputato conservatore che afferma che «les femmes» dovrebbero restare a casa, replica che le donne sono state costrette a lasciare le proprie case per entrare nel mondo del lavoro dalla società capitalista, perché gli uomini non guadagnavano a sufficienza per mantenere le proprie famiglie: «Ora le donne lavorano e sostengono la lotta del proletariato , e se voi dite loro di tornarsene a casa, beh, non lo faranno» (esclamazioni di approvazione a sinistra), e ancora: «Il giorno in cui le donne saranno al Governo, le cose andranno diversamente» (risate a destra). Quando, dopo aver lasciato il Partito Socialista per quello Socialista Radicale, Marguerite rientra in Parlamento, e soprattutto quando la sua formazione diviene maggioritaria, i suoi interventi si diradano: Renée Wagener ne spiega il minor attivismo con l’impegno parallelo nella municipalità, o, forse, con una posizione più subordinata nel nuovo gruppo politico rispetto al precedente. Sta di fatto che dopo il 1931, quando non è rieletta, nulla più si sa di lei. Ha quarantacinque anni, ne vivrà altri quarantasette. Non si sa, dunque, come abbia affrontato la seconda, feroce occupazione del suo Paese da parte del (Terzo) Reich, durante la Seconda guerra mondiale; se abbia sostenuto o preso parte alla Resistenza lussemburghese (nella quale si segnala un’altra donna straordinaria, Lily Unden); come abbia vissuto il dopoguerra e i suoi sviluppi: la fondazione dell’Unione Europea (1957), la rinuncia al trono della Granduchessa Charlotte in favore del figlio primogenito (1964) e, finalmente, la nuova elezione di una donna in Parlamento (1965) dopo che lei, tanti anni prima, aveva aperto la via ed era stata, in fondo, accettata proprio perché la sua presenza costituiva un’eccezione: una donna a fronte di quarantasette uomini. Marguerite Thomas-Clement muore l’11 aprile 1979 a Noerdingen, nei pressi di Beckerich (città lussemburghese al confine con il Belgio), dimenticata dagli stessi partiti nei quali ha militato. A lei è intitolata una piccola via del quartiere Belair di Città del Lussemburgo, nonché una di Strassen, nel Lussemburgo centrale, e una di Roeser, nel Lussemburgo meridionale.

Rue Marguerite Thomas-Clement a Roeser, Lussemburgo (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:R%C3%A9iser,_Sch%C3%ABld_Rue_Marguerite-Thomas-Clement.jpg)

 

Traduzione francese
Marie Blanchi

«Le serment a commencé. Maintenant, Madame Thomas se trouve sur l’estrade. Nous la regardons intensément. Le bras levé, la main ouverte, le serment solennel, les regards investigateurs et absorbés des collègues hommes: tout cela nous fait venir la chair de poule. Elle est entrée en lice, elle a eu le courage d'être la première femme dans l’histoire du Luxembourg à assumer des responsabilités politiques et elle a promis solennellement qu’elle ferait de son mieux. Le monde autour de nous disparaît. Il nous reste un sentiment de rareté, d’unicité».

Voilà comment, soixante-dix ans plus tard, Berthe Schmitz, qui en fut témoin oculaire, rappelle l’installation de la première (et unique) femme élue au Parlement monocaméral du Grand-Duché du Luxembourg, à la suite des élections politiques du 26 octobre 1919: Marguerite Thomas-Clement. L’épisode est raconté dans la brève biographie que la spécialiste Renée Wagener a consacrée à cette femme courageuse et obstinée (Marguerite Thomas-Clement. Sprecherin der Frauen: Die erste Luxemburger Abgeordnete, in Wenn nun wir Frauen auch das Wort ergreifen. 1880-1950, Luxembourg, Ministère de la Culture, 1997, pp. 99-112)

Portrait photographique de Marguerite Thomas-Clement, réalisé entre 1924 et 1931, quand la députée militait dans le Parti Socialiste Radical (http://fraendag.lu/personlichkeiten/marguerite-thomas-clement/)

