Maria Montessori
Graziella Priulla
Daniela Godel
Medica, femminista, riformatrice sociale, pedagogista, educatrice: una delle donne più ammirate, influenti e controverse fra XIX e XX secolo. Maria Montessori nasce a Chiaravalle nel 1870 in una famiglia borghese: il padre è conservatore, la madre progressista. È nipote dell’abate Antonio Stoppani, geologo e naturalista, l’autore di Il bel Paese: un uomo che avrà molta influenza sulla sua formazione e sulla sua passione per le scienze biologiche. Quando si trasferiscono a Roma Maria sceglie – contro il parere del padre che la vuole insegnante – una scuola tecnica. Nell’iscriversi agli studi universitari di medicina combatte gli ostacoli posti dalla burocrazia e dai compagni di studio, in una comunità composta esclusivamente da uomini. In un’intervista dichiara di aver dovuto chiedere l’aiuto a papa Leone XIII per il suo ingresso alla facoltà in quanto ostacolata dal ministro Baccelli. Il 1896 è l’anno della laurea, con una tesi in psichiatria: è la terza donna italiana che diventa medica. In quell’anno partecipa in veste di rappresentante dell’Italia al Congresso internazionale delle donne a Berlino, dal quale lancia un appello appassionato contro la disparità dei salari in fabbrica tra uomini e donne. Nel 1899 (lo stesso anno in cui entra nel comitato direttivo della Lega per i diritti delle donne) fonda e dirige la Scuola magistrale ortofrenica per educatori ed educatrici di bambine/i disabili (quelli definiti ‘anormali’), sviluppando una didattica basata su metodi, osservazioni e materiali degli studiosi Itard, Seguin, Pestalozzi e Froebel.
Inizia un lavoro di ricerca presso il manicomio romano di S. Maria della Pietà dove tra i malati di mente si trovavano bambine e bambini con difficoltà o con turbe del comportamento, rinchiusi e trattati alla pari delle persone adulte e in stato di grave abbandono affettivo. Il risultato di questo sforzo conoscitivo la porta ad elaborare un metodo di insegnamento del tutto differente da qualsiasi altro in uso all’epoca. Della scuola tradizionale Maria Montessori critica il fatto che in essa tutto sia pensato a misura di adulto. Allieve e allievi sono costretti in luoghi chiusi, in banchi dai quali non possono muoversi; devono usare materiali inadatti al loro livello di sviluppo; l’insegnamento è impartito in modo nozionistico, il controllo è serrato. In un ambiente così concepito il/la bambino/a non si trova a suo agio e non è nella condizione di poter agire spontaneamente. Il suo pensiero identifica la/lo studente «come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali» che l’adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive. Il principio fondamentale deve essere la libertà, la sola che può favorire la creatività già presente nella natura infantile. Dalla libertà e dalla fiducia, che favoriscono l’autocorrezione dell’errore, deve emergere una disciplina che non può essere coercizione. L’apprendimento avviene senza fatica se si mette il/la discente nelle condizioni adatte a poter conoscere: il compito della persona adulta è quello di aiutare il naturale e completo sviluppo individuale di ciascuna mente infantile.
«Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo».
Nel 1904 consegue la libera docenza in antropologia e ha l’opportunità di occuparsi dell’organizzazione degli asili infantili. All’interno del riassetto urbanistico e della riqualificazione architettonica, igienica e sociale del popolare quartiere romano di San Lorenzo le viene affidata infatti la direzione del primo asilo di caseggiato, dove accogliere le/i piccole/i mentre i genitori e fratelli e sorelle maggiori sono fuori al lavoro e a scuola. Apre così, nel 1907 (all'epoca del sindaco Ernesto Nathan), la prima Casa dei Bambini, un ambiente in cui applica una nuova concezione di scuola d'infanzia secondo Il metodo della pedagogia scientifica. La Casa di San Lorenzo, pensata e realizzata a misura di bambino/a, diviene per lei l’ideale laboratorio didattico, il banco di prova delle sue intuizioni e la fonte sperimentale della sua teoria educativa. Il suo primo viaggio negli Stati Uniti, che risale al 1913, inaugura la dimensione internazionale di Montessori, che arriva ad essere conosciuta e stimata in molti Paesi del mondo e che vive per lunghi periodi lontana dall’Italia. Negli anni 1949, '50 e '51 viene candidata ripetutamente al premio Nobel per la Pace. A lei vengono dedicati francobolli in molti Paesi; la sua immagine negli anni Novanta era raffigurata nella banconota italiana da 1000 lire.
