Anita Augspurg
Antonella Gargano



Katarzyna Oliwia

 

Anita (1857 – 1943) nasce a Verden an der Allercome in Bassa Sassonia il 22 settembre 1857, in una Germania la cui legislazione relegava le donne in una posizione subordinata e dipendente rispetto agli uomini e l'uso della forza fisica e della violenza domestica contro le mogli era legale. La casa della famiglia Augspurg attualmente ospita la canonica di una comunità protestante e la piazza davanti alla chiesa è denominata Anita Augspurg Platz.

Verden, Anita Augspurg Platz

Anita, ultima arrivata a distanza di tempo dopo quattro figli in una famiglia benestante dell’alta borghesia intellettuale, padre avvocato presso la corte suprema e notaio della città e madre discendente da una famiglia di medici, cresce in un ambiente che le consente di sviluppare fiducia in sé stessa e spirito indipendente. Il rapporto privilegiato col padre la introduce al mondo della giurisprudenza e ad una filosofia liberale. La madre dedita alle cosiddette “occupazioni femminili” costituisce per Anita il modello di donna da non imitare. Possiamo ipotizzare un rapporto alquanto conflittuale tra la madre e questa figlia che la rifiuta come modello e per la quale creare disordine, rompere le convenzioni e farsi notare saranno le priorità per sovvertire l’ordine sociale costituito. A sedici anni, al termine della scuola femminile, negata la possibilità di proseguire gli studi, inizia a lavorare nello studio legale del padre dove le è permesso di svolgere solo compiti subalterni. Viene poi il tempo dell’addestramento alla vita futura di donna borghese, in età da marito le viene dunque imposta la formazione al lavoro domestico per diventare una perfetta moglie e madre. Lavoro domestico che, a suo dire, piaga l’anima, umilia l’intelligenza e fa disseccare il talento. Il posto delle donne è rappresentato da tre “K”: Kinder, Küche, Kirche – bambini, cucina, chiesa – oltre che dal diritto del marito onnipotente. Questo periodo buio fa crescere in Anita il desiderio di una esistenza che non contempli il matrimonio. Dovrà attendere la maggiore età per liberarsi dei lacciuoli familiari e sociali. Nel 1878 partecipa e supera a Berlino un corso di studi per insegnante di ginnastica, unica formazione socialmente accettata per le ragazze borghesi anche se le insegnanti, secondo una legge del 1879, sposandosi perdono il posto. Progetta poi di diventare un’attrice professionista e prende lezioni di recitazione che, se pur tollerata come svago, è considerata immorale come lavoro. L’esperienza teatrale comunque le tornerà utile quando deciderà di passare alla scena politica. A ventinove anni, grazie a una eredità, si trasferisce a Monaco di Baviera dove apre l’atelier di fotografia “Elvira” che diviene presto un centro culturale molto frequentato e le darà successo finanziario e fama.

 

Anita Augspurg nella sua casa di Monaco in Königstraße (1899)

 

L’indipendenza finanziaria sosterrà l’indipendenza intellettuale. Conduce una vita fuori dalle convenzioni: fuma, ha i capelli corti, indossa pantaloni, usa la bicicletta, cavalca come un uomo invece di cavalcare la sella di lato, istituisce circoli di sole donne, tiene veementi discorsi femministi. Il suo femminismo ha radici profonde nella identificazione con la figura paterna che rappresenta il successo economico e politico in una Germania che separa nettamente la sfera produttiva maschile dalla sfera domestica femminile, l’attività sociale delle donne più evolute è limitata all’assistenza alle persone bisognose ma Anita vuole rendere accessibili al genere femminile tutte quelle attività riservate agli uomini. Con lo studio fotografico avrà l’occasione di rappresentare le donne fuori dal contesto domestico, inserite nel mondo del potere. Dal 1881 a Berlino si lavora al nuovo Codice Civile e l’obiettivo delle femministe radicali di cui Anita è parte integrante è la sua totale riscrittura per quanto riguarda la condizione delle donne. Anita critica a gran voce la legge sul matrimonio che prevedeva di privare le donne del diritto di proprietà oltre che di non avere alcuna autorità sull’educazione della prole, stigmatizza il matrimonio come forma legale di prostituzione. Entra in contatto con il movimento femminista per il quale nel 1889 scrive l' articolo La fotografia come professione per le donne con l’obiettivo finale di aprire a tutte le professioni. Nel 1891 diventa membro del consiglio della Reform Women’s Association e lotta per l’apertura delle università alle donne, “concessa” nel 1895 anche se potranno assistere alle lezioni solo come ascoltatrici e col permesso dei professori.

