Rebecca Clarke
Giulia Capponi
La compositrice anglo-americana Rebecca Clarke, rinomata a livello internazionale come virtuosa della viola, è stata anche una delle prime suonatrici orchestrali professioniste ed è considerata la compositrice britannica più illustre della generazione tra le due guerre, classificata da Gramophone Classical Music Awards come «una delle migliori del suo tempo».
Nata il 27 agosto 1886 nel borgo londinese di Harrow, nel Regno Unito, da Joseph Thacher Clarke, un americano, e da Agnes Paulina Helferich, tedesca, la sua è stata un’infanzia angustiata da un padre violento. Iniziò a suonare il violino a otto anni, dopo aver assistito alle lezioni che venivano impartite al fratello, Hans Thacher, di quindici mesi più piccolo di lei. Suo padre aveva un rigoroso senso della morale vittoriana ed era molto severo con la figlia, ma, avendo notato una sua precoce propensione per la musica ed essendo lui stesso interessato a questa disciplina, le consentì di entrare alla Royal Academy of Music nel 1903 per studiare violino. Nel 1905 Rebecca abbandonò l’Accademia dopo aver rifiutato una proposta di matrimonio fattale dal suo insegnante di armonia, Percy Hilder Miles, che in seguito le lasciò nel testamento il proprio prezioso violino Stradivari. Dopo un breve periodo a casa, si iscrisse al Royal College of Music e fu una delle prime ragazze studenti di composizione di sir Charles Villiers Stanford. Su sua sollecitazione, spostò l'attenzione dal violino alla viola, studiando con Lionel Tertis, considerato da alcuni critici il più grande violista dell'epoca. Dovette lasciare il College nel 1910, quando il padre le tagliò i fondi, e si mantenne suonando la viola. È stata una delle prime musiciste orchestrali professioniste dal momento in cui fu selezionata da sir Henry Wood per la Queen's Hall Orchestra nel 1912.
Rebecca Clarke con la viola | Rebecca Clarke nel 1911 |
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Clarke era negli Stati Uniti, dove si era trasferita per continuare la sua carriera artistica, e rimase bloccata non avendo ottenuto il visto per tornare in Gran Bretagna. Spesso ha composto sotto pseudonimi maschili, poiché l'idea che una donna potesse scrivere opere così complesse era socialmente inconcepibile. Un breve duetto per viola e pianoforte, intitolato Morpheus, noto con lo pseudonimo di Anthony Trent, fu presentato in anteprima al suo recital congiunto del 1918 con la violoncellista May Mukle. L'anno successivo si classificò seconda in un concorso di composizione al Berkshire Festival con una Sonata per viola, questa volta firmata da lei stessa. Il brano, sui settantadue presentati, si guadagnò grande considerazione, ottenendo successo di pubblico e il riconoscimento ufficiale di compositrice, ma la pubblicazione a stampa avverrà solo nel 1921 negli Stati Uniti, certamente più aperti alla musica al femminile dell'Inghilterra. La sua Sonata si compone di tre movimenti: impetuoso, vivace, adagio; il finale si libera in forma brillante, concludendosi con la stessa forza che caratterizza l'inizio, con il pianoforte che incalza l'ossessiva tessitura della viola. Nel 1924 Rebecca intraprese la carriera di solista e di appartenente a un ensemble a Londra, dopo aver completato per la prima volta un tour mondiale nel biennio 1922-23. Si è pure esibita in diverse registrazioni negli anni Venti e Trenta e ha partecipato a trasmissioni musicali della Bbc. La sua produzione successiva fu sporadica, in quanto cominciò a soffrire di una forma cronica di depressione, dovuta anche allo sconforto per lo scarso apprezzamento che riceveva per il suo lavoro.