En octobre 1919, le petit Luxembourg vient d’échapper à l’orage de la Grande Guerre et de l’occupation par le Reich, qui en avait violé la neutralité; occupation peut-être favorisée par la complaisance de la grande-Duchesse de l’époque, Marie-Adélaïde; le comportement controversé de la jeune Grande-Duchesse a mis en danger l’indépendance de l’état (France et Belgique faisaient pression pour l’annexer), qui avait été ensuite reconnue par les accords de paix de Versailles de juin de la même année. Une année cruciale: Marie-Adélaïde abdique en faveur de sa sœur Charlotte, âgée de 23 ans (qui régnera sur le Luxembourg avec équilibre pendant quarante-cinq ans), pendant que même le duché perçoit les tensions des deux années rouges sévissant en Europe, les manifestations et les grèves de travailleurs et de travailleuses pour obtenir de meilleurs conditions salariales et sociales. Pendant que dans le reste du continent, même au risque de leur liberté personnelle et du sacrifice de leur vie, les suffragettes revendiquent le droit de vote pour les femmes, en reconnaissance de la parité en dignité des deux genres, au Luxembourg, ce droit est accordé justement en 1919, dans le cadre d’une réorganisation démocratique de l’état: les élections d’octobre sont, donc, les premières à suffrage universel qui se tiennent dans le pays. Pourtant, cela est bien connu, les femmes ont du mal à s’imposer en politique, et toute candidature féminine signifie une candidature masculine (et un éventuel député homme) en moins: Marguerite est la seule femme du Parti Socialiste visant au Parlement, tandis que la Ligue Libérale, contraire au suffrage féminin, n’en présente aucune et que le Parti de la Droite, qui a inséré une femme dans sa liste, n’arrive pas à la faire élire (les femmes ne votent pas les femmes), tout en obtenant la majorité des voix. Quand elle est élue au Parlement, dans la circonscription Zentrum, Marguerite a trente-trois ans. Marie-Marguerite Caroline Clement, née au Luxembourg le 17 mai 1886, de Carl Joseph et Maria Kolbach, est institutrice, habite dans le quartier de la capitale appelé Limpertsberg; en 1917, à Stuttgart elle s’est mariée avec Xavier Thomas, socialiste et membre de l’Action Républicaine. On ne sait presque rien de sa vie privée, car Renée Wagener privilégie sa carrière politique et son activité parlementaire.

Luxembourg-Ville, Lily Becker, représentante du Parti Socialiste avec Marguerite Thomas-Clement, parle à une manifestation de travailleurs le 13 août 1919 (http://fraendag.lu/personlichkeiten/lily-becker-krier/)

En 1920, avec Lily Becker, autre représentante en vue du Parti Socialiste, Marguerite est élue membre de la municipalité Luxembourg-Ville: c’est une année riche en engagements, pas tous couronnés de succès. À l'occasion des manifestations du 1er mai, elle prend la parole dans la très centrale Place Glacis, devant des milliers de travailleurs.

Luxembourg-Ville, Place Glacis, le 1er mai 1920: Marguerite Thomas-Clement participe à la manifestation et parle à quelques milliers de travailleurs (https://onsstad.vdl.lu/fileadmin/uploads/media/ons_stad_77-2004_6-11.pdf)

Le 24 septembre, elle présente une proposition de loi (la n° 48), qui sera ensuite lue au Parlement le 5 octobre, «tendant à établir, après l’égalité politique, l’égalité civile et économique des deux sexes». Le texte présente un bref exposé des motifs qu’il convient de citer intégralement: «Les droits de l’homme impliquent et exigent les droits de la femme. Mais, pour celle-ci comme pour celui-là, ces droits, même proclamés, ne deviendront une réalité que par et dans la société socialiste. En attendant, ce qui est immédiatement possible, et ce qu’il nous faut réaliser au plus tôt, c’est, après l’égalité politique, l’égalité civile et économique des deux sexes». La proposition de loi, qui ne sera pas approuvée, se compose de trois articles d’une évidence absolue: «1. Toutes les dispositions législatives établissant l'infériorité de la femme vis-à-vis de l’homme sont et demeurent supprimées. 2. La femme est admise au bénéfice de toutes les lois ne s’appliquant jusqu’à présent qu’à l’homme. 3. Toutes les lois, à l’avenir, viseront et devront viser l'être humain sans distinction de sexe» Marguerite ne peut pas être la seule qui se charge des droits des femmes: dans les années suivantes, il est évident qu’au Parlement du Luxembourg il manque la volonté politique de réaliser la parité des deux genres; d’autre part, il est important de rappeler l’affirmation de la députée que seulement la société socialiste pourra enlever les obstacles qui entravent la réalisation de l’objectif.

