Le vie delle donne, memorie per un futuro di buone pratiche

L’anno “toponomastico” 2012 del Comune di Roma si era chiuso con la significativa intitolazione di un ponte a Settimia Spizzichino, morta nel 2000, una delle ultime testimoni degli orrori nazisti e una delle poche superstiti della retata del 16 ottobre 1943 nel Ghetto. Il nuovo nome al ponte, un’opera moderna nel quartiere Ostiense, rilanciava la memoria femminile e insieme la memoria di ciò che è stato e mai più dovrà tornare; la costruzione sembrava potesse quasi assumere forti valori simbolici, forma concreta proiettata al di là, verso nuove proposte e buone pratiche, un auspicio per il futuro.  Targa-Spizzichino full.jpg

Non è stato così. Riassumo a tutte e a tutti le decisioni prese dalla Giunta Capitolina in materia di toponomastica cittadina nei primi mesi del 2013. Sono 21 le nuove intitolazioni deliberate dal Comune, di queste 17 sono strade e le altre 4 riguardano parchi e giardini. Ai nomi maschili sono state riservate 13 intitolazioni, alle donne sono state assegnate 4 nuove aree di circolazione, lo stesso numero dei toponimi cosiddetti neutri. Anche su questo punto bisogna fare qualche precisazione. Le prime due figure femminili, ricordate da queste recenti deliberazioni comunali, sono protagoniste del modo epico.

 

Largo Didone e Largo Cassandra, nella zona di Tor Cervara nell’ex V Municipio, ora diventato IV, sono lontani ricordi di studi classici più che modelli femminili ai quali guardare e con i quali confrontarsi. Per qualcuna/o rievocheranno noiose letture sui banchi di scuola, per altre/i piacevoli ricordi di periodi spensierati, ma sicuramente non punti di riferimento e di emulazione. Due eroiche figure, ma anche due tragici destini, figure sicuramente affascinanti, ma poco attuali.

Le altre due targhe saranno collocate per ricordare donne più interessanti. Passeggiata Giuseppina Aliverti, all’interno della Riserva Naturale di Monte Mario, ricorda la geofisica, morta nel 1982, la cui carriera scientifica ed accademica è di grande valore. Nominata nel 1964 socia corrispondente dei Lincei, ha diretto l’Osservatorio geofisico di Pavia, ha fatto parte dell’Accademia Pontaniana di Napoli e dell'Istituto lombardo - Accademia di scienze e lettere di Milano.

L’altra donna ricordata è Irina Ilovajskaja Alberti, giornalista e scrittrice di origine russa, commemorata in una via della estrema periferia del territorio comunale. Irina Alberti è stata direttrice de Il pensiero russo, la prestigiosa rivista della dissidenza sovietica stampata a Parigi. Storica collaboratrice del Premio Nobel Aleksandr Solgenitsyn, ha combattuto in occidente le battaglie delle e dei dissidenti russi, non solo scrivendo e parlando di loro e delle loro storie, ma anche ospitando coloro che riuscivano a fuggire dall’Unione Sovietica; si è prodigata inoltre per un riavvicinamento fra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa.

A questo punto il discorso potrebbe concludersi: tutte le altre intitolazioni, tranne 4, ricordano figure maschili: giornalisti, scrittori, scienziati. Si è voluto ricordare una seconda volta anche Alberto Sordi al quale nel 2003, pochissimo tempo dopo la morte, era stata intitolata la monumentale Galleria che si apre a Piazza Colonna, in pieno centro, davanti ai luoghi del potere politico di palazzo Chigi e di Palazzo Montecitorio. Ora un viale lo ricorda anche all’interno di Villa Borghese, nel II Municipio. La delibera presa nel febbraio di quest’anno, a 10 anni dalla scomparsa dell’attore, modifica il nome della strada, conosciuta come Viale della Pineta; la via giunge fino alla Casa del Cinema e si riunisce ai già esistenti Largo Marcello Mastroianni e Largo Anna Magnani, dando continuità e omogeneità ai toponimi. La delibera precisa che questa è la prima intitolazione ad Alberto Sordi, “tenuto conto che Roma non gli ha ancora dedicato una strada, poiché la Galleria a lui intitolata, per quanto area di grande pregio, è da intendersi come uno spazio privato”.

Cosa augurarsi per il futuro? Che la nuova Giunta abbia più attenzione per la memoria delle donne. Riproponiamo quanto avanzato lo scorso anno al Comune, sperando che la sensibilità cambi e che quanto ascoltato durante la campagna elettorale riesca a concretizzarsi:

1. la formazione di una commissione toponomastica paritaria e significativa

2. l’intitolazione delle rotonde che non hanno ancora nome a figure femminili

3. l’intitolazione delle piste ciclabili che, ci auguriamo, possano aumentare

4. l’intitolazione di panchine e alberi da frutta alle vittime di femminicidio

5. l’organizzazione di concorso per sculture femminili che accompagnino gli allineamenti di busti di eroi al Pincio e al Gianicolo

6. un quartiere delle donne che hanno fatto parte dell’Assemblea Costituente: 21 donne, 21 strade

7. l’intitolazione delle biblioteche comunali, che hanno ancora il solo nome della strada, a donne di cultura.

Un lungo cammino ci aspetta.

  

di Barbara Belotti