Emmanuelle Charpentier
Alessia Carofiglio
Giada Ionà
Emmanuelle Charpentier è coautrice di una grande scoperta scientifica: il sistema CRISPR/Cas9, che permette di modificare con precisione il Dna di animali, piante e altri microorganismi. Nel 2020, insieme alla collega Jennifer Doudna, è stata insignita del Premio Nobel per la Chimica «per lo sviluppo di un metodo per l’editing del genoma». Primo team al 100% femminile.
Emmanuelle Charpentier è nata l’11 dicembre del 1968 a Juvisy-Sur-Orge, in Francia. Ha studiato biochimica, microbiologia e genetica presso l’Università Pierre e Marie Curie (oggi l’Istituto è stato fuso insieme alla Sorbonne, nella nuova Sorbonne Université). Nel 1995 ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Institut Pasteur. Dal 1996 ha proseguito la carriera scientifica a New York, presso la Rockefeller University, l'University Medical Center e allo Skirball Institute of Biomolecular Medicine. Nel 2002 è tornata in Europa ed è stata nominata professoressa associata nel laboratorio Max F. Perutz presso l’Università di Vienna. Nel 2009 si trasferisce in Svezia dove diviene docente associata all'Università di Umeå ed inizia la collaborazione con la chimica Jennifer Doudna nella reingegnerizzazione della endonucleasi Cas9. Le due ricercatrici hanno pubblicato sulla rivista Science uno studio che dimostra che CRISPR-Cas9, definite come ‘’le forbici genetiche’’, possono tagliare pezzi specifici di Dna in vitro. Con questa rivoluzionaria scoperta nel campo della mediazione e regolazione dell’Rna, Emmanuelle Charpentier ha gettato le basi per lo sviluppo di una nuova tecnologia di ingegneria del genoma. Nel 2015 è stata nominata Scientific Fellow della Max Panck Society di Berlino. Dal 2015 al 2018 è stata direttrice del dipartimento di Regolazione delle infezioni biologiche dello stesso Istituto. Nel 2018, in collaborazione con il Max Planck Institut, ha fondato l’Unità per la Scienza dei Patogeni.
Per la prima volta nella storia dei Nobel dedicati alla scienza, due donne, Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, dividono esclusivamente il premio. Dalla sua istituzione, nel 1901, è stato assegnato finora a 5 donne. Si uniscono così a Marie Curie e a sua figlia Irène Joliot-Curie nella breve lista delle vincitrici del Premio Nobel per la Chimica. Nel 2009 Elizabeth Blackburn e Carol Greider furono premiate per lo studio sui telomeri, però dovettero condividere l’onorificenza con il biologo Jack Szostak. Le due chimiche hanno pure condotto una lunga battaglia legale per il riconoscimento dell'essere arrivate prime nella scoperta e nella realizzazione della tecnica, in quanto un altro gruppo di ricerca americano aveva rivendicato il primato nell'applicazione del sistema per modificare il Dna. Il Nobel sembra sancire il loro merito definitivamente.
La ricerca è partita dallo studio dei batteri patogeni, in particolare è stata studiata l’aggressività di certi tipi di batteri, e della loro conseguente resistenza agli antibiotici con lo scopo di trovare nuove terapie per fermarne la diffusione. In primo luogo, Charpentier si è dedicata allo studio dello Streptococcus pyogenes, noto anche come batterio ‘’mangia carne’’ per la sua capacità di indurre una pericolosa sepsi e di degradare i tessuti umani, a seguito della scoperta di un frammento del patrimonio genetico usato dal batterio per combattere i virus. L’acronimo CRISPR sta per clustered regularly interspaced short palindromic repeats, un modello nel Dna dei batteri notato per la prima volta nel 1987. Per lungo tempo questo meccanismo è stato poco chiaro, ma dagli anni Duemila sono emersi indizi che suggerivano che fosse un sistema specializzato nel difendere i batteri dalle invasioni di virus. Poco dopo, Charpentier ha iniziato la sua collaborazione con Jennifer Doudna per ricostruire in provetta l'arma dello Streptococcus pyogenes, semplificandola e trasformandola come tecnica da utilizzare. In poco più di un anno le due chimiche hanno ottenuto delle forbici molecolari capaci di tagliare il Dna.
