Fanny Mendelssohn
Maria Chiara Pulcini


Katarzina Oliwia

 

È il 1842 e le note di un pianoforte accompagnano la lode del poeta austriaco Franz Grillparzer per l’Italia. È lo stesso Bel paese a dare il nome a quell’allegretto, Italien, e a suonarlo alla presenza della regina Vittoria a Buckingham Palace dovrebbe essere Felix Mendelssohn, uno dei compositori più acclamati del momento: è stata la stessa Vittoria a fare questa richiesta, desiderosa di poter eseguire una delle sue canzoni preferite. È con stupore e crescente imbarazzo che Felix ammette di non essere lui l’autore di Italien, che è stata composta in realtà da sua sorella maggiore, Fanny. Se c’è una storia che può essere elevata a emblema di come misoginia e pregiudizio di genere abbiano stroncato il talento e il successo delle donne è proprio quella di Fanny Mendelssohn.

Nasce ad Amburgo il 14 novembre del 1805, primogenita di una delle più importanti famiglie ebree dell’epoca: suo nonno è il filosofo Moses Mendelssohn, suo padre Abraham è un banchiere; la madre Lea Solomon è nipote dell’imprenditore Daniel Itzig, attivo promotore degli interessi della popolazione ebraica prussiana presso la corte di Federico II prima e di Federico Guglielmo II poi. Fanny è orgogliosa delle sue origini e assieme ai fratelli protesta attivamente quando Abraham decide di convertire la famiglia al Cristianesimo e di cambiare il cognome in Mendelssohn Bartholdy – il primo atto di quello che sarà un rapporto tempestoso tra padre e figlia – per poi trasferirsi a Berlino. Qui la giovane dimostra un eccezionale talento musicale: le prozie Fanny von Arnstein e Sarah Levy, donne acculturate, forti e punto di riferimento per la comunità ebraica, ospitano nei loro salotti decine di musicisti, immergendo Fanny e i suoi fratelli nell’ambiente musicale sin dalla più tenera età; ad insegnarle a suonare il pianoforte è sua madre Lea, grande estimatrice dei lavori di Johann Sebastian Bach. Assieme al fratello Felix prende lezioni di pianoforte da Ludwig Berger e composizione musicale da Carl Friedrich Zelter. Quest’ultimo non farà mai mistero della sua preferenza per Fanny, considerandola ben più brava di Felix: al suo amico Johan Wolfgang von Goethe scrive che la piccola Mendelssohn è in grado di suonare Bach a memoria e che la sua abilità è identica a quella di un uomo – all’epoca uno dei più bei complimenti che una donna potesse ricevere. Oltre alla musica impara anche francese, inglese e italiano; è appassionata di poesia e nella sua libreria figurano nomi come Heine e Goethe.

Se tutta la famiglia è più che entusiasta del talento di Fanny, il padre Abraham lo tollera a malapena: non ostacola la sua educazione musicale, anzi, ma il suo pensiero è ben riassumibile in una lettera del 1820, dove le scrive che la musica potrà essere una carriera per Felix, ma per lei sarà niente più che un ornamento. Quando Goethe invita entrambi i fratelli a passare due settimane a casa sua, Abraham manda solo Felix; questi suona una composizione scritta da Fanny, che piace talmente tanto a Goethe da portarlo a scrivere una poesia per farla musicare apposta da lei – un progetto che non è andato in porto.

L’atteggiamento apatico del padre lascia una profonda insicurezza in Fanny, un sentimento che giocherà un ruolo fondamentale nel rapporto con Felix. I due sono legatissimi e non è esagerato affermare che la sorella sia stata fondamentale per l’educazione musicale del fratello e viceversa: i due suonano spesso assieme – danno spettacolo ai concerti organizzati la domenica presso la loro casa berlinese da Abraham prima e da Fanny stessa poi, raccogliendo le lodi di importanti figure come Niccolò Paganini, Clara Schumann, Bettina von Armin e Franz Liszt. Felix la incoraggia a continuare a comporre musica ma non a pubblicarla, offrendo invece di usare il proprio nome. Dal 1826 Felix pubblica per Fanny tre canzoni nella sua Opera 8 – una di queste è Italien, citata all’inizio e che ha creato una situazione di non poco imbarazzo tra Felix e la regina Vittoria – e tre nell’Opera 9. Manterranno uno stretto rapporto epistolare per tutta la vita: Felix si consulta spesso con Fanny, le sottopone le sue composizioni ed è molto accorto nel seguire le sue indicazioni e osservazioni; tuttavia, continua a sostenere che lasciare che Fanny pubblichi per conto proprio vada contro i suoi principi.

