Ethel Smith
Elisabetta Uboldi




Giulia Capponi

 

«Era preoccupata che la sua musica sarebbe morta con lei e la sua eredità musicale sarebbe andata perduta. E forse questo è anche successo, ma adesso sta riemergendo». La musicista Leah Broad commenta così la figura di Ethel Smyth, compositrice, scrittrice e suffragetta inglese che fu largamente acclamata per le sue opere e per le doti artistiche.

Nasce il 22 aprile 1858 a Sidcup nella contea del Kent, in Inghilterra, e fin dalla più tenera età si mostra interessata al mondo della musica. Suo padre, generale dell’esercito, si oppone categoricamente alle sue aspirazioni, ma con gli anni è costretto a cedere di fronte alla tenacia della figlia, che arriva addirittura a chiudersi in camera e rifiutare il cibo, pur di vedersi riconosciuta la possibilità di realizzarsi in ciò che ama. A 17 anni inizia a studiare con il musicista Alexander Ewing che le presenta le opere di Wagner e Berlioz e due anni dopo si trasferisce a Lipsia, in Germania, dove si iscrive al conservatorio, che abbandona in breve tempo poiché ritiene che il livello di insegnamento sia troppo basso. Nonostante la delusione iniziale, Ethel non accantona il suo sogno e decide di prendere lezioni private da Heinrich von Herzogenberg, compositore, pianista di grande talento e direttore del Bach-Verein di Lipsia che, insieme alla moglie, la introduce nel proprio circolo. Il 26 gennaio 1884 debutta come compositrice di musica da camera ed è la prima donna a calcare il palcoscenico del Metropolitan House Opera di New York, ma le opinioni sulle sue doti artistiche dimostrano ben presto il doppio standard di valutazione riservato alle donne. Risulta infatti impossibile per la critica del tempo considerare il suo lavoro basandosi unicamente sulle melodie ascoltate e Ethel finisce per essere giudicata non come artista, ma in quanto donna. Quando si esibisce con musiche incalzanti, potenti e ritmiche viene tacciata di essere troppo mascolina e non avere il tocco femminile; quando invece presenta brani delicati e melodiosi viene accusata di non essere all’altezza dei suoi colleghi uomini.

Una delle sue opere più importanti è The Wreckers, definita una composizione femminista perché si pone l’obiettivo di portare alla ribalta la voce delle donne: infatti il personaggio principale è una donna che cerca di liberarsi dalle costrizioni che le vengono imposte dalla società. Lo stile melodico e il linguaggio armonico e incalzante attraggono spettatori e spettatrici, intrigati dal conoscere l’evoluzione della trama. Nel 1910 abbraccia il movimento delle suffragette e compone appositamente per la causa il brano The March of Women, che diventerà l’inno delle femministe nelle loro battaglie per il diritto di voto. Nel marzo del 1912 risponde alla chiamata di Emmeline Pankhurst e, insieme a un centinaio di attiviste, lancia sassi contro le finestre dei parlamentari contrari a estendere il diritto di voto alle donne. Ethel sceglie la casa del segretario Lewis Harcourt, il quale si era beffato delle suffragette, affermando che se tutte le donne fossero state belle e sagge come sua moglie non si sarebbe creato problemi nel riconoscere loro il diritto di voto. Proprio quella sera, diverse manifestanti, tra cui Ethel Smyth e Emmeline Pankhurst, vengono arrestate e trasferite nel carcere di Holloway, dove rimarranno per circa due mesi. Quando il suo caro amico musicista e direttore d’orchestra Thomas Beecham si reca in carcere per farle visita, assiste alla marcia delle suffragette sulle note del loro inno, mentre Ethel in persona dirige la melodia dalla cella con uno spazzolino da denti.