La tecnica CRISPR/Cas9 permette di fare un copia-incolla di segmenti di Dna di microorganismi, piante e animali con un’accurata precisione. Gli/le scienziati/e possono utilizzare queste forbici molecolari per “tagliare” e studiare le funzioni dei diversi geni, conseguendo la possibilità di un miglioramento delle piante o di studiare i geni colpevoli di malattie ereditarie e di tumori, realizzando nuovi tipi di terapie personalizzate. A seguito del taglio introdotto da Cas9 è possibile eliminare sequenze di Dna dannose dal genoma bersaglio oppure è possibile sostituire delle sequenze, correggendo in tal modo delle mutazioni che causano malattie. Nel campo medico, queste forbici genetiche hanno avviato sperimentazioni per innovative terapie anticancro e la possibilità di curare malattie genetiche ereditarie sta diventando sempre più concreta. Questa scoperta ha rivoluzionato la genetica, ma se da un lato c’è la possibilità di trovare cure a malattie altrimenti fatali, dall’altro offre la possibilità di creare embrioni geneticamente modificati, sollevando questioni etiche e legislative di difficile soluzione. Infatti, probabilmente Emmanuelle Charpentier non è tornata in Francia per continuare i suoi studi poiché la paura degli Ogm e di tutto ciò che riguarda le mutazioni genetiche frena la ricerca. Tali tecniche possono intervenire sui geni umani, modificarli e rendere ereditabili tali modifiche. In Europa le tecniche di editing genetico sono classificate e regolamentate come Ogm e quindi al momento vietate.
Charpentier, a seguito della sua scoperta, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali da parte di accademie scientifiche nazionali e internazionali. Tra i premi più prestigiosi vi sono il Japan Prize, il Kavli Prize in Nanosciences, il Wolf Prize, il Tang Prize for Biopharmaceutical Science, il Breakthrough Prize in Life Sciences, il Canada Gairdner International Prize, il Massry Prize e tanti altri. In particolare, nel 2016, ha ottenuto un dottorato honoris causa dal Politecnico federale di Losanna (Epfl), una delle istituzioni più prestigiose d’Europa. «Io spero che questo dia anche l'immagine di una scienza più moderna, una scienza in cui anche le ragazze e le giovani scienziate capiscano che nulla è impossibile e che anche loro possono andare avanti con la carriera... Ottenere grandi risultati, fare grandi scoperte che possono avere un impatto e questo indipendentemente dal genere» ha affermato Charpentier. Nonostante i numerosi progressi compiuti negli ultimi anni, il settore della ricerca resta ancora in prevalenza maschile, con una presenza femminile marginale. In passato è stato alimentato lo stereotipo che le donne fossero meno portate per le materie scientifiche e raramente è stato concesso loro di ricevere un’istruzione pari a quella degli uomini, ma, come dimostrano questo caso e svariati altri successi, i pregiudizi maschilisti in ambito tecnico-scientifico si stanno indebolendo sempre di più.
Traduzione francese
Guenoah Mroue
Emmanuelle Charpentier est co-auteur d’une grande découverte scientifique : le système CRISPR/Cas9, qui permet de modifier avec précision l’ADN des animaux, des plantes et d’autres micro-organismes. En 2020, elle et sa collègue Jennifer Doudna, elles ont reçu le prix Nobel de chimie « pour le développement d’une méthode d’édition du génome ». C’est la première équipe 100% féminine.
Emmanuelle Charpentier est née le 11 décembre 1968 à Juvisy-Sur-Orge, en France. Elle a étudié la biochimie, la microbiologie et la génétique à l’Université Pierre et Marie Curie (aujourd’hui l’Institut a été fusionné avec la Sorbonne, dans la nouvelle Université de la Sorbonne). En 1995, elle a obtenu son doctorat à l’Institut Pasteur. Depuis 1996, elle a poursuivi sa carrière scientifique à New York, à l’Université Rockefeller, au Centre médical universitaire et au Skirball Institute of Biomolecular Medicine. En 2002, elle est retournée en Europe et a été nommée professeur associée au laboratoire Max F. Perutz de l’Université de Vienne. En 2009, elle s’installe en Suède où elle devient professeur associée à l’Université d’Umeå et commence la collaboration avec la chimiste Jennifer Doudna dans la réingénierie de l’endonucléase Cas9. Les deux chercheuses ont publié dans la revue Science une étude démontrant que CRISPR-Cas9, défini comme des 'ciseaux génétiques', peut couper des morceaux spécifiques d’ADN in vitro. Avec cette découverte révolutionnaire dans le domaine de la médiation et de la régulation de l’ARN, Emmanuelle Charpentier a posé les bases du développement d’une nouvelle technologie d’ingénierie du génome. En 2015, elle a été nommée Scientific Fellow de la Max Panck Society de Berlin. De 2015 à 2018, elle a été directrice du département de Régulation des infections biologiques du même Institut. En 2018, elle a fondé l’Unité pour la Science des Pathogènes en collaboration avec le Max Planck Institut.