Nel 1829, dopo anni di corteggiamento e superata l’ostilità della madre, Fanny sposa il pittore Wilhelm Hensel, dando alla luce il loro unico figlio Sebastian l’anno seguente. Sempre nel 1830 riceve la sua prima acclamazione pubblica da parte del compositore John Thomson, il quale ne tesse le lodi sulla rivista londinese The Harmonicon dopo che Felix gli ha fatto vedere alcune canzoni. Seguono anni di concerti privati e di altrettanto privati riconoscimenti: nel suo salotto che riunisce frequentemente le più grandi menti musicali dell’epoca dà sfoggio di tutta la sua bravura come compositrice e performer, ma l’essere una donna borghese le impedisce di ottenere lo stesso livello di successo del fratello – che continua a sostenere e aiutare, non senza una certa frustrazione. Lo scrittore Henry Chorley scrive a Felix riguardo Fanny che se essa fosse nata in una famiglia povera il suo nome sarebbe apparso vicino a quello di importanti pianiste come Clara Schumann e Marie Pleyel senza protesta alcuna; un pensiero che emerge ogni tanto dai diari di Mendelssohn nei pochi passi in cui parla di una possibile carriera come musicista.

Fanny Mendelssohn disegnata dal marito Wilhelm Hensel (1829) Fanny Mendelssohn insieme al marito Wilhelm Hensel

Perdite importanti in famiglia e due aborti spontanei hanno forti ripercussioni sulla sua salute fisica e mentale. Hensel, che ha sempre incoraggiato e supportato la moglie – suggerendole più volte di pubblicare le sue opere anche se questo significava andare contro Felix – organizza un viaggio in Italia tra il 1839 e il 1840. Il clima più mite, i paesaggi mediterranei e gli incontri con compositori ed esperti che la riempiono di lodi e complimenti rinvigoriscono la donna e le forniscono nuova ispirazione e maggiore sicurezza. A darle un’ulteriore spinta è l’amicizia con l’appassionato di musica Robert von Kaudell, che le offre consigli e la sprona a pubblicare con il suo nome. A quarant’anni Fanny accetta l’offerta di due editori berlinesi e senza consultare il fratello pubblica Opere 1 nel 1846 con il nome da sposata, Fanny Hensel. Sorprendentemente, Felix non è risentito dalla decisione – anche se Fanny sa che, in fondo, questi non è affatto d’accordo, ma si accontenta degli auguri. Inizia a intrattenere un fitto rapporto epistolare con Clarissa Schumann, con cui organizza una collaborazione mentre continua a scrivere e pubblicare opere. Una promettente carriera viene purtroppo arrestata sul nascere: Fanny Mendelssohn muore a seguito di complicazioni dovute a un ictus il 14 maggio del 1847, a Berlino. Felix è distrutto dalla perdita: forse spinto dai sensi di colpa, forse per puro amore fraterno, lavora per preservare la memoria della sorella e assicurarsi che abbia il riconoscimento che merita, continuando a pubblicarne i lavori, tra cui Vier Lieder Op. 8; compone per lei il Quartetto per violino No. 6 in F minore prima di morire anche lui di ictus solo sei mesi dopo.

Fanny Mandelssohn ha composto più di 400 brani nel corso della sua vita: decine di trii per pianoforte e quartetti per pianoforte, quattro cantate, un pezzo per orchestra, circa 125 canzoni per pianoforte e oltre 250 lieder (composizioni per voce solista e pianoforte). Ha sempre preferito comporre per il pianoforte, visto che al contrario del fratello non ha imparato a suonare strumenti a corda. Oltre ad Italien, anche Osternate – una composizione che intende riprodurre la Passione di Cristo, dalla salita sul Calvario alla morte – è stata per lungo tempo attribuita a suo fratello prima che uno studio rivelasse che Fanny ne fosse la vera autrice. Fondamentale per distinguere i lavori di Fanny sotto il nome di Felix è lo stile, molto più dinamico e sperimentale di quello di lui. Essendo la sua opera rimasta nell'ombra fino a pochi anni prima della morte solo di recente si sta cominciando a studiare: oltre che l’influenza del fratello, è stata notata una forte ispirazione al tardo Beethoven per quanto riguarda forma, tonalità e contrappunto; la maggior parte delle composizioni sono fatte per essere eseguite da pochi musicisti, ma non mancano progetti per opere di scala maggiore. Mendelssohn ha raffinato la sua tecnica per suscitare forte emozione, componendo melodie che riflettessero il significato letterale delle parole dei lieder. Sentendo le sue composizioni si ha come l’impressione che l'autrice improvvisasse sul momento: alternando complessità a semplicità, tradizione e propria inventiva, il suo obiettivo era sempre quello di esprimere al meglio le sensazioni scaturite dalla narrazione.

