Maria Petrou
Rosa Maria Clemente



Alessia Tzimas

 

Non è facile riuscire a vedere chi fosse Maria Petrou, cosa pensasse e come vivesse la sua umanità, attraverso il suo brillantissimo curriculum di scienziata, astronoma, matematica, ingegnera, all’avanguardia nella ricerca sulle intelligenze artificiali. Bisogna avere la pazienza di cercarla, scrutando in controluce, tra i suoi numerosissimi scritti, ma, dopo, ne sarà valsa davvero la pena. Chi si aspettasse una persona seriosa e compresa di sé, distaccata e completamente immersa negli studi, nelle sperimentazioni, sarà piacevolmente sorpresa/o dalla sua ironia, dal suo umorismo, dalla sua profonda cultura e, soprattutto, dalla consapevolezza dell’estrema fragilità umana, in quanto specie, prima ancora che come singolo individuo. Allorquando concluse, dopo cinque anni, il suo impegno con l’editoriale del Notiziario Iapr (International Association for Pattem Recognition), di cui era stata anche presidente del Comitato Tecnico TC7 Remote Sensing e tesoriera, scrisse:

«… Nel corso degli anni, mi sono divertita molto a scriverti e mi sono fatta tantissimi amici e pochi ( pochissimi mi piacerebbe credere) nemici. A volte ho avuto feedback verbalmente o per iscritto e molto spesso sono rimasta sbalordita da ciò che le persone leggevano nei miei scritti: spesso l’interpretazione utilizzata era fortemente modellistica! Vorrei cogliere questa opportunità come editore, per spiegare solo un po’ di cosa stavo scrivendo. Immagino di aver imbrogliato IAPR, poiché il messaggio che stavo cercando di trasmettere nel corso degli anni non aveva nulla a che fare con il riconoscimento dei pattern o l’elaborazione delle immagini; si trattava di quanto ci prendiamo sul serio. Siamo creazioni quadridimensionali nello spaziotempo. All’inizio della mia vita mi sono trovata faccia a faccia con la morte: questo mi ha dato una scala per misurare la nostra “dimensione” nel tempo. Poi ho studiato Astronomia, e questo mi ha dato una scala della nostra ampiezza nello spazio. Siamo, io sono, così insignificante nello spaziotempo! Come possiamo prenderci così sul serio? Cari amici, mi mancherà comunicare con voi! Maria Petrou. P.S. Il melodramma è finito, ora puoi voltare pagina per vedere le battute! UNA FAVOLA DI ESOPO. Molto tempo fa, una zanzara si posò sul corno di un toro, che non vi fece per niente caso. Dopo un po’ di tempo, la zanzara gli disse: ”Ti sto disturbando!” Ma il toro replicò: “ Non mi sono accorto di quando sei arrivata, non mi accorgerò di quando andrai via…”».

Troppo presto, in verità, nel suo caso, perché la morte sopraggiunse a soli 59 anni, per cancro, il 15 ottobre del 2012, nel compianto del figlio Kostas, di amici e amiche e di tutta la comunità scientifica internazionale. Era, infatti, una indiscussa autorità nella elaborazione delle immagini, la scienza dell’utilizzo dei programmi informatici per aiutare, ad esempio, a individuare i tumori incipienti o a produrre prove del degrado ambientale. Aveva elaborato la tecnica della “trasformazione della traccia”, utilizzata per codificare le informazioni essenziali in un’immagine, poi alla base dei sistemi di riconoscimento facciale, e sviluppato procedure di “segmentazione” che consentono all’imaging medico di fare diagnosi indispensabili per la cura tempestiva e mirata dei pazienti, e alla sorveglianza militare, per distinguere tra pericoli reali e oggetti innocui. Nella triste circostanza della sua scomparsa, The Telegraph scrisse:

«La Prof.ssa Maria Petrou, morta di cancro a 59 anni, era esperta di intelligenze artificiali e imaging, l’arte di progettare robot per dare un senso alle enormi e sempre crescenti quantità di dati visivi forniti dalla tecnologia moderna. Ha anche dato vita a una gara per progettare un robot in grado di stirare. Le macchine, che si tratti di satelliti in orbita attorno alla Terra che trasmettono immagini del nostro pianeta o di scanner medici utilizzati per gli screening di routine come le mammografie, ora generano enormi quantità di materiale per l’analisi. Ma il volume dei dati da elaborare supera di gran lunga le risorse umane disponibili per analizzarli. Maria Petrou ha affrontato questo problema sviluppando processi automatici per valutare le grandi quantità di dati di immagine».

