Elettra Pollastrini

ELETTRA POLLASTRINI

Di Noemi Mattana

Elettra Pollastrini nasce a Rieti il 15 luglio del 1908 da una famiglia antifascista e, per questa ragione, qualche anno più tardi è costretta ad espatriare in Francia, per sottrarsi alle persecuzioni del regime.

Qui, iscritta nel 1933 al Partito comunista francese e nel 1934 al Pcd’I, trova lavoro come operaia presso la Renault, sostenendo le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici all’interno dell’azienda ed impegnandosi politicamente con il Fronte Popolare per un ampio movimento di giustizia, di libertà e di progresso.

Entra quindi nella Lega internazionale delle donne per la pace e la libertà e del Congresso mondiale femminile contro il fascismo e la guerra, al quale partecipano delegazioni di tutti i Paesi del mondo. Riserva un’accoglienza particolarmente affettuosa e solidale alla delegazione italiana, composta non solo da emigrate politiche ma anche da delegate giunte direttamente dall’Italia attraverso avventure piuttosto rocambolesche. Poco dopo, su incarico della rivista Noi Donne, allo scoppio della guerra civile nella penisola iberica si reca in Spagna. Al suo rientro la Francia provvede ad internare tutti gli antifascisti in un campo di concentramento. Elettra è arrestata

e rinchiusa nel campo di Riùcros. Fu qui che conosce Teresa Noce, Baldina Di Vittorio Berti, Angiolina Fibbi ed altre donne già attive politicamente.

Nel 1941 Pollastrini riesce a raggiungere Rieti, dove porta avanti l’attività antifascista clandestina e, all’annuncio dell’armistizio, entra nella Resistenza romana. È di nuovo arrestata, stavolta dai tedeschi che la conducono in Germania

e la tengono prigioniera venti mesi nel carcere di Aichach. Lì incontra altre italiane antifasciste e mantiene il suo atteggiamento di opposizione, che la porta a subire dure punizioni.

Dopo la sua liberazione torna in Italia ed è una delle cinque donne comuniste

che entrano a far parte della Consulta Nazionale Italiana, l’assemblea legislativa provvisoria, istituita dopo la fine della seconda guerra mondiale con lo scopo di sostituire il parlamento fino a quando non sia possibile indire regolari elezioni politiche.

La Consulta si riunisce la prima volta il 25 settembre 1945 ed è sciolta il 2 giugno 1946: si prepara la legge elettorale per la Costituente e le donne hanno poca voce in capitolo, in quanto non si possono occupare né dei problemi del Paese né di quelli delle donne.

Elettra Pollastrini è eletta all’Assemblea Costituente, che si riunisce dal 2 giugno 1946 al 12 maggio 1948, e inoltre lavora nel territorio a contatto con la gente, con i problemi quotidiani, con problematiche riguardanti i Comuni.

Nel 1948 è eletta deputata del Pci alla Camera dove rimane per due legislature. Nel gennaio 1954 è prima firmataria per la provvidenza a favore delle popolazioni della provincia di Rieti danneggiate dalle pesanti alluvioni del 1952 e per l’esecuzione di un piano organico di opere idraulico-forestali e montane atte ad evitare altre calamità nelle zone disastrate. Anche se la situazione non è drammatica come quella del Polesine e della Calabria, le zone dell’alto Velino, già catalogate come quelle più depresse del Paese, subiscono enormi danni a persone e cose. Pollastrini chiede quindi l’aiuto e l’intervento delle autorità per permettere il rilancio dell’economia agraria che in quell’occasione è stata fortemente danneggiata, considerato anche il fatto che quelle zone, per la loro collocazione poco agevole, sono prive di industrie.

Nel 1955 Pollastrini denuncia alla Camera l’atteggiamento della pubblica sicurezza di Rieti durante lo svolgimento del funerale di un membro del Partito comunista: mentre la salma è condotta al cimitero, gli amici la accompagnano sventolando la bandiera del partito, richiesta esplicitamente dai familiari del defunto. La bandiera è tolta con violenza da agenti di polizia che denunciano il vicesegretario del Partito comunista per averla difesa.

Nell’ottobre del 1956 presenta richiesta per l’estensione dei benefici della legge 10 agosto 1950 n. 646 all’interno del territorio della provincia di Rieti, e lo stanziamento di due miliardi di lire per l’esecuzione di opere stradali.

Nel giugno del 1957 chiede l’autorizzazione di 150 milioni per la sistemazione e l’ampliamento della Scuola nazionale allievi sottoufficiali e guardie del Corpo Forestale dello Stato.

Dopo queste esperienze, nel 1958 si trasferisce in Ungheria e lavora presso Radio Budapest per cinque anni. Ritornata in Italia, si stabilisce a Rieti e qui si spegne il 2 febbraio del 1990.