 

Anita Augspurg e le sue associate femministe "Verein für Frauenstimmrecht": Anita Augspurg, Marie Stritt , Lily von Gizycki , Minna Cauer e l'amica Sophia Goudstikker , fotografate all'Elvira Studio, Monaco di Baviera nel 1896 

 

Si iscrive all'Università di Zurigo e sarà la prima tedesca a conseguire la laurea in Legge nel 1897 pur non potendo esercitare la professione di avvocata, non ancora aperta alle donne. i trasferisce quindi a Berlino, centro del potere politico, e nel 1895 esce il primo numero della rivista Die Frauenbewegung alla quale collabora col supplemento Legislazione e affari parlamentari che analizza l’influenza che i dibattiti parlamentari, le leggi e le sentenze hanno sui diritti delle donne. in particolare sul diritto penale sessuale e sul diritto matrimoniale, denunciando la discriminazione di genere. Nel 1896 partecipa alla Conferenza internazionale delle donne a Berlino dove incontra la femminista radicale Lida Gustava Heymann con la quale condividerà quaranta anni di vita affettiva e lotte politiche. Nel 1898 è cofondatrice della sezione tedesca della Federazione internazionale abolizionista (Iaf) per rimuovere la regolamentazione statale della prostituzione. Il Codice Penale prevede infatti che le donne che si trovino da sole in luoghi pubblici possano essere arrestate dalla buoncostume, una donna sola è potenzialmente una prostituta. Per questo nel novembre 1902 alla stazione di Weimar Anita, fermata da un poliziotto, inscena un suo arresto come prostituta che avrà grande risonanza sociale. Tutte le lotte portate avanti fino a questo momento mettono in evidenza il lato giuridico delle discriminazioni. Libertà e uguaglianza devono essere garantite dalla legge, le donne devono essere in pieno possesso degli stessi diritti degli uomini con o senza matrimonio. Il Codice Civile del 18 agosto 1896 sancisce: «All’uomo spetta la decisione in tutti gli ambiti coniugali…». La donna per legge è sotto totale tutela, è l’uomo che decide come usare i soldi della donna. In una annotazione Augspurg scrive che il diritto riconosce all’uomo la possibilità di «sfruttare la persona, la forza lavorativa e il patrimonio della moglie fino al limite della schiavitù». In una lettera aperta nel settimanale Europa a marzo 1905 propone un boicottaggio matrimoniale: per rispetto di sé stessa, per non rinunciare alla propria esistenza giuridica, considerate le conseguenze legali del matrimonio, una donna può scegliere solo una libera convivenza.

 

Congresso dell'Alleanza del suffragio, 1909
Riga in alto da sinistra: Thora Dangaard (Danimarca), Louise Qvam (Norvegia), Aletta Jacobs (Paesi Bassi), Annie Furuhjelm (Finlandia), Madame Mirowitch (Russia), Käthe Schirmacher (Germania ) ), Madame Honneger, non identificata. In basso a sinistra: Unidentified, Anna Bugge (Svezia), Anna Howard Shaw (USA), Millicent Fawcett (Presidente, Inghilterra), Carrie Chapman Catt (USA), FM Qvam (Norvegia), Anita Augspurg (Germania). 

 

Dal 1911, dopo aver abbandonato le associazioni femministe che considera ormai obsolete, Anita si dedica con passione alla sua azienda agricola mentre guarda con interesse e si avvicina al movimento femminista inglese e come loro cerca il contatto diretto con l’opinione pubblica attraverso manifestazioni spettacolari, irruzioni in Parlamento, rifiuto di pagare le tasse, sciopero della fame seguendo il modello delle suffragette. Quello stesso anno pubblica il saggio Reformgedanken zur sexuellen Moral che segna il passaggio concettuale da un femminismo egualitario basato sull’universalismo dei diritti alla netta separazione dei sessi, opponendo al principio maschile della violenza e della sopraffazione, il principio femminile dell’amore e della salvaguardia della vita. Da qualsiasi punto di vista parta, legale o biologico, associazionista o di lotta sociale Anita si batterà sempre per il conseguimento del diritto di voto per le donne, il diritto al voto è imprescindibile e arriverà nel 1919.

