E le donne cantano

CORI_Tabacchine_LorettaCampagna

La tradizione vocale si tramanda da generazioni, rigorosamente per via femminile, da madre a figlia, da anziane a giovani..

Da un po’ di giorni vado pensando a come diffondere sul mio territorio il progetto didattico nazionale di Toponomastica femminile, per dedicare strade, piazze e giardini non solo a uomini.
Giro per vicoli, sentieri e aiuole, alla ricerca di spunti e immagini, fotografando targhe e valutando spazi proponibili e davanti alla via intitolata alle tabacchine – mestiere di donna un tempo presente nel paese e che è stato così riconosciuto – è tornato alla mia mente un lontano ricordo…

donne-cantano-campagnaVivo nella frazione di un comune dei Monti Lepini che esisteva molto tempo prima che la Pianura Pontina venisse bonificata e che ha visto lotte contadine per l’occupazione delle terre.
Più volte, quand’ero bambina, ho sentito ripetere frasi dialettali su un mondo femminile affascinante e misterioso: “arrivano le donne che canteno, arrivano le donne… ma ancora canteno, ‘n c’è rimasta più niciuna, so solo poche, e ncora canteno”…
Poche, sì, eppure le donne di Giulianello continuavano a cantare, imperterrite, saltando forse qualche appuntamento, ma senza mai desistere.
Il venerdì di Pasqua cantavano, e cantano, la Passione del Cristo Morto per le strade del paese fino a raggiungere la chiesa: all’entrata nel luogo di culto l’intonazione mutava.
Il canto della Passione risale ai primi decenni dell’anno mille, quando i padroni concedevano alle lavoranti il permesso di “staccare” un po’ prima per andare a piangere il Cristo Morto.
Un tempo i gradini del sagrato erano percorsi in ginocchio, ma ora non si usa più.
La tradizione vocale si tramanda da generazioni, rigorosamente per via femminile, da madre a figlia, da anziane a giovani.

Conosco quel canto da quando sono nata e per me è “normale” che alle tre del pomeriggio del Venerdì Santo nelle vie del paese riecheggi la loro voce: negli anni, grazie prima all’interessamento di Raffaele Marchetti, artefice delrecupero della cultura contadina, e poi attraverso la ricerca di Giovanna Marini, il fenomeno ha superato i confini del contesto locale ed è stato conosciuto anche all’estero..

donne-cantanoQuel canto arriva da una tradizione contadina tutta femminile: chine sui campi, le donne alleggerivano il tempo di lavoro con stornelli collettivi.
E allora, per riportare il vero spirito della tradizione nel borgo, vorrei poter leggere sui nostri muri via delle cantrici….o delle cantore.

Recentemente mi sono imbattuta nella lettura di un libro diDario Petti che ricostruisce la creazione delle prime leghe contadine tra Cori e Giulianello (D. Petti, Le origini del socialismo a Cori, Annales Edizioni, 2014) e fa cenno alla partecipazione femminile: nessun nome in evidenza, ma come sempre, nelle retrovie, le donne sostenevano i mariti che occupavano le terre.
Ho incontrato lo stesso Dario per averne conferma: non emergono figure leader, ma il supporto delle donne alle lotte resta una realtà diffusa e generalizzata.
Ancora una volta manca il protagonismo individuale perché è nella coralità che le donne amano esprimersi.

Link

http://www.raiscuola.rai.it/articoli/gap-litalia-che-risuona-il-lago-cantato/25098/default.aspx