TOTALE STRADE / VIE / PIAZZE / ETC.: | 3515 |
INTITOLATE A UOMINI: | 1695 |
INTITOLATE A DONNE: | 283 |
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE STRADE INTITOLATE A DONNE | |
Madonne (Immacolata, Beata Vergine, Santa Maria etc.): |
99 dell' Annunziata (traversa e via) |
Sante, beate, martiri: |
62 |
Suore e benefattrici religiose, benemerite, fondatrici ordini religiosi e/o enti assistenziali-caritatevoli: |
8 |
Benefattrici laiche, fondatrici enti assistenziali-caritatevoli: |
2 Tommasina Colosimo (via) |
Letterate / umaniste (scrittrici, poete, letterate, critiche, giornaliste, educatrici, pedagoghe, archeologhe, papirologhe...): |
12 |
Scienziate (matematiche, fisiche, astronome, geografe, naturaliste, biologhe, mediche, botaniche, zoologhe...): |
4 Maria Bakunin (viale) |
Donne dello spettacolo (attrici, cantanti, musiciste, ballerine, registe, scenografe...): |
10 Luisa Conte (largo) |
Artiste (pittrici, scultrici, miniaturiste, fotografe, fumettiste...): |
10 Rosalba Carriera (via) |
Figure storiche e politiche (matrone romane, nobildonne, principesse, regine, patriote, combattenti della Resistenza, vittime della lotta politica / guerra / nazismo, politiche, sindacaliste, femministe...): |
25 |
Lavoratrici / imprenditrici / artigiane: | 1 delle filandare (via) |
Figure mitologiche o leggendarie, personaggi letterari: |
21 Aida (via) |
Atlete e sportive: | -- |
Altro (nomi femminili non identificati; toponimi legati a tradizioni locali, ad es. via delle Convertite, via delle Canterine, via della Moretta, via delle Zoccolette; madri di personaggi illustri...): |
29 |
Censimento a cura di: Livia Capasso
Fonti: Agenzia del Territorio e stradario ufficiale dal sito del Comune
Censimento a cura di: Livia Capasso (2012). Aggiornamento a cura di Giuliana Cacciapuoti, CCT del Comune di Napoli (gennaio 2020)
Giardini e Parchi: Iolanda (2) - Tina Pica - Antonietta Paterni Sava - Rosaria Lanzetta Buono
Auditorium Mia Martini
Toponomastica femminile a Napoli
di Livia Capasso
Inizio la mia ricerca a Napoli con le strade intitolate a donne il cui nome comincia con la "A". A parte AIDA, l'eroina dell'opera di Verdi, compare la poetessa Vittoria AGANOOR, nata a Padova nel 1855 e morta a Roma nel 1910. Napoli le ha dedicato una strada perché Vittoria trascorse parecchi periodi della sua vita in questa città, per il clima più adatto alla salute di una sorella. Poi figurano ANTONIETTA DE PACE, eroina pugliese del patriottismo risorgimentale, e una pittrice, detta ANNELLA DI MASSIMO, il cui vero nome era Diana De Rosa. La suddetta era sorella del pittore Pacecco De Rosa e moglie di Agostino Beltrano, pittore anche lui, e finì ammazzata per gelosia dal marito. Rimane però una pittrice senza opere che le possano essere attribuite con certezza.
Salto la B per l’assenza di nomi femminili, non volendo tenere in conto né il poco gratificante Vico Belledonne, né via Berenice, dedicata alla regina egiziana, meglio nota per il poema di Callimaco tradotto poi da Catullo.
Ringraziando gli addetti per non aver intitolato una via alla Befana, passo alla C, dove trovo subito una via intitolata a MARIA CALLAS, la celebre soprano morta nel 1977, e, passando attraverso una via Carlotta, Carmen (l'eroina dell'opera lirica), e una piazza CAROLINA (Maria Carolina d'Austria che nel 1768 sposò Ferdinando IV di Borbone, diventando regina di Napoli ), trovo una via Cintia, dove l’omissione della h trasforma la donna cantata da Properzio nelle sue elegie in una pianta appartenente al genere delle cactacee. Godono fortuna a Napoli anche Cleopatra e Cornelia dei Gracchi e finalmente trovo VITTORIA COLONNA, poetessa amica di Michelangelo, che nel suo soggiorno ad Ischia fu circondata dai migliori artisti e letterati del tempo, e una COLOSIMO TOMMASINA, che profuse tutte le sue ricchezze ed energie nella presidenza dell’Istituto per ciechi che porta il nome di un suo parente, Paolo Colosimo, morto giovane.Un ponte è stato intitolato alla partigiana MADDALENA CERASUOLO.