 

Congresso Internazionale delle Donne, 1915 
Da sinistra a destra:1. Lucy Thoumaian - Armenia, 2. Leopoldine Kulka , 3. Laura Hughes - Canada, 4. Rosika Schwimmer - Ungheria, 5. Anita Augspurg - Germania, 6. Jane Addams - USA, 7. Eugenie Hanner , 8. Aletta Jacobs - Paesi Bassi, 9. Chrystal Macmillan - Regno Unito, 10. Rosa Genoni - Italia, 11. Anna Kleman - Svezia, 12. Thora Daugaard - Danimarca, 13. Louise Keilhau – Norvegia 

 

Pacifista ad oltranza lotterà contro la guerra, contro ogni forma di discriminazione, contro il colonialismo, contro l’antisemitismo e il nazismo, per la fine del capitalismo, per l’organizzazione matriarcale della società, per il disarmo generale. Augspurg e Heymann chiederanno l’espulsione di Hitler dalla Germania che costerà loro l’esproprio di tutti i beni e l’esilio a Zurigo, dove moriranno entrambe nel 1943 in condizioni di povertà.

 

 

Traduzione francese
Joelle Rampacci

Anita (1857 - 1943) naît à Verden an der Allercome, en Basse-Saxe, le 22 septembre 1857, dans une Allemagne dont la législation reléguait les femmes à une position subordonnée et dépendante par rapport aux hommes et où l'usage de la force physique et de la violence domestique à l'encontre des épouses était légal. La maison de la famille Augspurg abrite actuellement le presbytère d'une communauté protestante et la place devant l'église s'appelle Anita Augspurg Plaz.

 

Verden, Anita Augspurg Platz

 

Anita, dernière arrivée après quatre enfants plus âgés d'une famille aisée de la haute bourgeoisie intellectuelle, son père avocat à la cour suprême et notaire de la ville et sa mère descendante d'une famille de médecins, grandit dans un environnement qui lui permet de développer la confiance en soi et un esprit indépendant. La relation privilégiée avec son père l'initie au monde du droit et à une philosophie libérale. Pour Anita, sa mère, qui se consacrait aux occupations dites "féminines", était le modèle de la femme à ne pas imiter. On peut faire l'hypothèse d'une relation plutôt conflictuelle entre la mère et cette fille qui la rejette comme modèle et pour qui créer du désordre, briser les conventions et se faire connaître seront des priorités afin de subvertir l'ordre social établi. À l'âge de seize ans, alors qu’elle termine l'école pour filles et qu'on lui refusait la possibilité de poursuivre ses études, elle commence à travailler dans le cabinet d'avocats de son père, où elle n'est autorisée qu'à effectuer des tâches subalternes. Puis vient le temps de l’apprentissage pour sa future vie de femme de la bourgeoisie, en âge de se marier, elle est obligée de se former aux travaux domestiques afin de devenir une épouse et une mère parfaite. Un travail domestique qui, selon elle, plombe l'âme, humilie l'intelligence et tarit le talent. La place des femmes est représentée par trois K : Kinder, Küche, Kirche - enfants, cuisine, église - ainsi que par le droit du mari tout-puissant. Cette période sombre fait grandir chez Anita le désir d'une vie sans mariage. Elle a dû attendre sa majorité pour se libérer des liens familiaux et sociaux. En 1878, elle suit et réussit un cours à Berlin pour devenir professeur de gymnastique, la seule formation socialement acceptée pour les filles de la classe moyenne, même si les professeurs, selon une loi de 1879, perdent leur emploi lorsqu'ils se marient. Elle envisage alors de devenir une actrice professionnelle et prend des cours de théâtre, ce qui, bien que toléré comme loisir, est considéré comme immoral comme travail. Toutefois, son expérience théâtrale lui sera utile lorsqu'elle décidera de se lancer dans l'arène politique. À l'âge de vingt-neuf ans, grâce à un héritage, elle s'installe à Munich où elle ouvre le studio de photographie "Elvira", qui devient rapidement un centre culturel populaire et lui apporte succès financier et notoriété.

 

Anita Augspurg chez elle à Munich dans la Königstraße (1899)

 

L'indépendance financière favorisera l'indépendance intellectuelle. Elle mène une vie en dehors des conventions : elle fume, a les cheveux courts, porte des pantalons, fait du vélo, chevauche comme un homme au lieu de monter sur la selle de travers, crée des clubs réservés aux femmes, tient des discours féministes véhéments. Son féminisme est profondément ancré dans son identification à la figure paternelle qui représente la réussite économique et politique dans une Allemagne qui sépare clairement la sphère productive masculine de la sphère domestique féminine, l'activité sociale des femmes les plus avancées se limite à l'assistance aux nécessiteux, mais Anita veut rendre toutes ces activités réservées aux hommes accessibles au genre féminin. Avec le studio photographique, elle aura l'occasion de représenter des femmes hors du contexte domestique, insérées dans le monde du pouvoir. À partir de 1881, le nouveau code civil est en cours de rédaction à Berlin et l'objectif des féministes radicales, dont Anita fait partie intégrante, est de le réécrire complètement en ce qui concerne le statut des femmes. Anita critique vivement la loi sur le mariage qui prévoit de priver les femmes du droit à la propriété et de l'autorité sur l'éducation de leurs enfants, et stigmatise le mariage comme une forme légale de prostitution. Elle entre en contact avec le mouvement féministe pour lequel elle écrit en 1889 l'article La photographie comme profession pour les femmes dans le but ultime d'ouvrir toutes les professions. En 1891, elle devient membre du conseil d'administration de la Reform Women's Association et se bat pour l'ouverture des universités aux femmes, "accordée" en 1895, même si elles ne peuvent assister aux cours qu'en tant qu'auditrices et avec la permission des professeurs.