Trasferitasi nei Paesi Bassi, muore a Noordwijk nel 1952. Il piccolo volume Formazione dell’uomo (1949) e i tre saggi contenuti in Educazione e pace (1949), rappresentano, per così dire, il suo testamento spirituale: investire sull'infanzia significa salvare l’umanità. In tutto il mondo esistono nidi, scuole infantili, primarie, superiori e college ispirati al pensiero di Maria Montessori. Se ne stimano ad oggi molte decine di migliaia, diffusi in più di 100 Paesi. 137 sono in Italia, soprattutto in Umbria e nelle Marche. L’eredità del suo pensiero è stata resa possibile anche grazie ad alcune organizzazioni da lei stessa create, che hanno l’intento di diffondere il metodo e formare gli/le insegnanti che intendono avvicinarsi ad esso.
Traduzione francese
Valentina Simi
Médecin, féministe, réformatrice sociale, pédagogue, éducatrice : l'une des femmes les plus admirées, influentes et controversées entre XIXe et XXe siècle. Maria Montessori est née à Chiaravalle en 1870 dans une famille bourgeoise : le père est conservateur, la mère progressiste. Elle est la nièce de l'abbé Antonio Stoppani, géologue et naturaliste, auteur de Il bel Paese : un homme qui aura beaucoup d'influence sur son éducation et sa passion pour les sciences biologiques. Lorsqu'ils s'installent à Rome, Maria choisit - contre l'avis de son père qui veut qu'elle soit institutrice - une école technique. En s'inscrivant à des études universitaires de médecine, elle combat les obstacles posés par la bureaucratie et les condisciples, dans une communauté composée exclusivement d'hommes. Dans une interview, elle déclare qu'elle a dû demander de l'aide au pape Léon XIII pour entrer à la faculté, car le ministre Baccelli essayait d’empêcher son entrée à l’université. 1896 est l'année de son diplôme, avec une thèse en psychiatrie : elle est la troisième femme italienne à devenir médecin. Cette année-là, elle participe en tant que représentante de l'Italie au Congrès international des femmes à Berlin, d'où elle lance un appel passionné contre l'inégalité des salaires dans les usines entre les hommes et les femmes. En 1899 (la même année où elle rejoint le comité directeur de la Ligue pour les droits des femmes), elle fonde et dirige l'École normale orthophrénique pour les éducatrices des enfants handicapé.e.s (ceux et celles défini.e.s comme "anormal.e.s"), développant un enseignement basé sur des méthodes, observations et matériaux des savants Itard, Seguin, Pestalozzi et Froebel.
Elle commence un travail de recherche à l'asile romain de S. Maria della Pietà où, parmi les malades mentaux, il y avait des filles et des garçons avec des difficultés ou des troubles du comportement, enfermés et traités comme des adultes et dans un état de grave abandon affectif. Le résultat de cet effort cognitif l'a amenée à développer une méthode d'enseignement complètement différente de toutes les autres en usage à l'époque. De l'école traditionnelle, Maria Montessori critique le fait que tout y est conçu pour les adultes. Les élèves sont contraint.e.s dans des lieux fermés, dans des pupitres d'où ils ne peuvent pas bouger ; ils doivent utiliser des matériaux inadaptés à leur niveau de développement ; l'enseignement est basé sur des connaissances fondées sur des notions. Le contrôle est serré. Dans un environnement ainsi conçu, l'enfant n'est pas à l'aise et n'est pas en mesure de pouvoir agir spontanément. Sa pensée identifie l'élève «comme un être complet, capable de développer des énergies créatrices et possédant des dispositions morales» que l'adulte a désormais comprimées en lui-même en les rendant inactives. Le principe fondamental doit être la liberté, la seule qui puisse favoriser la créativité déjà présente dans la nature infantile. De la liberté et de la confiance, qui favorisent l'autocorrection de l'erreur, doit émerger une discipline qui ne peut pas être coercitive. L'apprentissage se fait sans effort si l'apprenant est mis dans les bonnes conditions pour pouvoir apprendre : la tâche de l'adulte est d'aider au développement individuel naturel et complet de l'esprit de chaque enfant.