I risultati delle sue ricerche e delle sue scoperte animavano le lezioni, seguite con interesse da numerose/i studenti che, sotto la sua guida, avevano affrontato i loro dottorati ed elaborato le loro tesi, e avevano costituito il materiale dei suoi molti scritti, ancora oggi conosciuti e studiati in tutto il mondo. Tra quelli più noti troviamo: del 1999, Image processing: dealing with texture by Maria Petrou, di Maria Petrou e Pedro Garcia Sevilla; del 2008, Next generation artificial vision system: reverse engineering the human visual system (bioinformatic e biomedical imaging); del 2010, Image processing: the fundamentals, di Maria e Kostas Petrou.

Nata a Salonicco, in Grecia, nel 1953, evidenziò da subito grande predisposizione per le materie scientifiche e matematiche, riuscendo fin da giovanissima a guidare nello studio di tali discipline ragazzi e ragazze di poco più piccole di lei. Si iscrisse all’Università “Aristotele” di Salonicco, alla facoltà di Fisica. Successivamente, in un’epoca in cui l’Erasmus era di là da venire, pochissimi gli studenti e rarissime le ragazze che si recavano in altri Paesi per studiare, fidando sull’incondizionata approvazione dei suoi genitori ― dai quali aveva appreso i principi della dignità personale, del coraggio e del sacrificio in vista della propria realizzazione, personale e professionale ― , grazie ad una borsa di studio partì per la Gran Bretagna, per frequentare la facoltà di Matematica e Astronomia all’Università di Cambridge. Conclusi brillantemente gli studi, nel 1988 ebbe l’incarico di Assistente di ricerca presso il Dipartimento di Fisica teorica all’Università di Oxford. Furono anni di studio intenso, di applicazione perpetua e di scoperta, sulla propria pelle, di ciò che era il mondo accademico e di quanto alle donne fosse richiesto di più, ogni volta, per vincere resistenze e procedere nel proprio cammino. A tal proposito, infatti, le si attribuisce l’ amara quanto realistica considerazione sul soffitto di vetro che ancora opprime le donne che vogliano farsi strada in qualsiasi campo: «È la caratteristica del vetro di essere invisibile. Non sai che il soffitto di vetro è lì finchè non lo colpisci! Occasionalmente puoi intravedere la sua esistenza dal sangue e dalle budella spruzzati su di esso, della persona che lo ha colpito prima di te». Nel 1998, comunque, ottiene il primo prestigioso riconoscimento del suo duro lavoro, con la nomina di professoressa di Image analysis al Dipartimento di Elettronica ed elettrotecnica dell’Università del Surrey, dove aveva cominciato a lavorare dieci anni prima, allorchè il mondo accademico aveva preso ad interessarsi delle applicazioni pratiche della visione artificiale e dell’intelligenza artificiale. Da quel momento, grazie al suo intuito e alle sue ricerche instancabili, alla sua adattabilità (che definisce arte della sopravvivenza), arriveranno incarichi e collaborazioni sempre più significative e appaganti. Tra queste, nel 2004, l’elezione a Fellow della Royal Academy of Engineering e, nel 2006, il titolo di Distinguished Fellow di Bmva (British Machine Vision Association) di cui era stata presidente dal 1999 al 2002. Nel 2005 andrà a dirigere il Communications and Signal Processing Group al Dipartimento di Ingegneria elettrica dell’Imperial College di Londra e nel 2009 diverrà anche direttrice dell’Istituto di Informatica e Telematica presso il Centro di ricerca e sviluppo, Hellas, a Salonicco, in Grecia.

Era stata sposata con Phil L. Palmer, un collega ricercatore durante il dottorato in Astronomia, nel 1986, dal quale aveva avuto il figlio Kostas Petrou. Il matrimonio si era poi concluso con il divorzio. Nella sua qualità di donna e madre lavoratrice, alle prese col sempiterno problema della conciliazione del tempo da dedicare alla famiglia e quello del lavoro, lancerà una sfida ai suoi colleghi per la realizzazione di un robot da stiro. Tale sfida sarà accolta con notevole interesse, mettendo in luce le difficoltà di soluzione di un’attività incredibilmente complessa per un robot, a causa dei numerosi tessuti e fogge di abiti e biancheria. Otterrà, per la sua possibile ricaduta positiva nella vita delle famiglie di ogni dove, il finanziamento del progetto dal Programma di sistemi cognitivi e robotica della Commissione europea. Dopo la sua morte, nel 2012, a onorarne la memoria e la fama nel mondo, le sarà intitolato l’importantissimo Premio Maria Petrou, come scienziata e ingegnera di straordinaria capacità, in particolare per il suo ruolo di pioniera per le ricercatrici e modello di grande successo. Il premio deve essere assegnato ogni due anni a una scienziata/ingegnera vivente che abbia dato contributi sostanziali al campo del Pattern Recognition. Di tale prestigioso riconoscimento internazionale è stata fra le altre insignita nel 2018 la professoressa Rita Cucchiara, docente di Informatica al Dief-Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”di Unimore (Università di Modena e Reggio Emilia), per le sue ricerche nel campo dell'intelligenza artificiale, per i suoi contributi pioneristici al tracking (inseguimento spazio-temporale di oggetti nel video) e alla reidentificazione. Nel frattempo, sebbene a costi ancora poco accessibili alla famiglia media, sono arrivati sul mercato Effie, la macchina che stira il bucato in tre minuti, e Ugo, il robot per la casa che fa il bucato, stira e lava i pavimenti. Grazie, Maria Petrou, che, cimentandoti nella soluzione di problemi elevatissimi nel campo scientifico e ingegneristico, non hai mai dimenticato di essere donna e madre, come tutte noi, con la necessità di liberare il nostro tempo per imprese ben più interessanti delle faccende casalinghe!

