Ildegarda di Bingen
Milena Gammaitoni



Martina Zinni

 

 Hildegard von Bingen, santa Ildegarda di Bingen, nacque nel 1098 a Bermersheim, nell’Assia-Renana, prima che i crociati occupassero Gerusalemme. Fu badessa benedettina, mistica e profetessa, ma anche cosmologa, guaritrice, linguista, naturalista, filosofa e probabilmente la prima musicista e compositrice nella storia cristiana. La musica è il corpo e l’anima dell’essere umano, un’allegoria dinamica, scrive nel cuore del Medioevo l’ottantenne Ildegarda di Bingen, la quale racconta di comporre canzoni e melodie in onore di Dio e dei Santi senza aver ricevuto alcun insegnamento: «E dato che a volte, ascoltando una melodia, un essere umano spesso sospira, e geme, circondandosi della natura dell’armonia celeste, il profeta Davide, considerando sottilmente la profonda natura dello spirito, e sapendo che l’anima dell’uomo è sinfonica (Symphonialis), ci esorta nel suo salmo a proclamare il Signore sul liuto e a suonare per lui sulla cetra a dieci corde: egli desidera riferire il liuto, che suona più basso, al controllo del corpo; la cetra, che suona più alto, all’intenzione dello spirito; le dieci corde, al compimento della Legge» (Sabina Flanagan, Ildegarda di Bingen. Vita di una profetessa, Le Lettere, Firenze, 1991).

Ildegarda aveva appena scritto la Sinfonia dell’armonia delle rivelazioni celesti frutto e fonte della personale concezione filosofica della musica. La musica non è solo musica mundana, ma strumento, espressione e comprensione della storia (Adamo e Lucifero, i profeti dell’Antico Testamento, la Chiesa del Nuovo Testamento), un modus grazie al quale gli esseri umaani possono ancora incarnare la divina beltà sulla terra. L’anima è sinfonica, e ogni sinfonia di voci e strumenti sulla terra, che sia diretta verso il cielo, è un modo per reintegrarsi, per ridare nuovamente vita alla perduta condizione paradisiaca delle creature. La Symphonia è materiale e immateriale perché le voci sono umane e gli strumenti costruiti e suonati da donne e uomini terrestri, non solo da angeli. La musica terrena viene dalla terra, tuttavia non è legata alla terra, per questo la/il musicista e chi ascolta la musica sopravviveranno. Ildegarda intrattiene fitti rapporti epistolari con papi e re, dei quali assurge a consigliera spirituale; attende l’età adulta per intraprendere la scrittura di opere musicali, di trattati religiosi e filosofici, per dissertare di medicina e di botanica. È convinta della corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo; nei suoi scritti troviamo la Sapienza che crea il mondo pervadendolo, e la Caritas, che rivela come tutta la creazione sia teofania e assuma sembianze femminili, esprimendosi con il linguaggio del Cantico dei Cantici e dichiarandosi «sposa e amante del Signore innamorata e raccolta nell’amplesso divino». Quella di Ildegarda è pertanto una mentalità fortemente simbolica, che riconduce ogni realtà a un significato recondito che va ben oltre il suo contenuto immediato: ogni cosa è figura di altro, dai numeri ai colori, dagli animali ai metalli. All’età di 38 anni prende i voti nel Monastero benedettino, dove era stata portata fin da bambina. La sua istruzione era iniziata con la recita quotidiana del Salterio, ora impara a suonare l’omonimo strumento, ma apprende una conoscenza passiva della lingua, prettamente orale, insufficiente per scrivere di teologia, ambito che per una donna rappresentava di per sé un passo temerario.