Pour la première fois dans l’histoire des Nobel de la science, deux femmes, Emmanuelle Charpentier et Jennifer Doudna, partagent exclusivement le prix. Depuis sa création en 1901, il a été attribué jusqu’à présent à 5 femmes. Elles rejoignent ainsi Marie Curie et sa fille Irène Joliot-Curie sur la courte liste des lauréates du prix Nobel de chimie. En 2009, Elizabeth Blackburn et Carol Greider ont été récompensées pour l’étude des télomères, mais elles ont dû partager la distinction avec le biologiste Jack Szostak. Les deux chimistes ont également mené une longue bataille juridique pour la reconnaissance du fait qu’elles sont arrivées premières dans la découverte et la réalisation de la technique, parce qu’un autre groupe de recherche américain a revendiqué la primauté dans l’application du système de modification de l’Adn. Le prix Nobel semble définitivement confirmer leur mérite.
La recherche a commencé par l’étude des bactéries pathogènes, en particulier l’agressivité de certains types de bactéries, et leur résistance aux antibiotiques qui en résulte dans le but de trouver de nouvelles thérapies pour arrêter leur propagation. Tout d’abord, Charpentier s’est consacrée à l’étude du Streptococcus pyogenes, également connu sous le nom de bactérie “mangeur de viande'' pour sa capacité à induire une septicémie dangereuse et à dégrader les tissus humains, suite à la découverte d’un fragment du patrimoine génétique utilisé par la bactérie pour lutter contre les virus. L’acronyme CRISPR signifie clustered regularly interspaced short palindromic repeats, un modèle dans l’ADN des bactéries decouvert pour la première fois en 1987. Pendant longtemps, ce mécanisme n’a pas été clair, mais depuis les années 2000, il existe des indices suggérant qu’il s’agissait d’un système spécialisé dans la défense des bactéries contre les invasions de virus. Peu après, Charpentier a commencé sa collaboration avec Jennifer Doudna pour reconstruire en éprouvette l’arme du Streptococcus pyogenes, en la simplifiant et en la transformant en technique à utiliser. En un peu plus d’un an, les deux chimistes ont obtenu des ciseaux moléculaires capables de couper l’Adn.
La technique CRISPR/Cas9 permet de faire un copier-coller de segments d’ADN de micro-organismes, de plantes et d’animaux avec grande précision. Les scientifiques peuvent utiliser ces ciseaux moléculaires pour "couper" et étudier les fonctions des différents gènes, ce qui permet d’améliorer les plantes ou d’étudier les gènes responsables de maladies héréditaires et de tumeurs, en mettant au point de nouveaux types de thérapies sur mesure pour rendre les choses plus concrètes. Cette découverte a révolutionné la génétique, mais si d’une part il y a la possibilité de trouver des remèdes à des maladies autrement fatales, d’autre part elle offre la possibilité de créer des embryons génétiquement modifiés, soulevant des questions éthiques et législatives difficiles à résoudre. En effet, Emmanuelle Charpentier n’est probablement pas revenue en France pour poursuivre ses études car la peur des OGM et de tout ce qui touche aux mutations génétiques freine la recherche. Ces techniques peuvent intervenir sur les gènes humains, les modifier et les rendre héréditaires. En Europe, les techniques d’édition génétique sont classées et réglementées comme OGM et sont donc actuellement interdites.