 

Traduzione francese
Piera Negri

 

Il n'est pas facile de comprendre qui était Maria Petrou, ce qu'elle pensait et comment elle vivait son humanité, à travers son brillant cursus de scientifique, astronome, mathématicienne, femme ingénieur, à l’avant-garde dans la recherche sur l'intelligence artificielle. Il faut avoir la patience de la chercher, en scrutant à contre-jour, parmi ses nombreux écrits, mais, après, en vaudra vraiment la peine. Qui attendait une personne sérieuse et dogmatique, détachée et complètement plongée dans les études, dans les expérimentations, sera agréablement surpris/e par son ironie, son humour, sa culture profonde et, surtout, la conscience de l'extrême fragilité humaine, en tant qu'espèce, même auparavant qu'individu unique. Lorsqu'elle a conclu, après cinq ans, son engagement à la rédaction de la Chronique Iapr (International Association for Pattern Recognition), dont elle avait également été présidente du Comité Technique TC7 Remote Sensing et trésorière, elle a écrit:

«... Au cours des années, je me suis beaucoup amusée à t'écrire et je me suis fait beaucoup d'amis et peux (très peux j'aimerais croire) d'ennemis. J'ai parfois eu des feeback verbalement ou par écrit et très souvent j'ai été émerveillée par ce que les gens lisaient dans mes écrits : souvent l'interprétation utilisée était fortement modeliste ! J'aimerais profiter de cette occasion en tant qu'éditeur pour expliquer un peu ce que j'écrivais. Je suppose d’avoir triché IAPR, puisque le message que j'ai essayé de transmettre au cours des années n'avait rien à voir avec l’identification des patterns ou le traitement des images ; il s'agissait de la façon dont nous nous prenons au sérieux. Nous sommes des créations en quatre dimensions dans l'espace-temps. Au début de ma vie je me suis retrouvée face à la mort : cela m'a donné une échelle pour mesurer notre "dimension" dans le temps. Ensuite, j'ai étudié Astronomie, et cela m'a donné une échelle de notre étendue dans l'espace. Nous sommes, je suis, si insignifiante dans l'espace-temps ! Comment peut-on se prendre si au sérieux ? Chers amis, communiquer avec vous me manquera ! Maria Petrou. P.S. Le mélodrame est terminé, vous pouvez maintenant tourner la page pour voir les répliques ! UNE FABLE D'AESOP. Il y a longtemps, un moustique s'est posé sur la corne d'un taureau, qui n'y a prêté aucune attention. Au bout d'un certain temps, le moustique lui a dit : "Je t'embête !" Mais le taureau répondit : "Je n'ai pas remarqué quand tu es arrivé, je ne remarquerai pas quand tu t'en iras..."»

Trop tôt, en vérité, dans son cas, car elle est morte à l'âge de 59 ans seulement, d'un cancer, le 15 octobre 2012, dans le deuil de son fils Kostas, de ses amis et de toute la communauté scientifique internationale. Elle était, en effet, une autorité incontestée dans le traitement d'images, la science de l'utilisation des programmes informatiques pour aider, par exemple, à identifier les cancers naissants ou à produire des preuves de la dégradation de l'environnement. Elle avait mis au point la technique de la « transformation de trace », utilisée pour encoder des informations essentielles dans une image, alors à la base des systèmes de reconnaissance faciale, et développé des procédures de « segmentation » qui permettent à l'imaging médicale de faire les diagnostics indispensables pour une prise en charge ponctuelle et ciblée des patients, ainsi qu’à la surveillance militaire, pour distinguer entre dangers réels et objets inoffensifs. Dans la triste circonstance de son décès, The Telegraph a écrit:

«La professeure Maria Petrou, décédée d'un cancer à l'âge de 59 ans, était une experte en intelligence artificielle et imaging, l'art de concevoir des robots pour donner un sens aux énormes et toujours croissantes quantités de données visuelles fournies par la technologie moderne. Elle a également lancé un concours pour concevoir un robot capable de repasser. Les machines, soit qu'il s'agisse de satellites en orbite autour de la Terre qui transmettent des images de notre planète ou de scanners médicaux utilisés pour les dépistages de routine tels que les mammographies, génèrent désormais d'énormes quantités de matériel à analyser. Mais le volume de données à traiter dépasse de loin les ressources humaines disponibles pour les analyser. Maria Petrou a affronté ce problème en développant des processus automatiques d'évaluation de grandes quantités d’images.»