«N'aidez jamais un enfant pendant qu'il accomplit une tâche dans laquelle il pense pouvoir réussir».
En 1904, elle devient titulaire d’une chaire d’anthropologie et a l'occasion de s'occuper de l'organisation des jardins d'enfants. Dans le cadre de la réorganisation urbaine et du réaménagement architectural, hygiénique et social du quartier romain populaire de San Lorenzo, elle se voit, en effet, confier la direction du premier jardin d’enfants de l’immeuble, où elle peut accueillir les plus petit.e.s tandis que les parents et les plus grands frères et sœurs sont au travail et à l'école. Ainsi s'ouvre, en 1907 (à l'époque du maire Ernesto Nathan), la première Maison des Enfants, un milieu dans lequel elle applique un nouveau concept de jardin d'enfants selon la méthode de la pédagogie scientifique. La Casa di San Lorenzo, conçue et construite pour les enfants, devient pour elle le laboratoire didactique idéal, le terrain d'expérimentation de ses intuitions et la source expérimentale de sa pédagogie. Son premier voyage aux États-Unis, qui remonte à 1913, inaugure la dimension internationale de Maria Montessori, qui se fait connaître et estimer dans de nombreux pays du monde et qui vit de longues périodes loin de l'Italie. Dans les années 1949, 1950 et 1951, elle a été nominée à plusieurs reprises pour le prix Nobel de la paix. Des timbres-poste lui sont dédiés dans de divers pays ; son image dans les années 1990 était représentée sur le billet italien de 1000 lires.
Après avoir déménagé aux Pays-Bas, elle est morte à Noordwijk en 1952. Le petit volume Formation de l'homme (1949) et les trois essais contenus dans Éducation et paix (1949) représentent, pour ainsi dire, son testament spirituel : investir dans l'enfance signifie sauver l’humanité. Partout dans le monde, il existe des crèches, des écoles maternelles, des écoles primaires, des collèges et des lycées inspirés par la pensée de Maria Montessori. Aujourd'hui, plusieurs dizaines de milliers d'entre eux sont répartis dans plus de 100 pays. 137 se trouvent en Italie, notamment en Ombrie et dans les Marches. L'héritage de sa pensée a également été rendu possible grâce à certaines organisations qu'elle a créées, qui ont le but de diffuser sa méthode et de former les enseignant.e.s qui veulent s'en approcher.
Traduzione inglese
Cettina Callea
Doctor, feminist, social reformer, pedagogue, educator: one of the most admired, influential and controversial women of the 19th and 20th centuries. Maria Montessori was born in Chiaravalle in 1870 in a bourgeois family: her father is conservative, while her mother is radical. She is the nephew of Abbot Antonio Stoppani, geologist and naturalist, the author of Il bel Paese: a man who will have a great influence on his education and his passion for biological sciences. When they moved to Rome, Maria stood against the will of her father who wanted her to be a teacher in a technical school; in enrolling in university and medical studies. she fights the obstacles posed by bureaucracy and fellow students in a community composed exclusively of men. In an interview she stated that she had to ask Pope Leo XIII for help with her admission to the faculty because she was hindered by Minister Baccelli. 1896 was the year of her graduation, with a thesis in psychiatry: she is the third Italian woman to have become a doctor. In that year, she took part as a representative of Italy in the International Congress of Women in Berlin, from which she launched a passionate appeal against the inequality of wages in the factory between men and women. In 1899 (the same year she joined the steering committee of the League for Women’s Rights) she founded and directed the Orthophrenic Magistral School for educators and educators of girls/disabled people (those defined as abnormal'), developing a method-based teaching, observations and materials by Itard, Seguin, Pestalozzi and Froebel.