Ildegarda aveva confidato le sue visioni alla badessa Jutta e in seguito a san Bernardo, con cui iniziò un fitto scambio epistolare e che si fece sicuramente promotore della veridicità di Ildegarda con il papa Eugenio III. Così diviene profetessa, acquista sicurezza, scelta da Federico Barbarossa come sua consigliera arriva ad ammonirlo per richiamarlo a una condotta principesca e, quando l'imperatore nominò per la seconda volta l’antipapa, Ildegarda gli inviò un feroce «velut parvalum et velut insane vivente». Nella sua musica ricrea sulla terra l’armonia perduta e prefigura quella della fine dei tempi. Oltre alle opere di carattere mistico, molto apprezzate da san Bernardo, che la definì «la diletta figlia in Cristo», scrisse numerose prediche che, spesso, evento raro di quei tempi per una donna, teneva non in chiesa ma davanti al popolo. Osservatrice della natura, scienziata e medica, coltivava erbe medicinali nell’orto del monastero, raccoglieva nei boschi le erbe più rare, osservava i decorsi delle malattie delle sorelle, visitava e curava le persone inferme e le partorienti nelle terre di Bingen. Nel 1169 pare che sia stata protagonista di un esorcismo su una nobildonna, Sigewize, ricoverata nel suo convento dopo che altri monaci non erano approdati a nulla: nel rito da lei personalmente condotto – cosa del tutto inusuale per una donna – volle tuttavia la presenza di sette sacerdoti. Ildegarda aveva appena finito di scrivere, dopo dieci anni di lavoro, la sua prima opera: Scivias (Scito vias Domini, Conosci le vie del Signore), in cui descrisse le visioni dell’infanzia e quelle seguenti, terminando la terza parte con un finale musicato: Ordo Virtutum (Il dramma delle Virtù). Nonostante il tempo e la fatica impiegata nell’amministrazione del Monastero, Ildegarda continua a comporre musica e scrive altri due libri medico-scientifici, meno impegnativi del primo, Physica e Causae et curae, dedicandosi anche alla creazione di un alfabeto alternativo: Lingua ignota, e ad una delle sue ultime più importanti opere sull'esperienza della natura umana, Liber vitae meritorum, scritto nel 1163. Mentre era impegnata nella storia naturale e nella medicina compose settanta canti che, insieme al suo dramma musicato, Ordo Virtutum, formarono la Symphonia (interdetta, forse per la forma dialogica), definita dai posteri come la prima morality play tramandataci. Ildegarda sviluppò dunque idee avanzate sulla musica, proponendo la musica strumentale come parte integrante del canto umano che per gli antichi padri era l’unica musica legittima.

Il manoscritto più antico risale al periodo 1170-1180 e probabilmente contiene canti composti durante l’intera sua produzione musicale; sono antifone, responsori, sequenze, inni, che venivano usati nella recita dell’Opus Dei o nella celebrazione della messa. I canti sono disposti in base ai loro soggetti in ordine gerarchico, con Dio alla sommità, e ruotano tutti intorno al mistero dell’Incarnazione del Figlio. La linea melodica è unica, tipica del Canto Gregoriano, ma l’originalità è caratterizzata dal ritmo irregolare, con un’enfasi non convenzionale, combinando testo e musica con risultati di grande effetto. La sua teologia è ricca di simboli femminili, Maria ed Eva fondano la salvezza umana, Amore è anima mundi e terza persona della Trinità, mentre la Sapienza è la veste della creazione, incarna il mistero divino, ed entrambe sono immaginate come donne. Il Monastero femminile fondato da Ildegarda, pur se relativamente autonomo, fu uno spazio straordinario che le permise di far cultura. Quando ormai era ritenuta un’autorità all'interno della Chiesa, papa Eugenio III, nel 1147, lesse alcuni dei suoi scritti durante il sinodo di Treviri. La non convenzionalità e l’eccezionalità di questa badessa si scoprono nella pratica di vita: rischiando la scomunica per aver seppellito nel territorio monastico un uomo scomunicato, Ildegarda non demorde, il defunto sembra infatti appartenere a una casata che devolve denaro al suo Monastero. Nella nostra epoca in cui ogni attività (economica e culturale) ha segretarie, una badessa che viveva nel pieno Medioevo aveva tre segretari con i quali stabilì rapporti di profonda amicizia e rispetto. Ildegarda settantacinquenne visita un grande numero di monasteri in Svezia. Ella vedeva, scrive lo storico Peter Dronke, le risposte a problemi, ciò implicava che non dovesse omaggiare alcuna delle soluzioni canoniche. La studiosa Sabina Flanagan riferisce che fece di necessità virtù, rifiutando ciò che sapeva di non poter ottenere; percepire la propria conoscenza primariamente come una serie di visioni rese questa interpretazione della sua fonte più inconfutabile.

Papa Giovanni Paolo II in una lettera per l'ottocentesimo anniversario della sua morte, salutò in Ildegarda la «profetessa della Germania», la donna «che non esitò a uscire dal convento per incontrare, intrepida interlocutrice, vescovi, autorità civili e lo stesso imperatore, Federico Barbarossa». E al genio di Ildegarda farà ancora cenno nell'enciclica sulla dignità femminile Mulieris Dignitatem. Nel 2012 papa Bendetto XVI proclama santa Ildegarda di Bingen Dottora della Chiesa. Il processo di canonizzazione fu avviato dapapa Gregorio IX una cinquantina di anni dopo la sua morte. È considerata la protettrice degli esperantisti. La sua memoria liturgica cade il 17 settembre, anniversario della morte (dies natalis). Tale giorno, secondo la tradizione, sarebbe stato "predetto" dalla santa a seguito di una delle sue ultime visioni. Il significato del suo nome, protettrice delle battaglie, fece della sua religiosità un'arma per una battaglia da condurre per tutta la vita: scuotere gli animi e le coscienze del proprio tempo.