Le texte original de la proposition de loi présentée par Marguerite Thomas-Clement le 24 septembre 1920, pour l’égalité politique, civile et économique des deux sexes (Renée Wagener, Marguerite Thomas-Clement. Sprecherin der Frauen: Die erste Luxemburger Abgeordnete, in Wenn nun wir Frauen auch das Wort ergreifen. 1880-1950, Luxembourg, Ministère de la Culture, 1997, pp. 99-112, alla p. 106)

Dans le climat de division à l’intérieur du mouvement socialiste européen suivant l’échec des deux années rouges, Thomas-Clement entre dans le Parti Socialiste Radical: exclue du Parlement entre 1922 et 1924, cette année-là, elle est réélue dans la liste de la nouvelle formation, qui se rapporte à la gauche libérale, et participe aux travaux du Parlement jusqu’à 1931 (depuis 1926 comme députée de la majorité): douze années d’activité politique très intense, à niveau national et municipal (elle est, en effet, membre du Conseil communal de la capitale de 1920 à 1928). Douze années pendant lesquelles, unique femme au Parlement, elle aborde avec détermination les problématiques relatives à la condition sociale et économique des femmes, et parfois les hommes se moquent d’elle: il reste célèbre la sous-tribune parue le 26 février 1929 dans la première page du quotidien luxembourgeois «Freie Presse» dans lequel Die Dame (Madame, à savoir Marguerite Thomas-Clement) est définie par l’expression méprisante française culot. Un bref rappel de ses interventions (en français) au Parlement est éclairant et témoigne de son courage et de sa clairvoyance à aborder des problématiques que la société luxembourgeoise de son temps ignore sciemment. En 1919, le vaste secteur de l’Administration s’ouvre au travail féminin (jusqu’alors limité à l’enseignement), mais avec des distinguos: à partir du moment où la femme se marie, elle est automatiquement renvoyée, puisque ledit double salaire est considéré comme immoral. En vain, le 13 novembre, Thomas-Clement objecte que «la Grande-Duchesse Charlotte vient de se marier le 6 novembre dernier. Il n’est venu l’idée de personne d’exiger son abdication comme suite inéluctable à son mariage» et que si une femme travaille pour rendre sa condition familiale plus aisée et pour garantir une éducation meilleure à ses enfants, elle n’est pas à blâmer, car «le mariage n’est pas un but pour la femme». La motion est, bien sûr, rejetée. Le même 13 novembre 1919 elle déplore les horribles conditions dans lesquelles sont obligées à travailler les ouvrières des industries minières et sidérurgiques Gelsenkirchener Bergwerks-AG; le 18 décembre, à propos des travailleuses auxiliaires employées par l’État, elle considère que, si elles sont seules, leur salaire «leur permet à peine de payer le loyer de leur mansarde la fin du mois et de se nourrir de pain sec et de pomme de terre». Le 6 juillet 1920, se faisant «l'interprète des femmes», elle présente une motion pour limiter la consommation des boissons alcooliques, que le Parlement approuve; le 20 juillet, elle dénonce les mauvaises conditions hygiénique-sanitaires du pavillon maternité sis dans le quartier Pfaffenthal, lieu de douleur physique et morale, bref «une étable», où les parturientes se trouvent dans des conditions misérables; le 23 juillet, elle parle en faveur des prostituées enfermées dans la prison féminine de Stadtgrund rien que pour avoir contracté des maladies vénériennes: «Ayez le courage de le dire, Messieurs, la société actuelle que vous soutenez et défendez, a utilisé ces pauvres malheureuses pour préserver les femmes mieux situées, les femmes riches», obtenant par la suite la fondation d’une clinique spécialisée dans les soins de ces maladies.

Le 15 mars 1921, à la suite de l’arrestation de plusieurs femmes qui avaient participé aux manifestations pour réclamer de meilleures conditions de travail, à un député conservateur qui affirme que les femmes devraient rester à la maison, elle riposte que les femmes ont été obligées par la société capitalistes à sortir de leurs maisons pour entrer dans le monde du travail, parce que les hommes ne gagnent pas suffisamment pour maintenir leurs familles: «Eh bien, maintenant les femmes travaillent, et soutiennent la lutte du prolétariat, et quand vous leur dites de rentrer chez elles, eh bien, elles n’y rentreront pas» (des exclamations d’approbation à gauche), et encore: «Le jour où les femmes se trouveront au Gouvernement, les choses se passeront autrement» (éclats de rire à droite). Quand, après avoir quitté le Parti Socialiste pour le Parti Socialiste Radical, Marguerite rentre au Parlement, et surtout quand sa formation devient majoritaire, ses interventions se font plus rares: Renée Wagener explique son peu d’activisme par l’engagement parallèle dans la municipalité, ou, peut-être, par une position plus subordonnée dans le nouveau groupe politique que dans le précédent. Toujours est-il qu’après 1931, quand elle n’est pas réélue, on ne sait plus rien d’elle. Elle a quarante-cinq ans, elle en vivra encore quarante-sept. On ne sait donc pas comment elle a affronté la deuxième, féroce occupation de son pays par le (troisième) Reich, pendant la seconde guerre mondiale; si elle a soutenu ou si elle a pris part à la Résistance luxembourgeoise (dans laquelle une autre femme extraordinaire, Lily Unden, se distingue;) ni comment elle a vécu l’après-guerre et ses événements: la fondation de l’Union Européenne (1957), la renonciation à la couronne de la Grande-Duchesse Charlotte en faveur de son fils aîné (1964) et, enfin, l’élection d’une autre femme au Parlement (1965), après qu’elle, bien avant, avait frayé la voie et qu’elle n’avait été acceptée que parce que sa présence représentait une exception: une femme face à quarante-sept hommes. Marguerite Thomas-Clement meurt le 11 avril 1979 à Noerdingen, près de Beckerich (ville luxembourgeoise de frontière avec la Belgique), oubliée des partis dans lesquels elle avait milité. On a donné son nom à une petite rue du quartier Belair de la capitale, à une rue à Strassen, dans le Luxembourg central, et à une autre à Roeser, dans le Luxembourg méridional.

