Anna Maria Cesarini Sforza
Barbara Belotti
Martina Zinni
![]() |
| Annamaria Cesarini Sforza, 1965-1970, Archivio fotografico Regione Lombardia |
Annamaria Cesarini Sforza ha avuto una vita lunga ‒ è morta nel 2017 a 96 anni ‒ e un’importante carriera professionale. Eppure, digitando il nome, il motore di ricerca la individua come “moglie di Pietro Cascella”, glissando sul suo lavoro di artista e mosaicista. Invece già all’inizio degli anni Quaranta Annamaria Cesarini Sforza, pur tra le molte difficoltà del periodo storico e gli ostacoli dovuti al suo essere donna, comincia a costruire il proprio percorso artistico. Lo fa seguendo i corsi di decorazione murale del maestro Ferruccio Ferrazzi all’Accademia di Belle Arti di Roma e frequentando gli studi d’autore di via Margutta, in particolar modo il laboratorio di arti applicate di Enrico Galassi, tra i maggiori esperti di arti musive. Gli inizi degli anni Quaranta sono un periodo difficile, in cui scegliere da che parte stare è quasi un obbligo: Annamaria non si tira indietro e, oltre all’arte, sceglie la strada della Resistenza, che le costa arresti e interrogatori a via Tasso. Col secondo dopoguerra l’impegno artistico diventa un percorso unico di ricerca e lavoro. Ancora una volta per lei il punto di riferimento è Enrico Galassi che, nel dicembre del 1944, affitta un'ala di villa Poniatowski a Roma allestendovi il cosiddetto studio di Villa Giulia, un laboratorio di arte applicata a cui collaborano numerosi artisti della scena romana, da Consagra a Leoncillo, da De Chirico a Carrà, solo per citarne alcuni. Anche Annamaria riprende la collaborazione col maestro Galassi e spesso mette in opera i dipinti e i cartoni di altri pittori, come quelli di Gino Severini o di Massimo Campigli.
![]() |
| Massimo Campigli, Ritratto di signora, 1947, particolare della decorazione interna del Cinema Metropolitan di Roma, Collezione privata |
Per lei il lavoro di mosaicista è «un mestiere senza tempo, un mestiere di pietra» e il mosaico «una genealogia domestica». Il maestro Galassi, che l’ha introdotta alla tecnica musiva, le ha insegnato «come far correre le tessera nel disegno; tu puoi andare incontro al segno con dei triangoli, oppure puoi girargli intorno, oppure puoi interromperti e muovere la tessere in un’altra maniera, è tutto un gioco […] un po’ come il pennello in fondo». Tra una messa in posa e l’altra, Annamaria comincia anche ad accarezzare l’idea di cimentarsi in proprie creazioni e composizioni, da quelle per i piani dei tavoli a soluzioni più “pittoriche” come i pannelli decorativi da collocare all’interno di spazi pubblici, sempre senza porre distinzioni o gerarchie tra l’esecuzione artigianale e l’ideazione artistica: «C’è modo di esprimere la propria personalità anche in un lavoro artigianale; ci vuole intuizione se no è soltanto manovalanza».Nel 1945 Anna Maria Cesarini Sforza sposa lo scultore Pietro Cascella che, col fratello Andrea, ha messo in piedi una bottega artigianale-artistica attiva soprattutto nel campo della ceramica policroma. Come testimonia Pietro Cascella, in una lettera del 1946 a Giò Ponti riportata da Francesca Lombardi nel suo libro Passeggiate romane. Le artiste e la città, «ora abbiamo un forno per la ceramica e uno studio per il mosaico. Tutta la nostra produzione è orientata verso una forma d’artigianato con carattere d’arte, ma al tempo stesso utile». È l’inizio di un intenso sodalizio affettivo e artistico tra Annamaria e Pietro, costellato di importanti interventi.