 

Traduzione francese

 

Hildegard von Bingen, sainte Hildegarde de Bingen, née en 1098 à Bermersheim, en Hesse-Rhénanie, avant que les croisés occupent Jérusalem. Elle fut abbesse bénédictine, mystique et prophétesse, mais aussi cosmologue, guérisseuse, linguiste, naturaliste, philosophe et probablement la première musicienne et compositrice de l’histoire chrétienne. La musique est le corps et l’âme de l’être humain, une allégorie dynamique, écrit au cœur du Moyen ge Hildegarde de Bingen, âgé de 80 ans, qui raconte composer des chansons et des mélodies en l’honneur de Dieu et des Saints sans avoir reçu d’enseignement : «Et étant donné que parfois, en écoutant une mélodie, un être humain soupire et gémit souvent, s’entourant de la nature de l’harmonie céleste, le prophète David, considérant subtilement la nature profonde de l’esprit, et sachant que l’âme de l’homme est symphonique (Symphonialis), nous exhorte dans son psaume à proclamer le Seigneur sur le luth et à jouer pour lui sur la cithare à dix cordes : il désire rapporter le luth, qui sonne plus bas, au contrôle du corps; la cithare, qui joue plus haut, à l’intention de l’esprit; les dix cordes, à l’accomplissement de la Loi» (Sabina Flanagan, Hildegarde de Bingen. Vie d’une prophétesse, Les Lettres, Florence, 1991).

Hildegarde venait d’écrire la Symphonie de l’harmonie des révélations célestes fruit et source de la conception philosophique personnelle de la musique. La musique n’est pas seulement de la musique mundane, mais un instrument, une expression et une compréhension de l’histoire (Adam et Lucifer, les prophètes de l’Ancien Testament, l’Église du Nouveau Testament), un modus par lequel les êtres humains peuvent encore incarner la beauté divine sur terre. L’âme est symphonique, et toute symphonie de voix et d’instruments sur la terre, dirigée vers le ciel, est un moyen de se réintégrer, de redonner vie à la condition paradisiaque perdue des créatures. La Symphonie est matérielle et immatérielle parce que les voix sont humaines et les instruments construits et joués par les femmes et les hommes terrestres, pas seulement par les anges. La musique terrestre vient de la terre, mais elle n’est pas liée à la terre, c’est pourquoi le/la musicien(ne) et ceux qui écoutent la musique survivront. Hildegarde entretient très peu de relations épistolaires avec les papes et les rois, dont elle devient conseillère spirituelle ; elle attend l’âge adulte pour entreprendre l’écriture d’œuvres musicales, de traités religieux et philosophiques, pour disserter de médecine et de botanique. Elle est convaincue de la correspondance entre macrocosme et microcosme; dans ses écrits, nous trouvons la Sagesse qui créa le monde en l’envahissant, et la Caritas, qui révèle comment toute la création est théophanie et prend l’apparence féminine, en s’exprimant dans le langage du Cantique des Cantiques et en se déclarant « épouse et amoureuse du Seigneur amoureuse et recueillie dans l’amplesse divin ». Celle d’Hildegarde est donc une mentalité fortement symbolique, qui ramène toute réalité à une signification cachée qui va bien au-delà de son contenu immédiat : tout est figure d’autre chose, des nombres aux couleurs, des animaux aux métaux. À l’âge de 38 ans, elle prononce ses vœux au monastère bénédictin, où elle a été portée dès son plus jeune âge. Son instruction avait commencé avec la récitation quotidienne du Psautier, maintenant il apprend à jouer de l’instrument du même nom, mais elle apprend une connaissance passive de la langue, purement orale, insuffisante pour écrire en théologie, un domaine qui en soi représentait un pas téméraire pour une femme.