Rue Marguerite Thomas-Clement à Roeser, Luxembourg (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:R%C3%A9iser,_Sch%C3%ABld_Rue_Marguerite-Thomas-Clement.jpg)

Mes remerciements vont à Cecilia Cametti et à Marcello Campiotti de la Bibliothèque Communale de Lodi, pour avoir créé, encore une fois, un pont libraire avec le Luxembourg.

 

Traduzione inglese
Emanuela Prandi

«The oath has begun. Madame Thomas is now standing on the podium. We are staring at her. Her arm raised, her hand open, the solemn oath, the prying eyes of her male colleagues: this gives us gooseflesh. She has stepped into the arena, she has had the courage to be the first woman in the history of Luxembourg to take political responsibility and she has solemnly sworn she will do her best. The world around us disappears. It’s a unique and unforgettable feeling».

With these words, seventy years later, Berthe Schmitz, who eye-witnessed that moment, remembers the swearing in of the very first (and only) woman elected to the unicameral Parliament of the Grand Duchy of Luxembourg, after the political elections on 26th October 1919: Marguerite Thomas-Clement. The episode is mentioned in a short biography dedicated to this brave and strong-willed woman by the scholar Renée Wagener (Marguerite Thomas-Clement.Sprecherin der Frauen: Die erste Luxemburger Abgeordnete, in Wenn nun wir Frauen auch das Wort ergreifen. 1880-1950, Luxembourg, Ministère de la Culture, 1997, p. 99-112).

Photographic portrait of Marguerite Thomas-Clement, taken between 1924 and 1931, when she was a member of the Radical Socialist Party (http://fraendag.lu/personlichkeiten/marguerite-thomas-clement/)

In October 1919, Luxembourg had just escaped from the storm of the Great War and of the Nazi occupation, which violated its neutrality, maybe with the Grand Duchess Marie-Adélaïde’s consent; the young sovereign’s controversial attitude had put the independence of the country in danger (France and Belgium supported annexation), which was later recognized by the peace treaties of Versailles in June that very same year. A crucial year indeed: Marie-Adélaïde abdicated in favour of her sister Charlotte, who was twenty-three at the time (and who would rule wisely over Luxembourg for forty-five years), while the tensions of the so called European Red Biennium reached the Granduchy with demonstrations and strikes in demand for fairer wages and better social conditions. While in the rest of the continent the suffragettes were fighting for women’s right to vote, risking their own personal freedom and life in the name of gender equality and dignity, Luxembourg women were granted suffrage in 1919 and in October of that year the first election by universal suffrage were held, while the country was going through a democratic process. However, as it is well known, women struggled for political participation and each woman standing as a candidate meant fewer men having the possibility of being elected: Marguerite was the only woman to run for Parliamentary election for the Socialist Party, while no woman was nominated by the Liberal League, against universal suffrage, and the only female candidate on the Right-Wing Party list was not elected (women do not vote for women), although the party won the most seats. When she was elected to Parliament, in the Zentrum constituency, Marguerite was thirty-three. Marie-Marguerite Caroline Clement was born in Luxembourg on the 17th May 1886 to Carl Joseph and Maria Kolbach. She was a teacher, living in Limpertsberg, a residential neighborhood in the capital and in 1917 she got married in Stuttgart to Xavier Thomas, a socialist member of the Action Républicaine. Hardly anything is known about her private life, since Renée Wagener mainly writes about her political career and her parliamentary activity.

Luxembourg City, Lily Becker, member of the Socialist Party, with Marguerite Thomas-Clement, speaking during a labourers demonstration on 13th August 1919 (http://fraendag.lu/personlichkeiten/lily-becker-krier/)

In 1920, with Lily Becker, another prominent member of the Socialist Party, Marguerite was elected member of the Municipal Council: it was a busy year, yet not always successful. On the occasion of 1st May festivities, she took the floor in Place Glacis, in front of thousand workers.