Rebecca Clarke mentre suona la viola |
Casualmente in una strada di Manhattan incontrò James Friskin, un compositore e pianista da concerto che era stato suo compagno al Royal College of Music, e i due si sposarono nel 1944, quando entrambi avevano circa cinquant’anni. Dopo il matrimonio, Rebecca smise di esibirsi e di comporre, nonostante l'incoraggiamento del marito, anche se ha continuato a lavorare sugli arrangiamenti fino a poco prima della morte. Vendette lo Stradivari che le era stato lasciato in eredità e istituì il premio May Mukle per violoncellisti alla Royal Academy, premio che viene ancora oggi assegnato ogni anno. Dopo la morte del marito nel 1967, Clarke iniziò a scrivere un libro di memorie, completato nel 1973, ma mai pubblicato. Vi descrive i suoi primi anni di vita, segnati dalle frequenti percosse da parte del padre e da relazioni familiari tese che hanno influenzato negativamente la sua esistenza. Morì nella propria casa di New York all'età di 93 anni, il 13 ottobre 1979. Le sue opere ricordano quelle di altri compositori inglesi dell'inizio del XX secolo, conformi allo stile in voga. Clarke conosceva molti importanti musicisti dell'epoca, tra cui Bloch e Ravel, ai quali il suo lavoro è stato paragonato, anche Debussy è spesso citato tra i suoi ispiratori. C'è una chiarezza di trama, densa e ritmicamente complessa, in gran parte della sua musica, così come un'inclinazione impressionista e una natura emotivamente intensa. Tra il 1939 e il 1942, l'ultimo periodo prolifico verso la fine della carriera compositiva, il suo stile divenne più chiaro e contrappuntistico, con tratti distintivi del neoclassicismo.
Gran parte della sua produzione è stata scritta per gli ensemble da camera di sole donne in cui ha suonato, tra cui il Norah Clench Quartet, l’English Ensemble e Le d'Aranyi Sisters. Le sue composizioni in totale comprendono cinquantadue brani per voce solista accompagnati da pianoforte e/o violino, undici opere corali, ventuno brani da camera. La Sonata per viola (1919), Morpheus (1917-18), Rapsodia per violoncello e pianoforte (1923), Midsummer Moon, Dumka (1941) per violino, viola e pianoforte recentemente pubblicata, Passacaglia su una antica melodia inglese per viola (o violoncello) e pianoforte (1940-41), Preludio, Allegro e Pastorale (1941), brano influenzato dal neoclassicismo, scritto per clarinetto e viola, sono le sue opere più note. Oltre alla musica da camera per archi, Clarke ha scritto molte canzoni, di natura più leggera. The Seal Man per voce solista e pianoforte (1922), con parole di John Masefield, e Tiger, Tiger per voce e pianoforte (1929-33), con parole di William Blake, sono le più conosciute ed eseguite. Il suo lavoro è stato dimenticato per un lungo periodo di tempo, ma ha riconquistato interesse nel 1976 in seguito a una trasmissione radiofonica che celebrava il suo novantesimo compleanno. Oltre la metà della sua produzione rimane inedita e in possesso personale degli eredi, e molti pezzi sono stati pubblicati solo di recente.
Rebecca Clarke nel 1918
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La Rebecca Clarke Society è stata fondata nel 2000 per promuovere lo studio e l'esecuzione della sua musica dalle musicologhe Liane Curtis e Jessie Ann Owens, e ha sede presso il Women's Studies Research Center alla Brandeis University. La Società ha reso disponibili composizioni inedite della musicista, pubblicando oltre venticinque opere precedentemente sconosciute e anche A Rebecca Clarke Reader. L'accoglienza moderna del lavoro di Clarke è stata generalmente positiva. La sua Sonata per viola in una recensione del 1981 è stata definita un «pezzo premuroso e ben costruito»; una recensione del 1985 ne notava «l'intensità emotiva e l'uso di colori dai toni scuri». Andrew Achenbach ha definito Morpheus «sorprendente» e «languido». Laurence Vittes ha notato che la sua Ninna nanna è «estremamente dolce e tenera». Nel 2017 Bbc Radio 3 ha dedicato cinque ore alla sua musica come compositrice della settimana.
Traduzione francese
Ibtisam Zaazoua
La compositrice anglo-américaine Rebecca Clarke, renommée internationalement en tant que virtuose de l’alto, elle a aussi été l’une des premières altistes d’orchestre professionnelles et elle est considérée comme la compositrice britannique la plus illustre de la génération de l’entre-deux-guerres, classée par les Gramophone Classical Music Awards comme «l’une des meilleures de son temps».