A causa del peggioramento della sordità che la affligge in età adulta, oltre alla musica, si dedica anche alla scrittura e tra il 1919 e il 1940 redige una decina di testi, quasi tutti autobiografici. Nel suo libro Female Pipings in Eden descrive l’esperienza carceraria rimarcando la bellezza di trovarsi in compagnia di donne tanto diverse per età ed estrazione sociale, ma unite dallo stesso amore per la libertà e l’uguaglianza. Allo scoppio della Grande Guerra si reca a Vichy, in Francia, dove presta servizio come infermiera e tecnica di radiologia, in aiuto ai soldati feriti e mutilati, nonostante sia contraria a qualunque forma di atto bellico. Negli anni Venti la sua popolarità cresce e nel 1922 viene nominata Commendatrice dell’eccellentissimo ordine dell’impero britannico, diventando la prima donna a essere insignita del titolo di Dama.

Ethel Smyth a Londra nel 1912 durante un meeting della WSPU 

La sua personalità è turbolenta e rifiuta di sottostare ai rigidi dettami della società: non si sposerà mai e i suoi amori saranno quasi tutti femminili. È ben noto il suo rapporto intimo con Emmeline Pankhurst e all’età di 71 anni conosce e si invaghisce della scrittrice Virginia Woolf che commenta: «siamo molto differenti, le nostre menti sono totalmente diverse ed è proprio questo che ci unisce». Il loro intenso legame durerà fino alla morte di Woolf avvenuta nel 1941. In una lettera a Henry Brewster, unico uomo con cui ha una relazione sentimentale, Ethel scrive: «Mi chiedo perché mi riesca tanto più facile amare con passione il mio stesso sesso…»Oltre alla musica e alla scrittura, Ethel si dedica allo sport e ai viaggi. Pratica equitazione, tennis e golf ed è sempre accompagnata dai suoi fedeli cani per i quali ha una vera dedizione.

Nel maggio del 1928 la Bbc trasmette due suoi concerti in diretta nazionale e, nel giorno del settantacinquesimo compleanno, il suo lavoro viene celebrato alla Royal Albert Hall in presenza della Regina, sotto la direzione dell'amico Thomas Beecham. Purtroppo in quegli anni Ethel è ormai divenuta completamente sorda e non è in grado né di apprezzare la sua stessa musica né di sentire l’ammirazione della folla giunta per lei. Muore l’8 maggio 1944 a Woking, in Inghilterra, all’età di 86 anni, e Beecham la ricorda con queste parole: «Era una creatura testarda, indomabile, invincibile. Niente poteva domarla, niente poteva scoraggiarla e fino al suo ultimo giorno ha conservato queste straordinarie qualità»

La dottoressa Amy Zigler, insegnante di musica e ricercatrice del Salem College, studia e analizza le opere di Ethel Smyth dal 2005 e questo è quanto riporta sulle sfide quotidiane e la personalità della musicista: «Mentre stava costruendo la sua carriera, buona parte dei commenti non erano sulla sua musica, ma sul suo genere. Erano in molti a credere che le donne non fossero capaci di elaborare musica che avesse lo stesso valore di quella prodotta dagli uomini. Ha rincorso le sue passioni sia nella musica che nella vita. Era ambiziosa e impudente. Non aveva paura di bussare alla porta di un direttore d’orchestra o rompere i vetri della casa di un politico: nella sua mente erano entrambe azioni necessarie».

L’8 marzo del 2022, in occasione della Giornata internazionale della donna, le è stata dedicata una statua collocata nella Duke’s Court Plaza a Woking. La scultrice Christine Charlesworth descrive così la sua opera: «La statua rappresenta Ethel Smyth con la sua gonna in tweed, nell’atto di dirigere entusiasta un’orchestra con la sua bacchetta. La giacca è semiaperta, le braccia tengono il ritmo e gli occhi sono pieni di concentrazione. Nella tasca tiene un foglio di carta sempre pronto per appuntare nuove idee per la sua musica o note per un nuovo libro».

 La statua di Ethel Smith a Woking, Regno Unito

Traduzione francese

Guenoah Mroue

«Elle craignait que sa musique meure avec elle et que son héritage musical soit perdu. Et peut-être cela est arrivé, mais maintenant elle est en train de resurgir ». La musicienne Leah Broad commente ainsi la figure d’Ethel Smyth, compositrice, écrivain et suffragette anglaise qui fut largement acclamée pour ses œuvres et ses talents artistiques.

