Luise Adolpha Le Beau
Barbara Belotti
Katarzina Oliwia
Luise Adolpha Le Beau voleva insegnare alle giovani donne del suo tempo che la musica, al di là del piacere di eseguirla e di ascoltarla, può trasformarsi in un percorso di vita indipendente. Un’importante prospettiva per le ragazze del XIX secolo. Per rendere concreta questa opportunità di autonomia, la compositrice e musicista fondò nel 1878 una scuola musicale privata destinata ad accogliere le ragazze delle classi colte nella speranza che riuscissero a costruirsi un futuro indipendente come insegnanti di musica e pianoforte; a questo riguardo scrisse anche due saggi, uno sull'educazione musicale delle giovani donne e l’altro sulla musica come professione femminile. Dedicò gran parte dei suoi studi di musicologa al mondo della composizione musicale femminile, facendo conoscere le opere poco conosciute o del tutto ignorate delle compositrici del passato. Il suo obiettivo era far emergere dall’oblio i nomi e le creazioni di queste artiste e, attraverso un’analisi rigorosa di quanto prodotto musicalmente dalle donne, creare “una genealogia” femminile nel tentativo di evitare lo scontato e continuo confronto, sempre impari, con i compositori maschi.
Luise Adolpha Le Beau, 1872 |
Copertina del libro Memorie di Luise Adolpha Le Beau
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Luise Adolpha Le Beau nacque a Rastatt, nell’allora Granducato di Baden, il 25 aprile del 1850. Il padre Wilhelm, ufficiale dell’esercito, e sua moglie Karoline Barack furono d’accordo nell’incoraggiare i primi passi nel campo musicale della loro bambina che, all’inizio, ebbe come insegnante proprio il padre. Il talento c’era e ancora molto giovane Luise Adolpha, anche se rigorosamente separata dagli studenti maschi, cominciò a studiare pianoforte, violino e a comporre i primi brani. Il debutto avvenne all’età di diciotto anni a Karlsruhe con l’interpretazione, ben accolta, di concerti di Beethoven e di Mendelssohn. Negli anni della formazione furono importanti gli incontri con alcuni protagonisti della musica del tempo come Franz Liszt, Johannes Brahms e Clara Wieck Schumann che, nel 1873, le impartì alcune lezioni di pianoforte. L’anno successivo, nel 1874, Luise Adolpha partì per una serie di concerti nel Paesi Bassi accompagnata dalla madre ma, come ricordò nelle sue Memorie di una compositrice, la tournée ebbe pesanti ricadute sul suo fragile stato di salute.
La formazione e la carriera musicale di Luise Adolpha fecero un salto di qualità significativo quando nel 1876, accompagnata e sostenuta dai genitori, si trasferì a Monaco. Gli anni bavaresi furono per lei molto fruttuosi e inizialmente felici, le sue doti di pianista e di violinista vennero apprezzate dagli addetti ai lavori e dal pubblico, vinse concorsi internazionali di composizione raccogliendo sempre critiche benevole. Dopo due anni dal trasferimento a Monaco, Luise Adolpha fondò la scuola musicale femminile privata impegnandosi direttamente nell’insegnamento della teoria musicale e del pianoforte e, nello stesso periodo, cominciò a scrivere per la rivista Algemeine Deutsche Musik-Zeitung di Berlino, collaborazione che la tenne impegnata fino a quando la giovane artista non decise di cessare il suo contributo, stanca delle manomissioni e dei tagli ai suoi articoli da parte dell’editore. L’attività di compositrice invece proseguì. Nel 1882 vinse il primo premio in un concorso internazionale con la Sonata per violoncello e pianoforte op. 17 e nello stesso anno compose la partitura dell’opera Ruth – Scene bibliche n. 27 per solisti, coro e orchestra.