 

Anita Augspurg et ses associées féministes "Verein für Frauenstimmrecht": Anita Augspurg, Marie Stritt, Lily von Gizycki, Minna Cauer et son amie Sophia Goudstikker, photographiées à Elvira Studio, Munich en 1896 

 

Elle s'inscrit à l'université de Zurich et est la première Allemande à obtenir un diplôme de droit en 1897, bien qu'elle ne puisse pas pratiquer la profession d’avocat car elle n'est pas encore ouverte aux femmes. Elle s'installe ensuite à Berlin, centre du pouvoir politique, et en 1895 paraît le premier numéro de la revue Die Frauenbewegung ( Le mouvement des femmes), à laquelle elle collabore avec le supplément Législation et affaires parlementaires, qui analyse l'influence que les débats parlementaires, les lois et les jugements ont sur les droits des femmes, en particulier sur le droit pénal sexuel et le droit du mariage, dénonçant la discrimination de genre. En 1896, elle participe à la Conférence internationale des femmes à Berlin, où elle rencontre la féministe radicale Lida Gustava Heymann, avec laquelle elle partagera quarante ans de vie affective et de luttes politiques. En 1898, elle est cofondatrice de la branche allemande de la Fédération internationale abolitionniste (Iaf) pour supprimer la réglementation d’état de la prostitution. Le code pénal stipule que les femmes qui sont seules dans les lieux publics peuvent être arrêtées par la brigade des mœurs, une femme seule étant potentiellement une prostituée. C'est pourquoi, en novembre 1902, Anita, arrêtée par un policier à la gare de Weimar et met en scène sa propre arrestation comme prostituée, ce qui aura une grande résonance sociale. Toutes les luttes menées jusqu'à présent mettent en évidence l'aspect juridique de la discrimination. La liberté et l'égalité doivent être garanties par la loi, les femmes doivent avoir la pleine possession des mêmes droits que les hommes, avec ou sans mariage. Le Code civil du 18 août 1896 stipule : " L'homme a le droit de décider dans toutes les questions matrimoniales... ". La femme est légalement sous protection totale, c'est l'homme qui décide comment utiliser l'argent de la femme. Dans une annotation, Augspurg écrit que la loi autorise l'homme à "exploiter la personne, la force de travail et les biens de sa femme jusqu'à l'esclavage". Dans une lettre ouverte publiée dans l'hebdomadaire Europa en mars 1905, elle propose un boycott du mariage : par respect de soi, pour ne pas renoncer à son existence légale, compte tenu des conséquences juridiques du mariage, une femme ne peut choisir qu'une libre cohabitation.

 

 

A partir de 1911, après avoir abandonné les associations féministes qu'elle considérait comme obsolètes, Anita se consacre avec passion à sa ferme tout en observant avec intérêt et en s'approchant du mouvement féministe anglais qui, comme elle, cherche à entrer en contact direct avec l'opinion publique par des manifestations spectaculaires, des descentes au Parlement, le refus de payer des impôts, des grèves de la faim sur le modèle des suffragettes. La même année, elle publie l'essai Reformgedanken zur sexuellen Moral (Réformes pour une morale sexuelle), qui marque le passage conceptuel d'un féminisme égalitaire fondé sur l'universalisme des droits à une séparation claire des sexes, opposant au principe masculin de la violence et de l'oppression le principe féminin de l'amour et de la protection de la vie. Quelle que soit la manière dont elle envisage la question, légale ou biologique, en tant qu'associationniste ou dans le cadre d'une lutte sociale, Anita se battra toujours pour le droit de vote des femmes, le droit de vote est essentiel et arrivera en 1919.

