Elisabeth Mann Borgese
Loretta Junck
Anastasia Usinger
Se oggi i pericoli che minacciano il nostro pianeta – e la pandemia che ancora viviamo è fra questi – stanno diffondendo a livello di massa l’idea che bisogna incominciare seriamente a ragionare e operare in termini globali, settanta-ottanta anni fa questa opinione era patrimonio di piccoli gruppi di intellettuali. Tra questi, Elisabeth Mann è stata una personalità di primo piano. Musicista di formazione, politologa, scrittrice di fantascienza, femminista, grande esperta di diritto marittimo, è stata donna di molteplici e vasti interessi, ma oggi la si ricorda soprattutto come ambientalista, specializzata nella conoscenza e nella salvaguardia dell’ambiente marino, tanto che è stata chiamata “la madre degli oceani”. Nata in Germania, si sentiva però una cittadina del mondo: appare quasi simbolico il fatto che, persa la nazionalità tedesca durante il nazismo a causa della sua origine ebraica, abbia assunto prima la cittadinanza cecoslovacca, poi quella statunitense, infine quella canadese. Elisabeth Mann nasce nel 1918 a Monaco di Baviera da Thomas, noto scrittore e Premio Nobel per la letteratura nel 1929, e da Katia Pringsheim, figlia di Alfred Pringsheim, famoso matematico, e nipote di Hedwig Dome, scrittrice e attivista radicale sostenitrice in Germania dei diritti delle donne, oltre che pacifista intransigente.
Vive la sua infanzia a Monaco, ma a quindici anni deve lasciare la Germania dove Hitler è giunto al potere e trasferirsi in Svizzera, a Zurigo, con suo padre, sua madre, le sue due sorelle Erika e Monika e i tre fratelli Klaus, Golo e Michael. Lei era la penultima della numerosa figliolanza di Thomas e Katia. A Zurigo Elisabeth studia pianoforte e violoncello al Conservatorio e nel 1938 si diploma. Nello stesso anno la famiglia Mann, che ha ottenuto la cittadinanza cecoslovacca prima dell’annessione del Paese al Reich, parte per gli Stati Uniti. Qui poco tempo dopo la giovane Elisabeth, che è rimasta affascinata da Giuseppe Antonio Borgese leggendo un suo libro, ha la possibilità di conoscere personalmente l’autore, uno scrittore e critico letterario italiano che si era espresso pubblicamente contro il fascismo, e lo sposa nonostante vi siano ben 36 anni di differenza tra loro. La coppia si stabilisce a Chicago, dove il professor Borgese insegna letteratura italiana all’Università. Nascono, negli anni ’40, le due figlie Angelica e Dominica. Nel ’52 Elisabeth viene a vivere in Italia, a Fiesole, con la sua famiglia, ma pochi mesi dopo Borgese muore improvvisamente. Lei rimane a Fiesole, si dedica alle figlie e scrive racconti di fantascienza (nel 1960 pubblica una raccolta con il titolo To Whom It May Concern) immaginando un mondo distopico e inquietante dove gli esseri umani perdono il controllo delle loro stesse invenzioni tecnologiche. Nel 1963 pubblica un saggio femminista, The Ascent of Woman, in cui prefigura una realtà dove uomini e donne hanno gli stessi diritti e le stesse possibilità.