Née le 27 août 1886 dans le quartier londonien de Harrow, au Royaume-Uni, de Joseph Thatcher Clarke, un américain, et de Agnes Paulina Helferich, allemande, son enfance a été perturbée par un père violent. Elle a commencé à jouer le violon à huit ans, après avoir participé aux cours donnés à son frère, Hans Thacher, quinze ans plus jeune qu’elle. Son père avait un sens rigoureux de la morale victorienne et il était très sévère avec sa fille, mais, en voyant sa propension précoce à la musique et étant lui-même intéressé à cette discipline, il lui a permis d’entrer à la Royal Academy of Music en 1903 pour étudier le violon. En 1905 Rebecca a quitté l’Académie après avoir refusé une proposition de mariage par son enseignant d'harmonie, Percy Hilder Miles, qui lui a ensuite légué son précieux violon Stradivarius. Après une courte période à la maison, elle s’est inscrite au Royal College of Music et elle a été l’une des premières étudiantes filles de composition de sir Charles Villiers Stanford. Sur sa sollicitation, elle a changé du violon à la viole, en étudiant avec Lionel Tertis, considéré par certains critiques comme le plus grand altiste de l’époque. Elle a dû quitter le Collège en 1910, lorsque son père lui a coupé les vivres, et elle s'est maintenue en jouant de l'alto. Elle a été l’une des premières musiciennes de l’orchestre professionnelles du moment elle a été sélectionnée par Sir Henry Wood pour la Queen’s Hall Orchestra en 1912.
Rebecca Clarke avec l'alto | Rebecca Clarke en 1911 |
Au début de la Seconde Guerre mondiale, Clarke se trouvait aux Etats-Unis, où elle a déménagé pour poursuivre sa carrière artistique, et elle est restée bloquée faute d’avoir pu obtenir le visa pour rentrer en Grande-Bretagne. Elle a composé souvent sous des pseudonymes masculins, puisque l’idée qu’une femme puisse écrire des oeuvres si complexes était socialement inconcevable. Un court duo pour alto et piano, intitulé Morpheus, connu sous le pseudonyme d' Anthony Trent, a été présenté en avant-première dans son récital conjoint du 1918 avec la violoncelliste May Mukle. L’année suivante elle s’est classée deuxième au concours de composition au Berkshire Festival avec une Sonata per viola, cette fois signée par elle-même. La pièce, parmi les soixante-douze proposées, lui vaut l’estime du public et la reconnaissance officielle en tant que compositrice, mais la publication imprimée aura lieu seulement en 1921 aux Etats-Unis, sûrement plus ouverts à la musique au feminin que l’Angleterre. Sa Sonata se compose de trois mouvements: impetuoso, vivace, adagio; le final se libère dans une forme brillante, concluant avec la même force que le début, le piano pressant la texture obsessionnelle de l’alto. En 1924 Rebecca entame une carrière de soliste et de membre d’un ensemble à Londre, après avoir terminé pour la première fois une tournée mondiale en 1922-23. Elle a également participé à plusieurs enregistrements dans les années vingt et trente, ainsi qu’à des émissions musicales de la Bbc. Sa production suivante a été sporadique, car elle a commencé à souffrir d’une forme chronique de dépression, également due au découragement face au manque d'appréciation pour son travail.
Rebecca Clarke joue de l'alto |
Par hasard dans une rue de Manhattan elle a rencontré James Friskin, un compositeur et pianiste de concert qui avait été son camarade au Royal College of Music, et les deux se sont mariés en 1944, quand ils avaient tous deux environ cinquante ans. Après leur mariage, Rebecca a arrêté de se produire et de composer, malgré les encouragements de son mari, bien qu’elle ait continué à travailler sur des arrangements jusqu’au peu de temps avant sa mort. Elle a vendu le Stradivarius qui lui a été légué et elle institue le prix May Mukle pour violoncellistes au Royal Academy, prix qui est toujours décerné chaque année. Après la mort de son mari en 1967, Clarke commence à écrire un livre de mémoires, achevé en 1973, mais jamais publié. Elle en y décrit ses premières années de vie, marquées par les coups fréquents de son père et par des relations familiales difficiles qui ont négativement affecté son existence. Elle meurt dans son domicile de New York à l'âge de 93 ans, le 13 octobre 1979. Ses œuvres rappellent celles d’autres compositeurs anglais du début du XXe siècle, qui se conforment au style en vogue. Clarke connaissait de nombreux musiciens importants de l’époque, notamment Bloch et Ravel, auxquels son travail a été comparé, Debussy aussi a été souvent cité parmi ses inspirateurs. Une grande partie de sa musique présente une texture claire, dense et complexe sur le plan rythmique, ainsi qu'une tendance impressionniste et une nature émotionnellement intense. Entre 1939 et 1942, la dernière période prolifique vers la fin de sa carrière compositive, son style est devenu plus clair et contrapuntique, avec des traits distinctifs du néoclassicisme.