![]() |
| Annamaria Cesarini Sforza, Pietro-Cascella (al centro) e suo fratello Andrea nel loro atelier |
La bottega-atelier non si trova nella Roma artistica, tra via Margutta e via del Corso, tra il Caffè Greco e il bar Rosati di piazza del Popolo: è un po’ decentrata (ma comunque a pochi passi dal Vaticano), nel quartiere popolare di Valle Aurelia, comunemente chiamata anche Valle dell’Inferno, dove sorgono numerose fornaci, un tempo attive nella produzione di tegole e mattoni per la Fabbrica di San Pietro, e fino all’inizio del Novecento utilizzate anche per produrre materiale edile per i cantieri di Roma capitale. Negli anni Cinquanta si moltiplicano le occasioni di esperienza ed espressione artistica, il più delle volte in un intreccio di attività tra coniugi difficile da districare per individuare con certezza i singoli contributi. In molti casi si tratta di opere musive per edifici architettonici pubblici ma anche per negozi o palazzine private: nel 1948 la decorazione di una parete del cinema Plaza in via del Corso e nel 1953 un mosaico per il Gran Caffè Berardo nella Galleria Colonna, entrambi andati perduti; sempre negli anni ’50 la decorazione per l’atrio del cinema Mignon, nel quartiere Salario, per l’androne di una palazzina in Viale Trastevere e per un edificio in piazza di Novella.
![]() |
| Mosaico nell’androne di un edificio a viale Trastevere, Roma, anni '50 |
È del 1951 la commissione di una grande mosaico per la stazione Termini, opera firmata sia da Annamaria Cesarini Sforza che da Pietro Cascella e intitolata Allegoria della natura.
![]() |
|
Mosaico Allegoria della natura, dopo il 1951, Roma, Stazione Termini, foto di Barbara Belotti
|
![]() |
Comincia un certo successo anche internazionale: opere in mosaico e ceramiche di Annamaria vengono esposte alla rassegna Italy at Work. Her Renaissance in Design Today organizzata nel 1950 inizialmente al Brooklin Museum di New York e successivamente in altri musei statunitensi.
![]() |
|
Mosaico Allegoria della natura, particolare della firma, Roma, Stazione Termini, foto di Barbara Belotti
|
Un’opera di quel decennio è tornata alcuni anni fa alla ribalta. Si tratta della decorazione esterna e interna del cinema America, inaugurato nel 1956 nel quartiere di Trastevere a Roma, un altro bell’esempio di felice incontro tra architettura e arti visive caratterizzato da mosaici di intenso cromatismo e forme astratto-geometriche. Alla fine del secolo scorso la decorazione musiva e l’intero stabile si sono trovati in serio pericolo a causa della dismissione del cinema e dei piani di demolizione.
![]() |
![]() |
| Mosaico dell’atrio del cinema America, Roma, anni '50 | Mosaico esterno del cinema America, Roma, anni '50 |
Le vicende del cinema America e dei giovani studenti mobilitati per salvarlo hanno occupato a lungo, una decina di anni fa, le cronache dei giornali. Nel 2014 Annamaria Cesarini Sforza decide di intervenire scrivendo una lettera al ministro dei Beni Culturali di allora, Dario Franceschini, in appoggio alla presentazione della dichiarazione di interesse culturale per l’edificio presentata dall’Assessore Caudo e da Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio. Fino a quel momento i mosaici del cinema America si consideravano opera della sola Annamaria, ma per salvare la struttura la mosaicista decide che è venuto il tempo di precisare: tutta la decorazione musiva deve essere intesa come l’ennesimo lavoro a quattro mani, le sue e quelle del marito scultore Pietro Cascella.
Il cinema viene salvato.
![]() |
Dopo la crisi matrimoniale negli anni ‘60, Annamaria Cesarini Sforza prosegue la sua attività affiancando l’impegno nella tecnica musiva con altre forme di arte applicata, come il collage, il ricamo, gli arazzi. Ancora una volta artista-artigiana.