Les résultats de ses recherches et ses découvertes animaient les cours, suivis avec intérêt par de nombreux/ses étudiants/es qui, sous sa direction, avaient affronté leurs doctorats et élaboré leurs thèses, et avaient représenté le matériel de ses nombreux écrits, encore aujourd'hui connus et étudiés dans le monde entier. Parmi les plus connus : 1999, Image processing: dealing with texture by Maria Petrou, par Maria Petrou et Pedro Garcia Sevilla ; 2008, Next generation artificial vision system: reverse engineering the human visual system (bioinformatic e biomedical imaging); 2010, Image processing: the fundamentals, par Maria et Kostas Petrou.

Née à Thessalonique, en Grèce, en 1953, elle a tout de suite montré une grande prédisposition pour les matières scientifiques et mathématiques, et a réussi dès son plus jeune âge à guider des garçons et des filles un peu plus jeunes qu'elle dans l'étude de ces disciplines. Elle s'est inscrite à l'Université "Aristote" de Thessalonique, à la Faculté de physique. Par la suite, à une époque où Erasmus était encore à venir, très peu d'étudiants et de très rares filles qui partaient étudier dans d'autres pays, confiant sur l'approbation inconditionnelle de ses parents - dont elle avait appris les principes de dignité personnelle, de courage et de sacrifice en vue de sa réalisation personnelle et professionnelle - grâce à une bourse, elle partit pour la Grande-Bretagne, pour fréquenter la Faculté de Mathématiques et d'Astronomie de l'Université de Cambridge. Après avoir brillamment terminé ses études, elle est nommée en 1988 Assistante de recherche au Département de Physique théorique à l'Université d'Oxford. Ce furent des années d'études intenses, d'application perpétuelle et de découverte, sur sa propre peau, de ce qu'était le monde académique et combien plus était exigé des femmes, à chaque fois, pour vaincre les résistances et avancer sur leur propre chemin. À cet égard, en effet, on lui attribue la considération amère et réaliste sur le plafond de verre qui opprime encore les femmes qui veulent se frayer un chemin dans n'importe quel domaine: «C'est la caractéristique du verre d'être invisible. Vous ne savez pas que le plafond de verre est là jusqu'à quand vous le frappez ! De temps en temps, tu peux apercevoir son existence à partir du sang et des entrailles saupoudrées dessus, de la personne qui l'a frappé avant toi.» En 1998, cependant, elle obtient la première reconnaissance prestigieuse de son dur travail, avec la nomination à Professeur de Image Analysis au Département d'électronique et d’ingénierie électrique de l'Université de Surrey, où elle avait commencé à travailler dix ans plus tôt, lorsque le monde universitaire s'était intéressé aux applications pratiques de la vision artificielle et de l'intelligence artificielle. A partir de ce moment, grâce à son intuition et ses recherches infatigables, son adaptabilité (qu'elle définit l'art de survivre), des missions et collaborations toujours plus significatives et satisfaisantes arriveront. Parmi celles-ci, en 2004, l'élection à Fellow de la Royal Academy of Engineering et, en 2006, le titre de Distinguished Fellow de la BMVA (British Machine Vision Association) dont elle avait été présidente de 1999 à 2002. En 2005, elle ira diriger le Communications and Signal Processing Group au département de génie électrique de l'Imperial College de Londres et, en 2009, elle devient également directrice de l'Institut d'Informatique et de Télématique du Centre de recherche et développement de Hellas, à Thessalonique, en Grèce.