Luise Adolpha Le Beau |
Partitura dell’opera Ruth – Scene bibliche n. 27 per solisti, coro e orchestra |
Nonostante l’attenzione ricevuta, la vita artistica di Luise Adolpha a Monaco cominciò a incontrare difficoltà, soprattutto nel trovare musicisti disposti a lavorare con lei e a eseguire i suoi brani. Decise nel 1885, insieme ai genitori ormai in là con l’età ma sempre consapevoli e orgogliosi della figlia, di trasferirsi a Wiesbaden e di proseguire l’attività di composizione alternandola con l’insegnamento di teoria musicale e lezioni di canto; notava, sicuramente con amarezza, le difficoltà che in patria incontravano le sue composizioni, alcune delle quali, però, furono eseguite a Sidney e a Costantinopoli. Nelle sue Memorie Luise Adolpha Le Beau ha riportato il personale dispiacere per gli anni vissuti a Wiesbaden, scrivendo di intrighi contro di lei e la sua attività di compositrice. Forse per questo motivo nel 1890 decise, sempre insieme agli anziani genitori, di trasferirsi a Berlino sperando che l’ambiente della grande città potesse comprendere le sue creazioni e, in maniera continuativa, permetterne l’esecuzione. Ma anche a Berlino le disillusioni e le amarezze per Luise Adolpha furono molteplici. Continuando a insegnare musica, si dedicò alla composizione di brani e a duplicare la partitura musicale e le parti vocali dell’opera Hadumoth. op. 40, scritta precedentemente a Wiesbaden; utilizzò allo scopo un torchio litografico a mano nella speranza, andata poi delusa, di riuscire a far eseguire il suo lavoro.
Partitura per l’ Hadumoth. op. 40
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Il mondo musicale maschile concedeva poca attenzione alle sue creazioni e le capitò anche che, inviata la partitura del suo Quartetto d’archi op. 34 al violinista e direttore d’orchestra Joseph Joachim per una revisione, questi la lasciò per un intero anno fra le sue carte senza eseguire quanto la musicista aveva richiesto. Anche nel campo dell’insegnamento le amarezze non mancarono. Nonostante il compositore tedesco Georg Vierling, membro della Accademia reale delle arti di Berlino, l’avesse segnalata per un posto di docente presso la Scuola reale di musica, l’incarico non le venne assegnato perché le regole dell’istituzione musicale berlinese non prevedevano la docenza di una donna. Lasciata Berlino nel 1893, Luise Adolpha e i suoi genitori si trasferirono a Baden-Baden dove alcuni suoi lavori furono eseguiti dall’orchestra cittadina, anche grazie all’interessamento e al sostegno della duchessa Luise von Baden che ne seppe apprezzare il valore. Tra il 1896 e il 1900 morirono i suoi genitori, che mai le avevano fatto mancare il sostegno, anche economico, e Luise Adolpha dedicò loro l’opera fiabesca Il califfo incantato op. 55 che, però, non poté vedere eseguita oltre i confini della città di Baden-Baden. Stanca e delusa Luise Adolpha smise di comporre intorno al 1903.
Come ebbe a ribadire in più di un’occasione e a scrivere nelle sue Memorie di una compositrice, pubblicato nel 1910, i suoi lavori furono accolti con benevolenza e considerazione ma mai con gli stessi riconoscimenti e le stesse valutazioni che sarebbero state rivolte a un uomo. Per sua stessa ammissione i concerti da lei eseguiti e le sue composizioni non ebbero riconoscimenti economici, come pure i suoi scritti di critica musicale. Solo le lezioni le consentirono di poter vivere dignitosamente insieme all’aiuto della famiglia. Eppure la sua è stata una produzione musicale solida, capace di spaziare dai concerti per solo pianoforte (ben 19) ai brani di musica da camera (26), dalle sinfonie alle opere e alle partiture per pianoforte e orchestra, con anche 18 brani per coro e 47 Lieder. Un’eredità musicale corposa ma poco conosciuta e riconosciuta per la quale Luise Adolpha cercò di battersi nonostante i numerosi impedimenti. Quando era ancora in vita, vide la pubblicazione delle canzoni, dei brani per pianoforte e per coro e quelli di musica da camera, mentre furono numerose le opere e le composizioni orchestrate non pubblicate e in molti casi ancora oggi inedite, a eccezione dell’opera Ruth – Scene bibliche n. 27 pubblicata nel 1885 a Lipsia, ma mai ristampata successivamente.