Fortunatamente, grazie all’instancabile lavoro di studiose e studiosi sulla sua produzione musicale e su diari e lettere, Fanny Mendelssohn è libera dall’ingombrante presenza del fratello e può risplendere da sola, godendo della meritata fama di abile compositrice e pianista. Il museo Mendelssohn-Haus a Leipzig ha una mostra permanente a lei dedicata, e un museo intitolato a lei e al fratello è stato aperto nella città natale, Amburgo, nel 2018. Persino un pianeta, Fannyhensel, ha preso il suo nome. La sua musica è oggi conosciuta e celebrata in tutto il mondo.


Traduzione francese

Ibtisam Zaazoua

Nous sommes en 1842 et les notes d'un piano accompagnent les louanges du poète autrichien Franz Grillparzer pour l'Italie. C'est le même Bel paese qui donne le nom à cet allegretto, Italien, et à le jouer devant la reine Victoria à Buckingham Palace devrait être Felix Mendelssohn, l'un des compositeurs les plus acclamés du moment : c'est Victoria elle-même qui a fait cette demande, désireuse de pouvoir exécuter l'une de ses chansons préférées. C'est avec stupeur et embarras croissant que Felix admet qu'il n'est pas l'auteur de Italien, qui a en réalité été composé par sa sœur aînée, Fanny. S'il y a une histoire qui peut être élevée au rang de symbole de la façon dont la misogynie et les préjugés de genre ont brisé le talent et le succès des femmes, c'est bien celle de Fanny Mendelssohn.

Elle est née à Hambourg le 14 novembre 1805, première-née d'une des familles juives les plus importantes de l'époque : son grand-père est le philosophe Moses Mendelssohn, son père Abraham est banquier ; sa mère Lea Solomon est la petite-fille de l'entrepreneur Daniel Itzig, fervent défenseur des intérêts de la population juive prussienne à la cour de Frédéric II d'abord, puis de Frédéric-Guillaume II. Fanny est fière de ses origines et, avec ses frères, proteste activement lorsque Abraham décide de convertir la famille au christianisme et de changer leur nom en Mendelssohn Bartholdy – le premier acte d'une relation orageuse entre père et fille – pour ensuite déménager à Berlin. Là, la jeune fille démontre un talent musical exceptionnel : ses grandes-tantes Fanny von Arnstein et Sarah Levy, femmes cultivées, fortes et références pour la communauté juive, accueillent dans leurs salons des dizaines de musiciens, immergeant Fanny et ses frères dans l'environnement musical dès leur plus jeune âge ; c'est sa mère Lea, grande admiratrice des œuvres de Johann Sebastian Bach, qui lui apprend à jouer du piano. Avec son frère Felix, elle prend des leçons de piano auprès de Ludwig Berger et de composition musicale auprès de Carl Friedrich Zelter. Ce dernier ne fera jamais mystère de sa préférence pour Fanny, la considérant bien meilleure que Felix : à son ami Johann Wolfgang von Goethe, il écrit que la petite Mendelssohn est capable de jouer Bach par cœur et que son habileté est identique à celle d'un homme – à l'époque, l'un des plus beaux compliments qu'une femme puisse recevoir. En plus de la musique, elle apprend également le français, l'anglais et l'italien ; elle est passionnée de poésie et dans sa bibliothèque figurent des noms tels que Heine et Goethe.

Si toute la famille est plus qu'enthousiaste du talent de Fanny, son père Abraham le tolère à peine : il ne fait pas obstacle à son éducation musicale, bien au contraire, mais son avis est bien résumé dans une lettre de 1820, où il lui écrit que la musique pourra être une carrière pour Felix, mais pour elle ce ne sera rien de plus qu'un ornement. Lorsque Goethe invite les deux frères à passer deux semaines chez lui, Abraham n'envoie que Felix ; ce dernier joue une composition écrite par Fanny, qui plaît tellement à Goethe qu'il écrit un poème pour qu'elle le mette en musique – un projet qui n'a pas abouti.