Luxembourg City, Place Glacis, 1st May 1920: Marguerite Thomas-Clement took part in the demonstration and spoke to thousands of workers (https://onsstad.vdl.lu/fileadmin/uploads/media/ons_stad_77-2004_6-11.pdf)

On the 24th September she submitted a bill (n. 48), first read in parliament on the 5th October, «tendant établir, après l’égalité politique, l’égalité civile et économique des deux sexes». The text included a short introduction, here entirely quoted: «Man’s rights– as human beings– include and impose woman’s rights. Yet, for them both, these rights, although declared, will become true only in a socialist society. In the meantime, it is immediately possible for us to gain, just after political equality, civil and economic equality between genders». The bill, which was not passed, included three absolutely obvious articles: «1. All the provisions of the law that establish the inferiority of women to men are and will remain repealed. 2. All women are admitted to the benefit of all the laws hitherto applied to men only. 3. All laws, in the future, will and must apply to any human beings, without distinction of gender». Marguerite could not be the only one to take women’s rights upon her shoulders: in the years to follow, the Luxembourg Parliament clearly showed it lacked the political will to achieve gender equality; Marguerite’s affirmation that only a socialist society would be able to remove the obstacles that hindered the achievement of such a goal is noteworthy.

Original text of the bill submitted by Marguerite Thomas-Clement on 24th September 1920 to gain political, civil and economic equality between men and women (Renée Wagener, Marguerite Thomas-Clement. Sprecherin der Frauen: Die erste Luxemburger Abgeordnete, in Wenn nun wir Frauen auch das Wort ergreifen. 1880-1950, Luxembourg, Ministère de la Culture, 1997, pp. 99-112, on p. 106)

In an atmosphere of internal division of the socialist movement following the failure of the Red Biennium, Thomas-Clement joined the Radical Socialist Party: excluded from Parliament between 1922 and 1924, she was then re-elected on the list of the new party , with left-liberal inspiration, and took part in parliamentary work until 1931 (from 1926 as member of the majority: twelve years of intense political activity, both on a national and municipal scale (she was indeed member of the Municipal Council of Luxembourg City from 1920 to 1928). Twelve years in which, as the only woman in Parliament, she seriously addressed issues related to the social and economic condition of women, at times being mocked by men: in one of the editorials published on the 26th February on the front page of the Luxembourg newspaper «Freie Presse», Die Dame (The Lady, that is Marguerite Thomas-Clement) was defined with the French derogatory term culot, which means bold. The following brief overview of her speeches in Parliament (in French) is illuminating and can testify to her courage and farsightedness in addressing some issues that the Luxembourg society deliberately ignored at that time. In 1919 State administration opened to female employment (until then limited to teaching), but with a distinction: when the woman got married, she was automatically dismissed, because the so called «double gain» was considered immoral. In vain, on 13th November, Thomas-Clement argued that «the Grand Duchess Charlotte has just got married on the 6th November, yet nobody has asked her to abdicate» and if a woman works to improve family stability and grant her children a better education, she must not be blamed, since «le mariage n’est pas un but pour la femme», marriage is not the goal of a woman. The motion was rejected. On the same day, she lamented the appalling conditions in which female labourers were forced to work in the mining, iron and steel company Gelsenkirchener Bergwerks-AG; on 18th December, referring to state auxiliary workers, she claimed that with their modest income, if they were single, «they can hardly pay the rent of the garret where they live, eating stale bread and potatoes». On 6th July 1920, acting as «interprète des femmes», she tabled a motion to limit alcohol consumption, then passed in Parliament; on 20th July she denounced the poor sanitary and hygienic conditions of the maternity ward in Pfaffenthal, a place of pain and suffering, in a few words «une étable», a cowshed, where women in labour gave birth in miserable conditions; on 23rd July she spoke on behalf of the prostitutes incarcerated in Stadtgrund female prison only for contracting venereal diseases: «Be brave enough to admit, Sirs, that the society you support and defend, has used these poor wretches to protect upper-class women, rich women», thus obtaining the foundation of a specialized clinic for the treatment of venereal diseases.