Spartito della Sonata per violino e pianoforte op. 10
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Luise Adolpha Le Beau non fu una compositrice innovativa, lavorò nel solco tracciato dai grandi musicisti che costituivano i capisaldi dei suoi interessi e delle sue passioni musicali. Volle affrontare la composizione non limitandosi a scrivere canzoni o brani per solo pianoforte, entrambi campi musicali ritenuti idonei alla creatività femminile, ma si cimentò con opere e sinfonie per le quali servivano partiture orchestrali ricche e complesse. Per eseguire questo tipo di composizioni, però, erano necessari numerosi musicisti, direttori d’orchestra e spazi idonei, cioè avere a disposizione una larga rete di relazioni artistiche, professionali e organizzative che nel tempo non aveva potuto costruire, visto che la sua formazione era avvenuta in modo separato rispetto ai coetanei. Riuscì a far conoscere e ascoltare le sue creazioni ma in maniera episodica, senza la continuità necessaria e rimanendo, di fatto, ai margini di un mondo musicale profondamente maschile e misogino, poco disposto ad aprirsi alla creatività femminile. Gli ultimi anni della sua vita furono difficili. Nel 1914 le sue risorse economiche erano quasi tutte prosciugate, fu costretta a trasferirsi in un alloggio più piccolo ed economico e continuò a mantenersi impartendo lezioni di musica e pianoforte alle ragazze. Solo nel 1922, cinque anni prima di morire, grazie alla generosità del genitore di un suo allievo, ottenne un vitalizio economico. Luise Adolpha Le Beau morì a Baden-Baden il 17 luglio 1927.
Traduzione francese
Ibtisam Zaazoua
Luise Adolpha Le Beau voulait enseigner aux jeunes femmes de son époque que la musique, au-delà du plaisir de la jouer et de l’écouter, pouvait se transformer en un parcours de vie indépendant. Une perspective importante pour les jeunes filles du XIXe siècle. Pour rendre concrète cette opportunité d’autonomie, la compositrice et musicienne fonde en 1878 une école de musique privée destinée à accueillir les filles des classes cultivées dans l’espoir qu’elles réussissent à se construire un avenir indépendant comme enseignantes de musique et de piano ; à cet égard, elle a écrit également deux essais, l’un sur l’éducation musicale des jeunes femmes et l’autre sur la musique comme profession féminine. Elle a consacré une grande partie de ses études de musicologue au monde de la composition musicale féminine, faisant connaître les œuvres peu connues ou totalement ignorées des compositrices du passé. Son objectif était de faire émerger de l’oubli les noms et les créations de ces artistes et, à travers une analyse rigoureuse de ce qui avait été produit musicalement par les femmes, de créer « une généalogie » féminine dans le but d’éviter la comparaison systématique et continue, toujours inégale, avec les compositeurs masculins.
Luise Adolpha Le Beau, 1872 |
Couverture du livre Mémoires de Luise Adolpha Le Beau
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Luise Adolpha Le Beau est née à Rastatt, dans l’ancien Grand-Duché de Bade, le 25 avril 1850. Son père Wilhelm, officier de l’armée, et sa femme Karoline Barack étaient d’accord pour encourager les premiers pas de leur fille dans le domaine musical. Au début, elle eut comme professeur son propre père. Le talent était là et, encore très jeune, Luise Adolpha, bien que strictement séparée des étudiants masculins, commença à étudier le piano, le violon et à composer ses premières pièces. Son début a été à l’âge de dix-huit ans à Karlsruhe avec une interprétation bien accueillie de concertos de Beethoven et de Mendelssohn. Pendant ses années de formation, les rencontres avec quelques protagonistes de la musique de l’époque, comme Franz Liszt, Johannes Brahms et Clara Wieck Schumann, ont été importantes. En 1873, Clara Schumann lui donne quelques leçons de piano. L’année suivante, en 1874, Luise Adolpha parte pour une série de concerts aux Pays-Bas accompagnée par sa mère, mais comme elle le rappelle dans ses Mémoires d’une compositrice, la tournée a eu de lourdes répercussions sur son état de santé fragile.
La formation et la carrière musicale de Luise Adolpha ont fait un saut qualitatif significatif lorsqu’en 1876, accompagnée et soutenue par ses parents, elle s’installe à Munich. Les années bavaroises ont été très fructueuses et initialement heureuses pour elle. Ses talents de pianiste et de violoniste ont été appréciés par les spécialistes et le public, elle remporte des concours internationaux de composition, recevant toujours des critiques bienveillantes. Deux ans après son déménagement à Munich, Luise Adolpha fonde l’école de musique féminine privée, s’engageant directement dans l’enseignement de la théorie musicale et du piano. À la même époque, elle commence à écrire pour le journal Allgemeine Deutsche Musik-Zeitung de Berlin, une collaboration qui l'occupe jusqu’à ce que la jeune artiste décide de cesser sa contribution, fatiguée des manipulations et des coupures de ses articles par l’éditeur. Cependant, son activité de compositrice se poursuit. En 1882, elle remporte le premier prix dans un concours international avec la Sonate pour violoncelle et piano op. 17, et la même année, elle compose la partition de l’œuvre Ruth – Scènes bibliques n. 27 pour solistes, chœur et orchestre.