L'attitude apathique de son père laisse une profonde insécurité en Fanny, un sentiment qui jouera un rôle fondamental dans sa relation avec Felix. Les deux sont très proches et il n'est pas exagéré d'affirmer que la sœur a été essentielle à l'éducation musicale du frère et vice versa : ils jouent souvent ensemble – ils se produisent lors des concerts organisés le dimanche dans leur maison berlinoise par Abraham d'abord, puis par Fanny elle-même, recueillant les louanges de figures importantes telles que Niccolò Paganini, Clara Schumann, Bettina von Armin et Franz Liszt. Felix l'encourage à continuer à composer de la musique mais pas à la publier, proposant plutôt d'utiliser son propre nom. Dès 1826, Felix publie pour Fanny trois chansons dans son Opus 8 – l'une d'elles est Italien, citée au début et qui a créé une situation d'embarras non négligeable entre Felix et la reine Victoria – et trois dans l'Opus 9. Ils maintiendront une correspondance étroite toute leur vie : Felix consulte souvent Fanny, lui soumet ses compositions et suit de près ses indications et observations; cependant, il continue de soutenir que laisser Fanny publier en son nom propre va à l'encontre de ses principes.

En 1829, après des années de cour assidue et surmontée l'hostilité de sa mère, Fanny épouse le peintre Wilhelm Hensel, donnant naissance à leur unique fils Sebastian l'année suivante. Toujours en 1830, elle reçoit ses premières acclamations publiques de la part du compositeur John Thomson, qui en fait l'éloge dans la revue londonienne The Harmonicon après que Felix lui a montré quelques chansons. S'ensuivent des années de concerts privés et de reconnaissances tout aussi privées : dans son salon qui réunit fréquemment les plus grands esprits musicaux de l'époque, elle fait étalage de tout son talent en tant que compositrice et interprète, mais le fait d'être une femme bourgeoise l'empêche d'atteindre le même niveau de succès que son frère – qu'elle continue de soutenir et d'aider, non sans une certaine frustration. L'écrivain Henry Chorley écrit à Felix concernant Fanny que si elle était née dans une famille pauvre, son nom apparaîtrait aux côtés de ceux de pianistes importantes comme Clara Schumann et Marie Pleyel sans aucune contestation ; une pensée qui émerge parfois des journaux de Mendelssohn dans les rares passages où elle parle d'une possible carrière en tant que musicienne.

Fanny Mendelssohn dessinée par son mari Wilhelm Hensel (1829)
Fanny Mendelssohn avec son mari Wilhelm Hensel

Des pertes importantes dans sa famille et deux fausses couches ont de fortes répercussions sur sa santé physique et mentale. Hensel, qui a toujours encouragé et soutenu sa femme – lui suggérant à plusieurs reprises de publier ses œuvres même si cela signifiait aller à l'encontre de Felix – organise un voyage en Italie entre 1839 et 1840. Le climat plus doux, les paysages méditerranéens et les rencontres avec des compositeurs et des experts qui la couvrent d'éloges et de compliments revigorent la femme et lui fournissent une nouvelle inspiration et une plus grande confiance. Une amitié avec l'amateur de musique Robert von Kaudell, qui lui offre des conseils et l'encourage à publier sous son nom, lui donne une impulsion supplémentaire. À quarante ans, Fanny accepte l'offre de deux éditeurs berlinois et, sans consulter son frère, publie Opus 1 en 1846 sous son nom marital, Fanny Hensel. Étonnamment, Felix ne ressent aucune rancune face à cette décision – bien que Fanny sache qu'au fond, il n'est pas du tout d'accord, mais se contente de ses vœux. Elle commence à entretenir une correspondance intensive avec Clarissa Schumann, avec qui elle organise une collaboration tout en continuant à écrire et à publier des œuvres. Une carrière prometteuse est malheureusement arrêtée à son début : Fanny Mendelssohn meurt à la suite de complications dues à un accident vasculaire cérébral le 14 mai 1847 à Berlin. Felix est dévasté par la perte : peut-être poussé par un sentiment de culpabilité, peut-être par pur amour fraternel, il travaille pour préserver la mémoire de sa sœur et s'assurer qu'elle reçoive la reconnaissance qu'elle mérite, continuant de publier ses œuvres, dont Vier Lieder Op. 8 ; il compose pour elle le Quatuor à cordes n° 6 en F mineur avant de mourir lui-même d'un AVC six mois plus tard.