Né le 22 avril 1858 à Sidcup dans le comté de Kent, en Angleterre, elle se montre dès son plus jeune âge intéressé par le monde de la musique. Son père, général de l’armée, s’oppose catégoriquement à ses aspirations, mais avec les années, il est contraint de céder face à la ténacité de sa fille, qui arrive même à s’enfermer dans sa chambre et à refuser la nourriture, pour se voir reconnaître la possibilité de se réaliser dans ce qu’elle aime. À 17 ans, elle commence à étudier avec le musicien Alexander Ewing qui lui présente les œuvres de Wagner et Berlioz, et deux ans plus tard, elle s’installe à Leipzig, en Allemagne, où elle s’inscrit au conservatoire, qu’elle abandonne rapidement parce qu’elle estime que le niveau d’enseignement est trop bas. Malgré sa déception initiale, Ethel n’abandonne pas son rêve et décide de prendre des leçons privées avec Heinrich von Herzogenberg, compositeur, pianiste talentueux et directeur du Bach-Verein de Leipzig qui, avec sa femme, l’introduit dans son cercle. Le 26 janvier 1884, elle fait ses débuts en tant que compositrice de musique de chambre et elle est la première femme à fouler la scène du Metropolitan House Opera de New York, mais les opinions sur ses talents artistiques démontrent rapidement le double standard d’évaluation réservé aux femmes. Il est en effet impossible pour la critique du temps de considérer son travail en se basant uniquement sur les mélodies entendues et Ethel finit par être jugée non pas comme artiste, mais comme femme. Lorsqu’elle joue avec de la musique pressante, puissante et rythmique, elle est accusée d’être trop masculine et de ne pas avoir la touche féminine ; lorsqu’elle présente des morceaux délicats et mélodieux, elle est accusée de ne pas être à la hauteur de ses collègues masculins.

L’une de ses œuvres les plus importantes est The Wreckers, définie comme une composition féministe car elle vise à faire entendre la voix des femmes: en effet, le personnage principal est une femme qui cherche à se libérer des contraintes qui lui sont imposées par la société. Le style mélodique et le langage harmonieux et pressant attirent les spectateurs et les spectatrices, intrigués par l’évolution du trame. En 1910, elle embrasse le mouvement des suffragettes et compose spécialement pour l’extrait de la chanson The March of Women, qui deviendra l’hymne des féministes dans leurs batailles pour le droit de vote. En mars 1912, elle répond à l’appel d’Emmeline Pankhurst et, avec une centaine d’activistes, lance des pierres contre les fenêtres des parlementaires opposés à l’extension du droit de vote aux femmes. Ethel choisit la maison du secrétaire Lewis Harcourt, qui se moquait des suffragettes, affirmant que si toutes les femmes étaient belles et sages comme sa femme, il n’y aurait aucun problème à leur accorder le droit de vote. Ce soir-là, plusieurs manifestants, dont Ethel Smyth et Emmeline Pankhurst, sont arrêtés et transférés à la prison de Holloway, où ils resteront environ deux mois. Lorsque son ami musicien et chef d’orchestre Thomas Beecham se rend en prison pour lui rendre visite, il assiste à la marche des suffragettes sur les notes de leur hymne, tandis qu’Ethel en personne dirige la mélodie depuis la cellule avec une brosse à dents.

En raison de l’aggravation de sa surdité à l’âge adulte, en plus de la musique, elle se consacre également à l’écriture et rédige entre 1919 et 1940 une dizaine de textes, presque tous autobiographiques. Dans son livre Female Pipings in Eden, elle décrit l’expérience carcérale en remarquant la beauté de se trouver en compagnie de femmes aussi différentes selon leur âge et leur origine sociale, mais unies par le même amour pour la liberté et l’égalité. Au début de la Grande Guerre, elle se rend à Vichy, en France, où elle travaille en tant qu’infirmière et technique de radiologie, aidant les soldats blessés et mutilés, bien qu’elle soit contre toute forme de guerre. Dans les années 1920, sa popularité grandit et en 1922, elle est nommée Commendatrice de l’ordre de l’Empire britannique, devenant la première femme à recevoir le titre de Dame.

