Alice Pestana
Laura Merlin
Katarzyna Oliwia
Nulla l’animava più della giustizia. Nulla bruciava in lei più del desiderio di fare del mondo un posto migliore. Estraneo alle disuguaglianze. Lontano dalle discriminazioni.
«Chiediamo la creazione di Comitati per la Pace in ogni Paese, affinché nel Ventesimo secolo si possa vivere in armonia, nel senso di pace, libertà e giustizia».
Così Alice Pestana ci risponderebbe oggi, se le domandassimo il significato della sua missione.
Quando Alice nasce, il 7 aprile 1860, nel comune di Santarém, all’instaurazione della Prima Repubblica Spagnola mancano ancora tredici anni. Sarà in quel periodo che la sua opera pedagogica inizierà ad apparire, ripercorrendo i cambiamenti educativi che l’esilio della monarchia, seppur temporaneo, porterà con sé. Sua madre, Matilde Laura Pestana, non conoscerà mai la donna brillante e coraggiosa che noi ricordiamo per aver segnato profondamente la storia dell’istruzione portoghese. Le dice addio solo cinque anni dopo, quando il piccolo José viene alla luce e con lui il suo cuore si spegne per sempre. Il padre, Eduardo Augusto Villar Coelho, si risposa poco più tardi, così Alice e José crescono tra le braccia della nonna materna, dalla quale ereditano il cognome. Alice si dedica allo studio delle lingue grazie all’aiuto di alcune governanti inglesi e ben presto è in grado di scrivere in francese, inglese, spagnolo e portoghese. Nel 1887 darà lei stessa lezioni di lingua e aiuterà suo fratello negli studi superiori. Appassionata di politica, curiosa e sempre attenta a cogliere anche il più piccolo particolare, inizia la carriera come giornalista per The Financial and Mercantil Gazette, pubblicando una critica alla traduzione di Hamlet scritta da D. Luís. In seguito collaborerà con altre riviste, tra cui Espectro da Granja, Repúblicas, Vanguarda, Folha do Povo e Diário de Notícias, spesso sotto gli pseudonimi di Célia Elevani e Caïel. Tra il 1888 e il 1893 intraprende numerosi viaggi in Europa su richiesta del governo portoghese. L’idea è quella di raccogliere informazioni e stilare rapporti sull’educazione nei vari Paesi, allo scopo di introdurre riforme utili a migliorare le condizioni d’insegnamento in Portogallo, specie per la popolazione femminile. In un contesto in cui le rivalità imperialiste si scontrano con la nascita di movimenti che promuovono il pensiero pacifista, sempre di più preme la necessità di sensibilizzare verso il ripudio della guerra e l’adozione di metodi alternativi per risolvere i conflitti, come dibattiti e discussioni. Nelle scuole portoghesi il problema riguarda soprattutto i/le docenti, e in particolare il loro grado di autonomia nel sostenere l’insegnamento alla pace in una cornice soffocata dal militarismo. Qual è dunque la possibilità che il sistema educativo possa servire da antidoto contro la violenza? Si tratta di una sfida che chiama in campo l’intero ordinamento, e il governo portoghese ne è ben consapevole. Nel 1888 Alice conduce la sua ricerca tra Svizzera, Francia e Inghilterra. Dopo aver ricevuto notevole apprezzamento, il suo resoconto viene pubblicato nel Diário do Governo. Il suo impegno e la sua dedizione la portano a conoscere, nel 1890, Giner de los Ríos, direttore e anima dell’Istituto di Libero Insegnamento, centro delle idee più progressiste rivolte a tutti gli ordini di studio. È dalle sue relazioni con l’Istituto che si imbatte nell’opera della pioniera del femminismo spagnolo, Concepción Arenal, dalla quale rimane affascinata e con cui collaborerà in futuro, e nell’uomo che diventerà suo marito, Pedro Blanco Suárez. Lui è un insegnante interessato alla difesa dell’istruzione femminile. Lei è un’attivista animata dalle stesse motivazioni, come sottolinea l’intervento sostenuto in occasione del Congresso Pedagogico ispano-portoghese-americano del 1892 e intitolato Quale dovrebbe essere l’educazione secondaria delle donne?, in cui Alice difende la necessità dell'educazione delle donne come condizione necessaria a costruire una società democratica e giusta. I due si sposeranno a Lisbona nel 1901 e accoglieranno i/le giovani iscritte all’Istituto come figlie e figli.