Fanny Mendelssohn a composé plus de 400 œuvres au cours de sa vie : des dizaines de trios pour piano et de quatuors pour piano, quatre cantates, une pièce pour orchestre, environ 125 chansons pour piano et plus de 250 lieder (compositions pour voix solo et piano). Elle a toujours préféré composer pour le piano, car contrairement à son frère, elle n'a pas appris à jouer des instruments à cordes. En plus de Italien, aussi Osternate – une composition qui entend reproduire la Passion du Christ, de la montée au Calvaire à la mort – a longtemps été attribuée à son frère avant qu'une étude ne révèle que Fanny en était la véritable autrice. Pour distinguer les œuvres de Fanny sous le nom de Felix, il est essentiel de se référer au style, beaucoup plus dynamique et expérimental que le sien. Étant donné que son œuvre est restée dans l'ombre jusqu'à peu de temps avant sa mort, ce n'est que récemment qu'elle commence à être étudiée : en plus de l'influence de son frère, on a noté une forte inspiration du Beethoven tardif en ce qui concerne la forme, la tonalité et le contrepoint ; la plupart des compositions sont faites pour être exécutées par quelques musiciens, mais il ne manque pas de projets pour des œuvres de plus grande envergure. Mendelssohn a affiné sa technique pour susciter une forte émotion, composant des mélodies qui reflètent le sens littéral des mots des lieder. En écoutant ses compositions, on a l'impression que l'auteure improvise sur le moment : alternant complexité et simplicité, tradition et propre inventivité, son objectif était toujours d'exprimer au mieux les sensations générées par la narration.

Heureusement, grâce au travail infatigable de chercheurs sur sa production musicale ainsi que sur ses journaux et lettres, Fanny Mendelssohn est libérée de la présence écrasante de son frère et peut briller par elle-même, jouissant de la renommée méritée de compositrice et pianiste talentueuse. Le musée Mendelssohn-Haus à Leipzig lui consacre une exposition permanente, et un musée à son nom et à celui de son frère a été ouvert dans sa ville natale, Hambourg, en 2018. Même une planète, Fanny Hensel, porte son nom. Sa musique est aujourd'hui connue et célébrée dans le monde entier.


Traduzione inglese

Syd Stapleton

It was 1842 and the notes of a piano accompanied Austrian poet Franz Grillparzer's praise for Italy. It is the Bel Paese itself that gives the name to that allegretto, Italien, and to play it in the presence of Queen Victoria at Buckingham Palace was Felix Mendelssohn, one of the most acclaimed composers of the day. It was Victoria herself who made this request, eager to be able to hear a performance of one of her favorite songs. It created astonishment and growing embarrassment when Felix admitted that he was not the author of Italien, which was actually composed by his older sister, Fanny. If there is one story that can be elevated to an emblem of how misogyny and gender prejudice have crushed women's talent and success, it is that of Fanny Mendelssohn.

She was born in Hamburg on Nov. 14, 1805, the eldest child of one of the most prominent Jewish families of the time. Her grandfather was the philosopher Moses Mendelssohn, her father Abraham was a banker, and her mother, Lea Solomon, was the granddaughter of the entrepreneur Daniel Itzig, an active promoter of the interests of the Prussian Jewish population at the court of first Frederick II and then Frederick William II. Fanny was proud of her origins and along with her siblings actively protested when Abraham decided to convert the family to Christianity and change the surname to Mendelssohn Bartholdy - the first act in what will be a stormy relationship between father and daughter - and then moves the family to Berlin. There the young girl showed exceptional musical talent. Her great-aunts Fanny von Arnstein and Sarah Levy, cultured, strong women and a point of reference for the Jewish community, hosted dozens of musicians in their salons, immersing Fanny and her siblings in a musical environment from an early age. Teaching her to play the piano was her mother Lea, a great admirer of the works of Johann Sebastian Bach. Together with her brother Felix she took piano lessons from Ludwig Berger and music composition from Carl Friedrich Zelter. The latter would never make a secret of his preference for Fanny, considering her far better than Felix. He wrote to his friend Johan Wolfgang von Goethe that the young Fanny Mendelssohn was able to play Bach by heart and that her ability is identical to that of a man - at the time one of the finest compliments a woman could receive. In addition to music, she also learned French, English, and Italian. She was passionate about poetry, and her library included names such as Heine and Goethe.

The whole family was more than enthusiastic about Fanny's talent, with the exception of her father Abraham, who barely tolerated it. He didn’t stand in the way of her musical education, on the contrary, but his thoughts were well summed up in a letter to her in 1820, where he wrote that music might be a career for Felix, but for her it would be nothing more than an ornament. When Goethe invited both siblings to spend two weeks at his house, Abraham sent only Felix. Felix played a composition written by Fanny, which Goethe liked so much that it led him to write a poem for her to set to music - a project that never found completion.