Luise Adolpha Le Beau |
Partition de l'œuvreRuth – Scene bibliche n. 27pour solistes, chœur et orchestre |
Malgré l’attention reçue, la vie artistique de Luise Adolpha à Munich commence à rencontrer des difficultés, notamment pour trouver des musiciens disposés à travailler avec elle et à exécuter ses œuvres. En 1885, elle décide, avec ses parents désormais âgés mais toujours conscients et fiers de leur fille, de déménager à Wiesbaden et de poursuivre son activité de composition tout en enseignant la théorie musicale et le chant. Elle remarquait, certainement avec amertume, les difficultés rencontrées par ses compositions dans son pays, certaines d’entre elles étant cependant exécutées à Sydney et à Constantinople. Dans ses Mémoires, Luise Adolpha Le Beau a exprimé son regret personnel pour les années passées à Wiesbaden, évoquant des intrigues contre elle et son activité de compositrice. Peut-être pour cette raison, en 1890, elle décide, toujours accompagnée de ses parents âgés, de déménager à Berlin, espérant que l’environnement de la grande ville comprendrait ses créations et permettrait leur exécution de manière continue. Mais à Berlin aussi, les désillusions et les amertumes furent nombreuses pour Luise Adolpha. Continuant à enseigner la musique, elle se consacre à la composition de pièces et à la duplication de la partition musicale et des parties vocales de l’œuvre Hadumoth. op. 40, précédemment écrite à Wiesbaden ; elle utilise pour cela une presse lithographique manuelle, espérant, sans succès, faire exécuter son travail.
Score pourHadumoth. op. 40
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Le monde musical masculin prêtait peu d’attention à ses créations et il lui arriva même, après avoir envoyé la partition de son Quatuor à cordes op. 34 au violoniste et chef d’orchestre Joseph Joachim pour une révision, que ce dernier laisse pendant un an parmi ses papiers sans effectuer ce que la musicienne avait demandé. Même dans le domaine de l’enseignement, les déceptions ne manquent pas. Bien que le compositeur allemand Georg Vierling, membre de l’Académie royale des arts de Berlin, l’ait recommandée pour un poste de professeur à l’École royale de musique, le poste ne lui a été pas attribué car les règles de l’institution musicale berlinoise ne prévoyaient pas l’enseignement par une femme. En 1893, après avoir quitté Berlin, Luise Adolpha et ses parents déménagent à Baden-Baden où certaines de ses œuvres ont été exécutées par l’orchestre de la ville, grâce à l’intérêt et au soutien de la duchesse Luise von Baden qui a su apprécier sa valeur. Entre 1896 et 1900, ses parents, qui ne lui avaient jamais fait défaut en termes de soutien, même économique, meurent et Luise Adolpha leur dédie l'opéra féerique Le Calife enchanté op. 55, qui, cependant, ne peut pas être exécuté en dehors des frontières de la ville de Baden-Baden. Fatiguée et déçue, Luise Adolpha cesse de composer vers 1903.
Comme elle l’a réitéré à plusieurs reprises et écrit dans ses Mémoires d’une compositrice, publiées en 1910, ses œuvres ont été accueilli avec bienveillance et considération, mais jamais avec les mêmes reconnaissances et évaluations que celles qui auraient été accordées à un homme. De son propre aveu, les concerts qu’elle exécute et ses compositions n’obtiennent pas de reconnaissance économique, tout comme ses écrits de critique musicale. Seules les leçons lui permettent de vivre dignement, avec l’aide de sa famille. Pourtant, sa production musicale a été solide, allant des concerts pour piano seul (19) aux pièces de musique de chambre (26), des symphonies aux opéras et aux partitions pour piano et orchestre, avec également 18 pièces pour chœur et 47 Lieder. Un héritage musical substantiel mais peu connu et reconnu pour lequel Luise Adolpha cherche à se battre malgré de nombreux obstacles. De son vivant, elle a vécu la publication de ses chansons, de ses pièces pour piano et pour chœur, ainsi que de ses œuvres de musique de chambre, tandis que de nombreuses œuvres et compositions orchestrales restèrent non publiées et, dans de nombreux cas, encore inédites aujourd’hui, à l’exception de l’œuvre Ruth – Scènes bibliques n. 27 publiée en 1885 à Leipzig, mais jamais réimprimée par la suite.