Charpentier a reçu après sa découverte de nombreuses récompenses internationales de la part d’académies scientifiques nationales et internationales. Parmi les prix les plus prestigieux figurent le Japan Prize, le Kavli Prize in Nanosciences, le Wolf Prize, le Tang Prize for Biopharmaceutical Science, le Breakthrough Prize in Life Sciences, le Canada Gairdner Prize, le Massry et bien d’autres. Plus précisément, en 2016, elle a obtenu un doctorat honoris causa de l’École polytechnique fédérale de Lausanne (EPFL), l’une des institutions les plus prestigieuses d’Europe. «J’espère que cela donnera aussi l’image d’une science plus moderne, une science dans laquelle même les filles et les jeunes scientifiques comprennent que rien n’est impossible et qu’eux aussi peuvent aller de l’avant avec la carrière... Obtenir de grands résultats, faire de grandes découvertes qui peuvent avoir un impact et ce quel que soit le genre» a déclaré Charpentier. Malgré les nombreux progrès accomplis ces dernières années, le secteur de la recherche reste encore majoritairement masculin, avec une présence féminine marginale. Dans le passé, le stéréotype selon lequel les femmes étaient moins douées pour les sciences a été alimenté et elles ont rarement reçu une éducation égale à celle des hommes, mais comme le montrent ce cas et plusieurs autres réussites, les préjugés masculinistes dans le domaine technico-scientifique s’affaiblissent de plus en plus.
Traduzione inglese
Syd Stapleton
Emmanuelle Charpentier is coauthor of a major scientific breakthrough - the CRISPR/Cas9 system, which enables precise editing of the DNA of animals, plants and other microorganisms. In 2020, together with colleague Jennifer Doudna, she was awarded the Nobel Prize in Chemistry "for the development of a method for genome editing." They were the first entirely female team to win a Nobel Prize.
Emmanuelle Charpentier was born on December 11, 1968, in Juvisy-Sur-Orge, France. She studied biochemistry, microbiology and genetics at Pierre and Marie Curie University (today the institute has been merged with the Sorbonne, into the new Sorbonne Université). In 1995 she received her PhD from the Institut Pasteur. From 1996 she pursued a scientific career in New York, at Rockefeller University, University Medical Center and the Skirball Institute of Biomolecular Medicine. In 2002 she returned to Europe and was appointed associate professor in the Max F. Perutz Laboratory at the University of Vienna. In 2009, she moved to Sweden where she became an associate professor at Umeå University and began collaborating with chemist Jennifer Doudna in the reengineering of the endonuclease Cas9. The two researchers published a study in the journal Science showing that CRISPR-Cas9, referred to as ''the genetic scissors,'' can cut specific pieces of DNA in vitro. With this revolutionary discovery in the field of RNA mediation and regulation, Emmanuelle Charpentier laid the groundwork for the development of a new genome engineering technology. In 2015, she was appointed a Scientific Fellow of the Max Planck Society in Berlin. From 2015 to 2018, she was director of the Department of Biological Infection Regulation at the same institute. In 2018, in collaboration with the Max Planck Institute, she founded the Pathogen Science Unit.
For the first time in the history of Nobel Prizes dedicated to science, two women, Emmanuelle Charpentier and Jennifer Doudna, exclusively shared the prize. Since inception of the prizes in 1901, they have so far been awarded to five women. Thus, Charpentier and Doudna join Marie Curie and her daughter Irène Joliot-Curie on the short list of winners of the Nobel Prize in Chemistry. In 2009 Elizabeth Blackburn and Carol Greider were awarded a Nobel for their study of telomeres, however, they shared the honor with biologist Jack Szostak. Charpentier and Doudna waged a long legal battle for recognition of having come first in the discovery and implementation of the technique, as an American research group had claimed primacy in applying the system to modify DNA. The Nobel seems a definitive confirmation of the merit of their work.
The research started with the study of pathogenic bacteria, specifically the aggressiveness of certain types of bacteria, and their subsequent resistance to antibiotics, with the aim of finding new therapies to stop their spread. First, Charpentier devoted herself to the study of Streptococcus pyogenes, also known as the ''flesh-eating'' bacterium because of its ability to induce dangerous sepsis and degrade human tissue, following the discovery of a fragment of the genetic makeup used by the bacterium to fight viruses. The acronym CRISPR stands for clustered regularly interspaced short palindromic repeats, a pattern in the DNA of bacteria first noticed in 1987. For a long time this mechanism was unclear, but by the 2000s clues emerged that suggested it was a specialized system for defending bacteria from virus invasions. Soon after, Charpentier began her collaboration with Jennifer Doudna to reconstruct the Streptococcus pyogenes weapon in a test tube, simplifying and transforming it as a technique to be used. In a little more than a year, the two chemists achieved a molecular scissors capable of cutting DNA.