 

Congrès international des femmes, 1915
De gauche à droite : 1. Lucy Thoumaian - Arménie, 2. Leopoldine Kulka, 3. Laura Hughes - Canada, 4. Rosika Schwimmer - Hongrie, 5. Anita Augspurg - Allemagne, 6. Jane Addams - États-Unis, 7. Eugenie Hanner, 8. Aletta Jacobs - Pays-Bas, 9. Chrystal Macmillan - Royaume-Uni, 10. Rosa Genoni - Italie, 11. Anna Kleman - Suède, 12. Thora Daugaard - Danemark, 13. Louise Keilhau - Norvège 

 

Pacifiste extrême, elle luttera contre la guerre, contre toutes les formes de discrimination, contre le colonialisme, l'antisémitisme et le nazisme, pour la fin du capitalisme, pour l'organisation matriarcale de la société, pour le désarmement général. Augspurg et Heymann demandent l'expulsion d'Hitler d'Allemagne, ce qui leur coûte l'expropriation de tous leurs biens et l'exil à Zurich, où elles meurent toutes les deux en 1943 dans la pauvreté.

 

 

Traduzione inglese
Syd Stapleton

 

Anita Augspurg (1857 - 1943) was born in Verden an der Allercome in Lower Saxony on September 22, 1857, in a Germany whose legislation relegated women to a subordinate and dependent position with respect to men. At that time, the use of physical force and domestic violence against wives was legal. The Augspurg family home currently houses the parsonage of a Protestant community, and the square in front of the church is called Anita Augspurg Plaz.

 

Anita, arrived after four children had already been born to her wealthy, intellectual, upper bourgeois family. Her father was a lawyer at the supreme court and notary of the city, and her mother had descended from a family of doctors. Anita grew up in an environment that allowed her to develop trust in herself and her own independent spirit. Her privileged relationship with her father introduced her to the world of jurisprudence and to a liberal philosophy. Her mother was devoted to the so-called "female occupations" and became for Anita a not-to-be-imitated model of a woman. We can hypothesize a somewhat conflictual relationship between the mother and this daughter, for whom creating disorder, breaking conventions and getting noticed became priorities for subversion of the established social order. At sixteen, at the end of the conventional schooling for girls, denied the possibility of continuing her studies, she began working in her father's law firm. There, she was only allowed to carry out subordinate duties. What followed was a time of training in the future life of a bourgeois woman. At marriageable age she was therefore forced to train in housework to become a perfect wife and mother. Domestic work which, according to her, plagued the soul, humiliated intelligence and dried up talents. The place of women was represented by the three "Ks" - Kinder, Küche, Kirche – (children, kitchen, church) - as well as by the legal privileges of the omnipotent husband. This dark period increased Anita's desire for an existence that did not involve marriage. But it was necessary to reach the age of majority to be free of family and social ties. In 1878 she took part in and completed a course of study for gymnastics teachers in Berlin, at the time the only socially acceptable training for bourgeois girls, even though such teachers, according to a law of 1879, lost their jobs when marrying. She then planned to become a professional actress and took acting lessons. Although they were tolerated as a leisure activity, acting was considered an immoral profession for women. However, the theatrical experience came in handy when she decided to move into the political arena. At the age of twenty-nine, thanks to an inheritance, she moved to Munich and opened the "Elvira" photography studio which soon became a very popular cultural center and gave her financial success and fame.

 

Anita Augspurg at her Munich home on Königstraße (1899)

 

Financial independence provided support for intellectual independence. She led a life out of the ordinary - she smoked, had short hair, wore pants, rode a bicycle, rode like a man instead of riding sidesaddle, set up women's clubs, and gave vehement feminist speeches. Her feminism had deep roots in her identification with the father figure, who represented economic and political success in a Germany that clearly separated the male productive sphere from the female domestic sphere. Social activity by the most advanced women was limited to assisting people in need. But Anita wanted to make all those activities reserved for men accessible to the female gender. With the photographic studio she had an opportunity to show a woman outside the domestic context, inserted in the world of power. In 1881, in Berlin, she began work around the new Civil Code. The goal of the radical feminists, of whom Anita was an integral part, was the total rewriting of this Code regarding the condition of women. Anita strongly criticized the marriage law, which deprived women of the right to own property as well as depriving them of authority over the education of their own children. She denounced marriage as a legal form of prostitution. She continued to be part of the feminist movement, and in 1889 wrote the article Photography as a Profession for Women with the ultimate goal of making all professions accessible to women. In 1891 she became a member of the board of the Reform Women’s Association and fought for the opening of universities to women, "granted" in 1895 - although they could only attend classes as auditors, and even that only with the permission of the professors.