Her father's apathetic attitude left a deep insecurity in Fanny, a feeling that would play a key role in her relationship with Felix. The two were very close, and it is no exaggeration to say that his sister was instrumental in her brother's musical education and vice versa. The two often played together - they gave performances at Sunday concerts organized at their Berlin home, first by Abraham and then by Fanny herself, garnering praise from important figures such as Niccolo Paganini, Clara Schumann, Bettina von Armin and Franz Liszt. Felix encouraged her to continue composing music but not to publish it, offering instead to use his own name. From 1826 Felix published three songs for Fanny in his Opus 8 - one of which is Italien, mentioned at the beginning and which created no small embarrassment between Felix and Queen Victoria - and three of her pieces in Opus 9. They maintained a close correspondence and relationship throughout their lives. Felix often consulted with Fanny, submitted his compositions to her, and was very shrewd in following her directions and observations. However, he still maintained that letting Fanny publish on her own went against his principles.

In 1829, after years of courtship and overcoming her mother's hostility, Fanny married painter Wilhelm Hensel, giving birth to their only son, Sebastian, the following year. Also in 1830, she received her first public acclaim from composer John Thomson, who praised her in the London magazine The Harmonicon after Felix showed him some of her songs. Years of private concerts and equally private accolades followed. In her salon, which frequently brought together the greatest musical minds of the day, she showed off all her prowess as a composer and performer, but being a middle-class woman prevented her from achieving the same level of success as her brother - whom she continued to support and help, not without some frustration. The writer Henry Chorley wrote to Felix, about Fanny, that if she had been born into a poor family her name would have appeared next to that of prominent pianists such as Clara Schumann and Marie Pleyel without any protest - a thought that emerges occasionally from Mendelssohn's diaries in the few passages in which he speaks of her possible career as a musician.

Fanny Mendelssohn drawn by her husband Wilhelm Hensel (1829)
Fanny Mendelssohn with her husband Wilhelm Hensel

Major losses in the family and two miscarriages severely affected her physical and mental health. Hensel, who always encouraged and supported his wife - suggesting several times that she publish her works even if it meant going against Felix – and he arranged a trip for her to Italy between 1839 and 1840. The milder climate, Mediterranean landscapes, and meetings with composers and experts who showered her with praise and compliments invigorated her and provided new inspiration and greater confidence. Giving her a further boost was her friendship with music enthusiast Robert von Kaudell, who offered her advice and urged her to publish under her own name. At forty, Fanny accepted the offer of two Berlin publishers and without consulting her brother. She published Opus 1 in 1846 under her married name, Fanny Hensel. Surprisingly, Felix did not resent the decision - although Fanny knew that, deep down, he did not agree at all - but was content to offer good wishes. She began a close correspondence relationship with Clarissa Schumann, with whom she arranged a collaboration while she continued to write and publish works. Her promising career was unfortunately nipped in the bud. Fanny Mendelssohn died of complications from a stroke on May 14, 1847, in Berlin. Felix was devastated by the loss. Perhaps driven by guilt, perhaps out of pure brotherly love, he worked to preserve his sister's memory and to ensure that she got the recognition she deserved, continuing to publish her works, including Vier Lieder Op. 8. He composed the Violin Quartet No. 6 in F minor for her before also dying of a stroke only six months later.

Fanny Mandelssohn composed more than 400 pieces during her lifetime - dozens of piano trios and piano quartets, four cantatas, a piece for orchestra, about 125 piano songs and more than 250 lieder (compositions for solo voice and piano). She always preferred to compose for the piano, since unlike her brother she did not learn to play string instruments. In addition to Italien, Osternate - a composition intended to reproduce the Passion of Christ, from his ascent to Calvary to his death - was long attributed to her brother before study revealed that Fanny was its true author. Crucial to distinguishing Fanny's work under Felix's name is the style, which is much more dynamic and experimental than his. Since her work remained in the shadows until a few years before her death, it is only recently beginning to be studied. In addition to her brother's influence, a strong reflection of the late Beethoven in form, tonality and counterpoint has been noted. Most of her compositions were made to be performed by a few musicians, but there is no shortage of projects for larger-scale works. Mendelssohn refined her technique to elicit strong emotion, composing melodies that reflected the literal meaning of the words of the lieder. Listening to her compositions, one gets the impression that the composer was improvising on the spot - alternating between complexity and simplicity, tradition and her own inventiveness. Her goal was always to best express the feelings triggered by the narrative.

Fortunately, thanks to the tireless work on her musical output, diaries and letters, by both male and female scholars, Fanny Mendelssohn is free from the cumbersome presence of her brother and can shine on her own, enjoying a well-deserved reputation as a skilled composer and pianist. The Mendelssohn-Haus museum in Leipzig has a permanent exhibition dedicated to her, and a museum named after her and her brother was opened in her hometown of Hamburg in 2018. Even a planet, Fannyhensel, has been named after her. Her music is now known and celebrated worldwide.