Con la D trovo una via LUCREZIA D'ALAGNO, favorita di Alfonso V d’Aragona, re di Napoli, ancora una via ELEONORA DUSE, la celebre attrice amata da Gabriele D’Annunzio, e una Donnalbina, Donnaregina, Donnaromita e Donn’Anna, in ricordo di Anna Carafa, moglie del vicerè Ramiro Nuñez de Guzmán, che volle edificare il palazzo chiamato anch'esso Donn'Anna.
Infine la Duchesca, nome di una via, ma anche di un quartiere, porta il nome di una villa sorta nella stessa zona e ormai scomparsa, riferito alla duchessa moglie di Alfonso II per il quale fu costruito l’edificio. N.B. Spesso per identificare le donne si è costretti a fare ricorso agli uomini con i quali sono vissuti, padri, mariti, amanti!
Con la E solo la via Egiziaca richiama ad una donna, una prostituta egiziana vissuta nel IV sec. poi pentitasi e diventata santa.
Con la F trovo Fiammetta (sarà quella cantata da Boccacio?), una imprecisata Francesca, la famosa nobile patriota PIMENTEL FONSECA, un vico delle Fate (ma saranno quelle della favole, col cappello a punta?) e non poteva mancare Filumena Marturano, protagonista di una delle commedie più note di Eduardo De Filippo, ex-prostituta ma soprattutto mamma, pronta a tutto per i suoi figli. Infine trovo una via e anche una piazza intitolata a Ferrara Carmela: è un nome molto comune a Napoli, ma ignoro chi sia.
La seconda pittrice la trovo alla lettera G: GENTILESCHI ARTEMISIA, artista di grande talento, seguace del Caravaggio. Ma, se non fosse stata figlia di Orazio Gentileschi, sarebbe stata ugualmente conosciuta, tanto da dare il suo nome a strade, piazze e ponti anche in altre città? La via GAETANI VANNELLA è invece dedicata alla moglie di un principe della famiglia Sanseverino che, alla morte del marito, rinchiuso in carcere per aver partecipato ad una congiura contro il re, mise in salvo i suoi cinque figli portandoli fuori dal regno e solo uno dei figli poté, alla fine del ‘400, ottenere la restituzione del principato. Via GONZAGA GIULIA è dedicata ad un’altra nobildonna, andata sposa appena tredicenne a Vespasiano Colonna, più grande di lei di 33 anni e in cattive condizioni di salute. Rimasta vedova a due anni dal matrimonio, poté, per vincolo testamentario del marito, mantenere i suoi beni a patto che non si risposasse. E Giulia non si risposò, si stabilì nel castello di Fondi, dove animò un raffinato circolo intellettuale. Per la sua intelligenza, unita ad una notevole bellezza, attirò l’attenzione dell’Ariosto e di Bernardo Tasso, padre di Torquato. Via GUACCI NOBILE GIUSEPPINA porta il nome di una poetessa napoletana, patriota del nostro Risorgimento, andata poi sposa all’astronomo Antonio Nobile: nella loro casa di Capodimonte ospitava incontri con liberali le cui istanze sosteneva anche con la sua poesia. Via Grazia e Graziella infine rimandano forse al romanzo di La Martine.
Con la I trovo solamente Immacolata, Incoronata , tutte evidentemente riferite alla più grande di tutte le madri.
Mi fermo un attimo nell’arido elenco per fare qualche osservazione. Finora mi sono passate davanti vie dedicate a Hans Christian Andersen, Louis Armstrong, Charlie Chaplin, Juri Gagarin, Walt Disney, 12 tra vie, piazze, traverse e corsi dedicati a Garibaldi, addirittura una strada intitolata a Ben Hur, il protagonista del celebre kolossal americano, un’altra a Madama Butterfly, eroina di Puccini, una dedicata a Bakù, capitale dell’Azerbaigian, gemellata con Napoli e infine una dedicata addirittura a Pinocchio!