Hildegarde avait confié ses visions à l’abbesse Jutta et plus tard à saint Bernard, avec qui il commença un échange épistolaire dense et qui se fit certainement promoteur de la véracité d’Hildegarde avec le pape Eugène III. Ainsi, elle devient prophétesse, gagne en sécurité, choisie par Frédéric Barberousse comme sa conseillère, elle arrive à le réprimander pour le rappeler à une conduite princière et, lorsque l’empereur nomma pour la deuxième fois l’antipape, Hildegarde lui envoya un féroce «velut parvalum et velut insane vivant». Dans sa musique, il recrée sur terre l’harmonie perdue et préfigure celle de la fin des temps. En plus des œuvres de caractère mystique, très appréciées par saint Bernard, qui la définissait « la fille bien-aimée dans le Christ », elle écrivit de nombreux sermons qu’elle tenait souvent, rare à l’époque pour une femme, non dans l’église mais devant le peuple. Observatrice de la nature, scientifique et médecin, elle cultivait des herbes médicinales dans le jardin du monastère, cueillait dans les bois les herbes les plus rares, observait les décors des maladies des sœurs, visitait et soignait les personnes infirmes et les parturientes sur les terres de Bingen. En 1169, il semble qu’elle ait été l’objet d’un exorcisme sur une noble femme, Sigewize, hospitalisée dans son couvent après que d’autres moines n’aient rien obtenu : dans le rite que vous avez personnellement conduit - ce qui est tout à fait inhabituel pour une femme - vous vouliez cependant la présence de sept prêtres. Hildegarde venait de finir d’écrire, après dix ans de travail, son premier ouvrage : Scivias (Scito vias Domini, Connais les voies du Seigneur), dans lequel il décrivit les visions de l’enfance et celles suivantes, terminant la troisième partie par un final mis en musique : Ordo Virtutum (Le drame des Vertus). Malgré le temps et les efforts consacrés à l’administration du monastère, Hildegarde continue à composer de la musique et écrit deux autres livres médico-scientifiques, moins exigeants que le premier, Physica et Causae et curae, se consacrant également à la création d’un alphabet alternatif : Langue inconnue, et à l’un de ses derniers travaux les plus importants sur l’expérience de la nature humaine, Liber vitae meritorum, écrit en 1163. Alors qu’elle était engagée dans l’histoire naturelle et la médecine, elle composa soixante-dix chants qui, avec son drame musical, Ordo Virtutum, formèrent la Symphonia (interdetta, peut-être pour la forme dialogique), définie par la postérité comme la première Morality play transmise. Hildegarde développa donc des idées avancées sur la musique, en proposant la musique instrumentale comme partie intégrante du chant humain qui pour les anciens pères était la seule musique légitime.

Le plus ancien manuscrit remonte à la période 1170-1180 et contient probablement des chants composés tout au long de sa production musicale; ce sont des antiennes, des répondeurs, des séquences, des hymnes, qui étaient utilisés dans la récitation de l’Opus Dei ou dans la célébration de la messe. Les chants sont disposés en fonction de leurs sujets dans l’ordre hiérarchique, avec Dieu au sommet, et ils tournent tous autour du mystère de l’Incarnation du Fils. La ligne mélodique est unique, typique du chant grégorien, mais l’originalité est caractérisée par le rythme irrégulier, avec une accentuation non conventionnelle, combinant le texte et la musique avec des résultats de grand effet. Sa théologie est riche de symboles féminins, Marie et Ève fondent le salut humain, Amour est anima mundi et troisième personne de la Trinité, tandis que la Sagesse est le vêtement de la création, incarne le mystère divin, et les deux sont imaginés comme des femmes. Le Monastère féminin fondé par Hildegarde, bien que relativement autonome, fut un espace extraordinaire qui lui permit de faire culture. Lorsqu’elle était désormais considérée comme une autorité au sein de l’Église, le pape Eugène III, en 1147, lut certains de ses écrits pendant le synode de Trèves. Le caractère non-conventionnel et l’exceptionnalité de cette abbesse se découvrent dans la pratique de la vie : risquant l’excommunication pour avoir enterré dans le territoire monastique un homme excommunié, Hildegarde ne démord pas, Le défunt semble en effet appartenir à une maison qui donne de l’argent à son monastère. À notre époque où chaque activité (économique et culturelle) a des secrétaires, une abbesse qui vivait au Moyen ge avait trois secrétaires avec lesquels elle a établi des relations de profonde amitié et de respect. Ildegarda 75 ans visite un grand nombre de monastères en Suède. Elle voyait, écrit l’historien Peter Dronke, les réponses à des problèmes, ce qui impliquait qu’elle ne devait rendre hommage à aucune des solutions canoniques. La chercheuse Sabina Flanagan rapporte qu’elle a fait de nécessité vertu, en refusant ce qu’elle savait ne pas pouvoir obtenir; percevoir sa connaissance d’abord comme une série de visions a rendu cette interprétation de sa source plus irréfutable.

