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Alessandra Wolff Stomersee Tomasi di Palma
(Nizza, 1894 - Palermo, 1982)
A lei è dedicato un albero nel giardino del Centro Psicanalitico di Palermo
Nel mondo della psicanalisi
di Patrizia Rocchi
Figlia del barone Boris Wolff Stomersee, alto dignitario alla corte di Nicola II, e della cantante lirica di origini italiane Alice Barbi, Alessandra visse la sua infanzia alla corte degli zar a San Pietroburgo nel Palazzo d'Inverno.
Trasferitasi nel castello di famiglia di Stomersee al primo sentore della rivoluzione russa, nel 1918 sposò il barone André Pilar e in quegli anni cominciò ad avvicinarsi alla psicoanalisi, a cui dedicò da allora la sua esistenza.
In seguito divorziò, risposandosi nel 1932 con Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nobile siciliano autore de “Il Gattopardo”, con cui ebbe soprattutto un intenso rapporto intellettuale.
Divenuta ben presto personaggio di spicco nell'ambiente psicoanalitico, coltissima e poliglotta, fu fondatrice della scuola siciliana.
Nei successivi decenni consolidò i rapporti, non sempre facili, con Edoardo Weiss e collaborò con i grandi pionieri della psicoanalisi italiana, Cesare Musatti, Nicola Perrotti ed Emilio Servadio, contribuendo all'organizzazione della nascente Società Psicoanalitica Italiana (SPI) e alla rifondazione e ristrutturazione della sede nazionale di Roma. Ne rivestì peraltro, dal 1955 al 1959, la carica di presidente, diventando così la prima e unica donna a ricoprire tale incarico.
Alla morte del marito, nel 1956, si dedicò con grande caparbietà e tenacia alla pubblicazione postuma e alla diffusione de “Il Gattopardo”, seguendo personalmente anche le riprese del celebre film di Visconti tratto dal romanzo.
Si spense a 86 anni, a Palermo, nel suo palazzo di via Butera.
Ad Alessandra Wolff va il merito di aver importato Freud in Sicilia, dove peraltro riuscì a costruire una significativa fucina culturale d’impronta europea.
Nota per i suoi modi alteri e alquanto bruschi, fu poco amata dalla società e dalla nobiltà palermitana, soprattutto dalla suocera donna Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò, che “mal si adattò ad accogliere nella propria casa quella donna così diversa dai canoni femminili siciliani, intollerante e coltissima, divorziata e per di più sostenitrice di una ‘nuova scienza’ che sovvertiva l’omertà sul sesso e che osava scrutare e svelare i segreti dell’anima”.
A volte poco considerata o addirittura osteggiata dagli altri medici per i suoi metodi ritenuti ‘strani’ o troppo innovativi, fu invece amatissima dai pazienti e stimata dai suoi allievi.
Nel suo lavoro negli ospedali psichiatrici utilizzava metodi non convenzionali, spesso non facendosi pagare.
Nel necrologio pubblicato nel 1982 da Francesco Corrao si ricorda come la principessa avesse importato Freud in città “e con esso un modello culturale e scientifico di impronta europea” e si desume il provincialismo di Palermo fatto di “ostilità, disprezzo e sarcasmo da parte dei medici, degli psichiatri, dei clinici universitari”.
Francesco Corrao raccolse il lascito di questa grande donna fondando nel 1978 il Centro Psicoanalitico di Palermo, di cui Alessandra fu fino alla morte Presidente Onoraria.
Il 4 luglio 2014 è stato inaugurato nella città, all’interno dell’Università, il Giardino di Freud.
In questa splendida e prestigiosa cornice c’è un albero dedicato a lei, fortemente voluto dalla attuale presidente del Centro Malde Vigneri, grande e appassionata studiosa della vita e delle opere della principessa.
Corrao F., Alessandra Tomasi di Lampedusa (1895–1982), in "Rivista Psicoanalitica", 1982, 28, pp.455-459.
Vigneri M., La Principessa di Lampedusa, in "Rivista Sicilia", Flaccovio, 10 (99), 2003-2004
Vigneri M. Alessandra Wolff Tomasi, in Marinella Fiume (a cura di), Siciliane. Dizionario Biografico, ed. Emanuele Romeo, 2006
Vigneri M., La principessa di Lampedusa, in "Rivista Psicoanalitica", 2008, 54, pp.389-425.
Cronologia degli scritti
Tomasi di Palma A. (1936) Il caso S. presentato a Weiss nel 1936 e relazionato a Giuseppe Tomasi nella lettera del 25 settembre 1937.
Tomasi di Palma A. (1946). «Sviluppi della diagnostica e tecnica psicoanalitica». Psicoanalisi, 2.
Tomasi di Palma A. (1950). «L'aggressività nelle perversioni», lavoro letto al II Congresso della S.P.I., Roma 1950.
Tomasi di Palma A. (1956). «Le componenti preedipiche dell'isteria d'angoscia». Riv. Psicoanal., 2, 101-106.
Tomasi di Palma A. (1956). «Necrofilia e istinto di morte (Osservazioni su un caso clinico)». Riv. Psicoanal., 3, 173-186.
Tomasi di Palma A. (1960). «La spersonalizzazione». Presentato al XXI Congresso di Psicoanalisi di lingue Romanze (Roma 7-9 aprile 1960). Riv. Psicoanal., 1961, 1, 5-10.
Inediti
Tomasi di Palma A. (1975-1977). «Il caso del Licantropo». Dattiloscritto in originale, pubblicato (a cura di Malde Vigneri) nella Rivista di Psicoanalisi, 2/2008.
Tomasi di Palma A. (1980). «Uno spostamento e due meccanismi di difesa per il sorgere della nevrosi ossessiva», Presentato al Centro di Psicoanalisi di Palermo nel 1984, pubblicato (a cura di Malde Vigneri) con il titolo "Il patto con il diavolo" nella Rivista di Psicoanalisi, 2/2008.
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