Traduzione francese
Lucrezia Pratesi
![]() |
| Annamaria Cesarini Sforza, 1965-1970, Archives photographiques de la Région Lombardie |
Annamaria Cesarini Sforza a eu une longue vie – elle est décédée en 2017 à l’âge de 96 ans – et une carrière professionnelle importante. Pourtant, lorsqu’on tape son nom, le moteur de recherche la présente comme « l’épouse de Pietro Cascella », en éludant son travail d’artiste et de mosaïste. Et pourtant, dès le début des années quarante, Annamaria Cesarini Sforza, malgré les grandes difficultés du moment historique et les obstacles liés à sa condition de femme, commence à tracer son propre parcours artistique. Elle le fait en suivant les cours de décoration murale du maître Ferruccio Ferrazzi à l’Académie des Beaux-Arts de Rome, et en fréquentant les ateliers d’artistes de la via Margutta, notamment le laboratoire d’arts appliqués d’Enrico Galassi, l’un des plus grands spécialistes de l’art de la mosaïque. Le début des années quarante est une période difficile, où choisir son camp est presque une obligation : Annamaria ne recule pas et, en plus de l’art, choisit la voie de la Résistance, ce qui lui vaut arrestations et interrogatoires via Tasso. Après la guerre, son engagement artistique devient un véritable parcours de recherche et de travail. Une fois encore, son point de référence est Enrico Galassi qui, en décembre 1944, loue une aile de la villa Poniatowski à Rome et y installe le fameux atelier de Villa Giulia, un laboratoire d’art appliqué où collaborent de nombreux artistes de la scène romaine – de Consagra à Leoncillo, de De Chirico à Carrà, pour n’en citer que quelques-uns. Annamaria reprend sa collaboration avec le maître Galassi et exécute souvent les peintures et les cartons d’autres artistes, comme ceux de Gino Severini ou de Massimo Campigli.
![]() |
| Massimo Campigli, Portrait de dame, 1947, détail de la décoration intérieure du cinéma Metropolitan de Rome, collection privée |
Pour elle, le métier de mosaïste est «un métier hors du temps, un métier de pierre», et la mosaïque «une généalogie domestique». Le maître Galassi, qui l’a initiée à la technique musive, lui a appris « comment faire courir les tesselles dans le dessin ; on peut aller à la rencontre du trait avec des triangles, ou bien tourner autour, ou encore s’interrompre et faire bouger les tesselles autrement – c’est tout un jeu […] un peu comme le pinceau, au fond».Entre deux poses de mosaïques, Annamaria commence aussi à caresser l’idée de réaliser ses propres créations et compositions : des plateaux de tables jusqu’à des solutions plus “picturales” comme les panneaux décoratifs destinés à des espaces publics, sans jamais établir de hiérarchie entre l’exécution artisanale et la conception artistique :«Il y a moyen d’exprimer sa personnalité même dans un travail artisanal ; il faut de l’intuition, sinon ce n’est que de la main-d’œuvre». En 1945, Anna Maria Cesarini Sforza épouse le sculpteur Pietro Cascella qui, avec son frère Andrea, a fondé un atelier artisanal et artistique actif surtout dans le domaine de la céramique polychrome. Comme en témoigne une lettre de Pietro Cascella adressée à Giò Ponti en 1946, citée par Francesca Lombardi dans son livre Passeggiate romane. Le artiste e la città, «nous avons maintenant un four pour la céramique et un atelier pour la mosaïque. Toute notre production s’oriente vers une forme d’artisanat à caractère artistique, mais en même temps utile». C’est le début d’une intense union affective et artistique entre Annamaria et Pietro, ponctuée de collaborations importantes.
![]() |
| Annamaria Cesarini Sforza, Pietro Cascella (au centre) et son frère Andrea dans leur atelier |
L’atelier ne se situe pas dans le centre artistique de Rome – entre via Margutta et via del Corso, entre le Caffè Greco et le bar Rosati de la piazza del Popolo – mais dans un quartier plus populaire (à deux pas du Vatican), celui de Valle Aurelia, communément appelée aussi Valle dell’Inferno, où se trouvent de nombreuses briqueteries autrefois actives dans la production de tuiles et de briques pour la Fabbrica di San Pietro, et jusqu’au début du XXe siècle encore utilisées pour fournir les chantiers de la capitale. Dans les années cinquante, les occasions d’expériences et d’expressions artistiques se multiplient, souvent dans un enchevêtrement d’activités entre époux, difficile à démêler pour identifier les contributions de chacun. Dans de nombreux cas, il s’agit d’œuvres en mosaïque pour des édifices publics, mais aussi pour des magasins ou des immeubles privés : en 1948, la décoration d’un mur du cinéma Plaza via del Corso, et en 1953, un grand panneau pour le Gran Caffè Berardo dans la Galleria Colonna, tous deux aujourd’hui disparus ; toujours dans les années 1950, la décoration du hall du cinéma Mignon, dans le quartier Salario, celle du vestibule d’un immeuble du Viale Trastevere, et d’un autre en piazza di Novella.