Dans une lettre pour le huit centième anniversaire de sa mort, le pape Jean-Paul II salua en Hildegarde la « prophétesse de l’Allemagne », la femme «qui n’hésita pas à sortir du couvent pour rencontrer, intrépide interlocutrice, évêques, autorités civiles et le même empereur, Frédéric Barberousse». Et il fera encore allusion au génie d’Hildegarde dans l’encyclique sur la dignité féminine Mulieris Dignitatem. En 2012, le pape Bendetto XVI proclame sainte Hildegarde de Bingen Dottora de l’Église. Le processus de canonisation fut entamé par Grégoire IX une cinquantaine d’années après sa mort. Elle est considérée comme la protectrice des espérantophones. Sa mémoire liturgique tombe le 17 septembre, anniversaire de sa mort (dies natalis). Ce jour, selon la tradition, aurait été "prédit" par la sainte à la suite d’une de ses dernières visions. La signification de son nom, protectrice des batailles, fit de sa religiosité une arme pour une bataille à mener toute sa vie : secouer les esprits et les consciences de son temps.

 

Traduzione inglese

 

Hildegard von Bingen, Saint Hildegard of Bingen, was born in 1098 in Bermersheim, in Rhine-Hesse, before the Crusaders occupied Jerusalem. She was a Benedictine abbess, mystic and prophetess, but also a cosmologist, healer, linguist, naturalist, philosopher and perhaps the first female musician and composer in Christian history. Music is the body and soul of man, a dynamic allegory, wrote the eighty-year-old Hildegard of Bingen in the heart of the Middle Ages, who told of composing songs and melodies in honor of God and the Saints without having received any education in music. "And since sometimes, hearing a melody, a human being often sighs, and groans, becoming surrounded with the nature of celestial harmony, the Prophet David, subtly considering the deep nature of the spirit, and knowing that the soul of man is symphonic (Symphonialis), exhorts us in his psalm to proclaim the Lord on the lute and to play for him on the ten-stringed zither: he wishes to refer the lute, which plays lower, to body control; the zither, which sounds higher, to the intention of the spirit; the ten strings, to the fulfillment of the Law "(Sabina Flanagan, Hildegard of Bingen, Life of a Prophetess, Le Lettere, Florence, 1991).

Hildegard had just written the Symphony of the harmony of celestial revelations, fruit and fount of her personal philosophical conception of music. Music is not only mundane, worldly music, but an instrument, an expression and an understanding of history (Adam and Lucifer, the prophets of the Old Testament, the Church of the New Testament), a modus thanks to which humans can still embody divine beauty on earth. The human soul is symphonic, and every symphony of voices and instruments on earth, which is directed towards the heavens, is a way to reintegrate oneself, to give new life to the lost paradisical condition of man. The Symphonia is material and immaterial because the voices are human and the instruments built and played by earthly men, not just by angels. Earthly music comes from the earth, however it is not tied to the earth, so the musician and whoever listens to the music will survive. Hildegard maintained an active correspondence with Popes and Kings, of whom she became a spiritual advisor. She waited until adulthood to undertake the writing of musical works, religious and philosophical treatises, and to discuss medicine and botany. Hildegard was convinced of the close relationship between macrocosm and microcosm. In her writings, the Wisdom that creates the world pervades it, and the Caritas, reveals how all creation is theophany and takes on feminine features. Expressing herself with the language of the Canticle of Canticles she declares herself "bride and lover of the Lord, in love and gathered in the divine embrace." Hildegard's mentality is therefore strongly symbolic, which leads every reality to a hidden meaning that goes far beyond its immediate context: everything is a figure of something else, from numbers to colors, from animals to metals. At the age of 38 Hildegard took her vows in the Benedictine Monastery, where she had been since she was a child. Her education had begun with the daily recitation of the Psalter, she learned to play the instrument of the same name, but she learned only a passive knowledge of the language, purely oral, insufficient to write about theology, which for a woman would in itself be a daring step.