Già membro della Società Altruista, fondata da José Pessanha e dedicata alle donne, alle bambine, ai bambini e al progresso morale dell’umanità, nel 1899 Alice dà vita alla Lega Portoghese della Pace, raccogliendone lo spirito e le iniziative. Repubblicane, monarchiche, donne di ogni convinzione si uniscono per far fronte alla stessa causa: garantire il diritto a vivere in un mondo sereno. La Lega Portoghese della Pace rappresenta uno dei rari momenti in cui le differenze si assottigliano e si preferisce guardare all’altro come a un potente alleato, non come a un nemico da combattere. Non esistono partiti. Non esistono fazioni. Esiste solo un ideale comune. Nel 1914 ottiene un posto come insegnante di francese nelle scuole nazionali e per adulti, dopo essersi occupata di lingue all’Istituto di Libero Insegnamento. Nello stesso anno, a riconferma dell’interesse del governo portoghese per il delicato tema dell’educazione, riceve una borsa di studio con il compito di produrre una relazione sull’andamento delle proposte repubblicane in materia scolastica. Nel suo resoconto, Alice parla di bilanci, dell’organizzazione del Ministero dell’Istruzione Pubblica, dell’alfabetizzazione, della neutralità religiosa, della co-educazione, delle associazioni giovanili e di un timido ma importante avvio di riforme nei licei, nelle università e nelle scuole di formazione per insegnanti. Ma Alice parla anche di bambine e bambini abbandonati. Di creature costrette a delinquere per sopravvivere alla fame. Ed è per loro che incoraggia iniziative come la Tutoría de la infancia, che descrive come l’opera più bella della Repubblica. È un semplice rifugio, un luogo sicuro. È una casa che tende la mano a chi più ne ha bisogno. Con l’aiuto di Pedro Dorado Montero, professore di diritto e promotore della ricerca di modi per aiutare e reintegrare coloro che delinquono, dà il via a un percorso di pedagogia correzionale, che getterà le basi per i più recenti interventi di psicologia penitenziaria. Nel suo progetto, Alice segue molto da vicino il modello di Concepción Arenal, fervente sostenitrice dell’idea che le condizioni di vita influenzino direttamente il comportamento di bambine e bambini. C’era chi non poteva frequentare la scuola perché doveva lavorare o aiutare la propria madre, oppure veniva affidato a famiglie vicine di casa o a istituti molto simili agli orfanotrofi perché non si aveva possibilità di accudirlo. Molti erano figlie e figli di madri che, vittime della povertà, non avevano neppure il cibo con cui sfamarli. Perciò imparavano dalla strada, l’unica maestra da cui apprendevano il mestiere della sopravvivenza e spesso finivano in prigione.
«La vita dei bambini ha bisogno di una riforma su tutti i livelli. Il Ventesimo secolo non può più essere chiamato il secolo dei bambini, ma quello della grande guerra. I Paesi belligeranti, quelli che si erano dichiarati più attenti nel promuovere la felicità dei bambini, in realtà non rispettano la loro debolezza. Chiudono le scuole e aprono fabbriche, dimenticando ogni legge di protezione». Così Alice esprime la sua preoccupazione, e da qui trae la forza di cambiare le cose. Contribuisce alla creazione di tribunali per la tutela dei minori, società e movimenti di sostegno per la regolamentazione istituzionale del reinserimento. Visita l'infanzia rinchiusa nelle carceri e fornisce resoconti dettagliati delle sue condizioni; poi segue i singoli individui nel loro percorso di integrazione nella società. E ancora scrive articoli in cui loda il sistema adottato dai tribunali di Russia, Inghilterra, Portogallo e Stati Uniti, sottolineandone l’importante e decisiva funzione educativa. Le memorie pubblicate quasi ogni anno sul bollettino dell’Istituto di Libero Insegnamento costituiscono senza alcun dubbio la più esauriente sintesi del suo lavoro: una vita passata al servizio degli altri. Delle creature più deboli e bisognose. Una vita trascorsa in prima linea nella difesa dei diritti degli oppressi. Un’opera che più di ogni altra denuncia ha saputo gettare luce sulla necessità di combattere per la giustizia. Di lei ricordiamo, accanto agli scritti prodotti a conclusione delle sue ricerche, As mães e as filhas, Primeiras leituras e A filha de João do Outeiro, e poi ancora numerosi saggi, racconti, articoli e sei opere teatrali. Quando Alice muore, alla vigilia di Natale del 1929, a Madrid, dopo aver sofferto per due anni di una malattia nervosa, il mondo piange una grande donna. Il marito, alla sua scomparsa, pubblica Alice Pestana: in memoriam, l’ultimo commosso saluto a un’attivista che, seppur sconosciuta in Italia, ha insegnato a uomini e donne del suo tempo a lottare per ciò in cui si crede. Da lei raccogliamo e facciamo nostro il messaggio più importante.
