Hélène Dutrieu
Stefania Carletti
Giulia Capponi
Hélène Dutrieu, la prima aviatrice belga, pioniera dell’aviazione femminile, membro d’onore a titolo postumo della Società Reale di aviazione. (A. Demoulin e R. Feullien)
Hélène nacque a Tournai in Belgio il 10 luglio 1877 e crebbe in una famiglia tutt’altro che ricca: figlia di un ufficiale dell'esercito belga, quando compie 14 anni è costretta ad abbandonare gli studi perché il padre perde il lavoro; comprende che deve darsi da fare, ma così giovane non ha un mestiere vero e proprio. Possiede tuttavia un talento nel pedalare con la bicicletta e così, sulla scia del fratello Eugéne, di cinque anni piu giovane e già noto ciclista, inizia a praticare, con tenacia e sacrificio, il ciclismo e a impegnarsi nelle corse che, molto timidamente, si stanno aprendo alle donne. Esile nel fisico, Hélène è forte nell’animo, caparbia ed entusiasta, tanto da dimostrare subito le sue doti e ottenere grandi successi come ciclista ed essere inserita nella squadra “Simpson Lever Chain”. Nel 1895 nel velodromo di Tournai s’aggiudica il record dell’ora; divenuta ciclista professionista, nel 1897 partecipa al campionato di velocità a Ostenda con ottimi risultati, tanto che le giornaliste coniano per lei il titolo di “la flèche humaine” (la freccia umana). Nel 1898, in seguito ad allenamenti pesanti e duri, Hélène vince due gare di grande prestigio internazionale: il “Grand Prix d’Europe” e la “Dodici giorni di Londra”; è determinata e va avanti nonostante i pregiudizi dell’epoca che non vedevano di buon occhio una ragazza che praticasse uno sport “da maschio”
La sua fama di ciclista indomita si diffonde velocemente in tutta Europa ed anche oltreoceano, tanto che per i suoi successi il re Leopoldo I la premia con la Croce di Sant’Andrea con diamanti. Tra le molteplici attività di quel periodo diviene testimonial della ditta Simpson per pubblicizzare l’innovativa “catena a leve per biciclette”. Oltre le doti sportive, Hélène ha anche il dono dello spettacolo, così tra una competizione e l’altra si esibisce nel Circo Excelsior-Dutrieu, che suo fratello Eugéne dirige da tempo, e partecipa a importanti manifestazioni popolari, durante le quali entusiasma il pubblico con numeri acrobatici in bicicletta, moto e automobile, dando prova di audacia, inventiva e resistenza fisica eseguendo dei veri looping. Nel 1908 (sono trascorsi pochi anni dal primissimo volo del 1903 ad opera dei fratelli Wright), viene proposto a Hélène di pilotare uno di questi trabiccoli: il Damoiselle, un monoplano molto leggero, mentre nel mondo solo una ventina di uomini audaci avevano sperimentato il volo. La ragazza è coraggiosa e sui campi di Issy-les-Moulineax prova a volare ma il velivolo si schianta senza neanche sollevarsi da terra. Non si arrende Hélène e due anni dopo, nelle Ardenne francesi, con un aereo piu performante ottiene il suo riscatto come aviatrice. È il 9 aprile 1910: a bordo di un grosso biplano Sommer con motore belga da 40 cv. riesce a rimanere in volo per 20 minuti e qualche giorno dopo ripete l’impresa portando a bordo un passeggero. Hélène è la prima donna a compiere queste imprese.
Tornata in Belgio, sicura delle sue capacità, il 3 settembre 1910 ottiene un altro primato che la fa entrare nella leggenda dell’aviazione. Partecipa alla Festa aerea di Blankenberge e, senza un piano di volo preordinato, decolla dalla spiaggia puntando su Ostenda, quindi verso Bruges e rientra Blankenberge: è il primo volo triangolare senza scalo. Compie numerose imprese aeree in Belgio e nei Paesi Bassi: vola, prima donna al mondo, per più di un’ora; vince la prima “Coupe Fémina” (premio voluto nel 1910 da Pierre Lafitte, direttore della rivista Fémina) con un volo senza scalo di 167 km in due ore e mezzo. Il suo impegno e questi straordinari risultati le permettono di ottenere, prima donna in Belgio e quarta al mondo, il brevetto di pilota. Nel 1910 e nel 1911 vola fino negli Stati Uniti per mostrare agli americani le novità tecniche raggiunte dall’aereonautica europea e partecipa con successo a molte manifestazioni e gare locali. Cosciente che la cultura maschilista e retrograda vorrebbe incardinare la donna solo nei ruoli di madre e moglie, sfida i tempi e con passione e coraggio continua la sua carriera. Nel 1911 a Firenze vince la prestigiosa “Coppa del Re”, gara di velocità e resistenza, battendo 13 piloti esperti e, per la seconda volta, la “Coupe Fémina” con un volo di 254 km in due ore.