Hildegard had confided her visions to her abbess, Jutta, and later to St. Bernard, with whom she began a dense exchange of letters, and who certainly promoted the veracity of Hildegard with Pope Eugene III. Thus, Hildegard became a prophetess, acquired confidence, and, chosen by Frederick Barbarossa as his counselor, came to admonish him, to call him to princely conduct, and when Barbarossa appointed the antipope for the second time, Hildegard sent him a fierce "velut parvalum et velut insane vivente". In her music she recreates on earth the lost harmony and prefigures that of the end of time. In addition to the mystical works, much appreciated by St. Bernard, who called her the beloved daughter in Christ, she wrote many sermons, which often, a rare event in those times for a woman, she gave not in a church but in front an assembly of the people. An observer of nature, scientist and healer, she cultivated medicinal herbs in the garden of the monastery, collected the rarest herbs in the woods, observed the course of the illnesses of her sisters, visited and cured the sick, and cared for pregnant women in the lands of Bingen. In 1169 it seems that she was the protagonist of an exorcism of a noble woman, Sigewize, whom she brought to recovery in her convent, after other monks had failed. In the rite she personally conducted - something quite unusual for a woman – the presence of seven priests was also required. After ten years of work, Hildegard finished writing her first work Scivias (Scito vias Domini, Know the Ways of the Lord), in which she described the first visions of her childhood and those that followed, ending the third part with a musical finale - Ordo Virtutum (The Drama of the Virtues). Despite the time and effort devoted to the administration of the Monastery, Hildegard continued to compose music and wrote two other medical-scientific books, less demanding than the first, Physica and Causae et curae, devoting herself also to the creation of an alternative alphabet, Lingua ignota; and to one of her last most important works, on the experience of human nature, Liber vitae meritorum, written in 1163. While devoting herself to natural history and medicine she composed seventy chants, which, together with her musical drama, Ordo Virtutum formed the Symphonia (forbidden, perhaps because of its presentation as a dialog), described by later writers as the first morality play handed down to us. Hildegard developed advanced ideas about music, proposing instrumental music as an integral part of human song, which for the ancient fathers was the only legitimate music.

Her oldest manuscript dates from 1170-1180 and probably contains hymns composed during Hildegard's entire musical output; they are antiphons, responsories, sequences, and hymns, which were used in the recitation of the Opus Dei or in the celebration of Mass. The hymns are arranged according to their subjects, in hierarchical order, with God at the top, and they all revolve around the mystery of the Incarnation of the Son. The melodic line is unique, typical of Gregorian Chants, but the originality is displayed in irregular rhythms, with an unconventional emphasis, combining text and music with impressive results. Its theology is rich in feminine symbols, Mary and Eve found human salvation, Love is the anima mundi and third person of the Trinity, Wisdom is the robe of creation, sheathing the divine mystery, and both Love and Wisdom are portrayed as women. The women's monastery founded by Hildegard, though relatively autonomous, was an extraordinary space that allowed her to create a culture. By then she was considered an authority within the Church, and Pope Eugene III, in 1147, read some of her writings during the synod of Trier. The unconventionality and the uniqueness of this abbess are displayed in the practice of her life. She risked excommunication for having buried an excommunicated man in the monastic cemetery, but Hildegard did not give up, the deceased man apparently belonged to a family that donated money to her Monastery. In our era every activity (economic and cultural) seems to have secretaries. Hildegard, an abbess living in the Middle Ages, had three secretaries, with whom she established relationships of profound friendship and respect. At seventy-five years old, Hildegard visited a large number of monasteries in Sweden. She saw, writes historian Peter Dronke, answers to problems, and implied that she did not have to pay homage to any of the canonical solutions. Hildegard, writes one of her scholars, Sabina Flanagan, made a virtue of necessity, rejecting what she knew she could not obtain. Perceiving her own knowledge primarily as a series of visions made her interpretations, from such sources, more irrefutable.

Pope John Paul II, in a letter on the 800th anniversary of her death, hailed Hildegard as the "prophetess of Germany," the woman "who did not hesitate to leave her convent to meet, as an intrepid interlocutor, bishops, civil authorities, and the emperor himself (Frederick Barbarossa)." And Hildegard's genius was mentioned in the encyclical on female dignity Mulieris Dignitatem. In 2012 Pope Benedict XVI proclaimed St. Hildegard of Bingen a Doctor of the Church. Her liturgical memorial falls on September 17, the day of her death (dies natalis). According to tradition, this day was "foretold" by the saint following one of her last visions. The meaning of her name, patroness of battles, made of her religiousness a weapon for a battle to be conducted throughout her life: to shake the minds and consciences of her time.