Ethel Smyth à Londres en 1912 lors d'une réunion de la WSPU

Sa personnalité est turbulente et refuse de se soumettre aux stricts préceptes de la société : elle ne se mariera jamais et ses amours seront presque toutes féminines. Sa relation intime avec Emmeline Pankhurst est bien connue et à l’âge de 71 ans elle connaît et s’éprend de l’écrivain Virginia Woolf qui commente : « nous sommes très différents, nos esprits sont totalement différents et c’est justement cela qui nous unit ». Leur lien intense durera jusqu’à la mort de Woolf en 1941. Dans une lettre à Henry Brewster, seul homme avec qui elle a une relation amoureuse, Ethel écrit : «Je me demande pourquoi il m’est d’autant plus facile d’aimer avec passion mon propre sexe...» En plus de la musique et de l’écriture, Ethel se consacre au sport et aux voyages. Elle pratique l’équitation, le tennis et le golf et elle est toujours accompagnée de ses chiens fidèles pour lesquels elle a un vrai dévouement.

En mai 1928, la BBC diffuse deux de ses concerts en direct national et, le jour de ses 75 ans, son travail est célébré au Royal Albert Hall en présence de la Reine, sous la direction de son ami Thomas Beecham. Malheureusement, au cours de ces années, Ethel est devenue complètement sourde et n’est pas en mesure d’apprécier sa propre musique ni d’entendre l’admiration de la foule venue pour elle. Elle meurt le 8 mai 1944 à Woking, en Angleterre, à l’âge de 86 ans, et Beecham se souvient d’elle avec ces mots : «C’était une créature têtue, indomptable, invincible. Rien ne pouvait la dompter, rien ne pouvait la décourager et jusqu’à son dernier jour, elle a conservé ces qualités extraordinaires ».

Le Dr Amy Zigler, professeur de musique et chercheuse au Salem College, étudie et analyse les œuvres d’Ethel Smyth depuis 2005, et voici ce qu’elle rapporte sur les défis quotidiens et la personnalité de la musicienne : «Pendant qu’elle construisait sa carrière, la plupart des commentaires ne portaient pas sur sa musique, mais sur son genre. Nombreux étaient ceux qui pensaient que les femmes n’étaient pas capables d’élaborer de la musique qui ait la même valeur que celle produite par les hommes. Elle a poursuivi ses passions à la fois dans la musique et dans la vie. Elle était ambitieuse et impudente. Elle n’avait pas peur de frapper à la porte d’un chef d’orchestre ou de casser les vitres de la maison d’un politicien : dans son esprit, les deux actions étaient nécessaires»

Le 8 mars 2022, à l’occasion de la Journée internationale de la femme, une statue lui a été dédiée dans la Duke’s Court Plaza à Woking. La sculptrice Christine Charlesworth décrit ainsi son œuvre : «La statue représente Ethel Smyth avec sa jupe en tweed, en train de diriger avec enthousiasme un orchestre avec sa baguette. La veste est à moitié ouverte, les bras tiennent le rythme et les yeux sont pleins de concentration. Dans sa poche, elle garde une feuille en papier toujours prête à épingler de nouvelles idées pour sa musique ou des notes pour un nouveau livre ».

La statue d'Ethel Smith à Woking, UK

Traduzione inglese

Syd Stapleton

"She was worried that her music would die with her and her musical legacy would be lost. And maybe that even happened, but now it's resurfacing." Musician Leah Broad thus comments on Ethel Smyth, an English composer, writer and suffragist who was widely acclaimed for her works and artistic gifts.

