TOTALE STRADE / VIE / PIAZZE / ETC.: | 165 |
INTITOLATE A UOMINI: | 93 |
INTITOLATE A DONNE: | 8 |
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE STRADE INTITOLARE A DONNE | |
Madonne (Immacolata, Beata Vergine, Santa Maria etc.): | 1 della Madonna (via) |
Sante, beate, martiri: | 2 Sant' Agata (via) Sant' Anna (via) |
Suore e benefattrici religiose, benemerite, fondatrici ordini religiosi e/o enti assistenziali-caritatevoli: | -- |
Benefattrici laiche, fondatrici enti assistenziali-caritatevoli: | 1 Norma Pederzoli (via) |
Letterate / umaniste (scrittrici, poete, letterate, critiche, giornaliste, educatrici, pedagoghe, archeologhe, papirologhe...): | 1 Aurelia D' Este (via) |
Scienziate (matematiche, fisiche, astronome, geografe, naturaliste, biologhe, mediche, botaniche, zoologhe...): | -- |
Donne dello spettacolo (attrici, cantanti, musiciste, ballerine, registe, scenografe...): | -- |
Artiste (pittrici, scultrici, miniaturiste, fotografe, fumettiste...): | -- |
Figure storiche e politiche (matrone romane, nobildonne, principesse, regine, patriote, combattenti della Resistenza, vittime della lotta politica / guerra / nazismo, politiche, sindacaliste, femministe...): | 2 Anna Frank (via) Rosalie Elise Graf (via) |
Lavoratrici / imprenditrici / artigiane: | -- |
Figure mitologiche o leggendarie, personaggi letterari: | -- |
Atlete e sportive: | -- |
Altro (nomi femminili non identificati; toponimi legati a tradizioni locali, ad es. via delle Convertite, via delle Canterine, via della Moretta, via delle Zoccolette; madri di personaggi illustri...): | 1 Annegata (via) |
Censimento a cura di: Roberta Pinelli
Aurelia d’Este (1683-1719)
Nata nel castello di S. Martino in Rio dal Marchese Sigismondo IV d’Este e da Maria Teresa Grimaldi di Monaco, ebbe una rigida educazione di convento a Milano, nel monastero di San Paolo.
Sposò Francesco Gambacorta, divenendo duchessa di Limatola (Benevento), e si trasferì a Napoli. Nel 1705, mentre era di passaggio a Roma, fu ammessa all’Accademia dell’Arcadia. Fu presentata all’Accademia di Roma dal nipote Carlo Emanuele d’Este, alunno in Roma del Collegio Clementino e arcade fin dal 1703 con il nome di Ateste Mirsinio. Egli assicurò che Aurelia aveva una sperimentata erudizione in storia e filosofia e particolarmente nella perfetta cognizione e maneggio della poesia. Poco dopo, Aurelia d’Este Gambacorta fu accolta fra gli Innominati di Bra con il nome di Concentrata. Della produzione letteraria di Aurelia non è pervenuto nulla: sappiamo solo che scrisse dei sonetti filosofici filo-cartesiani. Alcune sue opere sarebbero apparse in una Raccolta di Poesie pubblicata dagli Accademici di Brà, ma finora non se n’è trovata traccia.
Scrisse diversi saggi sulla poesia latina grazie ai quali fu lodata nella Vita degli Arcadi illustri. I sonetti della Duchessa non giunsero alle stampe, e pare che ella amasse la riservatezza. Anche quando morì nel 1719, l’Accademia degli Innominati non ritenne opportuno pubblicare gli elogi che le dedicarono gli amici letterati, né l’orazione funebre che per lei fu composta dal Vescovo di Sorrento Filippo Anastasio.
Aurelia s’impegnò anche nella produzione e nella conservazione della cultura sostenendo e accogliendo nel suo salotto le varie energie intellettuali del tempo. Con lei Pietro Metastasio ebbe una intensa corrispondenza fin dal 1712, quando la incontra la prima volta; a lei nel 1717 indirizzava la dedicatoria delle Poesie edita a Napoli, nelle quali, diciannovenne, attribuiva ad Aurelia il merito di essere passato dall’improvvisazione alla poesia scritta, dalla poesia da ascoltare a quella da leggere e continua a dedicarle versi improvvisati e a scriverle lettere “zeppe di pompose laudi”, esaltandone la beltà, la bontà e la nobiltà dei natali.
Aurelia muore giovane, all’età di 36 anni, senza lasciare figli.
La sua morte viene celebrata dai Membri delle Accademie e il Pastore Arcade Girolamo Tiraboschi nel 1782, ne onorerà ancora la memoria scrivendo la sua biografia. Sarà anche ricordata da Silvio Pellico e da Giosuè Carducci nelle sue Prose 1859-1903.
Rosalie Elise Graf (1889-1988)
Di nazionalità svizzera è divenuta sammartinese d’adozione, in quanto era entrata a far parte della famiglia Carretti.
Durante la seconda guerra mondiale, essendo di madre lingua tedesca, ha aiutato, con abnegazione e grande disponibilità, la popolazione sammartinese. Nelle diverse situazioni critiche che si presentavano in Paese (rastrellamenti, episodi di clandestinità, compaesani ricercati), si prestava facendo da tramite con i Tedeschi testimoniando e facendo da garante sempre a favore della popolazione. In occasione di un rastrellamento di notevoli dimensioni successo in Paese, nel 1943, nel quale era stato fatto prigioniero anche il Parroco di allora, Monsignor Guido Iori, si recò a Reggio Emilia superando tutte le difficoltà del momento, per testimoniare davanti alle Autorità fasciste della onestà e della non pericolosità dei “suoi compaesani”: il suo intento riuscì perfettamente e tutti i prigionieri poterono rientrare illesi e senza conseguenze nella stessa giornata nelle loro famiglie. Per questo era chiamata bonariamente ed è ricordata tutt’oggi dai sammartinesi con il soprannome: “La Tedesca”.
Norma Pederzoli (1915-1998)
Nata e residente a S.Martino in Rio, poco prima di morire vendette un terreno edificabile e indicò come eredi dell’ingente ricavato della vendita la Fondazione per la ricerca sul cancro di Milano e il Comune di S.Martino in Rio. Vincolò poi il Comune a destinare la propria quota dell’eredità (oltre un miliardo e mezzo di lire) alla Casa di Riposo del paese.
Il Comune di S.Martino in Rio ha deciso di intitolarle una nuova strada, aperta proprio nei luoghi dove sorgeva la casa in cui dimorò per quasi tutta la propria vita.