Ma dove sono finite tutte quelle eroine misconosciute, martiri ignote, violentate, trucidate, decapitate di cui parla Pietro Gargano nel suo libro “Eleonora e le altre. Le donne della rivoluzione napoletana”? Margherita Fasulo e la sorella Clarizia, che tenevano riunioni segrete a casa loro e furono tra quelle che durante la Rivoluzione del 1799 entrarono in San’Elmo vestite da uomo; Teresa Ricciardi, Scolastica Carrabba, Maria Francesca Alcubierre. E dove è finita Maria Angela Ardinghelli, scienziata e poetessa napoletana del ‘700, di cui le cronache dicono che non c’era uomo di cultura che passasse per Napoli senza fermarsi a parlare con lei?
Continuando delusa a consultare lo stradario, trovo conforto in una via dedicata ad ANGELICA KAUFFMAN, celebre pittrice del ‘700, svizzera di nascita, ma italiana di adozione e molto legata a Napoli, dove ha trascorso parecchi periodi della sua vita.
Nella L, scartando imprecisate Lavinia e Letizia, trovo una via che porta il nome di VERA LOMBARDI: appartenente al gruppo degli antifascisti napoletani, ha poi continuato la sua attività politica nel Partito socialista fino alla morte. Via LONGO MARIA ricorda forse una spagnola vissuta nel ‘500, trasferitasi a Napoli (al seguito del marito?), donna di grande carità cristiana fondò l'Ospedale degli Incurabili.
Con la M tralascio due vie della Maddalena, otto dedicate a Madonne e Madonnelle, sei a Margherita (sarà la Regina?), e finalmente trovo largo MADRE TERESA DI CALCUTTA, premio Nobel per la pace nel 1979 e fondatrice della congregazione delle Missionarie della Carità; salto una via privata Maffettone Anna (l’antica proprietaria dei terreni?) e incontro una delle più famose cantanti liriche del XIX sec., MARIA MALIBRAN, e MARILYN MONROE, la famosa attrice americana morta suicida (?) nel 1962. Un viale porta il nome di MARIA CRISTINA REGINA DI SAVOIA, l’ultima figlia di Vittorio Emanuele I di Savoia che andò sposa a Ferdinando II divenendo regina delle Due Sicilie e morì dando alla luce il suo unico figlio. La via MANCINI OLIVA LAURA ricorda la scrittrice, educatrice e poetessa napoletana dell’Ottocento, che scrisse versi sull’indipendenza nazionale, esaltando i martiri e appellandosi alle donne italiane perché lottassero per la causa nazionale. Un'altra scrittrice presente nello stradario napoletano è ELSA MORANTE, una delle più importanti del dopoguerra. Infine incontro MARIA MONTESSORI, famosa scienziata ed educatrice, inventrice del metodo che porta il suo nome.
Con la N non considero via delle Ninfe e una Nostra Signora di Fatima ed arrivo a via NOTARI ELVIRA, nativa di Salerno e attiva a Napoli, che fu la prima donna regista italiana e una della prime della storia del cinema mondiale. Morì nel 1946. Manca una via dedicata alla grande Anna Magnani; ma del resto il cinema è poco presente nello stradario di Napoli, mancano anche Sordi e Mastroianni.
Via PIGNATELLI PRINCIPESSA ROSINA ricorda la principessa Pignatelli che prima di morire, nel 1955, donò allo stato italiano la sua villa, oggi sede museale. Via Postica Madalena non si riferisce ad una donna, ma probabilmente indica la strada che si trova dietro via della Maddalena (in architettura si dice “postica” la parte posteriore). Tralasciando la via incredibilmente dedicata alla dea Proserpina, e Largo Regina Coeli, un altro appellativo della Vergine Maria, arrivo alle vie di sangue blu, due piazzette ed una traversa intitolate alla principessa Margherita e una via alla REGINA MARGHERITA, che fu la prima regina d’Italia; a Napoli è famosa anche per aver dato il nome ad una delle pizze più tipiche! Un’altra piazza è dedicata alla nuora di Margherita, la REGINA ELENA.
