Vittoria Titomanlio

VITTORIA TITOMANLIO

Di Anna de Stefano Perrotta

Vittoria Titomanlio nasce a Barletta (Bari) il 22 aprile 1899 da Sabino (ispettore demaniale) e Carolina De Boffe.

Maestra elementare, si impegna molto nell’ambito cattolico ed in particolare nell’associazionismo, ancor prima di dedicarsi all’attività politica. Dopo aver fatto parte del Consiglio diocesano di Napoli ed essere entrata nel 1928 nella Gioventù Femminile dell’Azione Cattolica (sorta nel 1918 all’interno dell’Unione Donne Cattoliche Italiane per opera di M. Cristina Giustiniani Bandinim), viene nominata nel 1932 propagandista nazionale, carica che la porta a girare in continuazione per l’Italia tenendo corsi e relazioni, e nel 1936 membro del Consiglio superiore e incaricata regionale per la Campania.

Si dedica con passione e con spirito di sacrificio, anche in mezzo a molte difficoltà, alla formazione e all’assistenza dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici, rivestendo varie cariche all’interno delle associazioni e delle istituzioni prima di entrare nella vita parlamentare. Sono questi gli anni in cui l’Azione Cattolica svolge un’attività formativa molto intensa ed in cui i rapporti con il fascismo diventano sempre più difficili proprio a causa delle sue molteplici iniziative sociali, culturali e ricreative, che vengono ad intralciare quelle del regime; nel maggio del 1931 le sedi dei circoli cattolici verranno chiuse e il distacco del Movimento dal fascismo, anche se graduale, sarà sempre più netto e nel 1938 definitivo.

Tuttavia l’Azione Cattolica, sebbene repressa, riesce a sopravvivere ed anzi si rafforza, dopo aver ricevuto nel 1940 dal papa Pio XII una rinnovata organizzazione con la promulgazione di nuovi statuti; grazie all’impegno del papa conosce una grande espansione nel secondo dopoguerra e diviene l’alveo in cui si formano e preparano i dirigenti della futura Democrazia Cristiana.

Nel 1946 l’associazione si coinvolge fortemente nelle competizioni elettorali e nell’azione politica in generale, ma soprattutto nel 1948 svolge una vera e propria opera di mobilitazione delle forze cattoliche per le elezioni del 18 aprile.

Intanto Titomanlio ha continuato la sua fervida attività nell’ambito dell’associazionismo cattolico. Dopo il 1943 è divenuta consigliera nazionale dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici e segretaria provinciale delle Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani), delegata nazionale del Movimento femminile per l’artigianato italiano e componente del Comitato consultivo ministeriale per l’artigianato e le piccole industrie; è entrata a far parte del Consiglio nazionale del Movimento Femminile della Democrazia Cristiana e nel 1947, dopo il convegno nazionale ad Assisi, del Comitato centrale del Movimento diretto da Maria De Unterrichter Jervolino.

La sua elezione, il 2 giugno 1946, all’Assemblea Costituente nella lista della Democrazia Cristiana, nel XXIII collegio elettorale (Napoli-Caserta) con 20.861 voti, segna l’inizio di una lunga carriera politica che la vede in Parlamento per quattro legislature e sempre con lo stesso collegio elettorale, dal 1948, quando è eletta nella Prima Legislatura repubblicana con 35.700 voti di preferenza, fino al 1968.

Tra i suoi interventi in aula almeno due sono da ricordare per la loro attualità.

Nel primo, alla Costituente, mentre si discute il titolo V del progetto di Costituzione, Titomanlio, nella seduta del 4 giugno 1947, difende l’autonomia regionale sostenendone i vantaggi, laddove siano garantite le singole tradizioni ed esigenze, come espressione di libertà e democrazia.

Nel secondo intervento, durante la discussione del disegno di legge sulla stampa nella seduta del 15 gennaio 1948, quindici giorni dopo l’entrata in vigore della Costituzione, sostiene la pubblicazione da parte dei giornali delle rettifiche di notizie su persone di cui sia stata lesa la dignità.

Nella sua lunga attività parlamentare fa parte di diverse Commissioni permanenti: Lavoro, Emigrazione, Cooperazione, Previdenza e Assistenza sociale, Assistenza post-bellica, Igiene e Sanità pubblica; Istruzione e Belle Arti; Industria e Commercio, Artigianato, Commercio estero. Nella Seconda Legislatura ha partecipato alla Commissione parlamentare consultiva per le norme relative all’assicurazione obbligatoria degli artigiani contro le malattie e alla Commissione parlamentare consultiva sulla disciplina giuridica delle imprese artigiane. Durante la Terza Legislatura è componente della Commissione speciale incaricata di esaminare i disegni di legge e le proposte di provvedimenti straordinari per il Comune di Napoli.

Molto intenso è il suo impegno anche nella società civile, dove ricopre l’incarico di presidente

in varie istituzioni: l’Istituto nazionale istruzione addestramento settore artigianato, l’Ente di zona Casse rurali e artigiane, la Commissione provinciale e regionale per gli albi artigiani presso la Camera di Commercio di Napoli, il Collegio dei sindaci della sezione campana del Sindacato nazionale musicisti. È inoltre dirigente di vari Enti, come l’Acai (Associazione Cristiana Artigiani Italiani), e l’Iniasa (Istituto Nazionale per l’Istruzione e l’Addestramento nel Settore Artigiano).

Vittoria Titomanlio muore il 28 dicembre 1988 a Napoli, dove è sepolta nel cimitero di Poggioreale.