She was born on April 22, 1858, in Sidcup in the county of Kent, England, and from an early age showed an interest in the world of music. Her father, an army general, was adamantly opposed to her aspirations, but over the years he was forced to give in to his daughter's tenacity. She even went as far as locking herself in her room and refusing food in order to be given the chance to fulfill herself in what she loved. At 17, she began studying with musician Alexander Ewing, who introduced her to the works of Wagner and Berlioz, and two years later she moved to Leipzig, Germany, where she enrolled in the conservatory there, which she soon abandoned because she felt the level of instruction was too low. Despite her initial disappointment, Ethel didn’t shelve her dream and decided to take private lessons from Heinrich von Herzogenberg, a composer, gifted pianist and director of the Leipzig Bach-Verein, who, together with his wife, introduced her into their circle. On January 26, 1884, she made her debut as a chamber music composer, and later became the first woman composer to have an opera performed by the Metropolitan Opera in New York, but opinions about her artistic gifts soon demonstrated the double standard of evaluation reserved for women. Indeed, it proved impossible for critics of the time to consider her work based solely on the melodies heard, and Ethel ended up being judged not as an artist but as a woman. When she performed urgent, powerful and rhythmic music she was accused of being too masculine and lacking the feminine touch. When she presented delicate and melodious pieces she was accused of not being equal to her male colleagues.

One of her most important works is The Wreckers, called a feminist composition because it aims to bring women's voices to the forefront - the main character is a woman trying to free herself from the constraints imposed on her by society. The style is melodic and harmonious, and compelling language attracted spectators and onlookers, who were intrigued to learn about the plot's development. In 1910 she embraced the suffragist movement and composed specifically for the cause the song The March of Women, which would become the anthem of feminists in their battles for the right to vote. In March 1912, she answered Emmeline Pankhurst's call and, together with a hundred activists, threw stones through the windows of MPs opposed to extending the right to vote to women. Ethel chose the home of Secretary Lewis Harcourt, who had mocked the suffragists, saying that if all women were as beautiful and wise as his wife, he would have no problem granting them the right to vote. That very evening, several protesters, including Ethel Smyth and Emmeline Pankhurst, were arrested and transferred to Holloway Prison, where they would remain for about two months. When her close friend, musician and conductor Thomas Beecham, traveled to the jail to visit them, he watched the suffragists march to the notes of their anthem, while Ethel herself conducted the tune from her cell with a toothbrush.

Because of the worsening deafness that plagued her in adulthood, she turned to writing in addition to music, and between 1919 and 1940 she penned a dozen texts, almost all of them autobiographical. In her book Female Pipings in Eden she described her prison experience, remarking on the beauty of being in the company of women so different in age and social background, but united by the same love of freedom and equality. At the outbreak of the World War I she went to Vichy, France, where she served as a nurse and radiology technician, helping wounded and maimed soldiers, despite being opposed to any form of warfare. In the 1920s her popularity grew, and in 1922 she was made a Commander of the Most Excellent Order of the British Empire, becoming the first woman to be awarded the title of Dame.

Ethel Smyth in London in 1912 during a WSPU meeting

Her personality was turbulent and she refused to submit to the strict dictates of society. She never married and her loves were almost all female. Her intimate relationship with Emmeline Pankhurst is well known, and at the age of 71 she met and fell in love with the writer Virginia Woolf, who commented, "we are very different, our minds are totally different, and that is what unites us." Their intense bond would last until Woolf's death in 1941. In a letter to Henry Brewster, the only man with whom she had a romantic relationship, Ethel wrote, "I wonder why I find it so much easier to passionately love my own sex..." In addition to music and writing, Ethel devoted herself to sports and travel. She practiced horseback riding, tennis and golf and was always accompanied by her faithful dogs for whom she had a true dedication.

In May 1928 the BBC broadcast two of her concerts live nationwide, and on her seventy-fifth birthday her work was celebrated at the Royal Albert Hall in the presence of the Queen, under the direction of her friend Thomas Beecham. Unfortunately, by those years Ethel has become completely deaf and was unable either to appreciate her own music or to hear the admiration of the crowd that had come for her. She died on May 8, 1944, in Woking, England, at the age of 86, and Beecham remembered her in these words, "She was a stubborn, indomitable, invincible creature. Nothing could tame her, nothing could deter her, and until her last day she retained these extraordinary qualities."

