L’anno “toponomastico” 2012 del Comune di Roma si era chiuso con la significativa intitolazione di un ponte a Settimia Spizzichino, morta nel 2000, una delle ultime testimoni degli orrori nazisti e una delle poche superstiti della retata del 16 ottobre 1943 nel Ghetto. Il nuovo nome al ponte, un’opera moderna nel quartiere Ostiense, rilanciava la memoria femminile e insieme la memoria di ciò che è stato e mai più dovrà tornare; la costruzione sembrava potesse quasi assumere forti valori simbolici, forma concreta proiettata al di là, verso nuove proposte e buone pratiche, un auspicio per il futuro.
Non è stato così. Riassumo a tutte e a tutti le decisioni prese dalla Giunta Capitolina in materia di toponomastica cittadina nei primi mesi del 2013. Sono 21 le nuove intitolazioni deliberate dal Comune, di queste 17 sono strade e le altre 4 riguardano parchi e giardini. Ai nomi maschili sono state riservate 13 intitolazioni, alle donne sono state assegnate 4 nuove aree di circolazione, lo stesso numero dei toponimi cosiddetti neutri. Anche su questo punto bisogna fare qualche precisazione. Le prime due figure femminili, ricordate da queste recenti deliberazioni comunali, sono protagoniste del modo epico.