La toponomastica di Perugia ha cambiato verso

bonacci

Ci voleva Toponomastica femminile e la campagna 8 marzo 3 donne 3 strade perché cambiasse il verso della toponomastica perugina. Quando è nato il gruppo su facebook e sono iniziati i primi censimenti era emerso il dato per Perugia di un’apparente alta percentuale di intitolazioni femminili, forse la più alta d’Italia, ma in realtà c’erano tanti nomi femminili (via Marilena, via Giuliana, via Paola, via Loredana…) ma mancavano le donne, perché un nome femminile non è una donna: una donna ha un nome, un cognome, è vissuta in un certo periodo, in certi luoghi e ha fatto una certa cosa.

Con l’adesione dell’assessora alle pari opportunità, Lorena Pesaresi, a ”8 marzo 3 strade 3 donne” è cominciata l’inversione di tendenza. Prima di tutto le tre donne non sono state tre ma sette. I nomi sono venuti fuori da una serie di incontri con le varie associazioni femminile.

Perugia_filatrici_Spinelli.Chi sono?  Ilaria Alpi, intitolazione doverosa per una città che è sede del centro di formazione di giornalismo radiotelevisivo della RAI; Elsa MoranteRita Atria, Maria Montessori, donne eccezionali che sono titolate in diverse località d’Italia. Abbiamo poi Maria Federici (l’Aquila 1899- 1984), insegnante, partigiana, costituente, che fu una delle cinque donne entrate nel gruppo dei 75,  incaricato di elaborare il progetto di Costituzione. Nel 1948 fu eletta deputata per la DC nel collegio di Perugia, si è occupata di problemi del lavoro e della previdenza sociale. Ha fatto parte della dirigenza delle ACLI, ha presieduto il CIF (Centro italiano femminile) ed ha creato l’ANCE, l’associazione delle famiglie degli emigrati.  Un’altra donna che ha avuto un ruolo importante a Perugia è Maria Antonietta Paolini (Urbino 1907- 1998). Dopo l’incontro nel 1930 con Maria Montessori di cui divenne stretta collaboratrice, la Paolini dedicò tutte le sue energie alla diffusione e all’approfondimento del sistema montessoriano. Fu anche l’istitutrice dei principini di casa Savoia, giacché Maria Josè, non riuscendo a mandare i figli alla scuola pubblica, volle almeno un’educatrice montessoriana.  A Perugia Maria Antonietta Paolini arrivò nel 1950 per avviare il 29° Corso Internazionale Montessoriano, il primo organizzato e diretto in Italia da Maria Montessori.  La “signorina Paolini”, come la chiamavamo noi bambini dell’asilo, diresse la scuola dell’Infanzia Santa Croce, i corsi nazionali e internazionali per la formazione montessoriana degli insegnanti e continuò fino alla fine a collaborare alle attività dell’Opera Nazionale Montessori.

Perugia.Streghe.SpinelliTra le cerimonie d’intitolazione, la più commovente è stata quella di via Edda Orsi (Genova 1927 – 2003), perché erano presenti la sorella, il nipote, venuti da Genova, e tante persone che l’avevano conosciuta e stimata qui a Perugia. Figlia di padre operaio e madre casalinga, a sedici anni Edda aveva aderito ai Gruppi di difesa della donna nel CNL (Comitato di Liberazione Nazionale). A diciotto anni staffetta, con il nome di battaglia di Adriana, trasportava armi, bombe a mano e stampa clandestina. Iscritta al PCI dal 1943, nel 1954 approdò a Perugia come responsabile femminile del partito. Il trasferimento non era volontario. Edda si era innamorata di un uomo sposato e con figli e per un partito moralista e maschilista come il PCI era la donna che doveva essere allontanata. A Perugia Edda si è sempre occupata di questioni femminili ed è stata la prima consigliera di parità dell’Umbria. Chi la conosceva ha descritto un carattere un po’ brusco, ma una disponibilità totale nei confronti di tutte le donne che le chiedevano consiglio o aiuto.