The CRISPR/Cas9 technique makes it possible to copy and paste DNA segments from microorganisms, plants and animals with a high degree of precision. Scientists can use these molecular scissors to "cut" and study the functions of different genes, achieving the possibility of plant improvement or studying genes that are guilty of hereditary diseases and cancers, making possible new types of personalized therapies. As a result of the cutting introduced by Cas9, harmful DNA sequences can be removed from the target genome or sequences can be replaced, thereby correcting disease-causing mutations. In the medical field, these genetic scissors have initiated trials for innovative anticancer therapies, and the possibility of curing inherited genetic diseases is becoming increasingly real. This discovery has revolutionized genetics, but while there is the possibility of finding cures for otherwise fatal diseases, it also offers the possibility of creating genetically modified embryos, raising ethical and legislative issues that are difficult to resolve. In fact, Emmanuelle Charpentier has probably not returned to France to continue her studies because fear of GMOs (genetically modified organisms) and everything related to genetic mutations is holding back research. Such techniques can intervene in human genes, modify them and make those changes heritable. In Europe, gene editing techniques are classified and regulated as GMOs and therefore currently banned.
Charpentier, as a result of her discovery, has received numerous international awards from national and international scientific academies. Among the most prestigious awards are the Japan Prize, the Kavli Prize in Nanosciences, the Wolf Prize, the Tang Prize for Biopharmaceutical Science, the Breakthrough Prize in Life Sciences, the Canada Gairdner International Prize, the Massry Prize, and many others. Notably, in 2016, she was awarded an honorary doctorate from the Swiss Federal Institute of Technology in Lausanne (EPFL), one of the most prestigious institutions in Europe. "I hope this also provides an image of a more modern science, a science in which girls and young female scientists understand that nothing is impossible and that they, too, can move forward with their careers... Get great results, make great discoveries that can have an impact, and that's regardless of gender," Charpentier said. Despite many advances in recent years, the research field still remains male-dominated, with a marginal female presence. In the past, the stereotype existed that women were less well-suited for scientific subjects and were thus rarely allowed to receive an education equal to that of men, but as this case and a variety of other successes show, macho biases in scientific-technical fields are increasingly weakening and untenable.
Traduzione spagnola
Francesco Rapisarda
Emmanuelle Charpentier es coautora de un gran descubrimiento científico: el sistema CRISPR/Cas9, que permite modificar con precisión el ADN de animales, plantas y otros microorganismos. En 2020, junto con su colega Jennifer Doudna, fue galardonada con el Premio Nobel de Química “por el desarrollo de un método para edición genética”. Primer equipo 100% femenino.
Emmanuelle Charpentier nació el 11 de diciembre de 1968 en Juvisy-Sur-Orge, Francia. Estudió bioquímica, microbiología y genética en la Universidad Pierre y Marie Curie (hoy el Instituto se fusionó con la Sorbona, en la nueva Sorbonne Université). En 1995 obtuvo su doctorado en el Institut Pasteur. Desde 1996 ha continuado su carrera científica en Nueva York, en la Universidad Rockefeller, en el Centro Médico Universitario y en el Instituto Skirball de Medicina molecular. En 2002 regresó a Europa y fue nombrada profesora asociada en el laboratorio Max F. Perutz de la Universidad de Viena. En 2009 se trasladó a Suecia, donde se convirtió en profesora titular en la Universidad de Umeå y comenzó a colaborar con la química Jennifer Doudna en la reingeniería de la endonucleasa Cas9. Las dos investigadoras han publicado en la revista «Science» un estudio que demuestra que CRISPR-Cas9, definidas como “las tijeras genéticas”, pueden cortar piezas específicas de ADN in vitro. Con este revolucionario descubrimiento en el campo de la mediación y regulación de la ARN, Emmanuelle Charpentier sentó las bases para el desarrollo de una nueva tecnología de ingeniería del genoma. En 2015 fue nombrada miembro científico de la Sociedad Max Planck de Berlín. De 2015 a 2018 fue directora del departamento de Regulación de Infecciones Biológicas del mismo Instituto. En 2018, en colaboración con el Max Planck Institut, fundó la Unidad de Ciencia de los Patógenos.
Por primera vez en la historia de los Nobel dedicados a la ciencia, dos mujeres, Emmanuelle Charpentier y Jennifer Doudna, dividen exclusivamente el premio. Desde su creación, en 1901, se ha otorgado hasta ahora a 5 mujeres. Se unen así a Marie Curie y a su hija Irène Joliot-Curie en la breve lista de ganadoras del Premio Nobel de Química. En 2009, Elizabeth Blackburn y Carol Greider fueron premiadas por el estudio de los telómeros, pero tuvieron que compartir la distinción con el biólogo Jack Szostak. Las dos químicas también llevaron a cabo una larga batalla legal por el reconocimiento de haber llegado primeras en el descubrimiento y la realización de esta técnica, ya que otro grupo de investigación estadounidense había reivindicado la primacía en la aplicación del sistema para modificar el ADN. El Nobel parece consagrar su mérito definitivamente.