Con la S trovo una sfilza di Sante: S.Agata, S.Anna, S.Barbara, S. Cesarea, S.Brigida. S.Candida, S.Chiara, S.Caterina, S.Lucia, S.Luciella, S.Luisa di Marillac, S.Lucia Filippini, S.Margherita, S.Patrizia, S.Orsola, S.Monica, S.Sofia, S.Teresa e numerosissime S.Maria in tutte le sue varianti.
Continuo il mio lavoro su Napoli. Una via porta il nome di SANCIA REGINA: Sancia, figlia del re di Castiglia, sposò il re d’Aragona. Alla morte del marito lasciò la corte e si ritirò in un monastero, dove prese i voti. La lega a Napoli la figlia Costanza, che nel 1210 sposò il futuro imperatore Federico II. Al Vomero è dedicata una via a LUIGIA SANFELICE, martire della Rivoluzione napoletana: coinvolta involontariamente nelle vicende della Repubblica napoletana, subì la reazione dei Borbone che nel 1800 la giustiziarono. E’ famoso il dipinto di Gioacchino Toma, conservato a Capodimonte, che la ritrae in carcere dove, dichiarando mendacemente di essere incinta, riuscì a ritardare l’esecuzione. Poi trovo finalmente la piazzetta intitolata a MATILDE SERAO, scrittrice e giornalista vissuta tra la ’800 e ‘900. Fu la prima donna in Italia a fondare un giornale, insieme al marito Edoardo Scarfoglio ; fondò prima il Corriere di Roma, poi quello di Napoli, infine Il Mattino. Salto un viale privato a nome di Silvestri Olga ed arrivo a due strade intitolate a suore: una a SUOR ORSOLA, religiosa fondatrice delle Romite e delle Oblate dell’Immacolata Concezione (oggi Suore Teatine), a cui Napoli dedica anche un’Università ed altri Istituti; l’altra a SUOR MARIA DELLA PASSIONE, religiosa morta a S.Giorgio a Cremano nel 1912 e proclamata Beata da Benedetto XVI nel 2006.
Con la lettera T trovo un’altra eroina di opere liriche, TOSCA, poi un vico TRE REGINE e una piazzetta dedicata a LAURA TERRACINA, poetessa napoletana del ‘500, nota con lo pseudonimo di Febea. Spronò le donne a studiare e morì forse uccisa dal marito.
C'è poi una via dedicata a VOLPICELLI CATERINA, una religiosa napoletana fondatrice di una congregazione che porta il suo nome e dichiarata santa nel 2009.
Dulcis in fundo, volendo ignorare via delle Zite, che a Napoli nel vezzeggiativo “zitelle” allude alle donne nubili, ma è il plurale che insospettisce!, trovo la mia preferita, anche se è a Ponticelli: via WOOLF VIRGINIA, dedicata alla celebre scrittrice e saggista britannica, vissuta tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900, attivamente impegnata nella lotta per la parità dei diritti tra i due sessi.
Largo Paparelle e Vicolo delle “Paparelle” non sono intitolati ai volatili acquatici, ma alle ragazze orfane di cui si occupavano Gennaro Paparo e le figlie.