On 15th March 1921, following the detention of several women who had demonstrated for better working conditions, she replied to a conservative MP who had stated that «les femmes» should stay home, arguing that women were obliged to leave their homes to get a job in the capitalist world, because men did not earn enough to support their families: «Women now work and support the struggle of the proletariat, and if you tell them to go back home, well, they won’t» (exclamations of approval from the left), and: «The day when women are in government, things will be different» (laughter from the right). When, after leaving the Socialist Party to join the Social Radicals, Marguerite re-entered Parliament, and especially when her party gained the majority, her speeches became less and less frequent: Renée Wagener justifies her weaker activism with her parallel engagement in the Municipality or, maybe, with a more subordinate role in the new political group. The fact remains that, after 1931, when she was not re-elected, nothing was heard from her. She was forty-five, and she was to live until ninety-two. Nothing is therefore left to know about how she faced the second, ferocious occupation of her country by the (Third) Reich, during WWII; if she supported or took part in the Luxembourg Resistance (in this respect it is worth mentioning another extraordinary woman, Lily Unden); how she lived the aftermath of the war: the foundation of the European Union (1957),the abdication of the Grand Duchess Charlotte in favour of her eldest son and heir (1964) and, finally, the election of another woman to the Parliament (1965)after she had paved the way, many years before, and she had been accepted precisely because her presence was an exception: a woman among forty-seven men. Marguerite Thomas-Clement died on 11th April 1979 in Noerdingen, near Beckerich (a town in Luxembourg on the border with Belgium), forsaken even by the parties she had been a member of. A small street name in Belair, a quarter in the city of Luxembourg, one in Strassen, in central Luxembourg and one in Roeser, in the south of the country have been named after her.

Rue Marguerite Thomas-Clement in Roeser, Luxembourg (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:R%C3%A9iser,_Sch%C3%ABld_Rue_Marguerite-Thomas-Clement.jpg)

Thanks, once again, to Cecilia Cametti and Marcello Campiotti of the Biblioteca Comunale Laudense, for helping me find books from Luxembourg.

 

Traduzione spagnola
Roberta Delia

«El juramento ha empezado. Ahora Madame Thomas está en el podio. La miramos intensamente. El brazo levantado, la mano abierta, el juramento solemne, las miradas escrutadoras y contemplativas de los colegas varones: todo esto nos pone la piel de gallina. Ella entró en el campo, se atrevió a ser la primera mujer en la historia de Luxemburgo en asumir responsabilidades políticas y prometió solemnemente hacer todo lo posible. El mundo desaparece a nuestro alrededor. Nos queda una sensación de singularidad, de irrepetibilidad».

Así, setenta años después, Berthe Schmitz, que fue testigo ocular, recuerda la toma de posesión de la primera (y única) mujer elegida en el Parlamento unicameral del Gran Ducado de Luxemburgo, tras las elecciones políticas del 26 de octubre de 1919: Marguerite Thomas-Clement. El episodio se menciona en la breve monografía dedicada a esta mujer valiente y obstinada por la erudita Renée Wagener (Marguerite Thomas-Clement. Sprecherin der Frauen: Die erste Luxemburger Abgeordnete, en Wenn nun wir Frauen auch das Wort ergreifen. 1880-1950, Luxemburgo, Ministerio de Cultura, 1997, págs. 99-112).

Retrato fotográfico de Marguerite Thomas-Clement, realizado entre 1924 y 1931, cuando la diputada militaba en el Partido Socialista Radical (http://fraendag.lu/personlichkeiten/marguerite-thomas-clement/)

En octubre de 1919 la pequeña nación luxemburguesa se libró de la Gran Guerra y de la ocupación por parte del Reich, que violó su neutralidad, quizás con la condescendencia de la Gran Duquesa Marie-Adélaïde; la actitud controvertida de la joven gobernante puso en peligro la independencia del estado (Francia y Bélgica presionaban para la anexión), reconocida posteriormente por los acuerdos de paz de Versalles de junio del mismo año. Un año crucial: Marie-Adélaïde abdica en favor de su hermana Charlotte, entonces de veintitrés años (que gobernará Luxemburgo con equilibrio durante cuarenta y cinco años), cuando en el Gran Ducado se perciben las tensiones del llamado Bienio Rojo Europeo, las manifestaciones y huelgas de trabajadores y trabajadoras para obtener mejores condiciones salariales y sociales. Mientras en el resto del continente las sufragistas reclamaban, incluso a costa de la libertad personal y el sacrificio de la vida, el derecho al voto de las mujeres, en reconocimiento a la igualdad de derechos de los dos géneros, en Luxemburgo este derecho se concedió precisamente en 1919, en el marco de una reorganización democrática del Estado: las elecciones de octubre, por tanto, son las primeras con sufragio universal que se celebran en el país. Sin embargo, como es bien sabido, a las mujeres les cuesta afirmarse en la política, y cada candidatura femenina significa una candidatura masculina (y un posible diputado varón) menos: Marguerite es la única mujer del Partido Socialistaque aspira al Parlamento, mientras la Liga Liberal, contraria al sufragio femenino, no presenta ninguna y el Partido de la Derecha, que ha incluido a una mujer en su lista, no consigue que salga elegida (las mujeres no votan por las mujeres), pese a obtener la mayoría de escaños. Cuando fue elegida para el Parlamento, en la circunscripción de Zentrum, Marguerite tenía treinta y tres años. Marie-Marguerite Caroline Clement había nacido en Luxemburgo el 17 de mayo de 1886, hija de Carl Joseph y Maria Kolbach, era profesora, vivía en el distrito de Limpertsberg de la capital, en 1917 se había casado en Stuttgart con Xavier Thomas, socialista y miembro de la Acción Républicaine. Poco o nada se sabe de su vida privada, ya que Renée Wagener privilegia su carrera política y su actividad parlamentaria.