Nel 1912 inizano gli esperimenti di decollo dei primi “idro-aeroplani” e Hélène, a luglio, è chiamata ad essere la prima donna al mondo a pilotarne uno. Ad agosto sarà ancora vincitrice in Italia sul lago di Como con un idrovolante biplano Farman con motore Gnome da 50 cv, battendo piloti con idrovolanti ben più potenti del suo. Arrivano altri prestigiosi riconoscimenti: la Francia le conferisce la Croce di Cavaliere della Legion d’Onore e il Belgio la rende Ufficiale dell’Ordine di Leopoldo. Allo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914 le donne non sono più autorizzate a pilotare velivoli, così anche Hélène mette fine alla sua breve ma eccezionale carriera di aviatrice. Non rimane tuttavia inoperosa, rispolvera le sue competenze da pilota di auto e si arruola nella Croce Rossa per il servizio ambulanze, di cui diverrà in breve tempo organizzatrice e direttrice presso l’ospedale di Messemi. La fama di Hélène è tale che il generale Gallieni, nel 1915, la convoca per un ciclo di conferenze patriottiche negli Stati Uniti d’America, per esortarne l’entrata in guerra a sostegno degli alleati europei. Rientrata in Francia, fino alla fine della guerra dirige l’ospedale militare di Val de Grace. Il dopoguerra le porta la nuova attività di giornalista e un marito. Sposa nel 1922 il giornalista e deputato francese Pierre Montier per il quale si occuperà dell’organizzazione e amministrazione delle sue pubblicazioni. Nel 1946, terminato il secondo conflitto mondiale, alla morte del consorte ritorna alla sua antica passione per l’aviazione e per la valorizzazione del volo al femminile istituisce la “Coppa Hélène Dutrieu”, un premio di 200.000 franchi francesi per l’aviatrice che ogni anno è in grado di compiere in solitaria il volo senza scalo più lungo. Muore a Parigi il 26 giugno 1961 ad 83 anni avendo dato testimonianza al mondo di allora e ai posteri di grande coraggio, passione e tenacia.
Traduzione francese
Piera Negri
Hélène Dutrieu, première aviatrice belge, pionnière de l'aviation féminine, membre d'honneur à titre posthume de la Royal Aviation Society. (A. Demoulin et R. Feullien)
Hélène est née à Tournai en Belgique le 10 juillet 1877 et a grandi dans une famille tout sauf riche : fille d'un officier de l'armée belge, à 14 ans, elle est contrainte d'abandonner ses études car son père perd son emploi ; elle comprend qu’elle doit s’occuper, mais en tant que si jeune, elle n'a pas un vrai travail. Cependant, elle révèle du talent pour pédaler à vélo et ainsi, sur le sillage de son frère Eugène, de cinq ans plus jeun et déjà cycliste bien connu, elle se met à pratiquer le cyclisme, avec ténacité et sacrifice, et à s'engager dans des courses qui, très timidement, s'ouvrent aux femmes. Avec un corps mince, Hélène est forte d'esprit, têtue et enthousiaste, à tel point qu'elle démontre immédiatement ses compétences et obtient un grand succès comme cycliste et sera incluse dans l'équipe "Simpson Lever Chain".En 1895, elle remporte le record de l'heure au vélodrome de Tournai ; après être devenue cycliste professionnelle, elle participe en 1897 au championnat de vitesse à Ostende avec d'excellents résultats, à tel point que les journalistes forgent pour elle le titre de « la flèche humaine ». En 1898, à la suite d'un entraînement intensif et intensif, Hélène remporte deux courses de grand prestige international : le « Grand Prix d'Europe » et les « Douze jours de Londres » ; elle est déterminée et continue malgré les préjugés de l'époque qui ne considéraient pas d'un bon œil une fille qui pratiquait un sport « masculin».
Sa réputation de cycliste indomptable s'est rapidement répandue dans toute l'Europe et même outre-mer, à tel point que pour ses succès, le roi Léopold Ier la récompense de la Croix de Saint-André avec diamants. Parmi les nombreuses activités de cette période, elle devient témoin de la société Simpson pour faire la publicité de l'innovante "chaîne à levier de vélo". Au-delà des qualités sportives, Hélène a aussi le don du spectacle, et donc d'une compétition à l'autre elle se produit dans le Cirque Excelsior-Dutrieu, que son frère Eugène dirige depuis quelque temps, et participe à d'importantes manifestations populaires, au cours desquelles elle enthousiasme le public avec des numéros acrobatiques sur vélos, motos et voitures, faisant preuve d'audace, d'inventivité et d'endurance physique en effectuant de vraies looping. En 1908 (quelques années après le tout premier vol de 1903 des frères Wright), Hélène se voit proposer de piloter un de ces coucous : le Damoiselle, un monoplan très léger, alors que dans le monde seulement une vingtaine d'hommes audacieux avaient expérimenté le vol. La fille est courageuse et sur les champs d'Issy-les-Moulineax elle essaie de voler mais l'avion s'écrase sans même décoller du sol. Hélène n'abandonne pas et deux ans plus tard, dans les Ardennes françaises, avec un avion plus performant elle obtient sa rédemption en tant qu'aviatrice. C’est le 9 avril 1910 : à bord d'un gros biplan Sommer avec un moteur belge de 40 cv. elle parvient à rester en vol pendant 20 minutes et, quelques jours plus tard, elle répète l'exploit en embarquant un passager. Hélène est la première femme à réaliser ces prouesses.
