Nel febbraio del 2013 iniziava una collaborazione tra Toponomastica femminile, RBE (Radio Beckwith Evangelica) e Bradipodiario, blog legato alla radio attraverso il redattore Giuseppe Rissone. Dall'11 settembre 2013 la collaborazione con Bradipodiario è diventata continuativa.
Gli articoli, che escono regolarmente il secondo mercoledì di ogni mese, hanno come oggetto la toponomastica e la presenza femminile nelle valli valdesi.
Crinfunding!
Per tutte le cose ci vogliono le condizioni adatte, e per costruire l’oggetto della foto pure: austerity, tempo libero e voglia di divertirsi sono stati l’humus da cui è nato Crin. Sì, perché ormai è diventato un nome proprio.
Mi spiego meglio.
Crin, come è facile capire dall’eloquente apertura sul suo fianco destro, è un salvadanaio, e con questa funzione esordirà al Convegno di Toponomastica femminile a Torino, il 4 di ottobre, dove si spera che i suoi occhietti stuporosi commuovano le/gli ospiti fin nel portafogli.
Con le casse di Regione e Comune in profondo rosso, la Provincia al “Si salvi chi può” e gli imprenditori alla canna del gas, la strada delle sponsorizzazioni è subito apparsa talmente cosparsa di spine da essere quasi impraticabile. Rimaneva la soluzione crowdfunding, ma a parte il fatto che chi bazzica questi terreni aveva altro da fare, devo confessare che il sistema mi pare un po’ un’americanata, come si diceva un tempo, e‘ sta cosa che chi mette cinque euro viene ringraziato collettivamente, chi ne mette venti nominativamente e così via , fino ad arrivare, per i più generosi, alle nuvole di incenso e alla pioggia di petali di rose… diciamo che mi fa anche un po’ ridere, ecco!
Così una email di Maria Pia Ercolini (“… magari mettiamo un salvadanaio in sala …”) ha acceso nella mia testa una lampadina, e questa illuminava a giorno un maialone rosa, di cartapesta. E poiché chi fa da sé fa per tre, ho incominciato ad attrezzarmi per superare tutta una serie di problemi, dal momento che in tutta la mia ormai lunga vita mai mi era capitato di costruire alcunché, tantomeno con la cartapesta.
Per farla breve, Crin è nato durante le vacanze, davanti al mare, in vista dell’isola di Bergeggi, dopo che la sottoscritta aveva freneticamente compulsato una dozzina di siti Internet, con la collaborazione di mezzo condominio e contributi volanti di consigli e aiuti vari, in barba al tempo bizzoso di un’estate mai vista che un giorno no e due sì costringeva a ritirarlo in casa perché la pioggia non lo riducesse in pappa.
Trovato un bel rosa shokking nell’unico colorificio aperto della zona, e spalmato con questo tutto l’animale dal grugno al codino, è sorto il problema di cosa scriverci sopra. Magari “Pigfunding”, giusto per ironizzare un tantino? Oppure, visto che è destinato a un convegno in Piemonte, “Crinfunding”? Sì, “Crinfunding”, e anche “My name is crin”, con un intento didascalico per le/gli ospiti provenienti da altre parti d’Italia, che ovviamente non conoscono il dialetto piemontese, e un’ombra di citazione da un famoso film.
Donne valdesi e memoria
Dal 3 al 5 ottobre si svolgerà a Torino nella Sala Polivalente di via Leoncavallo 23 a Torino il 3° Convegno Nazionale di ToponomasticaFemminile dal titolo “Strade maestre: un cammino di parità”. Il Convegno di Torino offrirà una panoramica della cultura piemontese al femminile, e in quest’ambito Bruna Peyrot interverrà per portare il proprio contributo nel campo della storia delle donne valdesi. Bruna Peyrot, studiosa di storia sociale, pubblicista, conduce da anni ricerche sulle identità, le memorie culturali e i percorsi di costruzione democratica dei singoli e dei gruppi sociali, specie comparando Europa e America latina, continente che frequenta da oltre dieci anni. Collaboratrice di periodici e riviste, vincitrice di premi letterari.Pubblichiamo di seguito la sintesi del suo intervento, che avrà luogo sabato 4 ottobre (ore 15.15 – 15.30). Per eventuali informazioni sul Convegno scrivere a Loretta Junck: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Donne valdesi e memoria
Questo studio darà rilievo alla componente più antica del protestantesimo italiano: il mondo valdese e in particolare alla sua parte femminile. Appartenenti a una minoranza religiosa risalente a uno dei più combattivi movimenti ereticali medioevali, concentrata nel suo nucleo originario nelle Valli valdesi del Piemonte, in provincia di Torino, le donne valdesi hanno segnato la loro presenza all’interno di una singolare civiltà: la società montana e contadina, la presenza istituzionalizzata (dal 1532, data di adesione alla Riforma di Calvino) della chiesa valdese e la rete, reale e ideale, del protestantesimo europeo. Eretiche, eroine, predicatrici, diaconesse, maestre, mogli di pastori (ministri di culto), benefattrici, emigrate, contadine, operaie, domestiche, tutte hanno condiviso il cammino di fede dei loro compagni, unite dal mitico, complesso e antico aggettivo “valdese”. Con Valdo di Lione, da cui si originò il nome valdese, erano le “misere donnicciuole che predicavano”. Nel periodo delle persecuzioni erano eroine della resistenza. Nell’ottocento “unioniste” (si ritrovavano nelle Unioni femminili per discutere e offrire le loro arti – cucire, ricamare, cantare – al servizio della chiesa), maestre e attiviste, fino al secolo successivo in cui, nel 1962, possono accedere al ruolo pastorale (ministre di culto). Fra loro, certo emergono alcuni nomi, che le fonti giornalistiche, autobiografiche o epistolografiche riportano. Tuttavia, la loro è una presenza corale che si situa in una domesticità allargata e socialmente utile, nello spirito che caratterizza la cultura valdese, poco propensa a esaltare singole personalità e impregnata dei classici valori del protestantesimo: liberalismo, pluralità, consapevolezza del ruolo della propria coscienza. Nel corso dell’esposizione citeremo alcuni nomi che potrebbero essere interessanti da proporre all’interno del progetto della toponomastica al femminile.
Convegno strade maestre