![]() |
| Mosaïque dans le vestibule d’un immeuble du viale Trastevere, Rome, années 1950 |
En 1951, elle reçoit la commande d’une grande mosaïque pour la gare Termini, œuvre signée à la fois par Annamaria Cesarini Sforza et Pietro Cascella, intitulée Allégorie de la nature.
![]() |
|
MosaïqueAllégorie de la nature,après 1951, Rome, gare Termini, photo de Barbara Belotti]
|
![]() |
Son succès devient aussi international : des mosaïques et des céramiques d’Annamaria sont exposées à l’exposition Italy at Work. Her Renaissance in Design Today, organisée en 1950 d’abord au Brooklyn Museum de New York, puis dans d’autres musées américains.
![]() |
|
MosaïqueAllégorie de la nature, détail de la signature, Rome, gare Termini, photo de Barbara Belotti
|
Une œuvre de cette décennie est revenue sur le devant de la scène il y a quelques années : la décoration extérieure et intérieure du cinéma America, inauguré en 1956 dans le quartier du Trastevere à Rome – un bel exemple de rencontre réussie entre architecture et arts visuels, caractérisé par des mosaïques aux couleurs intenses et aux formes abstraites et géométriques. À la fin du siècle dernier, cette décoration musive – ainsi que tout l’immeuble – se sont trouvés en grand danger, à cause de la fermeture du cinéma et des projets de démolition.
![]() |
![]() |
| Mosaïque du hall du cinéma America, Rome, années 1950 | Mosaïque extérieure du cinéma America, Rome, années 1950 |
L’histoire du cinéma America et la mobilisation des jeunes étudiants pour le sauver ont longtemps occupé les pages des journaux il y a une dizaine d’années. En 2014, Annamaria Cesarini Sforza décide d’intervenir en écrivant une lettre au ministre de la Culture de l’époque, Dario Franceschini, pour soutenir la demande de classement du bâtiment présentée par l’assesseur Caudo et Nicola Zingaretti, président de la Région du Latium. Jusqu’alors, les mosaïques du cinéma America étaient considérées comme l’œuvre d’Annamaria seule, mais pour sauver l’édifice, la mosaïste décide qu’il est temps de préciser : toute la décoration doit être comprise comme un nouveau travail à quatre mains – les siennes et celles de son mari, le sculpteur Pietro Cascella.
Le cinéma est sauvé.
![]() |
Après la crise conjugale des années 1960, Annamaria Cesarini Sforza poursuit son activité, associant la technique de la mosaïque à d’autres formes d’art appliqué, comme le collage, la broderie ou la tapisserie. Une fois encore, artiste et artisane.
Traduzione spagnola
Francesco Rapisarda
![]() |
| Retrato de Annamaria Cesarini Sforza, 1965-1970, Archivo fotográfico Regione Lombardia |
Annamaria Cesarini Sforza tuvo una vida larga —murió en 2017 a los 96 años— y una importante carrera profesional. Sin embargo, al escribir su nombre, el motor de búsqueda la identifica como “la esposa de Pietro Cascella”, pasando por alto su trabajo como artista y mosaiquista. Ya a comienzos de los años cuarenta, Annamaria Cesarini Sforza, pese a las muchas dificultades del periodo histórico y a los obstáculos que conllevaba ser mujer, comenzó a construir su propio camino artístico. Lo hizo asistiendo a los cursos de decoración mural del maestro Ferruccio Ferrazzi en la Academia de Bellas Artes de Roma y frecuentando los talleres de autor en la Via Margutta, en particular el laboratorio de artes aplicadas de Enrico Galassi, uno de los mayores expertos en artes musivas. Era un momento difícil, en el que elegir de qué lado estar era casi una obligación: Annamaria no se echó atrás y, además del arte, eligió el camino de la Resistencia, lo que le costó arrestos e interrogatorios en el cuartel de las SS de Via Tasso. Con la posguerra de la Segunda Guerra Mundial, su compromiso artístico se convirtió en un recorrido único de investigación y trabajo. Una vez más, su punto de referencia fue Enrico Galassi, quien, en diciembre de 1944, alquiló un ala de Villa Poniatowski en Roma, e instaló allí el llamado estudio de Villa Giulia, un laboratorio de arte aplicada en el que colaboraron numerosos artistas de la escena romana —desde Consagra hasta Carrà pasando por Leoncillo y De Chirico , por citar solo algunos—. Annamaria retomó la colaboración con su maestro y, con frecuencia, llevó a cabo la realización de los cuadros y cartones de otros pintores, como los de Gino Severini o Massimo Campigli.
