Nelle Linee programmatiche della sua azione di governo, la Prima cittadina di Sesto San Giovanni, Monica Chittò, ha voluto evidenziare in maniera esplicita che l’approccio politico e culturale della nuova Amministrazione di centro-sinistra intende guardare alla città come ad una comunità fatta di donne e uomini – differenti per genere, età, condizione sociale, provenienza ma tutte/i cittadine e cittadini – secondo una nuova e più giusta visione della politica, declinata secondo l’eguaglianza delle pari opportunità.
Per arrivare a questo obiettivo sono necessarie molte scelte e azioni nuove, così come è necessario anche agire sull’ immaginario collettivo, in modo da riconoscere alle donne pari dignità come cittadine del corpo sociale. In questa logica, la nuova giunta di Sesto ha aderito alla campagna proposta dal gruppo “Toponomastica femminile”, lanciato sul web da Maria Pia Ercolini, che intende valorizzare il contributo delle donne alla costruzione della comunità cittadina, e nazionale, a partire dalle intitolazioni delle strade e dei luoghi delle città: l’intitolazione è certo un gesto simbolico, che contribuisce però in maniera potente alla costruzione dell’immaginario individuale e collettivo.
E’ sembrato quindi giusto provare a riequilibrare uno stradario quasi completamente maschile (95% di intitolazioni a uomini contro il 5% di donne, in linea peraltro con l’intero territorio nazionale), dedicando quattro giardini appena riqualificati a donne che hanno contribuito, in ambiti diversi, al progresso dell’umanità.
La consultazione cittadina per scegliere le donne cui dedicare i giardini è stata lanciata sul Portale del Comune nel mese di giugno.
Le candidature sono state ordinate secondo quattro macrocategorie:
donne che hanno contribuito al progresso della scienza, delle arti, donne che si sono spese nell’impegno civile e nel sociale. Non è stato semplice arrivare a selezionare soltanto quattro nomi per categoria, dato che le donne scienziate, artiste, attive nella politica e nel sociale sono molte più di quello che si è soliti pensare.
Sulla base di quanto indicato nel progetto “Toponomastica femminile”, si è scelto, dove possibile, una donna della comunità locale, una donna Italiana e una straniera.
La consultazione ha coinvolto un grande numero di cittadine/i e questo ha fatto molto piacere a tutti coloro che nei diversi Assessorati, a cominciare da quello alla cultura e pari opportunità e quello all’ambiente, e nei diversi settori dell’Amministrazione comunale, hanno lavorato al progetto.
Personalmente sono molto felice di tutte le intitolazioni uscite dalla consultazione: Ipazia, scienziata e filosofa, Tina Modotti, artista e attivista politica, Rita Atria, testimone di giustizia e Isa de Ponti partigiana sestese. In particolare riconosco un grande valore simbolico a quest’ultima intitolazione, che avverrà 1l 25 aprile 2013, perché attraverso Isa, combattente della guerra di Liberazione, viene pubblicamente riconosciuto il fondamentale apporto delle donne alla Resistenza e alla nascita della Repubblica.
Più che di singole iniziative si tratta di provare a rileggere l’intera azione politica e amministrativa in un’ottica di eguaglianza delle pari opportunità: dai servizi educativi a quelli sociali, dall’offerta culturale alle politiche del personale del Comune, dalle scelte di bilancio agli interventi urbanistici.
Altre azioni sono in corso: l’adesione alla moratoria UDI contro l’immagine lesiva della dignità delle donne, la proposta di modifica del Regolamento comunale sulle pubbliche affissioni per limitare la diffusione indiscriminata di pubblicità ed immagini offensive, il rafforzamento della Rete territoriale cittadina contro la violenza sulle donne.
All’azione politica deve essere affiancato un ripensamento dell’intera offerta culturale in una prospettiva paritaria rispetto al genere. Questo vuol dire, per esempio, proporre agli studenti progetti di educazione alla cittadinanza che abbiano al loro interno contenuti di educazione al non sessismo e all’accettazione della diversità di orientamento sessuale. Come pure ripensare con questo sguardo i prossimi anniversari storici del 2015, la I guerra mondiale e il 70esimo della Resistenza, ricostruendo la storia del paese come storia di donne e uomini, operando anche una rilettura critica di alcuni valori virilisti come il nazionalismo e il bellicismo.