Prima c’era un cespuglio a nasconderla. Adesso la targa dedicata a Madame Curie nel giardino di via Servais 158 a Torino è di nuovo leggibile, ma a celare in qualche modo l’appartenenza della grande scienziata al genere femminile è proprio il linguaggio, secondo cui Marie Curie sarebbe invece uno “scienziato”.
Sì, certo, al maschile! Perché si può dire “operaia” “infermiera” “maestra” e magari anche “scienziata”, termine che abbiamo sentito usare più volte, ma qui si tratta di un Premio Nobel (ohibò!) e mica si può declassarlo usando il femminile, vero? Perché tutti sanno che quando una donna ricopre un ruolo importante diventa un uomo… Il fenomeno interessa avvocate, chirurghe, magistrate, assessore, ministre eccetera.
Di Nobel poi Marie Sklodowska Curie ne ricevette ben due, il primo per la fisica, condiviso con il marito e con lo scopritore dell’uranio Henri Becquerel, il secondo per la chimica, e rimane l’unica donna ad aver vinto il prestigioso premio per due volte.
Nata a Varsavia, nella Polonia allora soggetta alla Russia, nel 1867, mostra molto presto un ingegno eccezionale e si trasferisce a Parigi per poter continuare gli studi alla Sorbona, laureandosi in matematica e fisica nel 1891. Tre anni più tardi entra nella sua vita lo scienziato Pierre Curie.
I due si sposano nel 1895 e tra loro si stabilisce un rapporto di fiducia e collaborazione, ma è lei a dedicare tutta la sua vita agli studi sulla radioattività, studi che continua anche dopo la morte di lui e per i quali vince il secondo Premio Nobel, nel 1911, dopo il primo ottenuto nel 1903.
Muore nel 1934, per una grave forma di anemia, quasi sicuramente provocata dalle radiazioni, di cui allora non si conosceva ancora la pericolosità.
Marie Sklodowska Curie, scienziata d’importanza mondiale, è ricordata nella toponomastica di parecchie città italiane (Novara, Bolzano, Bergamo ecc.) e le sono stati intitolati molti istituti scolastici. Nel 2009 Torino le ha dedicato un giardino nella Circoscrizione 4.