 

Anita Augspurg and her feminist associates "Verein für Frauenstimmrecht": Anita Augspurg, Marie Stritt, Lily von Gizycki, Minna Cauer and her friend Sophia Goudstikker, photographed at Elvira Studio, Munich in 1896  

 

She enrolled in the University of Zurich and became the first German woman to graduate in law in 1897. Despite that, she couldn’t practice law as a profession. It was not yet open to women. She then moved to Berlin, the center of German political power, and in 1895 the first issue of the magazine Die Frauenbewegung (The Women’s Movement) came out. Associated with it was a supplement called Legislation and Parliamentary Affairs, which analyzed the influence that parliamentary debates, laws and sentences had on the rights of women, in particular on sexual criminal law and marriage law, and which denounced gender discrimination. In 1896 she participated in the International Women's Conference in Berlin where she met the radical feminist Lida Gustava Heymann with whom she would share forty years of emotional life and political struggles. In 1898 she was a co-founder of the German section of the International Abolitionist Federation (IAF) to oppose the state regulation of prostitution. The Criminal Code of the time provided that women who are alone in public places could be arrested by a vice squad, holding that a lone woman is potentially a prostitute. For this reason, in November 1902 at the Weimar station, Anita, stopped by a policeman, acted out her arrest as a prostitute, which had a great social impact. All the struggles carried on up to this point highlighted the legal side of discrimination. Freedom and equality must be guaranteed by law, women must be in full possession of the same rights as men with or without marriage. The Civil Code of August 18, 1896 states: "The man is responsible for decision-making in all marital areas..." The woman was under legal guardianship, with the man deciding how to use the woman's money. In an annotation Augspurg wrote that the law allowed the possibility of a man "exploiting the person, the labor power and the wealth of his wife to the limits of slavery". In March 1905, in an open letter printed in the weekly Europa, she proposed a boycott of marriage. Out of self-respect, in order not to give up her legal existence, given the legal consequences of marriage, a woman could only choose a free cohabitation.

 

Suffrage Alliance Congress, 1909
Top row from left: Thora Dangaard (Denmark), Louise Qvam (Norway), Aletta Jacobs (Netherlands), Annie Furuhjelm (Finland), Madame Mirowitch (Russia), Käthe Schirmacher (Germany)), Madame Honneger, unidentified. Bottom left: Unidentified, Anna Bugge (Sweden), Anna Howard Shaw (USA), Millicent Fawcett (President, England), Carrie Chapman Catt (USA), FM Qvam (Norway), < b> Anita Augspurg (Germany). 

 

After 1911, abandoning the feminist associations that she considered obsolete, Anita passionately dedicated herself to her farm. But she also took great interest in the British feminist movement, and like them she supported direct contact with public opinion through spectacular demonstrations, raids in Parliament, refusal to pay taxes, and hunger strikes following the model of the suffragettes. That same year she published an essay Reformgedanken zur sexuellen Moral (Reformation of Sexual Morality) which marked a conceptual transition from an egalitarian feminism based on universal rights to the clear separation of the sexes, opposing, to the male principle of violence and oppression, the female principle of love and the safeguarding of life. From all points of view, legal or biological, reformism or social struggle, Anita always fought for the essential right of women to vote, which was finally won in 1919.

 

International Women's Congress, 1915
Left to right: 1. Lucy Thoumaian - Armenia, 2. Leopoldine Kulka, 3. Laura Hughes - Canada, 4. Rosika Schwimmer - Hungary, 5. Anita Augspurg - Germany, 6. Jane Addams - USA, 7. Eugenie Hanner, 8. Aletta Jacobs - Netherlands, 9. Chrystal Macmillan - UK, 10. Rosa Genoni - Italy, 11. Anna Kleman - Sweden, 12. Thora Daugaard - Denmark, 13. Louise Keilhau - Norway 

 

A pacifist to the core, she also fought against war, against all forms of discrimination, against colonialism, against anti-Semitism and Nazism, for an end to capitalism, for the matriarchal organization of society, and for general disarmament. Later, Augspurg and Heymann demanded the expulsion of Hitler from Germany, which will led to the expropriation of all their assets and their exile in Zurich, where, in 1943, they both died, in poverty.

 

 

Traduzione spagnola
Federica Agosta

 

Anita (1857–1943) nace en Verden an der Allercome en la Baja Sajonia el 22 de septiembre de 1857, en una Alemania cuya legislación relegaba a las mujeres en una posición de subordinación y de dependencia con respecto a los hombres y legalizaba el empleo de la fuerza física y de la violencia doméstica contra las primeras.Actualmente, la casa de la familia Augspurg acoge la parroquial de una comunidad protestante y la plaza ante la iglesia se denomina Anita Augspurg Plaz.