Elle avait été mariée à Phil L. Palmer, un collègue chercheur lors de son doctorat en astronomie, en 1986, avec qui elle avait eu le fils Kostas Petrou. Le mariage s'est ensuite soldé par un divorce. En sa qualité de femme et mère qui travaille, aux prises avec l'éternel problème de concilier temps à consacrer à la famille et au travail, elle mettra ses collègues au défi de créer un robot de repassage. Ce défi sera relevé avec un intérêt considérable, mettant en évidence les difficultés de résoudre une activité incroyablement complexe pour un robot, en raison des nombreux tissus et styles de vêtements et de linge. En raison de son impact positif possible sur la vie des familles partout dans le monde, elle obtiendra un financement pour le projet du Programme Systèmes cognitifs et robotique de la Commission européenne. Après sa mort, en 2012, pour honorer sa mémoire et sa célébrité dans le monde, on lui dédiera le très important Prix Maria Petrou, en tant que scientifique et ingénieure d'une capacité extraordinaire, notamment pour son rôle de pionnière pour les chercheures et modèle de grand succès. Le prix doit être décerné tous les deux ans à une scientifique/ingénieure vivante qui a apporté des contributions substantielles au domaine du Pattern Recognition. De cette prestigieuse reconnaissance internationale a été décernée entre autres en 2018 la professeure Rita Cucchiara, professeure d'informatique au Dief-Dipartimento di Ingegneria "Enzo Ferrari" d'Unimore (Université de Modena et Reggio Emilia), pour ses recherches dans le domaine de l'intelligence artificielle, pour ses contributions pionnières au tracking (poursuite spatio-temporelle des objets dans la vidéo) et à la réidentification. Entretemps, bien qu'à un coût encore peu accessible à la famille moyenne, sont arrivés sur le marché Effie, la machine qui repasse le linge en trois minutes, et Ugo, le robot de la maison qui fait la lessive, repasse et lave les sols. Merci Maria Petrou qui, en essayant à résoudre des problèmes très élevés dans le domaine scientifique et technique, tu n'as jamais oublié d’être une femme et une mère, comme nous toutes, avec le besoin de libérer notre temps pour des entreprises bien plus intéressantes que les tâches ménagères!

 

Traduzione inglese
Syd Stapleton

 

It is not easy to see who Maria Petrou was, what she thought and how she lived her humanity, by just looking at her brilliant career as a scientist, astronomer, mathematician, and engineer, at the forefront of research on artificial intelligence. We have to have the patience to look for her, peering into the reflected light, searching through her many writings, but it’s definitely worth the effort. Anyone expecting a serious and self-absorbed person, detached and completely immersed in studies and experiments, will be pleasantly surprised by her irony, her humor, her profound culture and, above all, her awareness of the serious frailty of the human species, beyond that of the single individual. When she concluded, after five years, her engagement with the editorial board of the IAPR Newsletter (International Association for Pattern Recognition), where she had also been president and treasurer of the TC7 Remote Sensing Technical Committee, she wrote:

«Over the years, I had a lot of fun writing to you and I made lots and lots of friends and few (very few I'd like to believe) enemies. Sometimes I’ve had feedback verbally or in writing and very often I was astonished by what people read in my writings: often the interpretation used was heavily model-based! I would like to take this opportunity as editor, to explain just a little of what I was writing about. I guess I cheated IAPR, since the message I was trying to pass over the years had nothing to do with Pattern Recognition or Image Processing; it was all about how seriously we take ourselves. We are 4-dimensional creations in spacetime. Early in my life I came face to face with death: this gave me a scale to measure our "size" in time. Then I studied Astronomy, and this gave me a scale of our span in space. We are, I am, so insignificant in spacetime! How can we take ourselves so seriously? Dear friends, I will miss communicating with you! Maria Petrou. P.S. The melodrama over, you can turn the page now to see the jokes! AN AESOP’S FABLE. Once upon a time, a mosquito sat on an ox’s horn. The ox totally ignored it. After some time, the mosquito could no longer take it: "Am I disturbing you?" it asked. And the ox replied: “I neither noticed when you came, not shall I notice when you go…»

Too early, in truth, in her case, because her death occurred at the age of only 59, from cancer, on October 15, 2012, lamented by her son Kostas, by friends and by the entire international scientific community. She was an undisputed authority on image processing, and the science of using computer programs to help, for example, identify incipient cancers or to produce evidence of environmental degradation. She had developed the "trace transformation" technique, used to encode essential information in an image, then the basis of facial recognition systems, and developed "segmentation" procedures that allow medical imaging to make indispensable diagnoses for timely and targeted care of patients, with similar value to allow military surveillance to distinguish between real dangers and harmless objects. In the sad circumstance of her passing, The Telegraph wrote:

«Prof. Maria Petrou, who died of cancer at the age of 59, was an expert in artificial intelligence and imaging, the art of designing robots to make sense of the enormous and ever-increasing quantities of visual data provided by modern technology. She also started a competition to design a robot that can iron. The machines, be they satellites in orbit around the Earth that transmit images of our planet, or medical scanners used for routine screenings such as mammograms, now generate huge amounts of material for analysis. But the volume of data to be processed far exceeds the human resources available to analyze it. Maria Petrou addressed this problem by developing automatic processes to evaluate large amounts of image data.»

