A Savona, come in quasi tutte le città italiane, le “aree di circolazione” intitolate a figure femminili sono una trascurabile minoranza: meno del 4% del totale, di cui ben 11 dedicate a madonne o sante.
Si tratta in prevalenza di antichi toponimi che ricordano chiese e monasteri spesso non più esistenti, ma un gruppo di denominazioni risale invece agli anni ’30, quando lo Stato fascista, dopo il Concordato, ritenne opportuno sottolineare, anche nei nomi delle strade, l’alleanza sancita da Mussolini con il potere della Chiesa.
Via santa Lucia. L’agiografia ci consegna la storia di una martire cristiana vissuta a Siracusa alla fine del III e all’inizio del IV secolo, vittima delle persecuzioni di Diocleziano. Il nome della strada ricorda la chiesetta che vi sorge.
Ed ecco allora affiancarsi, alle intitolazioni religiose già esistenti, quella a Santa Caterina, ricordata perché “si prodigò per il ritorno dei Papi da Avignone” o, nel centro cittadino, la via e il vicolo che perdono l’antico e poetico nome di via e di chiassuolo del Vento per celebrare la memoria di Suor Maria Giuseppa Rossello, vissuta nel secolo precedente, e canonizzata nel 1949 da Pio XII.
Santa Caterina da Siena (Caterina Benincasa, Siena 1347 – Roma 1380), veniva dal popolo e non possedeva cultura, ma ancora giovanissima espresse la ferma volontà di prendere i voti e riuscì a realizzare il suo progetto. Ha lasciato un ricco epistolario con lettere a importanti personalità dell’epoca, tra cui il Pontefice, nelle quali si esprimeva su problemi morali e ma anche sulle principali questioni politiche del suo tempo.
Suor Maria Giuseppa Rossello (Savona 1811 – 1880) fondò la Congregazione delle suore di Nostra Signora della Misericordia.
I toponimi femminili non religiosi si contano sulla punta delle dita: due vennero deliberati negli anni ’50 (Eroine della Resistenza e Matilde Serao), quattro negli anni ’70 (dedicati al ricordo di una sindacalista e di tre partigiane savonesi vittime del nazifascismo) e un settimo risale invece all’ultimo decennio (Fernanda Pivano).
Via Eroine della Resistenza. L’intitolazione collettiva alle tante donne che rischiarono o persero la vita per combattere il nazifascismo è del 1955.
Matilde Serao (Patrasso 1856 – Napoli 1927), giornalista e scrittrice, è stata la prima donna italiana a dirigere un quotidiano, Il Mattino, cofondato insieme al marito Edoardo Scarfoglio. Fondò in seguito anche Il Giorno.
Via Clelia Corradini. Medaglia d’argento alla memoria, Clelia Corradini (1903 – 1944), operaia di Vado Ligure (dove le è dedicata una piazza) attiva nei Gruppi di Difesa delle donne, fu arrestata, torturata e infine condannata a morte e fucilata per la sua opera di “tentata disgregazione delle forze armate repubblicane”. Le era stato infatti affidato il delicato compito di indurre alla diserzione elementi arruolati nelle forze della Repubblica fascista di Salò.
Via Francesca Lanzone è dedicata a una partigiana vittima del nazifascismo. Fu fucilata presso il Forte del Priamar, a Savona.
Via Luigia Comotto è stata così denominata in memoria di una partigiana fucilata al Priamar. Anche questa intitolazione, come le precedenti, è stata deliberata nel 1978.
Galleria Fernanda Pivano (foto di Luca Sica). Fernanda Pivano (Genova, 1917 – Milano, 2009) è stata una figura di rilievo nel panorama culturale del nostro Paese. Traduttrice, giornalista, saggista e critica musicale, si è affermata divulgando le opere della letteratura americana contemporanea attraverso il metodo della testimonianza diretta.
Quali riflessioni ci suggerisce questo quadro?
Quando il centro cittadino si ingrandisce assumendo l’aspetto attuale, e si compie la rivoluzione odonomastica che assegna nuovi nomi ai luoghi urbani – tra Ottocento e primi del Novecento – le donne vengono completamente dimenticate. Ma anche nel periodo seguente, durante il fascismo, la situazione non muta. Si deve giungere al secondo dopoguerra per cogliere i primi timidi segni di cambiamento, che sembra diventare più evidente e consapevole negli anni ’70. A seguire, si assiste a una battuta di arresto… e forse non solo nella toponomastica femminile.
Giardini Principessa Mafalda di Savoia, in onore della principessa di Savoia morta in prigionia.