![]() |
| Massimo Campigli, Ritratto di signora, 1947, detalle de la decoración interna del Cine Metropolitan de Roma, Colección particular |
Para ella, el trabajo de mosaiquista es «un oficio sin tiempo, un oficio de piedra», y el mosaico, «una genealogía doméstica». El maestro Galassi, quien la introdujo en la técnica musivaria, le enseñó «cómo hacer correr las teselas dentro del diseño; puedes ir al encuentro del trazo con triángulos, o bien rodearlo, o puedes interrumpirte y mover las teselas de otra manera, es todo un juego […] un poco como el pincel, al fin y al cabo». Entre una instalación y otra, Annamaria empieza también a acariciar la idea de aventurarse en sus propias creaciones y composiciones, desde aquellas destinadas a las superficies de mesas hasta soluciones más “pictóricas”, como los paneles decorativos para interiores de espacios públicos. Sin establecer jamás distinciones ni jerarquías entre la ejecución artesanal y la concepción artística: «Hay una manera de expresar la propia personalidad incluso en un trabajo artesanal; se necesita intuición, de lo contrario es solo mano de obra». En 1945, Annamaria Cesarini Sforza se casa con el escultor Pietro Cascella, quien, junto con su hermano Andrea, había puesto en marcha un taller artesanal-artístico dedicado sobre todo al campo de la cerámica policromada. Como testifica Pietro Cascella en una carta de 1946 a Gio Ponti, citada por Francesca Lombardi en su volumen Passeggiate romane. Le artiste e la città, «ahora tenemos un horno para cerámica y un estudio para mosaico. Toda nuestra producción está orientada hacia una forma de artesanía con carácter artístico, pero al mismo tiempo útil». Es el inicio de una intensa colaboración afectiva y artística entre Annamaria y Pietro, jalonada de importantes proyectos.
![]() |
| Annamaria Cesarini Sforza, Pietro-Cascella (al centro) y su hermano Andrea en su atelier |
El taller-atelier no se encuentra en la Roma artística, entre la Via Margutta y la Via del Corso, entre el Caffè Greco y el bar Rosati de la Piazza del Popolo: está algo más apartado (aunque a pocos pasos del Vaticano), en el barrio popular de Valle Aurelia, conocido comúnmente también como Valle dell’Inferno. Allí se alzan numerosas fábricas de ladrillos y tejas, que en otro tiempo fueron activas en la producción de materiales para la Fábrica de San Pedro y que, hasta comienzos del siglo XX, también se utilizaron para elaborar materiales de construcción destinados a las obras de la Roma capital. Durante los años cincuenta se multiplican las oportunidades de experiencia y expresión artística, casi siempre en una estrecha colaboración entre los esposos, tan entrelazada que resulta difícil distinguir con certeza las aportaciones individuales. En muchos casos se trata de obras musivas destinadas a edificios públicos, pero también a tiendas o edificios privados: en 1948, la decoración de una pared del cine Plaza en la Via del Corso y, en 1953, un mosaico para el Gran Caffè Berardo en la Galleria Colonna, ambos hoy desaparecidos. También en los años cincuenta realiza decoraciones para el vestíbulo del cine Mignon, en el barrio Salario, para el portal de un edificio en Viale Trastevere y para otro inmueble en la Piazza di Novella.
![]() |
| Annamaria Cesarini Sforza y Pietro Cascella, mosaico del vestíbulo de un edificio de viale Trastevere, Roma, años 50 |
En 1951 recibe el encargo de un gran mosaico para la estación Termini, una obra firmada tanto por Annamaria Cesarini Sforza como por Pietro Cascella y titulada Alegoría de la naturaleza.