Partition de la Sonate pour violon et piano op. 10
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Luise Adolpha Le Beau n’est pas une compositrice innovante, elle travaille dans la lignée des grands musiciens qui constituaient les piliers de ses intérêts et de ses passions musicales. Elle voulait aborder la composition sans se limiter à écrire des chansons ou des pièces pour piano seul, deux domaines musicaux considérés comme appropriés à la créativité féminine, mais elle s’essaie aux opéras et aux symphonies pour lesquels des partitions orchestrales riches et complexes étaient nécessaires. Pour exécuter ce type de compositions, il fallait cependant de nombreux musiciens, chefs d’orchestre et des espaces appropriés, c’est-à-dire disposer d’un large réseau de relations artistiques, professionnelles et organisationnelles qu’elle n’avait pas pu construire au fil du temps, étant donné que sa formation s’était déroulée de manière séparée de ses contemporains. Elle a réussi à faire connaître et entendre ses créations, mais de manière épisodique, sans la continuité nécessaire et restant, de fait, en marge d’un monde musical profondément masculin et misogyne, peu enclin à s’ouvrir à la créativité féminine. Les dernières années de sa vie ont été difficiles. En 1914, ses ressources économiques étaient presque épuisées, elle a été contrainte de déménager dans un logement plus petit et moins cher, continuant à subvenir à ses besoins en donnant des cours de musique et de piano aux jeunes filles. Ce n’est qu’en 1922, cinq ans avant sa mort, grâce à la générosité du parent d’un de ses élèves, qu’elle obtient une rente viagère. Luise Adolpha Le Beau meurt à Baden-Baden le 17 juillet 1927.
Traduzione inglese
Syd Stapleton
Luise Adolpha Le Beau wanted to teach the young women of her time that music, beyond the pleasure of performing and listening to it, could turn into a path to independent living - an important prospect for 19th-century girls. To make this opportunity for autonomy a reality, the composer and musician founded a private music school in 1878 designed to accommodate girls from the educated classes in the hope that they would be able to build independent futures as music and piano teachers. In this regard she also wrote two essays, one on the musical education of young women and the other on music as a profession for women. She devoted much of her studies as a musicologist to the world of women's music composition, making known the little-known or completely ignored works of women composers of the past. Her goal was to bring out of oblivion the names and creations of these women artists and, through a rigorous analysis of what women produced musically, to create a female "genealogy" in an attempt to avoid the predictable and continually unequal comparison with male composers.
Luise Adolpha Le Beau, 1872 |
Cover of the book Memoirs of Luise Adolpha Le Beau
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Luise Adolpha Le Beau was born in Rastatt, in the then Grand Duchy of Baden, on April 25, 1850. Her father Wilhelm, an army officer, and his wife Karoline Barack agreed to encourage the first steps of their little girl, who, at first, had her own father as her teacher in the field of music. The talent was there and while still very young Luise Adolpha, although strictly separated from the male students, began to study piano, violin and compose her first pieces. Her debut came at the age of eighteen in Karlsruhe with a well-received performance of concertos by Beethoven and Mendelssohn. Important in her formative years were encounters with some of the leading figures in the music of the time, such as Franz Liszt, Johannes Brahms, and Clara Wieck Schumann, who gave her some piano lessons in 1873. The following year, in 1874, Luise Adolpha left for a series of concerts in the Netherlands accompanied by her mother but, as she recalled in her Memoirs of a Composer, the tour took a heavy toll on her fragile health.
Luise Adolpha's musical training and career took a significant leap forward when in 1876, accompanied and supported by her parents, she moved to Munich. The Bavarian years were very fruitful and initially happy for her. Her talents as a pianist and violinist were appreciated by insiders and the public, and she won international composition competitions, always garnering favorable reviews. Within two years of moving to Munich, Luise Adolpha founded a private girls' music school, engaging directly in teaching music theory and piano, and at the same time she began writing for the Berlin-based Algemeine Deutsche Musik-Zeitung magazine, a collaboration that kept her busy until the young artist decided to cease her contribution, tired of the publisher's altering and cutting of her articles. Instead, her activity as a composer continued. In 1882 she won first prize in an international competition with the Sonata for Cello and Piano, Op. 17, and in the same year she composed the score for the opera Ruth - Biblical Scenes No. 27 for soloists, chorus and orchestra.