Traduzione francese
Piera Negri
Rien ne l'animait plus que la justice. Rien ne brûlait en elle plus que le désir de rendre le monde meilleur. Etranger aux inégalités. Loin des discriminations.
"Nous demandons la création de Comités de Paix dans chaque pays, afin qu'au XXe siècle on puisse vivre en harmonie, dans le sens de paix, de liberté et de justice".
C'est ainsi qu'Alice Pestana nous répondrait aujourd'hui si nous lui demandions le sens de sa mission.
Lorsque Alice est née le 7 avril 1860 dans la municipalité de Santarém, il manquait encore treize ans avant l'établissement de la première République Espagnole. C'est à cette époque que son œuvre pédagogique commencera à apparaître, retraçant les changements éducatifs apportés par l'exil de la monarchie, bien que temporaires. Sa mère, Matilde Laura Pestana, ne connaîtra jamais la femme brillante et courageuse dont nous nous souvenons pour avoir profondément marqué l'histoire de l'éducation portugaise. Elle ne lui a dit adieu que cinq ans plus tard, lorsque le petit José est né et son cœur est mort avec lui. Son père, Eduardo Augusto Villar Coelho, s'est remarié peu après, et Alice et José ont grandi dans les bras de leur grand-mère maternelle, de laquelle ils ont hérité leur nom de famille. Alice se consacre à l'étude des langues avec l'aide de quelques gouvernantes anglaises et bientôt elle est capable d'écrire en français, en anglais, en espagnol et en portugais. En 1887, elle donnera elle-même des cours de langue et aidera son frère dans ses études supérieures. Passionnée de politique, curieuse et toujours à l'affût du moindre détail, elle a commencé sa carrière comme journaliste pour The Financial and Mercantil Gazette, en publiant une critique de la traduction de Hamlet écrite par D. Luís. Elle collaborera ensuite avec d'autres magazines, dont Espectro da Granja, Repúblicas, Vanguarda, Folha do Povo et Diário de Notícias, souvent sous les pseudonymes de Célia Elevani et Caïel Entre 1888 et 1893, elle entreprend de nombreux voyages en Europe à la demande du gouvernement portugais. L'idée était de recueillir des informations et de rédiger des rapports sur l'éducation dans les différents pays, avec le but d'introduire des réformes utiles pour améliorer les conditions d'enseignement au Portugal, en particulier pour la population féminine. Dans un contexte où les rivalités impérialistes se heurtent à l'émergence de mouvements promouvant la pensée pacifiste, il est de plus en plus nécessaire de sensibiliser les gens à répudier la guerre et adopter de méthodes alternatives de résolution des conflits, telles que les débats et les discussions. Dans les écoles portugaises, le problème concerne avant tout les enseignants, et notamment leur degré d'autonomie pour soutenir l'enseignement de la paix dans un cadre étouffé par le militarisme. Quelle est donc la possibilité que le système éducatif puisse servir d'antidote à la violence ? C'est un défi pour l'ensemble du système, et le gouvernement portugais en est bien conscient. En 1888, Alice a mené ses recherches entre la Suisse, la France et l'Angleterre. Après avoir reçu de nombreux éloges, son rapport a été publié dans le Diário do Governo. Son engagement et son dévouement l'ont amenée à rencontrer, en 1890, Giner de los Ríos, directeur et âme de l'Institut de l'Enseignement Libre, centre des idées les plus progressistes destinées à tous les niveaux d'étude. C'est à travers ses relations avec l'Institut qu'elle a découvert les travaux de la pionnière du féminisme espagnol, Concepción Arenal, qui l'a fascinée et avec laquelle elle travaillera par la suite, et de celui qui deviendra son mari, Pedro Blanco Suárez. Il est un enseignant intéressé par la défense de l'éducation féminine. Elle est une militante animée par les mêmes motivations, comme en témoigne le discours qu'elle prononce au congrès pédagogique hispano-portugais-américain de 1892, intitulé Quelle devrait être l'éducation secondaire des femmes ? dans lequel Alice défend la nécessité de l'éducation des femmes comme condition nécessaire à la construction d'une société démocratique et juste. Ils vont se marier à Lisbonne en 1901 et ils accueilleront les jeunes femmes/garçons inscrits/es à l'Institut comme filles et fils.
