A Pomaretto una della due aree di circolazione intitolate a figure femminili è Piazza delle Diaconesse. Chi sono le diaconesse? Nei primi secoli del Cristianesimo erano donne che avevano una funzione di supporto della comunità ecclesiale, si occupavano della cura dei malati e dei poveri, oltre che di alcuni uffici liturgici. Una delle loro funzioni era ad esempio aiutare le donne che dovevano svestirsi per il rito del battesimo (che era anticamente ad immersione) ma, a differenza dei diaconi, non erano “ordinate”. Questa almeno la posizione ufficiale della Chiesa cattolica, ma la tesi è contestata dalle organizzazioni che si battono per il sacerdozio femminile. Nel mondo protestante, che è quello che ci interessa qui, il termine indica le comunità femminili che si dedicano a opere di assistenza. La prima casa madre delle diaconesse fu fondata a Kaiserwerth (oggi Dusseldorf) nel 1836, nel 1842 un’altra casa fu aperta a Echallens, in Svizzera, in seguito trasferita a Saint Loup. Altri istituti sorsero in seguito. Le diaconesse, la cui preparazione è molto accurata, esercitano la loro attività in maniera professionale e costituiscono una comunità religiosa investita di compiti sociali. Sono attive nella puericultura, nei ricoveri, nei carceri, negli ospedali e nelle missioni nei Paesi in via di sviluppo.
In Italia la prima casa delle diaconesse venne aperta a Torino nel 1901, per rispondere alle necessità dell’ospedale valdese, sul modello di quella di Saint Loup in Svizzera, nonostante le riserve che questo istituto suscitava, perché sembrava troppo simile alle analoghe istituzioni cattoliche e lontano dalla concezione classica di vita cristiana del protestantesimo. Nel tempo le diaconesse sono state impiegate negli ospedali valdesi in tutta Italia, nei ricoveri per anziani, negli orfanotrofi. Nel 1920 l’Opera delle Diaconesse è stata trasferita da Torino nelle Valli valdesi, trovando definitiva sede a Torre Pellice in un edificio che dagli anni ’60 del ‘900 fu attrezzato per accogliere persone anziane autosufficienti. La Casa è rimasta sotto la direzione delle diaconesse fino al 1992, quando l’ultima sorella è andata in pensione.
“Le migliori condizioni economiche e il nuovo ruolo sociale delle donne indirizzavano la realizzazione professionale femminile verso altri campi, si aprivano possibilità di impegno all’interno della Chiesa quali l’accesso al pastorato, mentre il mantenimento delle regole (i cinque punti fondamentali che contraddistinguevano il ministero delle Diaconesse erano consacrazione, servizio gratuito, vita comunitaria, costume e nubilato) che caratterizzavano la Casa di Torre Pellice non poteva che scoraggiare nuove vocazioni.”
Così, senza troppi rimpianti, sembra, in studi valdesi si spiega il declino dell’ istituzione. L’intitolazione di Pomaretto sembra rendere in qualche modo onore alla funzione esercitata in passato da queste donne e, nello stesso tempo, prendere atto della loro scomparsa.