ANGELA MARIA GUIDI
Roberta Schenal
Angela Maria Guidi nasce nel 1896 in una famiglia della borghesia cattolica romana e compie i suoi studi nel collegio delle suore dorotee al Gianicolo.
Qui conosce Maria Cristina Giustiniani Bandini, presidente dell’Unione donne cattoliche d’Italia (Udci), espressione di un movimento femminile polemico contro il femminismo pervaso da spinte anticlericali e animato da una tradizionale visione cristiana della donna.
Dal 1915 dà prova del suo impegno civile nelle opere di assistenza resesi necessarie durante la Prima guerra mondiale e nel 1918 si iscrive alla Gioventù femminile cattolica italiana, appena fondata da Armida Barelli con l’intento di coinvolgere le masse femminili ad un impegno militante quotidiano da intendersi come un vero e proprio apostolato.
Guidi si adopera per valorizzare il lavoro femminile attraverso il cooperativismo e agendo in seno all’Opera nazionale per gli orfani di guerra, chiamata dal segretario don Luigi Sturzo. Quando costui nel 1919 fonda il Partito Popolare, Angela Maria vi si iscrive, ottenendone la prima tessera femminile.
Guiderà la segreteria del gruppo femminile fino allo scioglimento nel 1926.
Sempre assertrice della funzione fondamentale della cooperazione, nel 1921 fonda il Comitato centrale per la cooperazione e il lavoro femminile, e, anche grazie a viaggi di studio, matura un’esperienza che la proietta su scala internazionale come rappresentante della cooperazione femminile in vari congressi.
Nel 1924 partecipa come unica donna e vince un concorso presso l’Ispettorato del lavoro. Negli anni del consolidamento della dittatura fascista si trova costretta a passare un anno a Ginevra, poi, nelle riunioni clandestine di partito, conosce l’ex parlamentare del Ppi Mario Cingolani, che sposa nel 1935. Partecipa alla lotta clandestina nelle file della Democrazia Cristiana e ospita in casa sua le adunanze del Comitato di Liberazione Nazionale.
Ripresi gli studi universitari all’Orientale di Napoli, dove consegue la laurea in Lingue e letterature slave, collabora attivamente a tutte le fasi dell’organizzazione della Democrazia cristiana e nel 1944 è la sola donna eletta al primo Consiglio Nazionale del partito, investita anche del ruolo di Delegata nazionale del Movimento femminile della DC.
L’anno successivo viene nominata componente della Consulta Nazionale Italiana con altre dodici donne e suo è il primo intervento di una donna a Montecitorio. Già combattiva assertrice del suffragio femminile, Angela Maria Guidi esprime l’insoddisfazione per la limitatezza degli spazi politici riservati alle donne, delle quali con orgoglio ribadisce la raggiunta maturità a rivestire ruoli determinanti nella politica e nel sociale.
Alle elezioni del 2 giugno del 1946 è eletta all’Assemblea Costituente con 18.165 voti di preferenza e alle elezioni del 18 aprile del 1948 alla Camera dei deputati con 22.779 voti di preferenza.
Conseguita la laurea, a Trento si dedica all’insegnamento e ottiene la direzione dell’Istituto femminile Notre Dame de Sion che lascerà nel 1930 per seguire a Napoli il marito Angelo Raffaele Iervolino, avvocato partenopeo, antifascista, rifugiatosi in Vaticano con la complicità di Papa Pio XII e ministro nel governo Badoglio.
Pur nelle difficoltà del periodo bellico, Maria trova il capoluogo campano in pieno fermento sociale e culturale e da subito si avvicina agli ambienti impegnati in opere sociali e di carità cristiana a favore delle donne e dei più bisognosi.