Riflessioni toponomastiche
di Giovanna Mozzillo
Fateci caso: sulle targhe delle strade napoletane troviamo quasi soltanto nomi maschili. Quelli femminili son pochi, desolatamente pochi. Un fatto che sembra ulteriormente confermare il maschilismo imperante (e impunito) da cui è ancora dominata la nostra tradizione culturale. Perché, anche se, ovviamente, il vero scandalo sta a monte –nel senso che sulle targhe i nomi di donne risultano tanto meno numerosi di quelli degli uomini soprattutto perché le potenzialità femminili (di ingegno, creatività, attiva partecipazione alla vita comunitaria) son state frustrate e conculcate per secoli sotto ogni regime e in ogni temperie ideologica, e quindi molto più raramente degli uomini le donne hanno raggiunto la notorietà– tuttavia, ciò nonostante, di donne che, vincendo pregiudizi, convenzioni e condizionamenti spietati, son riuscite a svolgere il loro ruolo nella nostra storia cittadina ce ne sarebbero parecchie (scrittrici, poetesse, musiciste, cantanti, scienziate) e avrebbero il sacrosanto diritto di esser ricordate. Invece no. Quasi sempre la loro memoria ha subito una rimozione. Son state accantonate, cancellate, dimenticate. Ma non disperiamo. Forse le cose stanno per cambiare. Stanno per cambiare (almeno un tantino) in virtù di una bella iniziativa che, ideata da Maria Pia Ercolini e battezzata “Toponomastica femminile”, si propone (niente di meno!) di “riequilibrare i rapporti di genere” (e in pratica è un po’ come se intendesse adottar le quote rosa pure per le denominazioni dei luoghi). Com’è naturale, l’iniziativa - che ha trovato ovunque valide sostenitrici – non poteva non partire da un circostanziato esame della situazione attuale. Esame che in Campania è stato svolto dalle referenti regionali Giuliana Cacciapuoti, Daniela Astrea e Laura Pedone e ha prodotto i risultati che vi espongo: ecco, da noi, come in altre città, meno di un quinto dei toponimi è femminile, la metà di questo quinto è costituita da nomi di sante e Madonne (sì, Madonne al plurale, perché la Vergine ha molti appellativi), l’ammontare residuo è dedicato in gran parte a figure mitologiche o comunque immaginarie, e solo il tre per cento a donne realmente esistite. Donne di cui Giuliana Cacciapuoti ha stilato un elenco (consultabile su internet) che riserva varie sorprese. Sapevate, per esempio, che a Napoli ci son via Maria Callas, via Marilyn Monroe e pure via Filumena Marturano? E che dal 2011 il ponte della Sanità è intitolato a Maddalena Cerasuolo, la popolana che fu eroica protagonista delle Quattro Giornate? E che la targa della strada dedicata alla pittrice Diana De Rosa –che, sorella di Pacecco De Rosa, venne uccisa per gelosia dal marito (da questo punto di vista pare che il mondo non sia troppo cambiato)– non ne riporta il vero nome e cognome, ma solo l’appellativo scherzoso con cui le si rivolgeva il suo maestro Massimo Stanzione, ossia Annella di Massimo?
Ma ora è tempo che dalla fase d’indagine l’iniziativa passi a quella operativa, tanto più che il comune, su proposta di Gennaro Esposito, presidente della commissione per le Pari Opportunità, ha aderito al progetto “Tre donne, tre strade”, che è finalizzato a intitolar tre vie di Napoli ad altrettante nostre benemerite concittadine. E allora, forza, tutte noi che abitiamo in Partenope siamo invitate a farci avanti con i suggerimenti che ci paiono più idonei. E, giusto per rompere il ghiaccio, comincio io con i primi nomi che mi vengono in mente. Dunque, perché una strada non dedicarla a Maria Sofia che, è vero, della città è stata regina per poco, ma nella memoria dei posteri è rimasta tenacemente impressa in quanto era bella, giovane e intrepida? E perché non dedicarla a Celeste Coltellini, la cantante che nel settecento tutta l’Europa ci invidiava? Oppure a Clotilde Marghieri e a Elena Canino che così vivacemente hanno descritto la Napoli inizio novecento? O a Pupella Maggio e a Tina Pica che con tanta verve hanno fatto conoscer l’arguzia partenopea nel mondo?
Concludo con una raccomandazione: per carità, state attenti a non equivocare. In quanto l’iniziativa di cui ho parlato non nasce dall’adesione a un femminismo esasperato e “fondamentalista” da cui sia giusto prender le distanze. No, assolutamente. Qui si tratta di un progetto che dovrebbe star bene alla comunità napoletana nella sua interezza (cioè maschi compresi), perché è volta a completare e ricompattare la nostra memoria collettiva, finora amputata da un’inaccettabile lacuna.
Gino DORIA
Piccola guida di Napoli e dintorni
Date le notizie dell’epoca fascista, edito probabilmente (manca la copertina) intorno al 1930.
Le strade di Napoli dedicate alle donne sono solo due: Vittoria Colonna, poetessa illustre (nata a Marino nel 1490, morta a Roma nel 1547) e D’Alagna Lucrezia, nata verso il 1430, amante di Alfonso d’Aragona re di Napoli.