![]() |
|
Mosaic Alegoría de la naturaleza, después de 1951, Roma, estación Termini, foto de Barbara Belotti
|
![]() |
Comienza entonces a alcanzar cierto éxito, también a nivel internacional: obras en mosaico y cerámicas de Annamaria se exhiben en la muestra Italy at Work. Her Renaissance in Design Today, organizada en 1950 inicialmente en el Museo de Brooklyn de Nueva York y posteriormente en otros museos de Estados Unidos.
![]() |
|
Mosaico Alegoría de la Naturaleza, detalle de la firma, Roma, estación Termini, foto de Barbara Belotti
|
Una obra de aquella década ha vuelto a ser noticia en los últimos años: se trata de la decoración exterior e interior del cine America, inaugurado en 1956 en el barrio de Trastevere, en Roma, otro hermoso ejemplo del afortunado encuentro entre arquitectura y artes visuales, caracterizado por mosaicos de intenso cromatismo y formas abstracto-geométricas. A finales del siglo pasado, la decoración musivaria y todo el edificio se encontraron en serio peligro debido al cierre del cine y a los planes de demolición.
![]() |
![]() |
| Mosaico en el vestíbulo del Cinema America, Roma, años 1950 | Mosaico exterior del Cinema America, Roma, años 1950 |
Las vicisitudes del cine America y de los jóvenes estudiantes movilizados para salvarlo ocuparon durante mucho tiempo —hace ya unos diez años— las crónicas de los periódicos. En 2014, Annamaria Cesarini Sforza decide intervenir escribiendo una carta al entonces ministro de Bienes Culturales, Dario Franceschini, en apoyo a la presentación de la declaración de interés cultural para el edificio, firmada por el concejal Caudo y por Nicola Zingaretti, presidente de la Región Lacio. Hasta ese momento, los mosaicos del cine America se consideraban obra exclusiva de Annamaria, pero para salvar la estructura, la mosaiquista decide que ha llegado el momento de aclarar: toda la decoración musivaria debe entenderse como un trabajo más realizado a cuatro manos, las suyas y las del escultor Pietro Cascella, su esposo.
El cine fue salvado.
![]() |
Tras la crisis matrimonial en los años sesenta, Annamaria Cesarini Sforza continuó su actividad combinando su trabajo en la técnica del mosaico con otras formas de arte aplicado, como el collage, el bordado y los tapices. Una vez más, artista-artesana.
Traduzione inglese
Syd Stapleton
![]() |
| Portrait of Annamaria Cesarini Sforza, 1965-1970, Lombardy Region Photographic Archives |
Annamaria Cesarini Sforza had a long life - she died in 2017 at age 96 - and an important professional career. Yet when typing in her name, the search engine identifies her as "wife of Pietro Cascella," glossing over her work as an artist and mosaicist. Instead, already in the early 1940s Annamaria Cesarini Sforza, despite the many difficulties of the historical period and obstacles due to her being a woman, began to build her own artistic path. She did so by taking courses in mural decoration taught by master Ferruccio Ferrazzi at the Academy of Fine Arts in Rome and by attending the art studios on Via Margutta, especially the applied arts workshop of Enrico Galassi, one of the leading experts in mosaic arts. It was a difficult time, in which choosing sides was almost an obligation - Annamaria did not back down and, in addition to art, chose the path of the Resistance, which cost her arrests and interrogations in Via Tasso. With the post-World War II period, her artistic commitment becomes a unique path of research and work. Once again for her, the point of reference is Enrico Galassi who, in December 1944, rented a wing of Villa Poniatowski in Rome, setting up there the so-called Villa Giulia studio, an applied art workshop in which numerous artists from the Roman scene collaborated, from Consagra to Leoncillo, from De Chirico to Carrà, to name but a few. Annamaria also resumed her collaboration with the master and often put to work the paintings and cartoons of other painters, such as those of Gino Severini or Massimo Campigli.