Une grande partie de sa production a été écrite pour les ensembles de chambre exclusivement féminins dans lesquels elle a joué, notamment le Norah Clench Quarter, l’English Ensemble et Le d’Aranyi Sisters. Au total, ses compositions comprennent cinquante-deux pièces pour voix soliste accompagnées de piano et/ou violon, onze œuvres chorales, vingt-et-une pièces de chambre. La Sonata per viola (1919), Morpheus (1917-18), Rapsodia per violoncello e pianoforte (1923), Midsummer Moon, Dumka (1941) pour violon, alto et piano récemment publié, Passacaglia sur une ancienne mélodie anglaise pour alto (ou violoncelle) et piano (1949-41), Preludio, Allegro e Pastorale (1941), pièce influencée par le néoclassicisme, écrit pour clarinette et alto, sont ses oeuvres les plus connues. Ainsi que de la musique de chambres pour cordes, Clarke a écrit de nombreuses chansons, plus légères. The Seal Man pour voix soliste et piano (1922), avec les paroles écrites par John Masefield, et Tiger, Tiger pour voix et piano (1929-33), avec les paroles écrites de William Blake, sont les plus connues et les plus jouées. Son travail a été oublié pendant une longue période, mais il a connu un regain d'intérêt en 1976 à la suite d’une transmission radiophonique célébrant son 90ème anniversaire. Plus de la moitié de sa production reste inédite et en possession personnelle de ses héritiers, et de nombreuses pièces n’ont été publiées que récemment.
Rebecca Clarke en 1918
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La Rebecca Clarke Society a été fondée en 2000 afin de promouvoir l'étude et l'exécution de sa musique par les musicologues Liane Curtis et Jessi Ann Owens, et elle est basée au Women’s Studies Research Center de l’université de Brandeis. La Société a mis à disposition des compositions inédites de la musicienne, en publiant plus de vingt-cinq œuvres précédemment inconnues et ainsi que A Rebecca Clarke Reader. L’accueil moderne du travail de Clarke a été généralement positif. Sa Sonata per viola, dans une critique de 1981, a été décrite comme une «pièce attentive et bien construite», une critique de 1985 a noté son «intensité émotionnelle et son usage des couleurs sombres». Andrew Achenbach a qualifié Morpheus de «frappant» et de «langoureux». Laurence Vittes a noté que sa Ninna Nanna est «extrêmement douce et tendre». En 2017 Bbc Radio 3 a dédié cinq heures à sa musique en tant que compositrice de la semaine.
Traduzione inglese
Anglo-American composer Rebecca Clarke, internationally renowned as a viola virtuoso, was also one of the first female professional orchestral musicians and is considered the most distinguished British composer of the interwar generation, ranked by Gramophone Classical Music Awards as "one of the best of her time."
Born August 27, 1886, in the London suburb of Harrow, UK, to Joseph Thacher Clarke, an American, and Agnes Paulina Helferich, a German, hers was a childhood distressed by an abusive father. She began playing the violin at the age of eight, after attending lessons given to her brother, Hans Thacher, fifteen months younger than her. Her father had a strong sense of Victorian morality and was very strict with his daughter, but, having noticed her early inclination for music and being himself interested in the discipline, he allowed her to enter the Royal Academy of Music in 1903 to study violin. In 1905 Rebecca dropped out of the Academy after rejecting a marriage proposal made to her by her harmony teacher, Percy Hilder Miles, who later left her his own prized Stradivarius violin in his will. After a brief period at home, she enrolled at the Royal College of Music and was one of Sir Charles Villiers Stanford's first female composition students. At his urging, she shifted her focus from the violin to the viola, studying with Lionel Tertis, considered by some critics to be the greatest violist of the time. She had to leave college in 1910, when her father cut off her funds, and supported herself by playing the viola. She was one of the first female professional orchestral musicians, starting from the time of her selection by Sir Henry Wood for the Queen's Hall Orchestra in 1912.