 

Traduzione spagnola
Federica Agosta

 

Hildegard von Bingen, santa Hildegarda de Bingen, nació en 1098 en Bermersheim, en el Hessen renano, antes de que los cruzados ocuparan Jerusalem. Fue abadesa benedictina, mística y profetisa, pero también cosmóloga, sanadora, lingüista, naturalista, filósofa y probablemente la primera música y compositora de la historia cristiana. «La música representa el cuerpo y el alma del ser humano, es una alegoría dinámica», escribe en medio de la Edad Media la octogenaria Hildegarda de Bingen, la cual narra que compone canciones y melodías en honor a Dios y los Santos sin haber recibido ninguna enseñanza: «Puesto que a veces, escuchando una melodía, un ser humano a menudo suspira, y gime, rodeándose de la naturaleza de la armonía celestial, el profeta David, considerando sutilmente la profunda naturaleza del espíritu, y sabiendo que el alma del ser humano es sinfónica (Symphonialis), nos exhorta, en su salmo, a proclamar al Señor con el laúd y a tocar para Él la cítara de diez cuerdas: él desea asociar el laúd, que suena más bajo, al control del cuerpo; la cítara, que suena más alto, a la intención del espíritu; las diez cuerdas, al cumplimiento de la Ley» (Sabina Flanagan, Ildegarda di Bingen. Vita di una profetessa, Le Lettere, Florencia, 1991).

Hildegarda acababa de escribir la Sinfonia de la armonia de las revelaciones celestes (Symphonia armonie celestium revelationem) fruto y fuente de su personal concepción filosófica de la música. La música no es solamente música mundana, sino instrumento, expresión y comprensión de la historia (Adán y Lucifer, los profetas del Antiguo Testamento, la Iglesia del Nuevo Testamento), un modus gracias al cual los seres humanos todavía pueden encarnar la divina beldad en tierra. El alma es sinfónica, y cada sinfonía de voces e instrumentos en la tierra, dirigida al cielo, es una forma de volver a integrarse, de dar nuevamente vida a la perdida condición paradisíaca de las criaturas. La Symphonia es material e inmanterial porque las voces son humanas y los instrumentos son construidos y tocados por mujeres y hombres terrenales, no solo por los ángeles. La música terrenal viene de la tierra, sin embargo no está vinculada a esta última, razón por la cual músicos/as y oyentes sobrevivirán. Hildegarda mantiene una densa correspondencia con Papas y Reyes, de los cuales llega a ser consejera espiritual; espera la edad adulta para emprender la escritura de obras musicales, de tratados religiosos y filosóficos, así como disertar de medicina y de botánica. Cree firmemente en la correspondencia entre macrocosmos y microcosmos; en sus escritos se hallan la Sapiencia, que genera el mundo impregnándolo, y la Caridad, que revela como toda la creación es una teofanía que asume apariencia femenina, expresándose con el lenguaje del Cantar de los cantares y declarándose «esposa y amante del Señor enamorada e involucrada en el abrazo divino». La de Hildegarda es, por lo tanto, una mentalidad fuertemente simbólica, que reconduce cada realidad a un significado recóndito que va más allá de su contenido inmediato: cada cosa es la figura de algo más, de los números a los colores, de los animales a los metales. A los treinta y ocho años toma los hábitos en el Monasterio benedictino donde la habían llevado de pequeña. Su instrucción había empezado rezando a diario el Salterio, ahora aprende a tocar el homónimo instrumento, pero tiene un conocimiento pasivo de la lengua, puramente oral, insuficiente para escribir de teología, ámbito que para una mujer representaba de por sí un paso audaz.