Nel 1964 torna negli Stati Uniti dove, a partire dal 1967, inizia a occuparsi di diritto marittimo, lavorando insieme a Wolfgang Friedman e Arvad Pardo, ambasciatore di Malta negli States. Nel 1968, insieme al chimico scozzese Alexander King e al manager e imprenditore italiano Aurelio Peccei fonda il Club di Roma, che nel 1972 avrà risonanza mondiale per la pubblicazione del famoso rapporto intitolato I limiti dello sviluppo. Nel 1970, considerata ormai un’autorità nel capo del diritto marittimo, organizza a Malta la conferenza internazionale Pacem in maribus. L’evento – il titolo ricorda in modo suggestivo e non per caso l’enciclica, di qualche anno prima, di Giovanni XXIII – è il primo di una lunga serie in cui viene affrontato il tema degli oceani intesi come luoghi in grado di connettere l’umanità intera e veicolare la pace e la collaborazione tra i popoli. Due anni dopo Elisabeth Mann fonda l’International Ocean Institute (IOI), contribuendo poi alla stesura della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e all’istituzione del Tribunale Internazionale del diritto del mare, che ha sede ad Amburgo. Negli anni ’70 inizia anche a pubblicare una serie di saggi sulla gestione degli oceani, sui beni comuni dell’umanità (acqua, aria, suolo, energia) e sullo sviluppo sostenibile, tutti temi di grande attualità oggi, dopo 50 anni. Nel 1979 si trasferisce in Canada, con una borsa di studio di un anno presso la Dalhousie University di Halifax, in Nuova Scozia, ma in seguito sceglie di stabilirsi in modo definitivo in questo Paese dove continua la carriera accademica. La Nuova Scozia diventa per lei una sorta di patria adottiva e la bellissima vista che si gode dalla sua casa a Sambro Head, davanti all’Oceano, le offre ispirazione per il suo lavoro. Otterrà anche la cittadinanza canadese e, nel 1988, un’alta onorificenza, quella dell’Ordine del Canada. Nelle motivazioni la giuria così la definisce: «vera cittadina del mondo, è stata coinvolta in una serie di questioni globali ed è stata una fidata portavoce e difensora dei diritti dei Paesi del Terzo Mondo […] è riconosciuta come un’autorità in materia di diritto marittimo ed è rispettata per la sua indiscussa conoscenza, le sue eccezionali capacità di leadership e il suo impegno per un futuro migliore per tutti».
Muore improvvisamente nel febbraio del 2002 a 83, anni durante una settimana bianca a St. Moritz, un luogo che le è stato sempre caro, vicino a quello dove suo padre aveva ambientato la storia de La Montagna incantata. Una gran quantità di documenti ora conservati nella biblioteca dell’Università di Halifax dove ha lavorato – articoli, saggi, opere teatrali, racconti – testimonia un’attività instancabile per calare nella realtà quel mondo ideale che da sempre aveva avuto in mente. Una mostra sul suo lavoro è stata organizzata ed esposta nel 2012 a Lubecca, la città sul Mar Baltico dove era nato suo padre, e l’anno seguente a Berlino e Kiel. In Germania portano il suo nome una nave di ricerca e una strada a Monaco di Baviera; in Italia la ricorda una via di Polizzi Generosa, città di nascita di Borgese, di cui divenne cittadina onoraria nel 1999 quando vi si recò in visita ufficiale.
Traduzione francese
Giuliana Gaudenzi
Si aujourd'hui les dangers qui menacent notre planète - et la pandémie que nous traversons encore en fait partie - répandent massivement l'idée qu'il faut commencer sérieusement à penser et à opérer en termes globaux, il y a soixante-dix – quatre-vingts ans cette opinion était patrimoine de petits groupes d'intellectuels. Parmi eux, Elisabeth Mann a été une personnalité éminente. Musicienne de formation, politologue, écrivaine de science-fiction, féministe, grande experte en droit maritime, elle a été une femme aux intérêts multiples et vastes, mais aujourd'hui on se souvient surtout d'elle comme d'une écologiste, spécialisée dans la connaissance et la protection du milieu marin, à tel point qu'elle a été surnommée "la mère des océans". Née en Allemagne, elle se sentait pourtant citoyenne du monde : il semble presque symbolique qu'ayant perdu sa nationalité allemande pendant le nazisme en raison de son origine juive, elle ait d'abord assumé la nationalité tchécoslovaque, puis celle des États-Unis, et enfin canadienne. Elisabeth Mann nait à Munich en 1918 de Thomas, écrivain bien connu et prix Nobel de littérature en 1929, et de Katia Pringsheim, fille d'Alfred Pringsheim, célèbre mathématicien, et petite-fille de Hedwig Dome, écrivaine et activiste radicale qui a soutenu les droits des femmes en Allemagne, ainsi qu'une pacifiste intransigeante.