Con 3 donne 3 strade è iniziato un processo di cambiamento totale dei criteri da seguire nella prassi toponomastica. Per prima cosa si è abbandonata la strada della toponomastica enumerativa: le serie delle vie con i nomi di piante, di giochi e così via. Credo si sia pensato che, per esempio, per conservare la memoria della civiltà contadina e del dialetto (via del mutulo, via della treggia) ci sono anche altri strumenti e che per i nomi delle strade c’erano ancora tante personalità da consegnare alla memoria collettiva e che ci volevano anche in toponomastica le quote rosa. Così, attraverso diversi canali e assessorati si è incrementato il numero delle strade femminili. A Montelaguardia si sono aggiunte una santa, madre Teresa di Calcutta, e una beata, Chiara Luce Badano (Sassello 1971 – 1990) del movimento dei Focolari, morta giovanissima per un tumore osseo, beatificata nel 2008 da papa Ratzinger. Poco lontano ci sono altre due vie al femminile. Una è dedicata ad Alba Buitoni (1905 – 1989), che è stata definita la “signora della musica” e che ha vinto nel 1982 il premio Abbiati quale migliore organizzatrice musicale. Alba Buitoni è la fondatrice dell’associazione “Amici della Musica”. Per capire il ruolo svolto nel edda-orsipanorama culturale italiano dall’associazione perugina, occorre fare almeno qualche nome. Alba Buitoni diede l’opportunità di prime importanti a Stockhausen, Dallapiccola, Berio. Chiamò Pollini, Accardo, Ughi prima che diventassero celeberrimi. Chiamò Abbado, Karajan, Bernstein, Muti e Strawinskij, Poulenc, Hindemith, Messiaen vennero a Perugia come esecutori di se stessi. Accanto a via Alba Buitoni c’è via Gisa Giani (Terni 1924 – 1986). Il lavoro alla biblioteca della sua città portò Gisa Giani ad appassionarsi alla storia locale. Riscoprì opere inedite di autori ternani, recuperò e catalogò tutte le opere riguardanti Terni e il suo territorio.  Tra le sue opere ricordiamo qui soprattutto “Donne e vita di fabbrica a Terni”, che descrive il lavoro femminile nelle fabbriche tessili ternane. La sua morte prematura ha impedito la pubblicazione delle sue tante altre ricerche, ma l’opera di lei continua: la famiglia nel 2006 ha donato il suo archivio all’Archivio di Stato di Terni e ogni anno l’ICSIM (Istituto per la Cultura e la Storia dell’Impresa Franco Momigliano) con il concorso Gisa Giani premia un’opera cha affronta in chiave storica le tematiche inerenti al lavoro femminile.

Il comune di Perugia ha poi intitolato una rotonda ai coniugi Fornari, Orietta e Francesco, che realizzarono la prima scuola privata a Perugia e sono pronte, già deliberate, una via dedicata ai beati Francesco e Giacinta, i pastorelli di Fatima, che sarà vicina alla nuova chiesa di Montelaguardia e due nuove piazze femminili a Monteluce, nel quartiere che sorgerà dalla ristrutturazione del vecchio Ospedale. Proprio nella zona dove si trovava l’antico convento delle Clarisse avremo la Corte delle Clarisse e piazza Cecilia Coppoli (1426 – 1500), che fu badessa in quel convento. Cecilia, al secolo Elena, di nobile e illustre famiglia, figlia unica, fu educata come un maschio, cioè, cosa inaudita per il tempo, “il genitore la fece istruire nelle greche e latine lettere” (Cfr. GIO. BATTISTA VERMIGLIOLI,Biografia degli scrittori perugini e notizie delle opere loro ordinate e pubblicate, Perugia, 1829). Poetessa e umanista, donna di grande cultura, scelse la vita monastica e collaborò con i pontefici per la riforma in senso spirituale dei monasteri di cui fu badessa.

Ultimo motivo di soddisfazione per Toponomastica femminile: a Perugia le targhe stradali non saranno più scritte con l’iniziale puntata, ma riporteranno per intero nome e cognome e, come ciliegina sulla torta, è stata finalmente sostituita la targa “via b. brunamonti” con quella corretta “via Maria Alinda Bonacci Brunamonti”, maiuscole comprese. Wow!