Rebecca Clarke with the viola | Rebecca Clarke in 1911 |
At the outbreak of World War II, Clarke was in the United States, where she had moved to continue her artistic career, and was stranded having failed to obtain a visa to return to Britain. She often composed under male pseudonyms, as the idea that a woman could write such complex works was popularly inconceivable. A short duet for viola and piano, entitled Morpheus, made public under the pseudonym Anthony Trent, was premiered at her 1918 joint recital with cellist May Mukle. The following year she placed second in a composition competition at the Berkshire Festival with a Sonata for viola, this time signed by herself. The piece, out of the seventy-two submitted, earned high regard, gaining her public acclaim and official recognition as a composer, but printed publication would not occur until 1921 in the United States, certainly more open to women's music than England. Her Sonata consists of three movements: impetuoso, vivace, and adagio. The finale breaks free in brilliant form, concluding with the same force as the beginning, with the piano following the viola's haunting texture. In 1924 Rebecca embarked on a career as a soloist and ensemble member in London, having first completed a world tour in 1922-23. She also performed on several recordings in the 1920s and 1930s and participated in BBC music broadcasts. Her subsequent output was sporadic, as she began to suffer from a form of chronic depression, due in part to her discouragement over the little appreciation she received for her work.
Rebecca Clarke playing the viola |
By chance, she met James Friskin on a Manhattan street, a composer and concert pianist who had been her partner at the Royal College of Music, and the two were married in 1944, when they were both in their early fifties. After the marriage, Rebecca stopped performing and composing, despite her husband's encouragement, although she continued to work on arrangements until shortly before her death. She sold the Stradivarius bequeathed to her and established the May Mukle prize for cellists at the Royal Academy, a prize that is still awarded annually. After her husband's death in 1967, Clarke began writing a memoir, completed in 1973 but never published. In it she describes her early years, marked by frequent beatings by her father and strained family relationships that negatively affected her life. She died at her home in New York City at the age of 93 on October 13, 1979. Her works resemble those of other English composers of the early 20th century, conforming to the style in vogue. Clarke knew many important musicians of the time, including Bloch and Ravel, to whom her work has been compared. Debussy is also often cited as another of her inspirations. There is a clarity of texture, dense and rhythmically complex, in much of her music, as well as an impressionistic bent and an emotionally intense nature. Between 1939 and 1942, the last prolific period toward the end of her compositional career, her style became clearer and more contrapuntal, with distinctive traits of neoclassicism.
Much of her output was written for the all-female chamber ensembles in which she played, including the Norah Clench Quartet, the English Ensemble, and Le d'Aranyi Sisters. Her compositions in total include fifty-two pieces for solo voice accompanied by piano and/or violin, eleven choral works, and twenty-one chamber pieces. The Sonata for Viola (1919), Morpheus (1917-18), Rhapsody for Cello and Piano (1923), Midsummer Moon, Dumka (1941) for violin, viola and piano (recently published), Passacaglia on an Old English Melody for Viola (or Cello) and Piano (1940-41), and Prelude, Allegro and Pastoral (1941), a neoclassical influenced piece written for clarinet and viola, are her best-known works. In addition to chamber music for strings, Clarke wrote many songs of a lighter nature. The Seal Man for solo voice and piano (1922), with words by John Masefield, and Tiger, Tiger for voice and piano (1929-33), with words by William Blake, are the best known and most performed. Her work was forgotten for a long time, but recaptured interest in 1976 following a radio broadcast celebrating her 90th birthday. More than half of her output remains unpublished and in the personal possession of her heirs, and many pieces have only recently been published.