Elle vit son enfance à Munich, mais à quinze ans elle doit quitter l'Allemagne où Hitler est arrivé au pouvoir et s'installer en Suisse, à Zurich, avec son père, sa mère, ses deux sœurs Erika et Monika et ses trois frères Klaus, Golo et Michael. Elle était l'avant-dernière des nombreux enfants de Thomas et Katia. À Zurich, Elisabeth étudie le piano et le violoncelle au Conservatoire et en 1938 obtient son diplôme. La même année la famille Mann, qui a obtenu la nationalité tchécoslovaque avant l'annexion du pays au Reich, part pour les États-Unis. Ici, peu de temps après, la jeune Elisabeth, qui a été fascinée par Giuseppe Antonio Borgese en lisant l'un de ses livres, a l'occasion de rencontrer personnellement l'auteur, un écrivain et critique littéraire italien qui s'était prononcé publiquement contre le fascisme, et l'épouse malgré il y ait 36 ans de différence entre eux. Le couple s'installe à Chicago, où le professeur Borgese enseigne la littérature italienne à l'université. Leurs deux filles Angelica et Dominica sont nées dans les années 1940. En 1952, Elisabeth vient vivre en Italie, à Fiesole, avec sa famille, mais quelques mois plus tard Borgese meurt subitement. Elle reste à Fiesole, se consacre à ses filles et écrit des histoires de science-fiction (en 1960 elle publie un recueil intitulé To Whom It May Concern) imaginant un monde dystopique et inquiétant où les êtres humains perdent le contrôle de leurs propres inventions technologiques. En 1963 elle publie un essai féministe, The ascent of Woman, dans lequel elle préfigure une réalité où hommes et femmes ont les mêmes droits et les mêmes possibilités.
En 1964, elle retourne aux États-Unis où, à partir de 1967, elle commence à s'occuper de droit maritime, en collaboration avec Wolfgang Friedman et Arvad Pardo, ambassadeur de Malte aux États-Unis. En 1968, avec le chimiste écossais Alexander King et le manager et entrepreneur italien Aurelio Peccei, elle fonde le Club di Roma, qui en 1972 aura un retentissement mondial pour la publication du célèbre rapport intitulé I limiti dello sviluppo. En 1970, désormais considérée comme une autorité en droit maritime, elle organise la conférence internationale Pacem in maribus à Malte. L'événement - le titre évoque de façon suggestive et non par hasard l’encyclique de Jean XXIII de quelques années plus tôt - est le premier d'une longue série dans laquelle le thème des océans, en tant que lieux capables de relier l'humanité et de transmettre la paix et la collaboration entre les peuples. Deux ans plus tard, Elisabeth Mann fonde L’International Ocean Institute (IOI), contribuant plus tard à la rédaction de la Convention des Nations Unies sur le droit de la mer et à la création du Tribunal international du droit de la mer, basé à Hambourg. Dans les années ‘70 elle commence également à publier une série d'essais sur la gestion des océans, sur les biens communs de l'humanité (eau, air, sol, énergie) et sur le développement durable, thèmes d'une grande actualité aujourd'hui, après 50 ans. En 1979 elle s'installe au Canada, avec une bourse d'un an à l'Université Dalhousie à Halifax, en Nouvelle-Écosse, mais elle choisit par la suite de s'installer de façon permanente dans ce pays où elle poursuit sa carrière universitaire. La Nouvelle-Écosse devient pour elle une sorte de patrie d'adoption et le beau panorama qu’on voit de sa maison à Sambro Head, face à l'océan, lui inspire son travail. Elle obtiendra également la citoyenneté canadienne et, en 1988, une haute distinction, celle de l'Ordre du Canada. Dans les motivations, le jury la définit comme suit: «véritable citoyenne du monde, elle s'est impliquée dans une série d'enjeux mondiaux et a été une porte-parole et une défenseure de confiance des droits des Pays du Tiers-Monde [...] elle est reconnue comme une autorité en matière de droit maritime et elle est respectée pour ses connaissances incontestées, ses qualités exceptionnelles de leadership et son engagement pour un avenir meilleur pour tous».