Luise Adolpha Le Beau |
Score of the workRuth – Scene bibliche n. 27 per solisti, coro e orchestra |
Despite the attention she received, Luise Adolpha's artistic life in Munich began to encounter difficulties, especially in finding musicians willing to work with her and perform her pieces. She decided in 1885, together with her parents, now aged but still aware of and proud of their daughter, to move to Wiesbaden and continue her composing activity, alternating it with teaching music theory and singing lessons. She noted, no doubt with bitterness, the difficulties her compositions encountered at home, some of which, however, were performed in Sydney and Constantinople. In her Memoirs Luise Adolpha Le Beau reported personal displeasure with the years she lived in Wiesbaden, writing of intrigues against her and her activity as a composer. Perhaps for this reason, in 1890 she decided, again together with her elderly parents, to move to Berlin, hoping that the environment in the big city would favor her creations and, on an ongoing basis, allow them to be performed. But even in Berlin the disillusionments and bitterness were for Luise Adolpha manifold. While continuing to teach music, she devoted herself to composing pieces and to duplicating the musical score and vocal parts of the opera Hadumoth. op. 40, written earlier in Wiesbaden. She used a hand lithographic press for the purpose, in the hope, later dashed, of getting her work performed.
Score for Hadumoth. op. 40
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The male musical world granted little attention to her creations, and it even happened that, having sent the score of her String Quartet op. 34 to violinist and conductor Joseph Joachim for revision, he left it for a whole year among his papers without doing what the musician had requested. In the field of teaching, too, there was no shortage of bitterness. Despite the fact that German composer Georg Vierling, a member of the Royal Academy of Arts in Berlin, had recommended her for a teaching position at the Royal School of Music, the position was not awarded to her because the rules of the Berlin music institution did not allow for a female professor. Leaving Berlin in 1893, Luise Adolpha and her parents moved to Baden-Baden, where some of her works were performed by the city orchestra, thanks in part to the interest and support of Duchess Luise von Baden, who appreciated her value. Between 1896 and 1900 her parents, who had never failed to support her, including financial support, died, and Luise Adolpha dedicated to them the fairy-tale opera The Enchanted Caliph, Op. 55, which, however, she would never see performed beyond the city limits of Baden-Baden. Tired and disappointed Luise Adolpha stopped composing around 1903.
As she had to reiterate on more than one occasion and to write in her Memoirs of a Composer, published in 1910, that her works were received with benevolence and consideration but never with the same recognition and appraisal as they would have been given if they had been the works of a man. She pointed out that the concerts she performed and her compositions had not received financial recognition, nor did her writings on music criticism. Only the lessons allowed her to be able to live with dignity along with the help of her family. Yet hers was a solid musical output, capable of ranging from solo piano concertos (as many as 19) to chamber music pieces (26), and to symphonies, operas, and scores for piano and orchestra - and even 18 pieces for choir and 47 Lieder. It was a full-bodied but little-known and little-recognized musical legacy for which Luise Adolpha tried to fight despite numerous impediments. While she was still alive, she saw the publication of songs, pieces for piano and choir, and those of chamber music, while there were numerous unpublished and in many cases still unpublished works and orchestrated compositions, with the exception of the opera Ruth - Biblical Scenes No. 27 published in 1885 in Leipzig, but never reprinted thereafter.
Score of the Sonata for violin and piano op. 10
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Luise Adolpha Le Beau was not an innovative composer - she worked in the genre of the great musicians who formed the cornerstones of her musical interests and passions. She wanted to tackle composition by not limiting herself to writing songs or pieces for piano alone, both fields of music deemed suitable for female creativity, but tried her hand at operas and symphonies for which rich and complex orchestral scores were needed. Performing these kinds of compositions, however, required numerous musicians, conductors and suitable spaces, that is, having at her disposal a wide network of artistic, professional and organizational relationships that she had not been able to build over time, since her training had taken place separately from her male peers. She succeeded in getting her creations known and heard, but in an episodic manner, without the necessary continuity - remaining on the margins of a profoundly masculine and misogynistic musical world, unwilling to open up to female creativity. The last years of her life were difficult. By 1914 her financial resources had all but dried up, she was forced to move to smaller, cheaper housing and continued to support herself by giving music and piano lessons to girls. Only in 1922, five years before her death, thanks to the generosity of the parents of one of her pupils, did she obtain a financial annuity. Luise Adolpha Le Beau died in Baden-Baden on July 17, 1927.