![]() |
| Massimo Campigli, Portrait of a Lady, 1947, detail of the interior decoration of the Metropolitan Cinema in Rome, Private Collection |
For her, mosaic work was "a timeless craft, a craft of stone," and mosaic "a domestic genealogy." Master Galassi, who introduced her to mosaic technique, taught her "how to make the tesserae run in the design; you can go to meet the mark with triangles, or you can go around it, or you can interrupt and move the tesserae in another way, it's all a game [...] a bit like the brush at the end." In between poses, Annamaria also began to entertain the idea of trying her hand at her own creations and compositions, from those for table tops to more "pictorial" works, such as decorative panels to be placed inside public spaces, always without posing distinctions or hierarchies between craftsmanship and artistic conception: "There is a way to express one's personality even in a craftsmanship job; it takes intuition, if not it's just labor." In 1945 Annamaria Cesarini Sforza married sculptor Pietro Cascella, who, with his brother Andrea, set up a craft-art workshop active mainly in polychrome ceramics. As Pietro Cascella testifies, in a 1946 letter to Gio Ponti reported by Francesca Lombardi in her book Passeggiate romane. Le artiste e la città, "we now have a kiln for ceramics and a studio for mosaics. All our production is oriented toward a form of craftsmanship with the character of art, but at the same time useful." This was the beginning of an intense emotional and artistic partnership between Annamaria and Pietro, studded with important interventions.
![]() |
| Annamaria Cesarini Sforza, Pietro-Cascella (center) and her brother Andrea in their atelier |
The workshop-atelier was not located in artistic Rome, but between Via Margutta and Via del Corso, between Caffè Greco and Bar Rosati in Piazza del Popolo - it is somewhat decentralized (but still within walking distance of the Vatican), in the working-class neighborhood of Valle Aurelia, also commonly called Valle dell'Inferno, where there are numerous kilns, once active in the production of tiles and bricks for the Fabbrica di San Pietro, and until the early twentieth century also used to produce building materials for the construction sites of capital Rome. In the 1950s opportunities for artistic experience and expression multiplied, most often in an intertwining of activities between the spouses that is difficult to untangle to identify with certainty individual contributions. In many cases these were mosaic works for public buildings but also for stores or private mansions - in 1948 the decoration of a wall of the Plaza cinema on Via del Corso and in 1953 a mosaic for the Gran Caffè Berardo in the Galleria Colonna, both of which have been lost. Also in the 1950s, the decoration for the lobby of the Mignon cinema in the Salario district, for the hallway of a small building on Viale Trastevere and for a building in Piazza di Novella.
![]() |
| Annamaria Cesarini Sforza and Pietro Cascella, mosaic in the hallway of a building in Viale Trastevere, Rome, 1950s |
The commission for a large mosaic for Termini station, a work signed by both Annamaria Cesarini Sforza and Pietro Cascella and entitled Allegory of Nature, dates from 1951.
![]() |
|
Mosaic Allegory of Nature, after 1951, Rome, Termini Station, photo by Barbara Belotti
|
![]() |
A certain success also began internationally. Mosaic and ceramic works by Annamaria were exhibited at the exhibition Italy at Work. Her Renaissance in Design Today organized in 1950 initially at the Brooklyn Museum in New York and later in other U.S. museums.
![]() |
|
Mosaic Allegory of Nature, detail of the signature, Rome, Termini Station, photo by Barbara Belotti
|
One work from that decade returned to prominence a few years ago. It is the exterior and interior decoration of Cinema America, opened in 1956 in Rome's Trastevere district, another fine example of a happy encounter between architecture and the visual arts characterized by mosaics of intense chromaticism and abstract-geometric forms. At the end of the last century, the mosaic decoration and the entire building were in serious danger due to the cinema's decommissioning and demolition plans.
![]() |
![]() |
| Mosaic in the lobby of the Cinema America, Rome, 1950s | Exterior mosaic of the Cinema America, Rome, 1950s |
The vicissitudes of Cinema America and the young students mobilized to save it long occupied newspaper headlines a decade ago. In 2014 Annamaria Cesarini Sforza decided to intervene by writing a letter to the Minister of Cultural Heritage at the time, Dario Franceschini, in support of the presentation of the declaration of cultural interest for the building signed by Councillor Caudo and Nicola Zingaretti, President of the Lazio Region. Until then, the mosaics of the America cinema were considered to be the work of Annamaria alone, but in order to save the structure, the mosaicist decided that the time had come to clarify - all the mosaic decoration must be understood as yet another work of four hands, hers and those of her sculptor husband Pietro Cascella.
The cinema was saved.
![]() |
After her marriage crisis in the 1960s, Annamaria Cesarini Sforza continued her activity, flanking her commitment to mosaic technique with other forms of applied art, such as collage, embroidery, and tapestries. Once again an artist-artisan.