Elle décède subitement en février 2002 à l'âge de 83 ans lors d'une semaine de ski à Saint-Moritz, lieu qui lui a toujours été cher, proche de celui où son père avait situé l'histoire de La Montagne magique. Une grande quantité de documents aujourd'hui conservés à la bibliothèque de l'Université de Halifax où elle a travaillé - articles, essais, pièces de théâtre, nouvelles - témoigne d'un effort inlassable pour concrétiser ce monde idéal qu'elle avait toujours eu en tête. Une exposition sur son travail a été organisée et exposée en 2012 à Lübeck, la ville sur la mer Baltique où était né son père, et l'année suivante à Berlin et Kiel. En Allemagne, un navire de recherche et une rue de Munich portent son nom ; en Italie, elle est rappelée dans une rue de Polizzi Generosa, la ville natale de Borgese, dont elle est devenue citoyenne d'honneur en 1999 lorsqu'elle s'y est rendue en visite officielle.
Traduzione inglese
Syd Stapleton
If today the dangers that threaten our planet – and the pandemic we’re living through is one of them - are spreading the idea on a mass level that we must seriously begin to think and operate in global terms, seventy-eighty years ago this opinion was a contribution of small groups of intellectuals. Among them, Elisabeth Mann was a prominent personality. Trained musician, political scientist, science fiction writer, feminist, and great expert in maritime law, she was a woman of vast and multiple interests. But today she is remembered above all as an environmentalist, specialized in the understanding and protection of the marine environment - so much so that she is has been called "the mother of the oceans". She was born in Germany, but felt like a citizen of the world. It seems almost symbolic that, having lost her German nationality during the Nazi era due to her Jewish ancestry, she first assumed Czechoslovakian citizenship, then that of the United States, and finally that of Canada. Elisabeth Mann was born in Munich in 1918 to Thomas Mann, a very well-known writer and Nobel Prize winner for literature in 1929, and to Katia Pringsheim, daughter of Alfred Pringsheim, a famous mathematician. Elizabeth was also a granddaughter of Hedwig Dome, a writer, radical activist and uncompromising pacifist who supported women's rights in Germany.
She lived her childhood in Munich, but at fifteen she had to leave Germany, where Hitler came to power, and move to Zurich, Switzerland, with her father, mother, two sisters, Erika and Monika, and three brothers, Klaus, Golo and Michael. She was the penultimate of Thomas and Katia's numerous children. In Zurich Elisabeth studied piano and cello at the Conservatory, and in 1938 she graduated. In the same year, the Mann family, having obtained Czechoslovakian citizenship before the country was annexed to the Reich, left for the United States. Shortly after arriving there, the young Elisabeth, who had been fascinated by Giuseppe Antonio Borgese after reading one of his books, had the opportunity to personally him. Borgese, an Italian writer and literary critic, had spoken publicly against fascism. Elizabeth married him, despite the 36 years of difference in their ages. The couple settled in Chicago, where Professor Borgese taught Italian literature at the University of Chicago. Their two daughters, Angelica and Dominica, were born in the 1940s. In 1952 Elisabeth moved with her family to live in Fiesol, Italy, but a few months later Borgese suddenly died. She stayed in Fiesole, dedicated herself to her daughters and wrote science fiction stories. In 1960 she published a collection titled To Whom It May Concern, imagining a dystopian and disturbing world where human beings lose control of their own technological inventions. In 1963 she published a feminist essay, The Ascent of Woman, in which she foreshadowed a reality where men and women have the same rights and the same opportunities.