Dr. Amy Zigler, a music teacher and researcher at Salem College, has been studying and analyzing Ethel Smyth's works since 2005, and this is what she reports on the musician's daily challenges and personality: "As she was building her career, much of the commentary was not about her music, but about her gender. There were many who believed that women were not capable of producing music that had the same value as that produced by men. She followed her passions both in music and in life. She was ambitious and impudent. She was not afraid to knock on a conductor's door or break the glass of a politician's house - in her mind both were necessary actions."

On March 8, 2022, International Women's Day, a statue placed in Duke's Court Plaza in Woking was dedicated to her. Sculptor Christine Charlesworth describes her work as follows, "The statue depicts Ethel Smyth in her tweed skirt, in the act of enthusiastically conducting an orchestra with her baton. Her jacket is half-open, her arms hold the rhythm and her eyes are full of concentration. In her pocket she keeps a sheet of paper always ready to jot down new ideas for her music or notes for a new book."

The Ethel Smith statue in Woking, UK

Traduzione spagnola

Erika Incatasciato

«Le preocupaba que su música muriera con ella y se perdiera su patrimonio musical. Quizá sucedió, pero ahora está resurgiendo». Así la música Leah Broad comenta la figura de Ethel Smyth, compositora, escritora y sufragista inglesa ampliamente aclamada por sus obras y sus dotes artísticas.

Nació el 22 de abril de 1858 en Sidcup en el condado de Kent (Inglaterra) y se interesó por el mundo de la música desde una edad muy temprana. Su padre, un general del ejército, se opuso rotundamente a sus aspiraciones, pero años después se vio obligado a ceder frente a la tenacidad de su hija, quien incluso llegó a encerrarse en su habitación rechazando la comida para que se le reconociera la posibilidad de realizarse en lo que amaba. A los 17 años comenzó a estudiar con el músico Alexander Ewing, quien le introdujo las obras de Wagner y Berlioz. Dos años después se trasladó a Leipzig (Alemania) donde ingresó en el Conservatorio que pronto abandonó por el bajo nivel de enseñanza. A pesar de la decepción inicial, Ethel no dejó su sueño y decidió acudir a clases con Heinrich von Herzogenberg, compositor, pianista talentoso y director de Bach-Verein de Leipzig, quien, junto a su esposa, la introdujo en su círculo. El 26 de enero de 1884 debutó como compositora de música de cámara y fue la primera mujer en subir al escenario de la Metropolitan House Opera de Nueva York, pero las opiniones sobre sus dotes artísticas mostraron rápidamente la doble evaluación que recibían las mujeres. En efecto, para los críticos de su época resultaba imposible considerar sus obras teniendo únicamente en cuenta las melodías escuchadas, de modo que Ethel se vio juzgada no como artista, sino como mujer. Cuando actuaba con músicas rápidas, poderosa y rítmicas la acusaban de ser demasiado masculina y de no tener un toque femenino; en cambio, cuando presentaba canciones delicadas y melodiosas la acusaban de no estar a la altura de otros colegas suyos varones.

Una de sus obras más importantes es The Wreckers, la cual fue definida como una composición feminista, porque tuvo como objetivo poner la voz de las mujeres en primer plano: en efecto, la figura principal es una mujer que intenta liberarse de las constriciones que le impone la sociedad. El estilo melódico y el lenguaje armónico y rápido atrae a las espectadoras y a los espectadores, intrigados por saber la trama. En 1910, abrazó el movimiento sufragista y compuso especialmente para la causa la canción The March of Women (La Marcha de las mujeres), que se convirtió en el himno feminista en la lucha de las mujeres por el derecho al voto. En marzo de 1912 respondió a la llamada de Emmeline Pankhurst y junto a un centenar de activistas lanzaron piedras a las ventanas de los parlamentarios contrarios al sufragio femenino. Ethel eligió la casa del secretario Lewis Harcourt, quien se había burlado de las sufragistas y había afirmado que si todas las mujeres hubieran sido tan hermosas y sabias como su esposa, no hubiera tenido problemas en concederles el derecho al voto. Esa misma noche, varias manifestantes, entre ellas Ethel Smyth y Emmeline Pankhurst, fueron apresadas y llevadas a la cárcel de Holloway, donde permanecieron dos meses. Cuando su amigo Thomas Beecham, músico y director de orquesta, las visitó en la cárcel, asistió a la marcha de las sufragistas bajo las notas de su himno, cuya melodía dirigía Ethel desde su celda con un cepillo de dientes.