The results of her research and her discoveries animated the lessons that were followed with interest by numerous students who, under her guidance, had faced their doctorates and elaborated their theses. And these results had constituted the base material of her many writings, still today known and studied all over the world. Among the best known are, from 1999, Image processing: dealing with texture by Maria Petrou and Pedro Garcia Sevilla, from 2008, Next generation artificial vision system: reverse engineering the human visual system (bioinformatic and biomedical imaging), and from 2010, Image processing: the fundamentals, by Maria and Kostas Petrou.

Born in Thessaloniki, Greece, in 1953, she immediately showed a great predisposition for scientific and mathematical subjects, succeeding from a very young age in guiding children only a little younger than her in the study of these disciplines. She enrolled at the "Aristotle" University of Thessaloniki, at the Faculty of Physics. This was a time when the Erasmus Program was still to come, and very few students in general, and especially rarely, girls, went to other countries to study. But, able to rely on the unconditional support of her parents - from whom she had learned the principles of personal dignity, courage and sacrifice in pursuit of her own personal and professional fulfillment – and thanks to a scholarship, she left for Great Britain, to attend the Faculty of Mathematics and Astronomy at Cambridge University. In 1988, after completing her studies brilliantly, she was appointed research assistant at the Department of Theoretical Physics at the University of Oxford. They were years of intense study, perpetual application, and discovery, through her personal experience, of what the academic world was, and how much more resistance women were required to overcome to proceed on their own path. In this regard, she was confronted with the bitter but realistic consideration of the glass ceiling that still oppresses women who want to make their way in any field. «It is the characteristic of glass that it is invisible. You don't know the glass ceiling is there until you hit it! Occasionally you can glimpse its existence from the blood and guts sprinkled on it, of the person who hit it before you.» In 1998, however, she obtained the first prestigious recognition of her hard work, with the appointment as Professor of Image Analysis at the Department of Electronics and Electrical Engineering of the University of Surrey, where she had started working ten years earlier, when the academic world began to be interested in the practical applications of computer vision and artificial intelligence. From that moment, thanks to her intuition and her tireless research, to her adaptability (which she defined as the art of survival), more and more meaningful and satisfying assignments and collaborations followed. Among these, in 2004, the election as Fellow of the Royal Academy of Engineering and, in 2006, the title of Distinguished Fellow of BMVA (British Machine Vision Association) of which she had been president from 1999 to 2002. In 2005 she went on to direct the Communications and Signal Processing Group at the Electrical Engineering Department of Imperial College London, and in 2009 she also became Director of the Institute of Informatics and Telematics at the Research and Development Center, Hellas, in Thessaloniki, Greece.

She had been married to Phil L. Palmer, a fellow researcher during her PhD in Astronomy in 1986, with whom she had had their son Kostas Petrou. The marriage ended in divorce. In her capacity as a woman and a working mother, grappling with the eternal problem of balancing the time to devote to both family and work, she challenged her colleagues to create an ironing robot. This challenge was met with considerable interest, highlighting the difficulties of solving an incredibly complex activity for a robot, due to the numerous fabrics, folds, and styles of clothing and linen. She obtained, for her possible positive impact on the life of families everywhere, project funding from the European Commission's Cognitive Systems and Robotics Program. After her death in 2012, to honor her memory and recognition in the world, the very important Maria Petrou Prize was named for her, as a scientist and engineer of extraordinary ability, in particular for her role as a pioneer for female researchers, and as a model of great success. The award is given every two years to a living female scientist or engineer who has made substantial contributions to the field of Pattern Recognition. This prestigious international recognition was awarded in 2018 to Professor Rita Cucchiara, Professor of Computer Science at the DIEF-Department of Engineering "Enzo Ferrari" of Unimore (University of Modena and Reggio Emilia), for her research in the field of artificial intelligence, and for her pioneering contributions to tracking (space-time tracking of objects in video) and recognition. Since Maria’s death, although at a cost still not very accessible to the average family, Effie, the machine that irones laundry in three minutes, and Ugo, a robot for the home that does laundry, ironing and washes the floors, have arrived on the market. Thank you, Maria Petrou! While trying your hand at solving very complex problems in the scientific and engineering fields, you never forgot that you are a woman and a mother, like all of us, with the need to free up our time for much more interesting undertakings than household chores!

