Anche a Genova, come nel resto d’Italia, la percentuale delle strade femminili non supera il 4% del totale: ogni 100 strade dedicate a uomini, soltanto 9 ricordano protagoniste dell’altra metà del cielo.
Nel centro storico, medievale, quando un vicolo, una piazza, una salita porta un nome femminile, è quello di una santa o beata o madonna o genericamente è un toponimo legato a tradizioni locali (lavandaie, fate…).
Nelle zone più nobili della città, sviluppatesi dal XVI al XIX secolo, accanto alle sante, ecco comparire benefattrici che hanno dedicato la loro vita a opere di carità, abbandonando anche i palazzi nobiliari, o fondatrici di ordini religiosi. In aree più periferiche si ricordano madri o sorelle di personaggi illustri e donne che hanno partecipato, con la propria famiglia, ai moti risorgimentali.
Per trovare intitolazioni riferite ad artiste, scrittrici e donne d’epoca moderna dobbiamo allontanarci dal cuore cittadino e raggiungere la periferia: è qui che Sofonisba Anguissola (pittrice), Sibilla Mertens (archeologa), Eleonora Duse, Adelaide Ristori, Lina Volonghi (attrici) e, più recentemente, partigiane e pioniere dei diritti onorano della loro presenza odonomastica angoli di strade per lo più nascoste.
Foto: Rossella Sommaria
Tea Benedetti (Genova 1930-2000). ”Zia Tea”, come la chiamavano i volontari del soccorso, fu prima staffetta partigiana, poi sindacalista, assessora del Comune di Genova, fondatrice del “Movimento delle Pubbliche Assistenze” in Liguria e dell’Associazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze in Italia. Ha impiegato tutta la sua energia al servizio del volontariato.
Foto: Rossella Sommaria
Donne della Resistenza. Il 13 settembre 2013, a Genova, città medaglia d’oro della Resistenza, su proposta del Municipio Media Val Bisogno, la giunta comunale, come riconoscimento al contributo offerto dalle donne alla Resistenza, intitola loro una strada compresa tra via Emilia e via Piacenza .
Foto: Rossella Sommaria
Eleonora Duse (Vigevano 1858-Pittsburgh 1924), fu una delle più importanti attrici teatrali italiane a cavallo dei due secoli, simbolo indiscusso del teatro moderno. Crebbe nella compagnia girovaga dei genitori. Da adulta si impose con una recitazione di forte impatto emotivo e visivo, affrontò i temi più spinosi della società perbenista e ipocrita dell’epoca.
Foto: Rossella Sommaria
Felicita Noli. Nata nel 1906, fucilata nell’agosto del ’44, medaglia di bronzo al valore militare alla memoria. ’Alice’, coraggiosa partigiana genovese, attiva collaboratrice dei Gruppi di Difesa della Donna, in più occasioni mostrò con tenacia e coraggio le sue idee affrontando il nemico in modo spavaldo. Fu fucilata per rappresaglia.
Foto: Rossella Sommaria
Sibilla Mertens Schaaffhausen (Colonia 1797-Roma 1857), archeologa. Benché sposi il banchiere Mertens e con lui abbia sei figli, il suo grande amore fu la marchesa genovese Laurina Spinola. Musicista di talento, specialista riconosciuta di numismatica, fu proprietaria di una delle più importanti collezioni di monete in Germania.
Foto: Rossella Sommariva
Sofonisba Anguissola (1535-1625), piacentina di nascita, fu una fra le maggiori esponenti della pittura rinascimentale europea al femminile, cresciuta nello studio di Bernardino Campi, ritrattista, esponente dell’arte manierista, fu la prima donna ad andare a “bottega”.
Foto: Rossella Sommaria
Donne di Teheran. Il 21 luglio 2010, in presenza del Nobel per la pace 2003, Shirin Ebadi, viene inaugurata la Rotonda genovese dedicata a queste donne, come segnale di solidarietà nei confronti delle donne che in Iran ed in tutto il mondo lottano per la libertà, contro la negazione dei diritti.
Foto: Rossella Sommaria
Stefanina Moro. Nata nel novembre del 1927, morì a 16 anni dopo essere stata barbaramente torturata. Faceva parte dei gruppi di collegamento tra le varie formazioni partigiane e dopo un arresto, portata alla Casa dello Studente, non volle svelare il nome dei compagni e, ridotta allo stremo delle forze, morì poco dopo in ospedale.
Foto: Rossella Sommaria
Lina Volonghi (Genova 1914-Milano 1991), nata nello storico quartiere di Sturla, dove le è stato intitolato uno spazio, fu una promessa del nuoto italiano che lasciò per amore del teatro. Fu, a lungo, attrice stabile del teatro Duse e tenne corsi di recitazione per giovani attori. Attiva anche al cinema, alla radio e alla televisione.
Foto: Rossella Sommaria
Adelaide Ristori (Cividale 1822-Roma 1906) attrice tragica, compì spesso azioni di propaganda a favore dell’Italia, ancora sotto il dominio asburgico e borbonico, nei teatri dove si esibiva. Acclamatissima dal pubblico e lodata per il suo spirito patriottico, è stata l’attrice più famosa e influente dell’Ottocento.