She began research work at the Roman asylum of S. Maria della Pietà where among the mentally ill there were girls and boys with difficulties or disorder of behavior; locked up and treated as adults and in a state of serious emotional abandonment. The result of this cognitive effort led her to develop a teaching method completely different from any other in use at the time. In the traditional school, Maria Montessori criticizes the fact that everything in it is designed for adults. Students are forced into closed places, in benches from which they cannot move; they must use materials unsuitable for their level of development; teaching is taught in a notional way, control is tight. In such an environment the child is not comfortable and is not in a position to act spontaneously. Her thought identifies the student «as a complete being, capable of developing creative energies and possessor of moral dispositions» that the adult has now compressed into himself, making them inactive. The fundamental principle must be freedom, the only one that can foster the creativity already present in the child’s nature. From freedom and trust, which favour the self-correction of error, a discipline must emerge that cannot be coercion. Learning occurs without fatigue if you put the learner in the right conditions to be able to know: the task of the adult person is to help the natural and complete individual development of each child's mind.
«Never help a child while he is performing a task in which he feels he can succeed».
In 1904 she obtained a free teaching position in anthropology and had the opportunity to take care of the organization of kindergartens; Within the urban redevelopment and the architectural hygienic and social redevelopment of the popular Roman district of San Lorenzo. it's in fact entrusted with the direction of the first kindergarten building, where they welcome the little while the parents and older brothers and sisters are away at work and school. Thus, in 1907 (at the time of the mayor Ernesto Nathan), she opened the first Children’s House, an environment in which she applied a new conception of kindergarten according to the method of scientific pedagogy. The House of San Lorenzo, designed and made to measure for children, became for her the ideal teaching laboratory, the test of her intuitions and the experimental source of her educational theory. Her first trip to the United States, which dates back to 1913, inaugurates the international dimension of Montessori, who comes to be known and esteemed in many countries of the world and who lives for long periods far from Italy. In 1949, '50 and '51; she was repeatedly nominated for the Nobel Peace Prize. Stamps are dedicated to her in many countries; her image in the 90's was depicted in the Italian banknote 1000 lire.
She moved to the Netherlands and died in Noordwijk in 1952. The small volume Formation of Man (1949) and the three essays contained in Education and Peace (1949) represent, so to speak, her spiritual testament: investing in childhood means saving humanity. All over the world there are nurseries, kindergartens, primary schools, high schools and colleges inspired by the thought of Maria Montessori. Many tens of thousands are estimated today, spread in more than 100 countries. 137 are in Italy, especially in Umbria and the Marche. The legacy of her thought has been made possible also thanks to some organizations created by herself, which have the intent to spread the method and train the teachers who intend to approach it.
Traduzione spagnola
Alessandra Frigenti
Médica, feminista, reformadora social, pedagoga, educadora: una de las mujeres más admiradas, influyentes y controvertida entre los siglos XIX y XX. Maria Montessori nació en Chiaravalle en 1870 en una familia burguesa: su padre era conservador, su madre progresista. Sobrina del abad Antonio Stoppani, geólogo y naturalista, autor de Il bel Paese: un hombre que influiría mucho en su formación y en su pasión para las ciencias biológicas. Cuando se mudaron a Roma, Maria eligió una escuela técnica contra la voluntad de su padre que quería que se dedicara a la enseñanza. Al empezar los estudios universitarios de medicina, combatió los obstáculos de la burocracia y de sus compañeros de estudio en una comunidad formada exclusivamente por hombres. En una entrevista declaró haber tenido que pedir ayuda al papa León XIII para matricularse en la facultad porque el ministro Baccelli la obstaculizaba. Terminó sus estudios en 1896 con una Tesis en psiquiatría: se trata de la tercera mujer italiana que logró ser médica. Aquel mismo año participó al Congreso internacional de las mujeres en Berlín como representante de Italia haciendo un llamamiento contra la brecha salarial entre hombres y mujeres en las fábricas. En 1899 (el mismo año en que entró a formar parte del comité directivo de la Liga para los derechos de las mujeres) fundó y dirigió la Escuela Magistral Ortofrenética para educadores y educadoras de niños y niñas minusválidos (los llamados “anormales”), desarrollando una didáctica basada en métodos, observaciones y materiales de los estudiosos Itard, Seguin, Pestalozzi y Froebel.