A Napoli forte è anche il fervore politico e si vanno ponendo le basi per la nascita della Democrazia Cristiana, il partito cattolico nel quale approda insieme al marito. Sono entrambi eletti all’Assemblea Costituente nel 1946. Maria è al fianco di De Gasperi nella Commissione per i Trattati Internazionali e per l’elaborazione dell’Accordo De Gasperi-Gruber con l’Austria sull’Alto- Agide, e prende parte anche alla Sottocommissione d’inchiesta per la riforma della scuola.
Eletta deputata nel 1948 e poi nelle due legislature successive nella circoscrizione di Avellino- Benevento-Salerno, fa parte della Commissione Rapporti con l'Estero, compresi gli economici e Colonie; sottosegretaria alla Pubblica Istruzione nei governi Scelba, Segni I e Zoli e presidente della Commissione ministeriale per l'elaborazione degli orientamenti delle attività educative nelle scuole materne statali.
Nel frattempo anche all’interno del partito ottiene importanti nomine come Responsabile dell'Ufficio problemi assistenziali della Democrazia cristiana, componente del comitato permanente per il Mezzogiorno e della Direzione Nazionale.
La sua attenzione ai problemi della scuola e dell’impegno sociale continua anche dopo la sua attività parlamentare. Rifiutato l’invito del partito a ripresentarsi alle politiche del 1963, si
dedica da quel momento in poi allo studio e alle attività pedagogiche nelle libere organizzazioni, nell’Unesco e soprattutto nell’Omep, Organizzazione Mondiale Educazione Prescolastica, della quale presenzia dapprima il comitato italiano per poi venir eletta, per tre mandati, vicepresidente mondiale, tra il 1968 ed il 1973.
Da sempre in prima linea anche nelle politiche di tutela della donna, entra a far parte dell’Unione donne cattoliche e fonda insieme alle colleghe Maria Agamben, Angela Guidi e Lina Merlin, il Cidd, Comitato Italiano Difesa Morale e Sociale della Donna per l’assistenza alle donne che riescono a lasciare la prostituzione, aiutandole nel reinserimento in società.
Appassionata sostenitrice del metodo educativo di Maria Montessori, è proprio lei a riceverla all’Assemblea Costituente quando nel maggio del 1947 fa rientro in Italia dopo esserne stata allontanata dal fascismo nel 1934, invitando tutte le donne italiane a vedere in lei “una geniale guida nei nostri nuovi compiti politici”. Da quel momento in poi le sue energie maggiori le spende nelle associazioni per la diffusione del metodo, l’Ami, Associazione Montessori Internazionale, e l’Onm, Opera nazionale Montessori, di cui è presidente per circa un trentennio.
Alcuni anni dopo la sua morte, avvenuta il 27 dicembre 1975, l’Opera Montessori istituisce un premio in suo onore per le migliori tesi di laurea sul pensiero e l’opera della scienziata italiana.
Guidi interviene nella discussione dell’importante legge, ratificata nel 1950, sulla “Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri”, deterrente contro licenziamenti o penalizzazioni verso
le donne in maternità; in quello stesso anno è fra le promotrici del Comitato Italiano di difesa morale e sociale della donna (Cidd), le quali, sensibili allo stato di disagio delle donne entrate nel giro della prostituzione, sosterranno il progetto di legge approvata nel ’58 per l’abolizione delle “case chiuse” (legge Merlin).
Nel 1951 De Gasperi la nomina sottosegretaria di Stato all’Industria e al Commercio, con
delega all’Artigianato, ed è così la prima donna italiana ad entrare in un governo. Caduto nel 1953 il governo De Gasperi, Guidi lascia l’impegno politico nazionale per dedicarsi all’attività amministrativa a Palestrina quale Sindaca. Importante è il suo impegno per la valorizzazione del patrimonio archeologico della città e per la sua vita culturale, rivitalizzata grazie alla fondazione dell’Accademia internazionale Giovanni Pierluigi da Palestrina.
Angela Maria Guidi riceve la medaglia d’oro al merito della sua attività politica nell’ambito di una cerimonia organizzata per il suo novantesimo compleanno (1986). Muore nel 1991.