Ciudad de Luxemburgo, Lily Becker, exponente del Partido Socialista con Marguerite Thomas-Clement, habla en una manifestación de trabajadores el 13 de agosto de 1919 (http://fraendag.lu/personlichkeiten/lily-becker-krier/)

En 1920, con Lily Becker, otra destacada exponente del Partido Socialista, Marguerite fue elegida en el municipio luxemburgués: fue un año lleno de compromisos, no todos coronados por éxitos. Con motivo de las manifestaciones del 1 de mayo, toma la palabra en la céntrica Place Glacis, frente a algunos miles de trabajadores y trabajadoras.

Ciudad de Luxemburgo, Place Glacis, 1 de mayo de 1920: Marguerite Thomas-Clement también participa en el evento, hablando con varios miles de trabajadores (https://onsstad.vdl.lu/fileadmin/uploads/media/ons_stad_77-2004_6-11.pdf)

El 24 de septiembre presentó un proyecto de ley (la n° 48), que se leyó en el Parlamento el 5 de octubre, «tendant établir, après l'égalité politique, l'égalité civile et économique des deux sexes». Dicho texto consta de una breve premisa que es útil mencionar por entero: «Los derechos del hombre –como ser humano– incluyen e imponen los derechos de la mujer. Pero, tanto para esta como para aquel, estos derechos, aunque declarados, solo se convertirán en una realidad concreta en la sociedad socialista. Mientras tanto, después de la igualdad política, la igualdad civil y económica de ambos sexos es algo inmediatamente posible y que es podemos lograr en poco tiempo». El proyecto de ley, que no se aprobará, consta de tres artículos muy relevantes: «1. Todas las disposiciones de la ley que establecen la inferioridad de la mujer con respecto al hombre están y permanecerán derogadas. 2. Las mujeres pueden beneficiarse de todas las leyes hasta ahora aplicadas únicamente a los hombres. 3. Todas las leyes, en el futuro, afectarán y deberán afectar al ser humano sin distinción de sexo». Marguerite no podía ser la única en hacerse cargo de los derechos de las mujeres: es evidente que, en los años siguientes, el Parlamento de Luxemburgo careció de voluntad política para obtener la igualdad de géneros; por otro lado, hay que recordar la afirmación de la diputada respecto a que sólo la sociedad socialista podría eliminar los obstáculos que dificultaban el logro de dicho objetivo.

El texto original del proyecto de ley presentado por Marguerite Thomas-Clement el 24 de septiembre de 1920, por la igualdad política, civil y económica de los dos sexos (Renée Wagener, Marguerite Thomas-Clement. Sprecherin der Frauen: Die erste Luxemburger Abgeordnete, en Wenn nun wir Frauen auch das Wort ergreifen. 1880-1950, Luxemburgo, Ministerio de Cultura, 1997, págs. 99-112, en la pág. 106).