Empezó unos estudios en el manicomio romano de S. María de la Piedad donde entre los enfermos mentales se encontraban niñas y niños con dificultades o con trastornos del comportamiento, encerrados y tratados como personas adultas y en estado de grave abandono afectivo. El resultado de su afán cognoscitivo la llevó a elaborar un método de enseñanza totalmente diferente de cualquier otro en uso en su época. Maria Montessori criticaba de la escuela tradicional el hecho de que todo en ella estaba pensado a la medida de los adultos. Alumnos y alumnas estaban obligados a permanecer en lugares cerrados, en pupitres de los que no podían moverse; tenían que utilizar materiales inadecuados para su nivel de desarrollo; la enseñanza se impartía de manera memorística, el control era estricto. En un contexto así concebido, los niños y las niñas no se sentían a gusto y no estaban en condiciones de poder actuar espontáneamente. Su pensamiento identifica al/ a la estudiante como «un ser completo, capaz de desarrollar energías creativas y de poseer disposiciones morales» que el adulto ya ha comprimido dentro de sí mismo dejándolas inactivas. El principio fundamental tenía que ser la libertad, la única que podía fomentar la creatividad ya existente en la naturaleza infantil. Desde la libertad y la confianza, que fomentaban la autocorrección de los errores, tenía que surgir una disciplina que no podía ser coacción. Se aprendía sin fatiga y los/as discípulos/as se hallaban en las condiciones adecuadas para poder conocer: la tarea de la persona adulta era la de fomentar el natural y completo desarrollo individual de cada mente infantil.
«Nunca ayudes a un niño mientras está realizando una tarea en la que siente que puede tener éxito».
En 1904 obtuvo la libre licencia en antropología y tuvo la oportunidad de ocuparse de la organización de las guarderías infantiles. Durante la reorganización urbanística y la recalificación arquitectónica, higiénica y social del barrio romano popular de San Lorenzo la destinaron a la dirección de la primera guardería donde se acogían a los niños y niñas mientras sus padres trabajaban y sus hermanos y hermanas mayores estaban en la escuela. Así abrió la primera Casa de los Niños en 1907 (cuando era alcalde Ernesto Nathan) en la que aplicó una nueva concepción de la guardería según el método de la pedagogía científica. La Casa de San Lorenzo, pensada y realizada a la medida de los niños, se convirtió para ella en el laboratorio didáctico ideal, el banco de pruebas de sus intuiciones y la fuente experimental de su teoría educativa. Su primer viaje a los Estados Unidos, que se remonta al año 1913, inauguró la dimensión internacional de Montessori que llegó a ser conocida y estimada en muchos países del mundo y que vivió durante largos períodos lejos de Italia. En los años 1949, 1950 y 1951 fue repeditamente candidata al Premio Nobel de la Paz. A ella se le dedicaron sellos en muchos países; su imagen en los años noventa estaba representada en el billete italiano de 1000 liras.
Después de mudarse a los Países Bajos murió en Noordwijk en 1952. Su pequeño volumen Formación del hombre (1949) y los tres ensayos contenidos en Educación y paz (1949) representan, como quien dice, su testamento espiritual: invertir en la infancia significa salvar a la humanidad.