De retour en Belgique, sûre de ses capacités, elle obtient le 3 septembre 1910 un nouveau record qui la fait entrer dans la légende de l'aviation. Elle prende part au Blankenberge Air Festival et, sans plan de vol préparé, elle décolle de la plage en direction d'Ostende, puis de Bruges et de retour à Blankenberge : c'est le premier vol triangulaire sans escale. Elle réalise de nombreuses prouesses aériennes en Belgique et aux Pays-Bas : elle vole, la première femme au monde, pendant plus d'une heure ; remporte la première « Coupe Fémina » (prix voulu en 1910 par Pierre Lafitte, rédacteur en chef de la revue Fémina) avec un vol sans escale de 167 km en deux heures et demie. Son engagement et ces résultats extraordinaires lui permettent d'obtenir le brevet de pilote, la première femme en Belgique et la quatrième au monde. En 1910 et 1911, elle s'envole jusqu’aux États-Unis pour montrer aux Américains les innovations techniques réalisées par l’aéronautique européenne et participe avec succès à de nombreux événements et compétitions locaux. Consciente que la culture macho et rétrograde ne voudrait incardiner les femmes que dans des rôles de mère et d'épouse, elle défie les temps et poursuit sa carrière avec passion et courage. En 1911 à Florence, elle remporte la prestigieuse « Coupe du Roi », course de vitesse et d'endurance, battant 13 pilotes experts et, pour la deuxième fois, la « Coupe Fémina » avec un vol de 254 km en deux heures.
En 1912 débutent les expériences de décollage des premiers « hydro-avions » et Hélène, en juillet, est appelée à être la première femme au monde à en piloter un. En août, elle sera à nouveau la gagnante en Italie sur le lac de Côme avec un hydravion biplan Farman avec un moteur Gnome de 50 ch, battant les pilotes avec des hydravions bien plus puissants. D'autres récompenses prestigieuses arrivent : la France lui décerne la Croix de Chevalier de la Légion d'Honneur et la Belgique la fait Officier de l'Ordre de Léopold. Lorsque la Première Guerre mondiale éclate en 1914, les femmes n'ayant plus le droit de piloter des avions, Hélène met également fin à sa courte mais exceptionnelle carrière d'aviatrice. Pour autant, elle ne reste pas inactive, elle rafraichie ses compétences de conductrice automobile et s'engage dans la Croix-Rouge pour le service d'ambulance, dont elle deviendra bientôt l'organisatrice et la directrice de l'hôpital de Messemi. La réputation d'Hélène est telle qu'en 1915 le général Gallieni la convoque pour un cycle de conférences patriotiques aux États-Unis d'Amérique, pour l'engager à entrer en guerre en soutien à ses alliés européens. De retour en France, elle dirige l'hôpital militaire du Val de Grâce jusqu'à la fin de la guerre. L'après-guerre lui apporte la nouvelle activité de journaliste et d'époux. En 1922, elle épouse le journaliste et député français Pierre Montier pour lequel elle s'occupera de l'organisation et de l'administration de ses publications. En 1946, à la fin de la Seconde Guerre mondiale, à la mort de son époux, elle revient à sa passion ancestrale pour l'aviation et pour la valorisation du vol féminin, elle crée la "Coupe Hélène Dutrieu", un prix de 200 000 francs français pour l’aviatrice que chaque année est capable de faire le plus long vol sans escale en solo. Elle décède à Paris le 26 juin 1961 à l'âge de 83 ans après avoir témoigné au monde de cette époque et de la postérité un grand courage, passion et ténacité.
