Tra le 21 donne che furono elette nell’Assemblea Costituente, ben tre (Teresa Noce Longo, Rita Montagnana Togliatti, Angiola Minella Molinari) erano torinesi. Ma finora nessuna di loro ha avuto l’onore di una intitolazione nella città di nascita. Rita Levi Montalcini, premio Nobel, gloria nazionale: decine di scuole in Piemonte e in tutta Italia sono già state dedicate alla sua memoria, ultimo l’Ateneo di Asti. All’indomani della sua scomparsa, il Sindaco di Torino proponeva alla Commissione Toponomastica della città di intitolarle il piazzale davanti all’Istituto di Anatomia, dove la scienziata aveva compiuto i primi passi nella sua ricerca, ma di questa proposta non si è più saputo nulla. Una lettera recapitata parecchi mesi fa con decine di firme di accademici torinesi e di associazioni cittadine per chiedere al Sindaco un rilancio della proposta è rimasta senza risposta.
Come si possono spiegare fenomeni come questi? Forse bisogna iniziare dal modo in cui si arriva, a Torino, a decidere i nomi da assegnare alle vie della città. Si scopre così che il sistema torinese è atipico: mentre nella maggior parte dei Comuni a decidere in merito è, in pratica, la Giunta, a Torino è il Consiglio comunale. Il Regolamento della Commissione toponomastica torinese, cioè l’organo decisionale per la toponomastica cittadina, stilato dieci anni fa, stabilisce che la Commissione è costituita dalla Conferenza dei Capigruppo del Consiglio comunale. Il Sindaco è semplicemente “invitato” alle riunioni.
L’art. 4 comma 1 (Decisioni) dello stesso Regolamento stabilisce che “le proposte sono approvate dalla Commissione se ottengono il voto favorevole di membri della Conferenza dei Capigruppo i quali, in ragione della consistenza dei rispettivi Gruppi, rappresentino i due terzi dei Consiglieri Comunali assegnati”.
Ora, se a tutta prima questo sistema appare molto democratico, perché chiama anche le opposizioni a partecipare alle decisioni, si ha il sospetto che in concreto finisca per trascinare sul terreno delle scelte toponomastiche gli scontri tra le diverse forze politiche rappresentate nel Consiglio comunale. Il risultato, poi, non sembra essere così brillante, dal momento che le intitolazioni appaiono sì frutto di compromessi, ma non di effettiva trasversalità né di una visione laica della memoria cittadina, sacrificate entrambe, insieme al riconoscimento del ruolo femminile, sull’altare di una prassi politica che ricorda, ahinoi, il manuale Cencelli.
Ada Gobetti Marchesini, nata Prospero (Torino 1902-1968)
Vedova di Piero Gobetti, di cui fu collaboratrice. Insegnante, giornalista e traduttrice, fu cofondatrice del Partito d’Azione ed esponente della Resistenza. Insieme al figlio e alla nuora fondò il Centro Studi Piero Gobetti. La breve via a lei dedicata è nella periferia Sud della città.”
Amalia Guglielminetti (Torino 1881 – 1941)
Scrittrice e poetessa, fu apprezzata da Arturo Graf e da Guido Gozzano, con il quale stabilì una relazione significativa documentata da un ricco epistolario. I suoi atteggiamenti anticonformisti e la natura della sua poesia ne fecero una figura atipica nell’ambiente intellettuale torinese. La targa identifica una via nella periferia Sud.
Carolina Invernizio (Voghera 1851 – Torino 1916)
Scrittrice molto prolifica di romanzi “d’appendice” ebbe molta fortuna presso i lettori, meno presso la critica. Quest’ultima ora sta rivedendo e ricollocando gran parte della sua opera che si distingue per un gusto dell’horror e del mistero appartenente al genere “gotico”.
Le è dedicata una via in un quartiere della periferia Sud di Torino.
Maria Musso Ferraris (Castelnuovo Don Bosco 1834 – Torino 1912)
Sarta, fervente mazziniana, protosindacalista, organizzò il primo grande sciopero delle sartine e delle modiste degli atéliers torinesi nel 1883. Nei primi anni del XX secolo si batté anche per il voto alle donne. La via a lei intitolata si trova nella periferia Ovest di Torino.
Luisa del Carretto (Metz 1813 – Torino 1895)
Nobildonna, francese di nascita, visse a lungo in Piemonte segnalandosi come “crocerossina ante litteram” e prestando la sua opera nelle prime due guerre di indipendenza. Fondò anche l’Istituto per le Figlie dei Militari per dare asilo alle orfane dei caduti in guerra. Le è dedicata una bella via in un quartiere residenziale della collina torinese.
Madama Cristina (o Madama Reale, soprannome di Cristina di Borbone – Francia, Parigi 1606 – Torino 1663)
Figlia del re di Francia Enrico IV e di Maria dei Medici, sposò Amedeo I di Savoia. Energica e politicamente avveduta, dopo la morte del marito resse a lungo il ducato per conto dei figli, riuscendo a gestire situazioni difficili. Alla sua memoria è dedicata un’importante arteria che dal centro città si dirige verso la periferia Sud.
Amelia Piccinini (Alessandria 1917 – Torino 1979)
Atleta, gareggiò con i colori della Venchi Unica come molte altre sportive torinesi. Medaglia d’argento nelle Olimpiadi di Londra (1948) per il getto del peso, vinse 20 titoli in tre diverse specialità nei campionati italiani di atletica leggera. In occasione delle manifestazioni per Torino Capitale dello Sport le è stato dedicato un piazzale nel “Quadrilatero”, la parte più antica della città, nel gennaio 2015.
Natalia Levi Ginzburg (Palermo 1916 – Roma 1991)
Visse a lungo nel capoluogo piemontese, dove strinse legami con molti rappresentanti dell’antifascismo torinese e con l’ambiente della casa editrice Einaudi. Vincitrice nel dopoguerra di molti premi letterari, fu anche giornalista e fine traduttrice, oltre che intellettuale politicamente impegnata. Nell’ottobre 2014 le è stata dedicata una piccola area verde vicina alla casa in cui visse, nel quartiere San Salvario.
Marisa Bellisario (Ceva 1935 – Torino 1988)
Iniziò la sua carriera presso l’Olivetti di Ivrea, dove rivelò quelle qualità che la fecero in breve tempo diventare una delle prime dirigenti d’azienda italiane. Dopo un’esperienza negli Stati Uniti tornò in Italia a dirigere l’Italtel, gruppo industriale in crisi che fu risanato nel giro di 3 anni. Nel dicembre 1012 le è stato dedicato un piccolo giardino in via Altessano, periferia Nord di Torino.
Adelaide Aglietta (Torino 1940 – Roma 2000)
Prima donna ad accedere alla segreteria di un partito politico, militò prima fra i radicali, poi nell’area ambientalista. Eletta nel parlamento italiano per quattro legislature, fu anche parlamentare europea e protagonista di molte battaglie per i diritti civili. Per ricordare la sua lotta a fianco dei detenuti con i metodi della nonviolenza, nel luglio 2013 le è stata dedicata la via davanti al carcere Lorusso e Cotugno di Torino.