Gae Aulenti e Anna Politkovkaja nella toponomastica milanese.
Nella gelida mattina del 7 dicembre 2012 Milano, la “città che sale”, che cambia e vuole vivere in modo inedito le sue architetture, si affida a due grandi donne del nostro tempo che hanno svolto la loro professione con un forte impegno civico: Gae Aulenti e Anna Politkovskaja. Quel giorno vengono inaugurati, alla presenza delle autorità, la nuova piazza Gae Aulenti, a Porta Nuova, di fronte alla stazione di Porta Garibaldi, nuovo centro economico e direzionale del capoluogo lombardo, e un parco di circa 90mila metri quadrati intitolato ad Anna Politkovskaja, la giornalista russa assassinata nel 2008.
Anche il Ministro della Cultura francese Aurélie Filippetti si è complimentato per la scelta di onorare la figura di Gae Aulenti, che ha curato a Parigi il remake della Gare d’Orsay, l’opera che l’ha resa famosa nel mondo. “È il riconoscimento a due figure contemporanee che hanno svolto la loro professione con un grande impegno civico” ha detto il Sindaco Giuliano Pisapia. “Due donne straordinarie che hanno occupato la scena internazionale grazie al loro grande talento, alla loro tenacia e al loro impegno civico e culturale –ha aggiunto l’assessore alla Cultura Stefano Boeri–. Due nomi che, grazie a questa intitolazione, si legheranno innegabilmente da oggi alla storia della nostra città e al suo futuro”.
Gae (Gaetana) Aulenti nasce nel 1927 in provincia di Udine, si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1953, dove consegue l’abilitazione alla professione. La sua formazione coincide con un periodo di straordinario fermento in cui l’architettura italiana è impegnata nella ricerca storico-culturale di recupero dei valori architettonici del passato e dell’ambiente, confluita poi nel movimento Neoliberty.
E’ stata docente universitaria a Venezia e al Politecnico di Milano e Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1995-1996, ed ha sempre coniugato un’intensa attività internazionale con una particolare attenzione a Milano, sua città d’adozione, come dimostrano i progetti di piazzale Cadorna e dello Spazio Oberdan. L’opera più importante, quella che le ha dato rilevanza internazionale, è la straordinaria trasformazione della Gare d’Orsay a Parigi, da stazione a spazio espositivo di straordinario respiro.
Nel 1989 il Comune di Milano le ha conferito la Medaglia d’Oro di Civica Benemerenza quale “protagonista assoluta nel mondo dell’architettura e del design, un punto di riferimento nella cultura europea che ha contribuito a dar lustro a Milano e alla cultura italiana nel mondo”.>br>Ci ha lasciati il 1 novembre 2012.
Anna Stepanovna Politkovskaja, nata a New York nel 1958, si è sempre fortemente impegnata nella difesa dei diritti umani. Con i suoi articoli sul periodico indipendente Novaja Gazeta ha condannato apertamente il Governo e l’Esercito russo per lo scarso rispetto dimostrato nei diritti civili e nello stato di diritto sia in Russia che in Cecenia.
Il 7 ottobre 2006 viene assassinata nell'ascensore del suo palazzo. La sua morte, da molti considerata un omicidio operato da un sicario a contratto, ha prodotto una notevole mobilitazione in Russia e nel mondo, affinché le circostanze venissero al più presto chiarite e i colpevoli identificati.
Il Consiglio comunale ha ricordato che “la naturale vocazione internazionale di Milano rende particolarmente importante raccogliere l’istanza di libertà e di ricerca della verità che Anna Politkovskaja rappresenta, cogliendo l’occasione per porre al centro il tema del rispetto dei diritti umani”.
Il gruppo Toponomastica femminile ha particolarmente apprezzato la scelta del Comune di Milano di voler accostare i nomi di due grandi donne nella intitolazione dei nuovi spazi di Porta Volta.
La piazza intitolata a Gae Aulenti è un’elegante area sopraelevata caratterizzata da tre fontane che la ricoprono in gran parte con un velo d’acqua, i giardini intitolati ad Anna Politkovskaja sono un’oasi verde in uno dei quartieri più vivaci della città.Da oggi le milanesi, alle prese con giochi di ruolo e modellazioni plastiche dell’identità, avranno sotto gli occhi qualche alternativa in più e qualche stereotipo in meno.