Rebecca Clarke in 1918
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The Rebecca Clarke Society was founded in 2000 to promote the study and performance of her music by musicologists Liane Curtis and Jessie Ann Owens, and is based at the Women's Studies Research Center at Brandeis University. The Society has made available previously unpublished compositions by the musician, publishing over twenty-five previously unknown works as well as A Rebecca Clarke Reader. The modern reception of Clarke's work has been generally positive. Her Viola Sonata in a 1981 review was called a "thoughtful and well-constructed piece." A 1985 review noted its "emotional intensity and use of dark-toned colors." Andrew Achenbach called Morpheus "striking" and "languid." Laurence Vittes noted that her Lullaby is "extremely sweet and tender." In 2017 BBC Radio 3 devoted five hours to her music as composer of the week.
Traduzione spagnola
Francesco Rapisarda
La compositora angloamericana Rebecca Clarke, reconocida mundialmente por su virtuosismo con la viola, también fue una de las primeras mujeres en integrarse profesionalmente a una orquesta. Es considerada la compositora británica más prominente de la generación de entreguerras y fue elogiada por los Gramophone Classical Music Awards como «una de las mejores de su época».
Nació el 27 de agosto de 1886 en el barrio londinense de Harrow (Reino Unido), hija de Joseph Thacher Clarke, estadounidense, y Agnes Paulina Helferich, alemana, y tuvo una infancia difícil debido a los malos tratos por parte de su padre. Comenzó a tocar el violín a los ocho años, tras asistir a las clases que le estaban dando a su hermano, Hans Thacher, quien tenía quince meses menos que ella. Su padre tenía un marcado sentido de la moral victoriana y era muy estricto con su hija, sin embargo al haber notado su temprana inclinación por la música y al estar él mismo interesado en la disciplina, le permitió que ingresara en la Real Academia de Música en 1903 para estudiar violín. En 1905, Rebecca abandonó la Academia tras rechazar una propuesta de matrimonio que le hizo su profesor de armonía, Percy Hilder Miles, quien más tarde le dejó en herencia su propio y preciado violín Stradivarius. Tras un breve periodo en casa, se matriculó en el Royal College of Music y fue una de las primeras alumnas de composición de Sir Charles Villiers Stanford. A instancias de éste, cambió el violín por la viola y estudió con Lionel Tertis, considerado por algunos críticos el mejor violista de la época. Cuando su padre le cortó los fondos, tuvo que dejar el College en 1910, y se mantuvo tocando la viola. Fue una de las primeras músicas de orquesta profesionales, ya que Sir Henry Wood la seleccionó para la Queen's Hall Orchestra en 1912.
Rebecca Clarke con la viola | Rebecca Clarke en 1911 |
Al estallar la Segunda Guerra Mundial, Clarke se encontraba en Estados Unidos, adonde se había trasladado para continuar su carrera artística, y se vio en la imposibilidad de obtener un visado para regresar a Gran Bretaña. A menudo componía bajo seudónimos masculinos, ya que la idea de que una mujer pudiera escribir obras tan complejas era socialmente inconcebible. Un breve dúo para viola y piano titulado Morpheus, conocido bajo el seudónimo de Anthony Trent, se estrenó en su recital conjunto de 1918 con la violonchelista May Mukle. Al año siguiente logró el segundo puesto en un concurso de composición del Festival de Berkshire con una Sonata para viola y piano, esta vez bajo su propio nombre. La pieza, seleccionada entre las setenta y dos obras presentadas, le valió gran estima, la aclamación del público y el reconocimiento oficial como compositora, pero no se publicó hasta 1921 y en Estados Unidos, donde había una mayor apertura hacia la música compuesta por mujeres respecto a Inglaterra. Su Sonata se compone de tres movimientos: impetuoso, vivace, adagio; el final se desarrolla de forma brillante, concluyendo con la misma fuerza que caracteriza el inicio, con el piano que sostiene la obsesiva textura de la viola. En 1924, Rebecca inició una carrera como solista y componente de un conjunto en Londres, tras haber realizado por primera vez una gira mundial en 1922-23. También participó a varias grabaciones en las décadas de los años veinte y treinta y a programas musicales de la BBC. Su producción posterior fue esporádica, ya que empezó a sufrir una forma crónica de depresión, debida en parte al desánimo por la falta de reconocimiento que recibía por su trabajo.