In 1964 she returned to the United States where, starting in 1967, she began to deal with maritime law, working together with Wolfgang Friedman and Arvad Pardo, ambassador of Malta to the United States. In 1968, together with the Scottish chemist Alexander King and the Italian business exectutive and entrepreneur Aurelio Peccei, she founded the Club of Rome, which in 1972 had a worldwide impact with the publication of the famous report entitled The Limits to Growth. In 1970, now considered an authority in the field of maritime law, she organized the international conference Pacem in Maribus in Malta. The event - the title recalls in a suggestive way, and not by chance, the encyclical issued a few years earlier by Pope John XXIII - was the first of a long series of events on the theme of the oceans as places capable of connecting humanity and of conveying peace and collaboration between peoples. Two years later, Elisabeth Mann, founded the International Ocean Institute (IOI), then contributed to the drafting of the United Nations Convention on the Law of the Sea and to the establishment of the International Tribunal for the Law of the Sea, which is based in Hamburg. In the 1970s she also began to publish a series of essays on ocean management, on the common resources of humanity (water, air, soil, energy), and on sustainable development, all of which are very relevant today, even after 50 years. In 1979 she moved to Canada, with a one-year academic contract at Dalhousie University in Halifax, Nova Scotia. Later she chose to settle permanently in Nova Scotia, where she continued her academic career. Nova Scotia became for her a sort of adoptive homeland, and the beautiful view of it that she enjoyed from her home in Sambro Head, facing the ocean, gave her inspiration for her work. She obtained Canadian citizenship and, in 1988 the high honor of the Order of Canada. Describing the reasons for her selection, the jury spoke of her this way: «…a true citizen of the world, she has been involved in a series of global issues and has been a trusted spokesperson and defender of the rights of Third World countries [...] she is recognized as an authority on matters of maritime law and is respected for her undisputed knowledge, her exceptional leadership skills and her commitment to a better future for all.»
She died suddenly in February 2002 at 83 years of age, during a ski week in St. Moritz, a place that had always been dear to her, close to where her father had set his celebrated novel, The Magic Mountain. A large number of her works - articles, essays, plays, and short stories - are now preserved in the library of the University of Halifax, where she had worked. They testify to her tireless efforts to bring into reality the ideal world that she had always had in mind. An exhibition on her work was organized and shown in 2012 in Lübeck, the city on the Baltic Sea where her father was born, and then shown following year in Berlin and Kiel. In Germany, a research ship and a street in Munich are named after her. In Italy she is remembered with the name of a street in the city of the birth of Borgese, Polizzi Generosa, of which she became an honorary citizen in 1999 when she was there on an official visit.
Traduzione spagnola
Flavia Palumbo
Si hoy en día los peligros que amenazan a nuestro planeta (la pandemia que vivimos sigue estando entre estos) están difundiendo a nivel masivo la idea de que debemos comenzar a pensar y actuar seriamente en términos globales, hace setenta-ochenta años esta opinión pertenecía solo a pequeños grupos de intelectuales. Entre estos, destaca la personalidad de Elisabeth Mann. Música de formación, politóloga, escritora de ciencia ficción, feminista, gran experta de derecho marítimo, fue una mujer con múltiples y variados intereses, pero hoy la recordamos sobre todo como ambientalista, especializada en el conocimiento y en la salvaguardia del medio ambiente marino, tanto que la llamaron “la madre de los océanos”. Nació en Alemania, pero ella se sentía una ciudadana del mundo: parece un hecho simbólico que, perdida la nacionalidad alemana durante el nazismo debido a su origen judío, adquiriera primero la nacionalidad checoslovaca, luego la estadounidense y por último la canadiense. Elisabeth Mann nació en 1918 en Múnich hija de Thomas, conocido escritor y Premio Nobel de literatura en 1929, y Katia Pringsheim, hija de Alfred Pringsheim, famosa matemática, y nieta de Hedwig Dome, escritora, activista radical defensora de los derechos de la mujer en Alemania y pacifista intransigente.