 

Traduzione spagnola
Aria Arianna Calabretta

No es fácil ver quién era Maria Petrou, qué pensaba y cómo vivía su humanidad, a través de su brillante currículum como científica, astrónoma, matemática, ingeniera, de vanguardia en la investigación de las inteligencias artificiales . Hay que tener la paciencia de buscarla, escrutando a contraluz, entre sus numerosísimos escritos, pero, después, habrá merecido realmente la pena. Quien se esperaba una persona seria y segura de sí misma, distante y totalmente inmersa en los estudios y en las experimentaciones, estará agradablemente sorprendida/o por su ironía, su humor, su profunda cultura y, sobre todo, por su clara conciencia de la extrema fragilidad humana, como especie, incluso antes que como individuo. Cuando terminó, después de cinco años, su compromiso con el editorial del boletín de noticias Iapr (International Association for Pattem Recognition), de cuyo Consejo Técnico TC7 Remote Sensing fue también presidenta y tesorera, escribió:

«… A lo largo de los años, he disfrutado mucho escribiéndote y me he hecho un montón de amigos y pocos (muy pocos, me gustaría creer) enemigos. De vez en cuando he recibido feedback verbalmente o por escrito y, a menudo me quedaba asombrada por lo que la gente leía en mis textos: ¡muchas veces la interpretación dada era marcadamente 'de patrones! Me gustaría aprovechar esta oportunidad como editora , solo para explicar lo que estaba escribiendo. Creo que engañé a IAPR, porque el mensaje que estaba intentando transmitir durante los años no tenía nada que ver con el reconocimiento de patrones o la elaboración de las imágenes; se trataba de cuánto nos tomamos en serio. Somos creaciones cuatridimensionales en el espacio-tiempo. Al principio de mi vida me encontré cara a cara con la muerte: esto me dio una escala para medir nuestra “dimensión” en el tiempo.Luego estudié Astronomía, y eso me dio una escala de nuestra amplitud en el espacio. ¡Somos, yo soy, tan insignificantes en el espacio-tiempo!¿Cómo podemos tomarnos tan en serio? ¡Queridos amigos, voy a echar de menos comunicarme con vosotros! Maria Petrou. P.D. ¡El melodrama ha terminado, ahora puedes pasar la página para ver el diálogo! UNA FÁBULA DE ESOPO. Hace mucho tiempo, un mosquito se posó encima del cuerno de un toro, que no le hizo ningún caso. Poco después, el mosquito le dijo: “¡Te estoy molestando!” pero el toro respondió: “No me di cuenta cuando llegaste, ni me voy a dar cuenta cuando te vayas…”»

En realidad, demasiado pronto en su caso, porque la muerte sobrevino a solo 59 años, a causa del cáncer, el 15 de octubre 2012 siendo llorada por su hijo Kostas, sus amigos y amigas y toda la comunidad científica internacional. En efecto, era una indiscutible autoridad en la elaboración de imágenes, en la ciencia que utiliza los programas informáticos para ayudar, por ejemplo, a localizar tumores incipientes o producir pruebas del degrado ambiental.Había elaborado la técnica de la “transformación del trazo”, utilizada para codificar las informaciones esenciales de una imagen que luego fue integrada en la base de los sistemas de reconocimiento facial, y había desarrollado procesos de “segmentación” que permiten al imaging médico hacer diagnósticos indispensables para el tratamiento inmediato y dirigido de los pacientes, y a la vigilancia militar distinguir los peligros reales de los objetos inocuos. Dada la triste circunstancia de su fallecimiento, The Telegraph escribió:

«La Profesora Maria Petrou, fallecida de cáncer a los 59 años, era una experta en inteligencia artificial e imaging, el arte de diseñar robots para dar sentido a las enormes y cada vez mayores cantidades de datos visuales que proporciona la tecnología moderna. También dio lugar a un concurso para diseñar un robot capaz de planchar. Las máquinas, ya sean satélites en órbita alrededor de la Tierra que transmiten imágenes de nuestro planeta o sean escáneres médicos empleados para los screening de rutina como las mamografías, hoy generan enormes cantidades de material para su análisis. Sin embargo, el volumen de los datos que elaboran supera con creces los recursos humanos disponibles para analizarlos. Maria Petrou hizo frente a este problema desarrollando procesos automáticos para evaluar las grandes cantidades de datos de imágenes».

Los resultados de sus investigaciones y de sus descubrimientos animaban sus clases, que numerosos/as estudiantes seguían con interés los cuales, bajo su dirección, afrontaron sus estudios de doctorado y elaboraron sus tesis, constituyendo el material de muchos escritos suyos, aún hoy conocidos y estudiados en todo el mundo. Entre los más famosos encontramos: del 1999, Image processing: dealing with texture by Maria Petrou, de Maria Petrou y Pedro García Sevilla; del 2008, Next generation artificial vision system: reverse engineering the human visual system (bioinformatic e biomedical imaging); del 2010, Image processing: the fundamentals, de Maria y Kostas Petrou.