Rebecca Clarke tocando la viola |
Por casualidad, en una calle de Manhattan, conoció a James Friskin, un compositor y concertista de piano que había sido su compañero en el Royal College of Music, y se casaron en 1944, cuando rondaban los 50 años. Tras la boda, Rebecca dejó de tocar y componer, a pesar de los ánimos de su marido, aunque siguió trabajando en arreglos musicales hasta poco antes de morir. Vendió el Stradivarius que le habían dejado en herencia e instituyó el premio May Mukle para violonchelistas en la Royal Academy, premio que se sigue concediendo anualmente. Después del fallecimiento de su marido en 1967, Clarke empezó a escribir sus memorias, que terminó en 1973, pero nunca las publicó. En ellas describe sus primeros años, marcados por las frecuentes palizas de su padre y unas tensas relaciones familiares que afectaron negativamente su existencia. Murió en su casa de Nueva York, a la edad de 93 años, el 13 de octubre de 1979. Sus obras recuerdan las de otros compositores ingleses de principios del siglo XX, ajustadas al estilo en boga. Clarke conocía a muchos músicos importantes de su época, como Bloch y Ravel, con quienes se ha comparado su obra; también se cita a menudo a Debussy entre sus inspiradores. Hay una claridad de textura, densa y rítmicamente compleja, en gran parte de su música, así como una inclinación impresionista y una naturaleza emocionalmente intensa. Entre 1939 y 1942, el último periodo prolífico hacia el final de su carrera como compositora, su estilo se volvió más claro y contrapuntístico, con rasgos distintivos del neoclasicismo.
Gran parte de su producción la compuso para los conjuntos de cámara exclusivamente femeninos en los que tocaba, como el Norah Clench Quartet, el English Ensemble y The Sisters D'Aranyi. En total, sus composiciones incluyen cincuenta y dos piezas para voz solista acompañada de piano y/o violín, once obras corales y veintiuna piezas de cámara. Sus obras más conocidas son: la Sonata para viola y piano (1919), Morpheus (1917-18), Rapsodia para violonchelo y piano (1923), Midsummer Moon, Dumka (1941) para violín, viola y piano publicada recientemente, Passacaglia sobre una antigua melodía inglesa para viola (o violonchelo) y piano (1940-41), Preludio, Allegro y Pastorale (1941), pieza influida por el neoclasicismo, compuesta para clarinete y viola. Además de música de cámara para cuerdas, Clarke escribió muchas canciones de carácter más ligero. The Seal Man para voz solista y piano (1922), con letra de John Masefield, y Tiger, Tiger para voz y piano (1929-33), con letra de William Blake, son sus canciones más conocidas e interpretadas. Su obra cayó en el olvido durante mucho tiempo, pero recobró interés en 1976 a raíz de una emisión radiofónica que celebraba su 90 cumpleaños. Más de la mitad de su producción permanece inédita y en manos de sus herederos, y muchas piezas se han publicado recientemente.
Rebecca Clarke en 1918
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En 2000, las musicólogas Liane Curtis y Jessie Ann Owens fundaron la Rebecca Clarke Society para promover el estudio y la interpretación de su música, con sede en el Centro de Investigación de Estudios sobre la Mujer de la Universidad Brandeis (Massachusetts). Esta Sociedad ha puesto a disposición del público composiciones inéditas de la compositora, a través de la publicación de veinticinco obras musicales desconocidas hasta entonces y de un libro titulado A Rebecca Clarke Reader. La recepción moderna de la obra de Clarke ha sido generalmente positiva. En una reseña de 1981, su Sonata para viola y piano se describió como una «pieza reflexiva y bien elaborada»; en una reseña de 1985 se destacó la «intensidad emocional y el uso de colores oscuros» de esta última pieza. Andrew Achenbach calificó Morpheus de 'impactante' y 'lánguida'. Laurence Vittes calificó su Canción de cuna para violín y chelo de «extremadamente dulce y tierna». En 2017, BBC Radio 3 dedicó cinco horas a su música como compositora de la semana.