Vivió su infancia en Múnich, pero con dieciséis años tuvo que dejar Alemania ya que Hitler consiguió el poder y se mudó a Suiza, en Zúrich, junto con su padre, su madre, sus dos hermanas Erika y Mónica y los tres hermanos Klaus, Golo y Michael. Era la penúltima de los numerosos hijos de Thomas y Katia. En Zúrich, Elisabeth estudió piano y violonchelo en el Conservatorio y en 1939 se diplomó. El mismo año, la familia Mann, que había obtenido la ciudadanía checoslovaca antes de que el país fuera anexado al Reich, partió para Estados Unidos. Aquí, tiempo después, la joven Elisabeth, fascinada por Giuseppe Antonio Borgese leyendo un libro suyo, tuvo la posibilidad de conocer personalmente al autor, un escritor y crítico literario italiano que se había expresado públicamente en contra del fascismo, y se casó con él a pesar de que entre ellos hubiera nada menos que 36 años de diferencia. La pareja se estableció en Chicago, donde el profesor Borgese daba clases de literatura italiana en la Universidad. En los años 40, nacieron las dos hijas Angélica y Dominica. En el 52, Elisabeth se fue a vivir a Italia con su familia, en Fiesole, pero unos meses después Borgese murió repentinamente. Ella se quedó en Fiesole, donde se dedicó a la familia y escribió relatos de ciencia ficción (en 1960 publicó una colección titulada To Whom It May Concern) en los que imagina un mundo distópico y perturbador donde los seres humanos pierden el control de sus mismas invenciones tecnológicas. En 1963 publicó un ensayo feminista, The Ascent of Woman, en el que prefigura una realidad donde hombres y mujeres tienen los mismos derechos y las mismas posibilidades.
En 1964 volvió a Estados Unidos donde, desde 1967, empezó a interesarse por el derecho marítimo, trabajando junto a Wolfgang Friedman y Arvad Pardo, embajador de Malta en EE.UU. En 1968, junto con el químico escocés Alexander King y el manager empresario italiano Aurelio Peccei, fundó el Club de Roma, que en 1972 tendría una repercusión mundial por la publicación del famoso informe titulado Los límites del desarrollo. En 1970, considerada una autoridad en el campo del derecho marítimo, organizó en Malta la conferencia internacional Pacem in maribus. El evento, cuyo título recuerda de manera sugestiva la encíclica de unos años antes de Juan XXIII, fue el primero de una larga serie en los que se abordaba el tema de los océanos como lugares capaces de conectar a toda la humanidad y vehicular la paz y la colaboración entre los pueblos. Dos años después, Elisabeth Mann fundó el International Ocean Institute (IOI), contribuyendo a la creación de la Convención de las Naciones Unidas sobre el Derecho del Mar y al establecimiento del Tribunal Internacional del Derecho del Mar, con sede en Hamburgo. En los años 70, empezó también a publicar una serie de ensayos acerca de la gestión de los océanos, sobre los bienes en común de la humanidad (agua, aire, tierra, energía) y sobre el desarrollo sostenible, todos ellos temas de gran actualidad hoy en día, 50 años más tarde. En 1979 se mudó a Canadá gracias a beca para estudiar un año en la Dalhousie University de Halifax, en Nueva Escocia, pero luego eligió quedarse definitivamente en aquel país donde seguiría con su carrera académica. Nueva Escocia se convirtió en una especie de patria adoptiva para ella y la hermosa vista desde su hogar en Sambro Head, delante del Océano, le ofrecía la inspiración para su trabajo. También obtuvo la nacionalidad canadiense y, en 1988, el alto honor de la Orden del Canadá. El jurado, en las motivaciones, la define de este modo: <>.
Murió repentinamente en Febrero de 2002 con 83 años, durante una semana de vacaciones de invierno en St. Moritz, un sitio que fue siempre muy entrañable para ella, cerca de aquel en el que su padre había ambientado La montaña encantada. Una gran cantidad de documentos, guardados en la biblioteca de la Universidad de Halifax donde trabajó (artículos, ensayos, obras de teatro, cuentos), es testigo de una actividad imparable para hacer realidad aquel mundo ideal con el que desde siempre había soñado. En 2012 se organizó una exposición sobre su trabajo en Lubecca, la ciudad sobre el Mar Báltico donde nació su padre, y al año siguiente en Berlín y Kiel. En Alemania, llevan su nombre un barco de investigación y una calle en Múnich; en Italia se recuerda con una calle en Polizzi Generosa (Sicilia), ciudad donde nació Borgese y donde ella se convirtió en ciudadana de honor en 1999 cuando fue en una visita oficial.