In occasione della Conferenza Mondiale delle Donne Pechino: vent’anni dopo tenutasi nei giorni 26 27 e 28 settembre 2015 a Milano, una nutrita rappresentanza di toponomaste ha frequentato le sale del Palazzo di Lombardia e percorso i padiglioni dell’Expo.
Maria Grazia Anatra ha presentato il premio Narrare la parità, Giuliana Cacciapuoti ha coordinato il panel Donne del Mediterraneo, la cui finalità puntava ad avviare politiche con e per le donne, per aggregare intorno a un progetto, somma o giustapposizioni di più progettualità, diversi territori del Mediterraneo. Leva della progettazione i punti di eccellenza del femminile, la micro imprenditorialità (dall’artigianato alle green e blue economy) e la cultura, intesa anche come sapere e memorie, uno dei perni delle azioni di Toponomastica femminile.
Sin dalla fase preparatoria dell’evento milanese, in tante regioni la presenza delle rappresentanti di Toponomastica femminile è stata significativa: Loretta Junck in Piemonte,Nadia Cario in Veneto, Agnese Onnis in Sardegna, nel Lazio Livia Capasso e Loretta Campagna, che ha curato anche il sito web di tutti gli Stati Generali regione per regione. Presenti, ma con ruoli diversi, altre toponomaste associate e simpatizzanti: in foto, con Giuliana e Danila,Irene Giacobbe (Casa Internazionale delle Donne di Roma e Power & Gender) e Paola Petrucci (Consigliera di parità della Regione Marche).
Ciascuna ha percorso e illustrato l’idea guida dell’associazione: la visibilità e la presenza delle donne nei contesti urbani e sociali rende migliore la vita della comunità. Tutte queste esperienze sono confluite nell’intervento ufficiale per Toponomastica femminile tenuto da Danila Baldo in Sala Biagi, nel panel intitolato Gender+Urban, coordinato da Lucia Krasovec Lucas, vicepresidente nazionale AIDIA.
Collegandosi direttamente all’intervento di apertura diFabiana Martini, vicesindaca di Trieste, che ha parlato diUna città di frontiera ancora troppo poco sensibile al riconoscimento di un’urbanistica che tenga conto anche delle prospettive e delle esigenze delle donne, ma in cui si sta lavorando molto in questa direzione, Danila Baldo ha presentato la poliedricità delle iniziative diToponomastica femminile, che vanno dai censimenti effettuati in tutta Italia e non solo, alle proposte di nuove intitolazioni a donne di cui si sono cercate e trascritte le biografie, in modo originale e ricco di particolari trascurati o dimenticati dalla storia ufficiale.
Vi sono poi le numerose quali campagne di ricerca e sensibilizzazione (8 marzo 3 donne e strade, Largo alle Costituenti, Partigiane in città…), mostre fotografiche itineranti (l’ultima nel tempo Donne e Lavoro), Convegni (si è appena concluso il 4° Convegno nazionale, tenutosi in Umbria, nello spazio verde magico e affascinante della Libera Università di Alcatraz), lavori didattici che hanno viste impegnate centinaia di istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, con migliaia di studenti, che hanno partecipato al Concorso Sulle vie della parità, patrocinato da FNISM e Senato della Repubblica, giunto alla sua terza edizione. Importanti poi le collaborazioni con associazioni quali Soroptimist, per la formazione docenti, e i progetti realizzati nelle scuole grazie a finanziamenti regionali, che ne hanno riconosciuto l’importanza per lo sviluppo di competenze di cittadinanza attiva e responsabile. In conclusione è stato presentato In nome delle donne. Le vie della memoria e del futuro, primo convegno regionale di Toponomastica femminile in Lombardia, che si terrà il 16 ottobre prossimo a Milano. È venuto il momento di far emergere nella memoria civile e sociale le tante donne che sono state occultate, dimenticate, cancellate dall’arte, dalla letteratura, dalla filosofia, dalla politica.
Tutto è documentato sul sito http://www.toponomasticafemminile.com/ e sull’attivissimo gruppo facebook, con più di 8.500 iscritte/i.