Filiberta di Savoia e Giuliano de Medici

 

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I legami parentali intrecciati dai Medici con la famiglia Orsini, attraverso il matrimonio di Lorenzo il Magnifico con Clarice, avevano avuto lo scopo di aprire alla famiglia fiorentina le porte dello Stato della Chiesa per cominciare a tessere trame politiche anche in Vaticano.

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I legami parentali intrecciati dai Medici con la famiglia Orsini, attraverso il matrimonio di Lorenzo il Magnifico con Clarice, avevano avuto lo scopo di aprire alla famiglia fiorentina le porte dello Stato della Chiesa per cominciare a tessere trame politiche anche in Vaticano.


Si era trattato, inoltre, di un’unione che prometteva appoggi militari da parte degli Orsini, uomini d’arme da avere alleati al proprio fianco nei giochi dello scacchiere politico italiano. Su queste basi si era celebrato un secondo matrimonio, quello fra Piero, figlio di Lorenzo e Clarice, e Alfonsina Orsini.
Logico che a queste strategie, tutte interne alla politica italiana, si cercasse di affiancare un progetto dinastico di più ampio respiro che introducesse la famiglia Medici nelle grandi corti d’Europa.
Il primo passo fu quello delle nozze fra Filiberta di Savoia e Giuliano de’ Medici, ultimogenito di Lorenzo il Magnifico e Clarice Orsini.
Filiberta (1498 – 1524) è figlia di Filippo II di Savoia e di Claudina di Brosse. Alla nascita riceve il titolo di Marchesa del Gex, un possedimento del ducato di Savoia, al quale aggiunge in seguito quello di Signora di Fossano, Malaval, Bridiers, Thors, Fletz, Chasey, Poncin e Cerdon.
Quando sposa Giuliano, nel 1515, Filiberta ha 17 anni, lui 36, più del doppio della sua età.
Giuliano ha anche un figlio illegittimo, Ippolito, avuto da una relazione con Pacifica Brandano, una donna conosciuta alla corte di Urbino. La famiglia Medici sta risalendo la china, dopo il periodo di esilio seguito alla cacciata di Piero il Fatuo nel 1494, e l’elezione del fratello Giovanni al soglio pontificio, col nome di Leone X, rinforza le speranze di riaffermare l’antico prestigio.
Filiberta e Giuliano si incontrano in Francia il 1° gennaio 1515 per l’incoronazione di Francesco I: Filiberta è la zia del re, sorella di sua madre Luisa; Giuliano rappresenta il pontefice e sfoggia il titolo di duca di Nemours, concesso proprio da Francesco probabilmente su intercessione papale. Si sposano poco tempo dopo prima a Parigi e poi, una seconda volta, al rientro a Firenze.
La loro vita coniugale è di breve durata: Giuliano, che ha una salute cagionevole, muore nel marzo 1516 lasciando la moglie ancora molto giovane e senza un erede legittimo.
Ludovico Ariosto dedica a Filiberta la Canzone III: “Anima eletta che nel mondo folle” in cui celebra l’antico lignaggio e la grandezza del casato dei Savoia, ne canta le virtù morali e la fede religiosa. I versi si concludono con un saluto del marito Giuliano: “A queste fide parole/ a Filiberta mia scriva e rapporti:/ e prieghi per mio amor che si conforti”. Nelle annotazioni conclusive dei testi poetici viene riportato anche che la nobildonna “si diede nondimeno a vita ritirata e religiosa in un monastero da lei edificato”.
Filiberta resta ancora un po’ di tempo a Firenze, poi nel mese di luglio parte verso nord e si ferma nel castello di Carignano, ospite di Bianca Paleologa duchessa di Monferrato, che la accoglie con tutti gli onori. Ci dicono i documenti del tempo che la duchessa volle festeggiare l’arrivo della giovane vedova chiedendo ai suoi castellani di inviarle selvaggina e pescato in gran quantità per preparare raffinate portate per i banchetti. Filiberta ha intenzione di fermarsi per pochi giorni in Piemonte, ma una malattia la colpisce improvvisamente ed è costretta a fermarsi per più tempo.
In seguito i rapporti con la famiglia Medici e i contatti con la corte di Francia, sempre più intensi dopo il trasferimento nel palazzo parigino in cui vive la sorella Luisa di Savoia, permettono a Filiberta di seguire le trattative per un altro matrimonio importante, quello fra Lorenzo, figlio di Alfonsina e Piero, e Maddalena de la Tour d’Auvergne.
Anche la vita di Filiberta di Savoia, come quella del marito Giuliano, è breve: muore a 26 anni in uno dei possedimenti francesi della famiglia Savoia, il castello di Virieu. È il 1524.
Nel libro Le donne di casa Medici Marcello Vannucci scrive: «Bella e saggia, ma su quelle sue qualità estetiche non tutti sono d’accordo. Troppo alta e curva nella persona; un volto dai lineamenti assai poco aggraziati: così ce la descrive qualcuno; altri però affermano il contrario: Filiberta di Savoia è una bella fanciulla». Di lei non rimangono molte immagini eppure recentemente è stata fatta un’ipotesi suggestiva. Nel 1515 Filiberta e Giuliano si trovano a Bologna, ospiti entrambi della famiglia Felicini, nota e potente casata di banchieri. A Bologna c’è anche Francesco I di Francia che ha condotto con sé un personaggio illustre, Leonardo da Vinci. Secondo alcuni storici il pittore, durante il soggiorno bolognese, avrebbe dipinto la “Gioconda” che, ma l’ipotesi è alquanto ardita, andrebbe interpretata come il ritratto di Filiberta duchessa di Nemours.
Il testo è tratto dalla ricostruzione storica pubblicata su “Memorie” nel sito www.toponomasticafemminile.com