Traduzione inglese
Piera Negri
Hélène Dutrieu, the first Belgian aviator, pioneer of female aviation, posthumous honor member of the Royal Aviation Society. (A. Demoulin and R. Feullien)
Hélène was born in Tournai in Belgium on 10 July 1877 and grew up in a family that was far from rich: daughter of a Belgian army officer, when she turns 14 she is forced to leave her studies after her father lost his job; she understands that she has to get busy, but she is so young and she has no real profession. However, she has a talent for cycling and so, in the wake of her brother Eugéne, who is five years younger and already a well-known cyclist, she begins to practice cycling, with tenacity and sacrifice, and to engage in races that, very timidly, are taking place opening up to women. With a slim body, Hélène is strong in spirit, stubborn and enthusiastic, so much so that she immediately demonstrates her skills and achieves great success as a cyclist and she is then included in the "Simpson Lever Chain" team. In 1895 she won the hour record in the Tournai velodrome; became a professional cyclist, in 1897 she took part in the speed championship in Ostend with excellent results, so that the journalists coined for her the title of “la flèche humaine” (the human arrow). In 1898, following heavy and hard training, Hélène won two races of great international prestige: the "Grand Prix d’Europe" and the" Twelve days of London"; she is determined and goes on despite the prejudices of the time that did not like a girl playing a "male" sport.
Her fame as indomitable cyclist spread quickly throughout Europe and even overseas, so much so that for her successes, King Leopold I reward her with the St. Andrew's Cross with diamonds. Among the many activities of that period, she becomes the testimonial of the Simpson company advertising the innovative "bicycle lever chain". In addition to sporting skills, Hélène also has the gift of entertainment, so between one competition and another she performs in the Circus Excelsior-Dutrieu, that her brother Eugéne has directed for some time, and participates in important popular events, during which she enthuses the public. with acrobatic numbers on bicycles, motorcycles and cars, proving audacity, inventiveness and physical endurance by performing real loops. In 1908 (a few years have passed since the very first flight of 1903 by the Wright brothers), Hélène was proposed to fly one of these rickety vehicles: the Damoiselle, a very light monoplane, while in the world only about twenty daring men had experienced the flight The girl is brave and on the fields of Issy-les-Moulineax she tries to fly but the aircraft crashes without even lifting off the ground. She does not give up and two years later, in the French Ardennes, with a more performing plane she gets her redemption as an aviator. It is April 9, 1910: aboard a large Sommer biplane with a 40 hp Belgian engine. she manages to remain in the air for 20 minutes and a few days later she repeats the feat bringing a passenger on board. Hélène is the first woman to perform these feats.
Returned to Belgium, sure of her abilities, on September 3, 1910, she reaches another record that makes her enter the legend of aviation. She takes part in the Blankenberge Air Festival and, without a pre-ordered flight plan, takes off from the beach heading for Ostend, then towards Bruges and back in Blankenberge: it is the first non-stop triangular flight. She carries out several aerial feats in Belgium and the Netherlands: she flies, the first woman in the world, for more than an hour; she wins the first “Coupe Fémina” (prize wanted in 1910 by Pierre Lafitte, editor of the magazine Fémina) with a 167 km non-stop flight in two and a half hours. Her commitment and these extraordinary results allow her to obtain the pilot's license, the first woman in Belgium and fourth in the world. In 1910 and 1911 she flew to the United States to show the Americans the technical innovations achieved by the European air force and she successfully participated in many local events and competitions. Aware that the male chauvinist and retrograde culture would like to fix women only in the roles of mother and wife, she defies the times and with passion and courage she continues her career. In 1911 in Florence, she wins the prestigious “King's Cup”, a speed and endurance race, beating 13 expert pilots and, for the second time, the “Coupe Fémina” with a flight of 254 km in two hours.
In 1912 the take-off experiments of the first “hydro-airplanes” begins and Hélène, in July, is called to be the first woman in the world to fly one. In August she will again be the winner in Italy on Como Lake with a Farman biplane seaplane with a 50 hp Gnome engine, beating pilots with far more powerful seaplanes. Other prestigious awards arrive: France awarded her the Knight's Cross of the Legion of Honor and Belgium made her an Officer of the Order of Leopold. When the First World War broke out in 1914, women were no longer allowed to fly airplanes, so Hélène also ended her short but exceptional career as an aviator. However, she does not remain idle, she brushes up on her skills as a car driver and enlisted in the Red Cross for the ambulance service, of which she soon became the organizer and director at the Messemi hospital. The fame of Hélène is such that in 1915 General Gallieni called her for a cycle of patriotic conferences in the United States of America, to urge her to enter the war in support of the European allies. Back to France, she runs the military hospital of Val de Grace until the end of the war. The post-war period brings her the new activity of journalist and a husband. She marries in 1922 the French journalist and deputy Pierre Montier for whom she will take care of the organization and administration of his publications. In 1946, at the end of the Second World War, after the death of her husband she returns to her old passion for aviation and for the enhancement of female flight, she established the "Hélène Dutrieu Cup", a prize of 200,000 French francs for the women aviator that each year is able to fly solo the longest non-stop flight. She dies in Paris on June 26, 1961 at the age of 83 having given witness to the world of that time and to posterity of great courage, passion and tenacity.