Traduzione spagnola
Aurora Di Stefano
Luise Adolpha Le Beau quería enseñar a las jóvenes mujeres de su época que la música, más allá del placer de ejecutarla y de escucharla, puede transformarse en un camino de vida independiente. Una importante perspectiva para las chicas del siglo XIX. Para concretar esta oportunidad de autonomía, la compositora y música en 1878 fundó una escuela privada de música destinada a acoger a las chicas de las clases cultas con la esperanza de que lograran construirse un futuro independiente como docentes de música y de piano; con respecto a esto, también escribió dos ensayos, uno sobre la educación musical de las jóvenes mujeres y el otro sobre la música como profesión femenina. Dedicó gran parte de sus estudios de musicóloga al mundo de la composición musical femenina, dando a conocer las obras poco conocidas o totalmente ignoradas de las compositoras del pasado. Su objetivo era sacar del olvido los nombres y las creaciones de estas artistas y, a través de un análisis riguroso de la música producida por las mujeres, crear una “genealogía” femenina en un intento de evitar la obvia y continua comparación, siempre desigual, con los compositores de otro sexlo.
Luise Adolpha Le Beau, 1872 |
Portada del libro Memorias de Luise Adolpha Le Beau
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Luise Adolphe Le Beau nació en Rastatt, en el que entonces era el Gran Ducado de Baden, el 25 de abril de 1850. Su padre Wilhelm, oficial del ejército, y su mujer Karoline Barack estuvieron de acuerdo en fomentar los primeros pasos en el campo de la música de su hija que al principio tuvo como maestro a su propio padre. Tenía talento y aún muy joven Luise Adolpha, aunque rigurosamente separada de los varones, empezó a estudiar piano y violín y a componer sus primeras piezas. Debutó a los dieciocho años en Karlsruhe con la interpretación, bien recibida, de conciertos de Beethoven y de Mendelssohn. En los años de su formación fueron importantes los encuentros con algunos de los protagonistas de la música de la época como Franz Liszt, Johannes Brahms y Clara Wieck Schumann quien, en 1873, le impartió algunas clases de piano. El año siguiente, en 1874, Luise Adolpha viajó para una serie de conciertos a los Países Bajos acompañada por su madre pero, como recordó en sus Memorias de una mujer compositora, la gira acarreó graves repercusiones sobre su frágil estado de salud.
La formación y la carrera musical de Luise Adolpha dieron un salto de calidad significativo cuando en 1876, acompañada y apoyada por sus padres, se mudó a Mónaco. Los años bávaros para ella fueron muy fructíferos y al principio felices, sus dotes de pianista y de violinista fueron apreciadas por los expertos del sector y por el público. Dos años después de su mudanza a Mónaco, Luise Adolpha fundó su escuela de música privada femenina comprometiéndose directamente con la enseñanza de la teoría musical y del piano y, durante el mismo período, empezó a escribir para el periódico Algemeine Deutshe Musik-Zeiting de Berlín, una colaboración que la ocupó hasta cuando la joven artista decidió acabar con su contribución, harta de las manipulaciones y de los recortes en sus artículos por parte del editor. En cambio, prosiguió su actividad de compositora. En 1882 ganó el primer premio en un concurso internacional con su Sonata para violonchelo y piano op. 17 y ese mismo año compuso la partitura de la obra Ruth op. 27 para solistas, coro y orquesta.