La investigación partió del estudio de las bacterias patógenas, en particular se estudió la agresividad de ciertos tipos de bacterias, y su consiguiente resistencia a los antibióticos con miras a encontrar nuevas terapias para detener su propagación. En primer lugar, Charpentier se dedicó al estudio del Streptococcus pyogenes, también conocido como bacteria “come carne” por su capacidad de inducir una sepsis peligrosa y degradar los tejidos humanos, tras el descubrimiento de un fragmento del patrimonio genético utilizado por la bacteria para combatir los virus. El acrónimo CRISPR significa clustered regularly interspaced short palindromic repeats, un modelo en el ADN de las bacterias notado por primera vez en 1987. Durante mucho tiempo este mecanismo fue poco claro, pero desde los años dos mil surgieron indicios que sugerían que era un sistema especializado en la defensa de las bacterias contra las invasiones de virus. Poco después, Charpentier comenzó su colaboración con Jennifer Doudna con vistas a reconstruir en tubo de ensayo el arma del Streptococcus pyogenes, simplificándola y transformándola como técnica a utilizar. En poco más de un año, las dos químicas obtuvieron ‘tijeras moleculares’ capaces de cortar el ADN.
La técnica CRISPR/Cas9 permite copiar y pegar segmentos de ADN de microorganismos, plantas y animales con una precisión cuidadosa. Los/as científicos/as pueden utilizar estas tijeras moleculares para “cortar” y estudiar las funciones de los diferentes genes, logrando la posibilidad de una mejora de las plantas o de estudiar los genes culpables de enfermedades hereditarias y de tumores, realizando nuevos tipos de terapias personalizadas. Tras el corte introducido por Cas9 es posible eliminar secuencias de ADN dañinas del genoma objetivo o es posible sustituir secuencias corrigiendo, de esta manera, algunas mutaciones que causan enfermedades. En el campo médico, estas tijeras genéticas han iniciado experimentaciones para innovadoras terapias anticancerígenas y la posibilidad de curar enfermedades genéticas hereditarias es cada vez más concreta. Este descubrimiento revolucionó la genética, pero si bien existe la posibilidad de encontrar tratamientos para enfermedades que de otro modo serían fatales, por otro lado ofrece la posibilidad de crear embriones genéticamente modificados, planteando cuestiones éticas y legislativas difíciles de resolver. De hecho, probablemente Emmanuelle Charpentier no ha vuelto a Francia para continuar sus estudios, pues el miedo a los OMG y a todo lo relacionado con las mutaciones genéticas frena la investigación. Estas técnicas pueden intervenir en los genes humanos, modificarlos y hacer que dichas modificaciones sean heredables. En Europa, las técnicas de edición genética están clasificadas y reguladas como OMG y, por tanto, actualmente están prohibidas.
Charpentier, después de su descubrimiento, ha recibido numerosos reconocimientos internacionales de las academias científicas nacionales e internacionales. Entre los premios más prestigiosos se encuentran el Japan Prize, el Kavli Prize in Nanosciences, el Wolf Prize, el Tang Prize for Biopharmaceutical Science, el Breakthrough Prize in Life Sciences, el Canada Gairdner International Prize, el Massry Prize y muchos otros. En concreto, en 2016, obtuvo un doctorado honoris causa del Politécnico Federal de Lausana (Epfl), una de las instituciones más prestigiosas de Europa. "Espero que esto también dé la imagen de una ciencia más moderna, una ciencia en la que incluso las niñas y jóvenes científicas entiendan que nada es imposible y que ellas también pueden seguir adelante con su carrera ... Obtener grandes resultados, hacer grandes descubrimientos que puedan tener un impacto y esto independientemente del género", dijo Charpentier. A pesar de los numerosos avances realizados en los últimos años, el sector de la investigación sigue siendo predominantemente masculino, con una presencia femenina marginal. En el pasado se alimentó el estereotipo de que las mujeres tenían menos inclinación hacia las materias científicas y rara vez se les permitió recibir una educación igual a la de los hombres, pero, como demuestran este caso y varios otros éxitos, los prejuicios machistas en el ámbito técnico-científico se están debilitando cada vez más.