Il 2013 ha segnato il centenario dalla morte di Emily Davison, suffragetta rimasta uccisa durante una manifestazione di protesta al Derby di Epsom nel 1913, quando venne colpita dal cavallo di re Giorgio V.
A lei è oggi intitolata una Emily Davison Drive proprio a Epsom, nel Surrey.
Il movimento per i diritti delle donne si sviluppò in Inghilterra a partire dal diciannovesimo secolo. Già nella seconda metà dell’Ottocento, iniziarono a formarsi i primi gruppi di emancipazione femminile e ad essere pubblicati i primi scritti a favore del diritto di voto alle donne. Fu però soltanto con la seconda rivoluzione industriale che cominciò a svilupparsi un movimento femminista a livello nazionale. I cambiamenti a livello economico ebbero infatti conseguenze significative sul ruolo sociale delle donne, in quanto la crescente industrializzazione le aveva portatoe a svolgere lavori simili a quelli degli uomini e quindi a chiedere uguali diritti. È in questo contesto che nel 1897 fu fondata la National Union of Women’s Suffrage, guidata da Millicent Fawcett, che ottenne però progressi politici molto limitati. I movimenti femministi cominciarono dunque a organizzare azioni più radicali.
La repressione, nei primi anni del ventesimo secolo, fu durissima; di fronte all’indifferenza dei principali partiti politici, le suffragette vennero arrestate e subirono in carcere un trattamento spesso inumano (violenza fisica, alimentazione forzata), di cui Emily Pankhurst fu soltanto una fra le molte vittime.
Durante la prima guerra mondiale, mentre gran parte degli uomini era impiegata al fronte, le donne assunsero molti dei tradizionali ruoli maschili, e questo favorì ulteriormente il cambiamento in atto nella società. La guerra causò anche una spaccatura nel movimento delle suffragette inglesi, con Emmeline, Christabel Pankhurst e la loro WSPU, disponibili a sospendere temporaneamente la campagna per la durata della guerra, mentre le suffragette più radicali, rappresentate da Sylvia Pankhurst, con il Women’s Suffrage Federation, continuarono la lotta anche negli anni della guerra.
La WSPU si dissolse nel novembre 1917, quando fu fondato il Women’s Party, che riprese la campagna per i diritti delle donne. In questi anni, Emily Pankhurst visse al numero 55 di Clarendon Road, dove oggi una targa ricorda lei e sua figlia Christabel.
Dopo anni di lotta, le suffragette ottennero finalmente il cambiamento giuridico tanto atteso. Nel 1918 venne approvato il Representation of the People Act, che estese il diritto di voto a quasi tutti i cittadini maschi e incluse per la prima volta alcune donne. Nel 1928 venne approvato un successivo Representation of the People Act, che estese il diritto di voto a tutte le donne sopra i ventun’anni.
Emily Pankhurst morì il 14 giugno 1928. Il 6 marzo 1930 il primo ministro Stanley Baldwin inaugurò una statua a lei intitolata nei Victoria Tower Gardens, lungo il Tamigi.
Diverse strade inglesi la ricordano fra cui Pankhurst Close, nella parte sud di Londra, e Pankhurst Avenue, nella sezione orientale della città. Una Pankhurst Avenue è presente a Brighton, nel sud dell’Inghilterra. Pankhurst Road è rintracciabile a Walton-on-Thames, Hoo, Bootle e Beaumont Leys. È inoltre possibile trovare una Pankhurst Close a Blackburn, Exmouth, Hounslow e Bexhill. Pankhurst Drive è presente a Bracknell.
L’azione delle suffragette è celebrata a Londra dal Suffragette Fellowship memorial, inaugurato nel 1970 da Lillian Lenton nei Christchurch Gardens. L’iscrizione recita: «Questo tributo è eretto dall’associazione delle suffragette per commemorare il coraggio e la perseveranza di tutti quegli uomini e quelle donne che nella lunga lotta per il diritto alle voto per le donne hanno affrontato la derisione, l’opposizione e l’ostracismo, spesso sopportando violenza e sofferenza».
Il 22 agosto 2011 è stato inaugurato a Mile End, East London, un altro monumento in onore delle suffragette. Una sagoma di acciaio, intitolata “Votes for Women”, ricorda Sylvia Pankhurst (1882-1960), figlia di Emmeline e suffragetta.