Verden, Anita Augspurg Platz

 

Anita, última de cinco hijos llegada después de algún tiempo en una familia acomodada de la alta burguesía intelectual, de padre abogado en el tribunal supremo y notario de la ciudad y de madre descendiente de una familia de médicos, se cría en un ambiente que le permite desarrollar la confianza en sí misma así como un espíritu independiente. La relación privilegiada con el padre la introduce en el mundo de la jurisprudencia y a una filosofía liberal. La madre, que se dedica a las llamadas “ocupaciones femeninas” constituye para Anita el modelo de mujer que hay que eludir. Se puede suponer una relación bastante conflictual entre la madre, rechazada como modelo, y la hija, hija para la cual crear desorden, romper con las convenciones y llamar la atención constituyen las prioridades de subversión del orden social constituido. A los dieciséis, terminada la escuela femenina y negada la posibilidad de proseguir los estudios, empieza a trabajar en el bufete del padre donde solo se le permite desempeñar funciones subalternas. Posteriormente, llega el momento del adiestramiento a la vida futura de mujer burguesa y, en edad casadera, se le impone la formación en las labores domésticas para llegar a ser una perfecta madre y una esposa. Labores domésticas que, en su opinión, hiere el alma, mortifica el intelecto y debilita el talento. El lugar de las mujeres está representado por tres “K”: Kinder, Küche, Kirche –niños, cocina, iglesia– además de por el derecho del marido todopoderoso. Ese período inquieto hace crecer en Anita el deseo de una existencia que no contemple el matrimonio. Tendrá que esperar la mayoría de edad para deshacerse de los vínculos familiares y sociales. En 1878 asiste a un curso de profesora de gimnasia en Berlín, única formación socialmente aceptada para las mujeres burguesas aunque, según una ley de 1879, pierden su empleo al casarse. Después, proyecta converstirse en una actriz profesional y toma clases de teatro que, aunque tolerada como diversión, era vista como un trabajo inmoral. De todos modos la experiencia teatral le resultará útil durante la transición a la escena política. A los veintinueve, gracias a una herencia, se traslada a Mónaco de Baviera donde abre el atelier de fotografía “Elvira” que temprano se convierte en un centro cultural muy concurrido y que le aportará éxito financierio y fama.

 

Anita Augspurg nella sua casa di Monaco in Königstraße (1899)

 

La independencia financiera sostendrá la independencia intelectual. Lleva una vida libre de convenciones: fuma, lleva el pelo corto, viste pantalones, usa la bicicleta y monta a caballo como un hombre en vez de montar de lado, instituye círculos solo para mujeres y pronuncia vehementes discursos feministas. Su feminismo ahonda sus raíces en la identificación con la figura paterna, que representa el éxito económico y político en una Alemania que separa marcadamente la esfera productiva masculina de la esfera doméstica femenina, y donde la actividad social de las mujeres más independientes se limita a la asistencia de personas necesitadas; sin embargo Anita quiere que todas quellas actividades reservadas a los hombres también sean accesibles para el género femenino. Con el estudio fotográfico tendrá la oportunidad de representar a las mujeres fuera del contexto doméstico, dentro del mundo del poder. En Berlín, desde 1881 se trabaja en el nuevo Código Civil y el objetivo de las feministas radicales, de las cuales Anita es parte integrante, es una reescritura completa respecto a la condición de las mujeres. Anita critica a gran voz la ley sobre el matrimonio, que quería privar a las mujeres del derecho a la propriedad, así como que no tengan ninguna autoridad acerca de la educación de la prole y estigmatiza el matrimonio como forma legal de prostitución. Entra en contacto con el movimiento feminista para el cual en 1889 escribe el artículo La fotografia come professione per le donne con la finalidad de abrir a todas las profesiones. En 1891 es miembra del consejo de la Reform Women’s Association y lucha para la apertura de las universidades para las mujeres, apertura “concedida” en 1895 aunque las mujeres podían asistir a las clases solamente como oyentes y con el permiso de los profesores.

