Bertha von Suttner
Il sangue non si lava col sangue! Così potremmo sintetizzare l'indefessa battaglia condotta da Berthe von Suttner contro la guerra e la corsa agli armamenti delle società nazionaliste. Nel 1891 fondò la Società Pacifista Austriaca, di cui restò presidente fino alla morte, e nello stesso anno partecipò alla Conferenza per la Pace svoltasi a Roma di cui fu la prima e l'unica relatrice donna.
Definita dai signori della guerra "strega della pace", questa donna dalla personalità eccezionale fu giornalista e scrittrice di libri di successo. Raggiunse grandissima notorietà con il romanzo “Giù le armi!” in cui la protagonista subisce in prima persona gli orrori della guerra. L'opera, che venne tradotta in più di 20 lingue e solo in Germania ebbe trentuno edizioni, fu uno dei libri più letti e venduti del XIX secolo e venne aspramente criticata negli ambienti militari e industriali. Prima segretaria e poi amica di Alfred Nobel, Berthe convinse il ricco industriale ad istituire un premio per la pace. Nel 1892 fu a Berna per il quarto Congresso mondiale per la pace; nel 1899 alla Conferenza per la pace all'Aja; nel 1904 tenne oltre 100 conferenze negli Stati Uniti e venne ricevuta da Roosvelt promuovendo la seconda Conferenza di pace dell'Aja da cui nacque la Corte permanente di arbitrato.
Morì una settimana prima dell'attentato di Sarajevo non assistendo alla disgregazione del movimento pacifista europeo al quale aveva dedicato la vita.
di Marta Latini
Giovanna Marmochini (Marmocchini) Cortesi
Educata presso la corte medicea, Giovanna Marmocchini Cortesi (1666-1731) –più nota come Giovanna Fratellini, dal cognome del marito– studiò diverse tecniche pittoriche e divenne presto maestra nell’uso dei pastelli. Ritrattista ufficiale di corte, eseguì innumerevoli miniature, pastelli, smalti che, secondo l’uso del tempo, incastonati con pietre preziose o racchiusi in medaglioni, erano dati in dono alle dame e ad ospiti illustri del Granduca o inviati per ricordo a parenti lontani. Così le sue opere viaggiarono insieme alla sua fama nelle diverse corti europee.
Inviata a Bologna e a Venezia eseguì i ritratti dei principi Stuart d’Inghilterra e della principessa di Polonia e proprio a Venezia strinse rapporti professionali e di amicizia con Rosalba Carriera a cui venne paragonata per la delicatezza e la velocità con cui sapeva eseguire ritratti. Dal 1706 Giovanna divenne membro dell’Accademia del disegno di Firenze. In epoca sabauda le sue opere orneranno il boudoir di Rosa Vercellana, nella splendida Villa La Petraia, dove visse la ”bella Rosina”, ex amante e moglie morganatica di Vittorio Emanuele II, sgradita alla corte fiorentina.
Oggi, nel Corridoio Vasariano, un autoritratto ci mostra l’artista in abito da lavoro: un nastro blu vivace le raccoglie i capelli, lo sguardo acuto e il sorriso garbato e ironico trasmettono a chi guarda la sicurezza e l’orgoglio, comune ad altre sue illustri contemporanee, di essere pittrice e soggetto del quadro.
di Rossana Laterza
Giovanna Gazzoni o Garzoni?
Le strade intitolate alle donne sono poche: la disattenta memoria delle istituzioni nei confronti delle storie femminili mostra che la misoginia, anche ambientale, continua ad essere presente nella nostra società. Ma ora al danno si unisce anche la beffa. Succede nell’ottavo municipio di Roma, zona Torrenova. Una via è intitolata a Giovanna Gazzoni che, come spiega il sito ufficiale dei Servizi toponomastici del Comune, è stata una miniaturista del XVII secolo. La ricerca di notizie in rete non dà esisti positivi e si riescono a trovare solo riferimenti ad attività commerciali presenti nella strada e ad offerte di vendita o affitto di case. Ma quando il cognome viene trasformato da Gazzoni in Garzoni il risultato cambia rapidamente.
Giovanna Garzoni è stata una grande pittrice e miniaturista marchigiana del ‘600 ammessa, caso raro per le donne, all’Accademia di San Luca di Roma. Lavorò per committenti importanti: a Torino per i Duchi di Savoia, a Firenze per i Medici, a Napoli per il Vicerè spagnolo; con il suo lavoro, sempre molto apprezzato, divenne ricca e famosa. Le sue tempere su pergamena sono attente illustrazioni scientifiche del mondo vegetale e animale in cui gli accordi cromatici evidenziano la fattura estremamente delicata del disegno.
Pittrice di valore, quindi, e modello di indipendenza e autonomia che meriterebbe maggiore attenzione e non di essere cancellato da una consonante sbagliata.
di Barbara Belotti