En el clima de división dentro del movimiento socialista europeo tras el fracaso del Bienio Rojo, Thomas-Clement se unió al Partido Socialista Radical: excluida del Parlamento entre 1922 y 1924, ese año fue reelegida en la lista de la nueva formación, que se inspiraba en la izquierda liberal, y participó en la labor parlamentaria hasta 1931 (desde 1926 como diputada de la mayoría): doce años de intensa actividad política, tanto a nivel nacional como municipal (de hecho formó parte del Consejo Municipal de la Ciudad de Luxemburgo de 1920 a 1928). Doce años en los que, única mujer en el Parlamento, aborda con determinación cuestiones relativas a la condición social y económica de las mujeres, en ocasiones siendo burlada por los hombres: célebre el fondo publicado el 26 de febrero de 1929 en la portada del diario luxemburgués Freie Presse, donde Die Dame (La Dama, es decir Marguerite Thomas-Clement) recibe el epíteto despectivo francés culot, descarada. Una breve panorámica de sus discursos (en francés) en el Parlamento esclarece y testimonia su coraje y previsión al abordar cuestiones que la sociedad luxemburguesa de su tiempo ignoró deliberadamente: en 1919 el amplio sector del empleo público se abría al empleo femenino (hasta entonces limitado a la docencia), pero con una distinción: cuando la mujer se casaba, automáticamente era despedida, ya que se consideraba inmoral la llamada “doble ganancia”. En vano, el 13 de noviembre, Thomas-Clement objetó que «la gran duquesa Charlotte acaba de casarse el 6 de noviembre, y a nadie se le se le ha ocurrido pedirle que abdicara» y que, aunque la mujer trabajara para acomodar su situación familiar y garantizar una mejor educación a los hijos, no había nada a criticar, pues «le mariage n’est pas un but pour la femme», el matrimonio no es el objetivo de una mujer. El hecho su moción fue rechazada. El mismo 13 de noviembre de 1919 se quejó de las pésimas condiciones en las que se veían obligadas a prestar su trabajo las trabajadoras de las industrias mineras y siderúrgicas Gelsenkirchener Bergwerks-AG; el 18 de diciembre, respecto a las trabajadoras auxiliares empleadas en el estado, señaló que el modesto salario que recibían, si estaban solas, «solo les permite pagar el alquiler del ático en el que viven y alimentarse de pan seco y patatas». El 6 de julio de 1920, haciéndose «interprète des femmes», presentó una moción para limitar el consumo de alcohol, que el Parlamento aprobó; el 20 de julio denunció las malas condiciones higiénico-sanitarias de la maternidad ubicada en el distrito de Pfaffenthal, un lugar de dolor físico y moral, en definitiva «une étable», un establo, donde las mujeres embarazadas se hallaban en ambientes miserables; el 23 de julio se pronunció a favor de las prostitutas encerradas en la prisión de mujeres de Stadtgrund solo por haber contraído enfermedades venéreas: «Tengan el valor de decirlo, señores, la sociedad a la que apoyan y defienden ha utilizado a estas pobres desgraciadas para proteger a las mujeres de la alta sociedad, las mujeres ricas», y obteniendo la fundación de una clínica especializada para el tratamiento de estas enfermedades.

El 15 de marzo de 1921, tras la detención de varias mujeres que se habían manifestado para exigir mejores condiciones laborales, respondió a un diputado conservador que sostenía que «les femmes» debían quedarse en casa, replicando que las mujeres se veían obligadas por la sociedad capitalista a abandonar sus hogares y entrar en el mundo laboral, porque los hombres no ganaban lo suficiente para mantener a sus familias: «Ahora las mujeres trabajan y apoyan la lucha del proletariado, y si les dices que se vayan a casa, pues no lo harán» (exclamaciones de aprobación de la izquierda), y nuevamente: «El día que las mujeres estén en el gobierno, las cosas serán diferentes» (risas de la derecha). Cuando, tras dejar el Partido Socialista por el Radical Socialista, Marguerite volvió al Parlamento, y sobre todo cuando su formación se convirtió en mayoritaria, sus intervenciones se redujeron: Renée Wagener explica su menor activismo con el compromiso paralelo en el municipio, o, quizás, con una posición más subordinada en el nuevo grupo político que el anterior. Cierto es que a partir de 1931, cuando no fue reelegida, no se sabe nada más de ella. Tenía cuarenta y cinco años, vivió otros cuarenta y siete. No se sabe, por tanto, cómo enfrentó la segunda, feroz ocupación de su país por el (Tercer) Reich, durante la Segunda Guerra Mundial; si apoyó la Resistencia de Luxemburgo o participó en ella (en la que se menciona a otra mujer extraordinaria, Lily Unden); cómo vivió la posguerra y sus consecuencias: la fundación de la Unión Europea (1957), la renuncia al trono de la Gran Duquesa Charlotte en favor de su hijo mayor (1964) y, finalmente, la nueva elección de una mujer al Parlamento (1965) después de que ella, muchos años antes, abriera el camino y, después de todo, fuera aceptada precisamente porque su presencia era una excepción: una mujer frente a cuarenta y siete hombres. Marguerite Thomas-Clement murió el 11 de abril de 1979 en Noerdingen, cerca de Beckerich (una ciudad de Luxemburgo en la frontera con Bélgica), olvidada por los mismos partidos en los que militó. Una pequeña calle en el distrito de Belair de la ciudad de Luxemburgo lleva su nombre, así como una en Strassen, en el centro de Luxemburgo, y otra en Roeser, en el sur de Luxemburgo.

Rue Marguerite Thomas-Clement en Roeser, Luxemburgo (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:R%C3%A9iser,_Sch%C3%ABld_Rue_Marguerite-Thomas-Clement.jpg)

Gracias, como siempre, a Cecilia Cametti y Marcello Campiotti de la Biblioteca Municipal Laudense, por haber creado un puente bibliotecario con Luxemburgo.