Nacida en Salónica (Grecia), en 1953, se notó muy pronto una gran predisposición hacia las asignaturas científicas y matemáticas, pudiendo ya orientar desde muy joven, en el estudio de estas disciplinas, a chicos y chicas apenas menores que ella.Se matriculó en la Universidad “Aristóteles” de Salónica, en la Facultad de Física. Posteriormente, en una época donde el intercambio Erasmus aún quedaba lejos, y donde eran muy pocos los estudiantes y poquísimas las chicas que viajaban a otros países para estudiar, contando con la incondicionada aprobación de sus padres –de quienes había aprendido los principios de la dignidad personal, el valor y el sacrificio con vistas a la propia realización, personal y profesional–, gracias a una beca se fue a Gran Bretaña, para estudiar en la facultad de Matemática y Astronomía en la Universidad de Cambridge.Terminados brillantemente los estudios, en 1988 obtuvo el trabajo como Ayudante de investigación en el Departamento de Física teórica en la Universidad de Oxford. Fueron años de estudio intenso, de implicación perpetua y de descubrimiento, de primera mano, de lo que era el mundo académico y de cuánto más se exigía a las mujeres, siempre, para ganar las resistencias y seguir su propio camino. Con respecto a eso, de hecho, se le atribuye la amarga perorealista consideración sobre el techo de cristal que todavía oprime a las mujeres que quieren abrirse paso en cualquier campo: «La característica del cristal es ser invisible. ¡No sabes que el techo de cristal está ahí hasta que lo golpeas! Ocasionalmente puedes entrever su presencia por la sangre y por las vísceras salpicadas en él, de la persona que lo golpeó antes que tú». En 1998, de todos modos, obtuvo el primer prestigioso reconocimiento por su duro trabajo, con el nombramiento a profesora de Image análisis en el Departamento de Electrónica y electrotécnica de la Universidad de Surrey, donde había empezado a trabajar diez años antes, cuando el mundo académico había empezado a interesarse por las aplicaciones prácticas de la visión artificial y de la inteligencia artificial. Desde ese momento, gracias a su intuición y a sus investigaciones incesantes, y a su adaptabilidad (que ella define ‘arte de la supervivencia’), llegarán trabajos y colaboraciones cada vez más significativos y satisfactorios. Entre estas, en 2004, la elección a Fellow de la Royal Academy of Engineering y, en 2006, el título de Distinguished Fellow de Bmva (British Machine Vision Association) del que había sido presidente del 1999 al 2002. En 2005 dirigirá el Communications and Signal Processing Group en el Departamento de Ingeniería eléctrica del Imperial College de Londres y también, en 2009 se convertirá en directora del Instituto de Informática y Telemática del Centro de Investigación y Desarrollo, Hellas, en Salónica, (Grecia).

Estuvo casada con Phil L. Palmer, un compañero de investigación durante el doctorado en Astronomía, en 1986, con quien tuvo su hijo Kostas Petrou. Más tarde, el matrimonio acabará en divorcio. En calidad de madre trabajadora, luchando contra el perenne problema de conciliar el tiempo a la familia y al trabajo, desafió a sus colegas para que diseñaran un robot que planchara. Este reto suscita´o un gran interés, ya que puso de manifiesto las dificultades que entraña la resolución de una labor increíblemente compleja para un robot, debido a los numerosos tejidos y tipos de ropa y lencería. Obtuvo, por su posible impacto positivo en la vida de las familias de todo el mundo, la financiación del proyecto por parte del Programa de los Sistemas Cognitivos y Robótica de la Comisión Europea. Tras su fallecimiento, en 2012, para honrar su memoria y su fama mundial, le fue dedicado el importantísimo Premio Maria Petrou, como científica e ingeniera de extraordinarias capacidades, especialmente por su papel como pionera para las investigadoras y modelo de gran éxito. El premio se otorga cada dos años a una científica/ingeniera viva que haya llevado a cabo notables aportaciones en el ámbito de la Pattern Recognition. Este prestigioso reconocimiento internacional fue concedido a Rita Cucchiara, entre otras, en 2018 por su cátedra de Informática en el Dief-Departamento de Ingeniería “Enzo Ferrari” de Unimore (Universidad de Modena y Reggio Emilia), por sus investigaciones en el ámbito de la inteligencia artificial y por sus aportaciones innovadoras en el tracking (búsqueda espacio-temporal de objetos en vídeo) y en la reidentificación. Entre tanto, si bien todavía los costes son poco accesibles para una familia media, llegaron al mercado Effie, la máquina que plancha ropa en tres minutos, y Ugo, el robot doméstico que hace la colada, plancha y friega el suelo. Muchas gracias, Maria Petrou, que, al involucrarte con la solución de los considerables problemas que se encuentran en el ámbito científico y de la ingeniería, nunca has olvidado que eras una mujer y una madre, como nosotras, con la necesidad de liberar nuestro tiempo para actividades mucho más interesantes que las tareas domésticas.