 

Anita Augspurg y sus asociadas feministas "Verein für Frauenstimmrecht": Anita Augspurg, Marie Stritt, Lily von Gizycki, Minna Cauer y su amiga Sophia Goudstikker, fotografiadas en Elvira Studio, Munich en 1896 

 

Se matricula en la Universidad de Zúrich y será la primera alemana en graduarse en Derecho en 1897 aunque no puede ejercer la profesión de abogada, todavía negada a las mujeres. Se traslada a Berlín, centro del poder político, y en 1895 sale el primer número de la revista Die Frauenbewegung con la cual colabora por medio del suplemento Legislación y asuntos parlamentarios que examina la influencia que los debates parlamentarios, las leyes y las sentencias ejercen sobre los derechos de las mujeres, en particular sobre el derecho penal sexual y el derecho matrimonial, denunciando la discriminación de género. En 1896 participa en la Conferencia Internacional de las mujeres en Berlín donde conoce a la feminista radical Lida Gustava Heymann con la cual comparte cuarenta años de vida afectiva y luchas políticas. En 1898 es cofundadora de la sección alemana de la Federación Internacional Abolicionista (IAF) con el fin de remover la reglamentación estatal de la prostitución. En efecto el Código Penal establece la posibilidad de detención, por la patrulla social, de mujeres que se encuentren solas en lugares públicos, pues una mujer sola es potencialmente una prostituta. Por esa razón en noviembre de 1902, en la estación de Weimar, Anita, detenida por un policía, pone en escena su detención como prostituta, lo cual tendrá una gran repercusión social. Todas las luchas llevadas a cabo hasta aquel momento ponen de manifiesto el lado jurídico de las discriminaciones. Libertad e igualdad tienen que ser garantizadas por la ley, las mujeres deben tener la plena posesión de los mismos derechos a la par de los hombres, con o sin matrimonio. El Código Civil del 18 de agosto de 1896 establece: «Al hombre le corresponde la decisión en todos los ámbitos conyugales…». La mujer, por ley, se encuentra bajo tutela, es el hombre el que decide cómo manejar el dinero de la mujer. En una anotación Augspurg escribe que el derecho reconoce al hombre la posibilidad de «explotar a la persona, la fuerza laboral y el patrimonio de la mujer hasta el límite de la esclavitud». En una carta abierta al semanario Europa, en marzo de 1905, Augspurg propone un boicoteo matrimonial: por amor proprio y por su existencia jurídica, vistas las consecuencias legales del matrimonio, una mujer puede elegir solamente una libre convivencia.

 

Congreso de la Alianza por el Sufragio, 1909
Fila superior desde la izquierda: Thora Dangaard (Dinamarca), Louise Qvam (Noruega), Aletta Jacobs (Países Bajos), Annie Furuhjelm (Finlandia), Madame Mirowitch (Rusia), Käthe Schirmacher (Alemania)), Madame Honneger, sin identificar. Abajo a la izquierda: Sin identificar, Anna Bugge (Suecia), Anna Howard Shaw (EE. UU.), Millicent Fawcett (presidenta, Inglaterra), Carrie Chapman Catt (EE. UU.), FM Qvam (Noruega), < b> Anita Augspurg (Alemania). 

 

A partir de 1911, tras haber abandonado las asociaciones feministas que ya considera obsoletas, Anita se dedica con pasión a su granja y al mismo tiempo mira con interés al movimiento feminista inglés al que se acerca y busca el contacto directo con la opinión pública a través de manifestaciones espectaculares, irrupciones en el Parlamento, el rechazo de los impuestos, la huelga de hambre, siguiendo el modelo sufragista. En aquel mismo año publica el ensayo Reformgedanken zur sexuellen Moral que marca el cambio conceptual desde un feminismo igualitario basado en el universalismo de los derechos hasta la clara separación de los sexos, oponiendo, al principio masculino de la violencia y de la vejación, el principio femenino del amor y de la salvaguardia de la vida. Desde cualquier punto de vista, legal o biológico, asociacionista o de lucha social, Anita siempre lucha por y para alcanzar el derecho del voto para las mujeres, el derecho del voto es imprescindible y llegará en 1919.

 

Congreso Internacional de Mujeres, 1915
De izquierda a derecha: 1. Lucy Thoumaian - Armenia, 2. Leopoldine Kulka, 3. Laura Hughes - Canadá, 4. Rosika Schwimmer - Hungría, 5. Anita Augspurg - Alemania, 6. Jane Addams - EE. UU., 7. Eugenie Hanner, 8. Aletta Jacobs - Países Bajos, 9. Chrystal Macmillan - Reino Unido, 10. Rosa Genoni - Italia, 11. Anna Kleman - Suecia, 12. Thora Daugaard - Dinamarca, 13. Louise Keilhau - Noruega 

 

Pacifista hasta la muerte, luchará contra la guerra, contra toda forma de discriminación, colonialismo, antisemitismo y nazismo, para terminar con el capitalismo, para la organización matriarcal de la sociedad, para el desarme general. Augspurg y Heymann piden la expulsión de Hitler de Alemania, lo cual les costará que les expropien de todos los bienes y el exilio en Zúrich, donde ambas mueren en 1943 en condiciones de pobreza.