Hildegarda había revelado sus visiones a la abadesa Jutta y más tarde a San Bernardo, con el cual empezó una importante correspondencia y que se convirtió en promotor de su veracidad ante el Papa Eugenio III. De este modo se convierte en profetisa, gana confianza y, elegida por Federico Barbarroja como consejera, llega a amonestarlo recordándole que debía mantener una conducta principesca y, cuando el emperador nombró por segunda vez al antipapa, Hildegarda le envió un feroz «velut parvalum et velut insane vivente». En su música recrea en la tierra la armonía perdida y presagia la del fin de los tiempos. Además de las obras de carácter místico, muy apreciadas por San Bernardo, que la definió «la dilecta hija de Cristo», escribió numerosos sermones que, a menudo, acontecimiento raro en aquella época para una mujer, no pronunciaba en la iglesia sino ante el pueblo. Observadora de la naturaleza, científica y doctora, cultivaba hierbas medicinales en el huerto del monasterio, recolectaba las hierbas más raras en los bosques, observaba la evolución de las enfermedades de las hermanas, visitaba y curaba los enfermos y las parturientas en las tierras de Bingen. En 1169 parece que fue protagonista de un exorcismo a una dama, Sigewize, acogida en su convento después de que algunos monjes no habían llegado a nada: durante el rito pronunciado personalmente por ella misma –cosa absolutamente inusual para una mujer– Hildegarda quiso, sin embargo, la presencia de siete sacerdotes. Hildegarda acababa de escribir, tras diez años de trabajo, su primera obra: Scivias (Scito vias Domini, Conoce los caminos del Señor), donde describió las visiones de su infancia y las posteriores, terminando la tercera parte con un final musicado: Ordo Virtutum (El drama de las Virtudes). No obstante el tiempo y la fatiga empleados en la administración del Monasterio, Hildegarda sigue componiendo música y escribe otros dos libros médico-científicos, menos complicados que el primero, Physica y Causae et curae, dedicándose también a la creación de un alfabeto alternativo: Lingua ignota, y a una de sus últimas y más importantes obras acerca de la experiencia de la naturaleza humana, Liber vitae meritorum, escrito en 1163. Mientras se ocupaba de la historia natural y de la medicina, compuso setenta cantos que, con su drama musicado, Ordo Virtutum, formaron la Symphonia (prohibida, probablemente por la forma dialógica), definida por los venideros como la primera morality play transmitida. Hildegarda desarrolló, por lo tanto, ideas avanzadas acerca de la música, proponiendo la música instrumental como parte integrante del canto humano que para los antiguos padres era la única música legítima.

Su manuscrito más antiguo se remonta a 1170-1180 y probablemente contiene cantos compuestos durante su entera producción musical; se trata de antífonas, responsorios, secuencias, himnos, empleados durante el recital del Opus Dei o durante la celebración de la misa. Los cantos se colocan en orden jerárquico según los temas, con Dios por encima, y todos ellos giran alrededor del misterio de la Encarnación del Hijo. La línea melódica es única, típica del Canto Gregoriano, pero la originalidad reside en el ritmo irregular, con un énfasis no convencional, combinando texto y música con resultados de gran impacto. Su teología se ve rica de símbolos femeninos, María y Eva fundan la salvación humana, el Amor es anima mundi y la tercerca persona de la Trinidad, mientras que la Sapiencia representa la creación y encarna el misterio divino; ambas son imaginadas como mujeres. El Monasterio femenino fundado por Hildegarda, aunque relativamente autónomo, fue un espacio extraordinario que le permitió dedicarse a la cultura. Cuando ya era considerada una autoridad dentro de la Iglesia, el papa Eugenio III, en 1147, leyó algunos de sus escritos durante el Sínodo de Tréveris. La ausencia de convencionalismo y la excepcionalidad de esta abadesa se descubren en su vida práctica : arriesgando la excomunión por haber enterrado en el territorio monástico a un hombre excomunicado, Hildegarda no se echa atrás pues el difunto parece pertenecer a un linaje que ofrenda dinero a su Monasterio. En nuestra épocatoda actividad (económica y cultural) tiene secretarias, esta abadesa que vivía en plena edad media tenía tres secretarios con los cuales entabló relaciones de profunda amistad y respeto. Hildegarda, con setenta y cinco años visitó un gran número de monasterios en Suecia. Ella veía, escribe el historiógrafo Peter Dronke, las respuestas a los problemas, lo que implicaba que no tuviera que homenajear ninguna de las soluciones canónicas. La estudiosa Sabina Flanagan relata que hizo de tripas corazón, rechazando lo que sabía que no podía obtener; percibir su propio conocimiento primariamente como una serie de visiones convirtió esta interpretación de su fuente aún más irrefutable.

El Papa Juan Pablo II en una carta para el octingentésimo aniversario de su muerte, saludó a Hildegarda como la «profetisa de Alemania», la mujer «que no vaciló en salir del convento para conocer, intrépida interlocutora, obispos, autoridades civiles y el mismo emperador, Federico Barbarroja». Volverá a hacer mención del genio de Hildegarda en la encíclica sobre la dignidad femenina Mulieris Dignitatem. En 2012 el papa Benedicto XVI proclama santa Hildegarda de Bingen Doctora de la Iglesia. El proceso de canonización había sido iniciado por Gregorio IX cincuenta años después de su muerte. Es considerada la protectora de los esperantistas. Su memoria litúrgica se celebra el 17 de septiembre, aniversario de su muerte (dies natalis). Dicho día, de acuerdo con la tradición, había sido "pronosticado" por la santa a consecuencia de una de sus últimas visiones. El significado de su nombre, protectora de las batallas, hizo de su religiosidad una arma para una batalla que hay que conducir para toda la vida: sacudir los ánimos y las conciencias del propio tiempo.