Traduzione spagnola

Simone Addario

Estamos en 1842 y las notas de un piano acompañan la oda a Italia del poeta austriaco Franz Grillparzer. Es la misma península la que da el nombre a este alegretto, Italien, y quien debería tocarlo en presencia de la reina Victoria en Buckingham Palace es Felix Mendelssohn, uno de los compositores más aclamados del momento: la propia Victoria lo ha solicitado, deseosa de poder interpretar una de sus canciones favoritas. Con asombro y creciente vergüenza Felix admite que no es él el autor de Italien, que en realidad fue compuesto por su hermana mayor, Fanny. Si hay una historia que puede ser elevada a emblema de cómo la misoginia y el prejuicio de género han truncado el talento y el éxito de las mujeres, es precisamente la de Fanny Mendelssohn.

Nace en Hamburgo el 14 de noviembre de 1805, primogénita de una de las familias judías más importantes de la época: su abuelo es el filósofo Moses Mendelssohn, su padre Abraham es un banquero; la madre Lea Solomon es nieta del empresario Daniel Itzig, activo promotor de los intereses de la población judía prusiana en la corte de Federico II primero y de Federico Guillermo II después. Fanny está orgullosa de sus orígenes y junto a sus hermanos protesta activamente cuando Abraham decide convertir a la familia al cristianismo y cambiar el apellido a Mendelssohn Bartholdy –el primer acto de lo que será una relación tormentosa entre padre e hija– para luego mudarse a Berlín. Aquí la joven demuestra un excepcional talento musical. Las tías abuelas Fanny von Arnstein y Sarah Levy, mujeres cultas, fuertes y referentes para la comunidad judía, acogen en sus salones a decenas de músicos, sumergiendo a Fanny y a sus hermanos en el ambiente musical desde su más tierna edad; su madre Lea, gran admiradora de las obras de Johann Sebastian Bach, le enseña a tocar el piano. Junto a su hermano Felix toma clases de piano con Ludwig Berger y composición musical con Carl Friedrich Zelter. Este último nunca ocultará su preferencia por Fanny, considerándola mucho más talentosa que Felix: a su amigo Johan Wolfgang von Goethe le escribe que la pequeña Mendelssohn es capaz de tocar a Bach de memoria y que su habilidad es idéntica a la de un hombre –uno de los elogios más bellos que podía recibir una mujer en aquella época. Además de música, también aprende francés, inglés e italiano; es apasionada de poesía y en su biblioteca figuran nombres como Heine y Goethe.

Si bien toda la familia está más que entusiasmada con el talento de Fanny, el padre Abraham apenas lo tolera. Es cierto que no obstaculiza su educación musical, pero su pensamiento se resume bien en una carta de 1820, donde le escribe que la música puede ser una carrera para Felix, pero para ella no será más que un adorno. Cuando Goethe invita a ambos hermanos a pasar dos semanas en su casa, Abraham solo envía a Felix; este toca una composición escrita por Fanny, que le gusta tanto a Goethe que lo lleva a escribir un poema para que ella lo musicalice a propósito –un proyecto que no llegó a concretarse.

La actitud apática del padre deja una profunda inseguridad en Fanny, un sentimiento que jugará un papel fundamental en su relación con Felix. Los dos están muy unidos y no es exagerado decir que la hermana ha sido fundamental para la educación musical del hermano y viceversa: los dos tocan a menudo juntos –dan espectáculos en los conciertos que se organizan los domingos en su casa berlinesa primero por Abraham y luego por la propia Fanny–, recogiendo los elogios de importantes figuras como Niccolò Paganini, Clara Schumann, Bettina von Armin y Franz Liszt. Felix la anima a seguir componiendo música, pero no a publicarla, y en su lugar le ofrece usar su propio nombre. A partir de 1826, Felix publica para Fanny tres canciones en su Op. 8 –una de ellas es Italien, citada al principio y que provocó una situación bastante embarazosa entre Felix y la reina Victoria– y tres en la Op. 9. Mantendrán una estrecha relación epistolar durante toda su vida: Felix a menudo se consulta con Fanny, le presenta sus composiciones y es muy cuidadoso al seguir sus indicaciones y observaciones; sin embargo, sigue sosteniendo que dejar que Fanny publique por su cuenta va en contra de sus principios.