Luise Adolpha Le Beau |
Puntuación de la obraRuth – Scene bibliche n. 27 per solisti, coro e orchestra |
A pesar de la atención recibida, la vida artística de Luise Adolpha en Mónaco empezó a encontrar dificultades, sobre todo en hallar músicos dispuestos a trabajar con ella y a ejecutar sus piezas. En 1885 decidió, junto a sus padres ya no muy jóvenes pero siempre conscientes y orgullosos de su hija, mudarse a Wiesbaden y proseguir su actividad de composición alternándola con la enseñanza de Teoría musical y con las clases de canto; se percataba, sin duda con amargura, de las dificultades que sus composiciones encontraban en su propia patria , algunas de las cuales , sin embargo, habían sido ejecutadas en Sídney y Constantinopla. En sus Memorias Luise Adolpha Le Beau escribió sobre su pena por los años vividos en Wiesbaden, narrando las intrigas contra de ella y sobre su actividad de compositora. Tal vez por esta razón en 1890 decidió, otra vez junto a sus ancianos padres, mudarse a Berlín esperando que el ambiente de la gran ciudad pudiera comprender sus creaciones y permitir la ejecución de las mismas con frecuencia. Sin embargo, también en Berlín la amargura y las desilusiones fueron muchas para Luise Adolpha. Siguió enseñando música y mientras tanto se dedicó a la composición de piezas y a duplicar la partitura musical y las partes vocales de la obra Hadumoth op. 40, que había escrito anteriormente en Wiesbaden; utilizando para esto una prensa litográfica manual con la esperanza, que se convertiría en una esperanza frustrada, de permitir su ejecución
Puntuación para Hadumoth. op. 40
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Los hombres del mundo de la música prestaban poca atención a sus creaciones: por ejemplo, enviada la partitura de su Cuarteto de cuerda op.34 al violinista y director de orquesta Joseph Joachin para una revisión, él la dejó durante un año entero entre sus papeles, sin llevar a cabo lo que ella le había pedido. Tampoco en el campo de la enseñanza le faltaron decepciones. A pesar de que el compositor alemán Georg Vierlin, miembro de la Academia de las artes de Berlín, la hubiera recomendado para un empleo como docente en la Escuela real de música, no le asignaron el puesto porque las reglas de la institución musical berlinesa no contemplaban la docencia de una mujer. Después de haber dejado Berlín en 1893, Luise Adolpha y sus padres se mudaron a Baden-Baden donde algunas de sus piezas fueron ejecutadas por la orquesta de la ciudad, gracias también a la intervención y al apoyo de la duquesa Luise von Baden que supo apreciar su valor. Entre 1896 y 1900 fallecieron sus padres, quienes nunca le habían hecho faltar su apoyo, incluso económico, y Luisa Adolpha les dedicó la obra fabulosa El califa encantado op. 55 que, sin embargo, no pudo verla ejecutada más allá de las fronteras de la ciudad de Baden-Baden. Harta y decepcionada, Luise Adolpha dejó de componer alrededor del año 1903.
Como reiteró en más de una ocasión y como escribió en sus Memorias de una mujer compositora, publicado en 1910, sus trabajos fueron acogidos con benevolencia y consideración, pero nunca con los mismos reconocimientos y las mismas valoraciones que hubieran sido dirigidas a un hombre. Según su propia admisión, los conciertos ejecutados por ella y sus composiciones no tuvieron compensaciones económicas, y tampoco las tuvieron sus escritos de crítica musical. Solo las clases y la ayuda de su familia le permitieron vivir dignamente. Aún así su producción musical fue sólida, capaz de abarcar los conciertos solo para piano (19), las piezas de música de cámara (26), las sinfonías, las óperas, las partituras para piano y orquesta, y también 18 piezas para coro y 47 lieder. Una herencia musical consistente pero poco conocida y reconocida por la que trató de luchar a pesar de numerosos obstáculos. Cuando todavía estaba viva, vio la publicación de las canciones, de las piezas para piano y para coro y las de música de cámara, mientras que han sido numerosas las obras y las composiciones orquestales no publicadas e inéditas en muchos casos hasta el día de hoy, excepto la obra Ruth op. 27, publicada en 1885 en Leipzig, pero nunca reimprimida posteriormente.
Partitura de la Sonata para violín y piano op. 10
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Luise Adolpha Le Beau no fue una compositora innovadora, su trabajo siguió las huellas de los grandes músicos que constituían los cimientos de sus intereses y de sus pasiones musicales. Quiso enfrentar la composición sin limitarse a escribir canciones o piezas solo para piano, ambos campos musicales considerados idóneos para la creatividad femenina, de modo que se enfrentó con obras y sinfonías para las que servían partituras orquestales ricas y complejas. Pero para ejecutar esa clase de composiciones se necesitaban músicos y músicas, directores de orquesta y espacios adecuados, es decir disponer de una amplia red de relaciones artísticas, profesionales y organizativas que con el tiempo no había podido construir, ya que se había formado por separado de sus coetáneos. Logró dar a conocer y hacer escuchar sus creaciones, pero de manera episódica, sin la continuidad necesaria y quedándose, de hecho, al margen de un mundo musical profundamente masculino y misógino, poco dispuesto a abrirse a la creatividad femenina. Los últimos años de su vida fueron difíciles. En 1914 sus recursos económicos casi se habían agotado, se vio obligada a mudarse a un piso más pequeño y barato y siguió manteniéndose gracias las clases de música y de piano que impartía a chicas. Sólo en 1922, cinco años antes de fallecer, gracias a la generosidad del padre de un estudiante suyo, consiguió un vitalicio económico. Luise Adolpha Le Beau murió en Baden-Baden el 17 de julio de 1927.