Debido al empeoramiento de la sordera que la afectó en la edad adulta, aparte de la música, se dedicó también a la escritura y, entre 1919 y 1940, redactó una decena de textos, casi todos autobiográficos. En su libro Female Pipings in Eden describió su experiencia en la prisión destacando la hermosura de estar en compañía de otras mujeres de diferentes edades y orígenes, pero unidas por el mismo amor a la libertad y a la igualdad. Al estallar la primera guerra mundial se fue a Vichy, Francia, donde prestó servicio como enfermera y radióloga para ayudar a los soldados heridos y mutilados, aunque se opusiera a cualquier forma de guerra. En los años Veinte su popularidad creció y en 1922 fue nombrada Comendadora de la Excelentísima Orden del Imperio Británico y fue la primera mujer en recibir el ítulo de Dama.

Ethel Smyth en Londres en 1912 durante una reunión de la WSPU

Su personalidad fue turbulenta y se negó a someterse a las rígidas normas de la sociedad: nunca se casó y sus amores fueron casi todos femeninos. Era bien conocida su íntima relación con Emmeline Pankhurst y a los 71 años conoció a la escritora Virginia Woolf, de la que se enamoró y de quien dijo: «Somos muy diferentes, nuestras mentes son muy distintas y eso es lo que nos une». Su intensa relación duró hasta la muerte de Woolf que tuvo lugar en 1941. En una carta a Henry Brewster, el único hombre con quien tuvo una relación sentimental, Ethel escribió : «Quisiera saber por qué me resulta tan fácil amar a mi propio sexo apasionadamente...». Además de a la música y a la escritura, Ethel se dedicó al deporte y a los viajes. Practicó el deporte ecuestre, el tenis y el golf, siempre acompañada por sus fieles perros, por los que tuvo una verdadera pasión.

En mayo de 1928, la BBC transmitió dos de sus conciertos en toda la nación y cuando cumplió setenta y cinco años su obra se celebró en la Royal Halbert Hall frente a la Reina, bajo la dirección de su amigo Thomas Beecham. Por desgracia, en aquellos años Ethel ya era completamente sorda y no pudo apreciar su propia música ni sentir la admiración de la multitud que había ido a verla. Murió el 8 de mayo de 1944 en Woking (Inglaterra) a los ochenta y seis años. Beecham la recordó con estas palabras: «Era una criatura testaruda, indomable, imbatible. Nada podía domarla, nada podía desmoralizarla y hasta el último día mantuvo dichas extraordinarias cualidades».

Amy Zigler, profesora de música, investigadora en el Salem College, estudia y analiza las obras de Ethel Smyth desde 2005 y sobre los desafíos diarios y la personalidad de la música afirma lo siguiente: «Mientras construía su carrera, la mayoría de los comentarios no eran sobre su música, sino sobre su género. Mucha gente creía que las mujeres no eran capaces de componer música del mismo valor que la producida por los hombres. Persiguió sus pasiones tanto en la música como en su vida. Era ambiciosa e impudente. No tenía miedo de llamar a la puerta de un director de orquesta o de romper las ventanas de la casa de un político: en su mente ambas eran acciones necesarias».

El 8 de marzo de 2022, en el Día Internacional de la Mujer, le dedicaron una estatua en la Duke’s Court Plaza en Woking. La escultora Christine Charlesworth la describió así: «La estatua representa a Ethel Smyth con su falda de tweed en el acto de dirigir con entusiasmo la orquesta con su batuta. La chaqueta está semiabierta, los brazos llevan el compás y los ojos están llenos de concentración. En el bolsillo tiene una hoja de papel siempre lista para apuntar nuevas ideas para su música o tomar apuntes para su nuevo libro».

La estatua de Ethel Smith en Woking, UK