En 1829, después de años de cortejo y superada la hostilidad de la madre, Fanny se casa con el pintor Wilhelm Hensel, dando a luz a su único hijo Sebastian al año siguiente. También en 1830 recibe su primera aclamación pública por parte del compositor John Thomson, quien la elogia en la revista londinesa «The Harmonicon» después de que Felix le mostrara algunas canciones. Siguen años de conciertos privados y de otros tanto reconocimientos en privado: en su salón, que reúne a las mentes musicales más importantes de su época, hace gala de su destreza como compositora y como ejecutora, pero al ser una mujer burguesa no obtiene el mismo éxito que su hermano –al que sigue ayudando y apoyando aunque no sin una cierta frustración. El escritor Henry Chorley le escribe a Felix que, si su hermana hubiera nacido en una familia pobre, su nombre habría aparecido al lado de pianistas importantes como Clara Shumann y Marie Pleyel sin que nadie protestara; una reflexión que aparece de vez en cuando en los diarios de Mendelshonn donde habla de una posible carrera como música.

Fanny Mendelssohn dibujada por su marido Wilhelm Hensel (1829)
Fanny Mendelssohn con su marido Wilhelm Hensel

Pérdidas importantes en la familia y dos abortos espontáneos tienen fuertes repercusiones en su salud física y mental. Hensel, que siempre ha apoyado y animado a su mujer –sugiriéndole que publique sus obras, aunque esto vaya en contra de la voluntad de Felix–, organiza un viaje a Italia entre 1839 y 1840. El clima más suave, los paisajes mediterráneos y los encuentros con compositores y expertos que la alaban continuamente vigorizan a la mujer y le ofrecen nueva inspiración y mayor seguridad. Contribuye a darle todavía más empuje su amistad con el apasionado de música Robert von Kaudell, que le ofrece consejos y la exhorta a publicar con su nombre. A los cuarenta años, Fanny acepta la oferta de dos editores berlineses y en 1846 publica, sin consultarse con su hermano, Opere 1 con su nombre de casada, Fanny Hensel. Sorprendentemente él no está resentido por su decisión –aunque Fanny sabe que en el fondo no está de acuerdo, pero se contenta con sus felicitaciones. Empieza una estrechísima relación epistolar con Clarissa Shumann con la que inicia una colaboración mientras sigue escribiendo y publicando obras. Lamentablemente su prometedora carrera se interrumpe nada más empezar pues Fanny Mendelsshon muere en Berlin, tras haber sufrido un ictus, el 14 de mayo de 1847. Felix está destrozado por esta pérdida y, quizás empujado por los sentimientos de culpabilidad, quizás más por puro amor fraterno, trabaja para preservar la memoria de su hermana y para asegurarse de que reciba el reconocimiento que se merece, y sigue publicando sus obras como la Vier Lieder Op. 8. Antes de morir solo seis meses más tarde, él también de un ictus, compone para ella el Quartetto per violino No. 6 in F minore.

Fanny Mandelssohn compuso más de 400 piezas a lo largo de su vida: decenas de tríos y cuartetos para piano, cuatro cantatas, una pieza para orquesta, unas 125 canciones para piano, más de 250 líeder (composiciones para voz solista y piano). Siempre prefirió componer para piano dado que, a diferencia de su hermano, ella no aprendió a tocar instrumentos de cuerda. Además de Italien, la composición Osternate –que quiere reproducir la pasión de Cristo desde su subida la Monte del Calvario hasta su muerte– también se atribuyó durante mucho tiempo a su hermano, hasta que un estudio reveló que era de Fanny. Para reconocer las composiciones de Fanny entre las de su hermano, es fundamental el estilo, mucho más dinámico y experimental el de ella. Al haber estado su obra bajo la sombra del nombre del hermano hasta poco antes de su muerte, solo se ha empezado a estudiar recientemente: además de la influencia de su hermano, se ha observado una fuerte inspiración en el Beethoven más tardío respecto a la forma, tonalidad y contrapunto. La mayoría de sus composiciones prevén un grupo reducido de músicos, pero no le faltan proyectos de mayor envergadura. Mendelssohn refinó su técnica para suscitar fuertes emociones, componiendo melodías que reflejaran el significado literal de la letra de los líeder. Escuchando sus composiciones, parece como si la compositora improvisara sobre la marcha: alternando la complejidad a la simplicidad, la tradición y la propia inventiva, su objetivo consistía siempre en expresar lo mejor posible las emociones que despertaba la narración.

Afortunadamente, gracias al incansable trabajo de una serie de estudios y estudiosos sobre su producción musical, sus diarios y su correspondencia, Fanny Mendelssohn se ha liberado de la engorrosa presencia de su hermano, y puede replandecer por sí sola, gozando de la merecida fama de hábil compositora y pianista. En el museo Mendelssohn-Haus de Leipzig hay una permanente dedicada a ella; en 2018 abrió un museo dedicado a los hermanos Mendelssohn en Hamburgo, su ciudad natal. También lleva su nombre el planeta Fannyhensel. Su música hoy es conocida y celebrada en todo el mundo.