Déjà membre de la Société Altruiste, fondée par José Pessanha et dédiée aux femmes, aux jeunes filles, aux enfants et au progrès moral de l'humanité, Alice a fondé en 1899 la Ligue Portugaise de la paix, dont elle a repris l'esprit et les initiatives. Républicaines, monarchistes et femmes de toute conviction, unies dans une même cause : garantir le droit de vivre dans un monde pacifique. La Ligue Portugaise de la Paix représente l'un des rares moments où les différences s'estompent et où les gens préfèrent regarder l'autre comme un puissant allié, et non comme un ennemi à combattre. Il n'y a pas de partis. Il n'y a pas de factions. Il n'y a qu'un idéal commun. En 1914, elle obtient un poste de professeur de français dans les écoles nationales et pour adultes, après s’être occupée de langues à l'Institut de l'Enseignement Libre. La même année, pour confirmer l'intérêt du gouvernement portugais au sujet délicat de l'éducation, elle reçoit une bourse d'études avec la mission de rédiger un rapport sur l'avancement des propositions républicaines en matière d'éducation. Dans son rapport, Alice parle des budgets, de l'organisation du ministère de l'éducation publique, de l'alphabétisation, de la neutralité religieuse, de la co-éducation, des associations de jeunesse et d'un début timide mais important de réformes dans les lycées, les universités et les écoles de formation pour enseignants. Mais Alice parle aussi des enfants abandonnés. De créatures forcées de commettre des crimes pour survivre à la faim. C'est pour eux qu'elle encourage des initiatives telles que la Tutoría de la infancia, qu'elle décrit comme la plus belle œuvre de la République. C'est un simple refuge, un endroit sûr. C'est un foyer qui tend la main à ceux qui en ont le plus besoin. Avec l'aide de Pedro Dorado Montero, professeur de droit et promoteur de la recherche de moyens d'aider et de réinsérer les délinquants, elle entame un cours de pédagogie correctionnelle, qui jettera les bases des interventions les plus récentes en matière de psychologie pénitentiaire. Dans son projet, Alice suit de très près le modèle de Concepción Arenal, fervente partisane de l'idée que les conditions de vie influencent directement le comportement des garçons et filles. Il y avait ceux qui ne pouvaient pas aller à l'école parce qu'ils devaient travailler ou aider leur mère, ou bien ils étaient placés dans des familles voisines ou dans des institutions très semblables à des orphelinats parce qu'il n'y avait aucune possibilité de s'occuper d'eux. Beaucoup étaient les filles et les fils de mères qui, victimes de la pauvreté, n'avaient même pas de quoi les nourrir. Ils apprenaient donc de la rue, le seul professeur du quel ils apprenaient le métier de la survie, et souvent ils finissaient en prison.
"La vie des enfants doit être réformée à tous les niveaux. Le XXe siècle ne peut plus être appelé le siècle des enfants, mais celui de la grande guerre. Les pays belligérants, ceux qui s'étaient déclarés plus attentifs à la promotion du bonheur des enfants, ne respectent en réalité pas leur faiblesse. Ils ferment les écoles et ouvrent les usines, oubliant toutes les lois de protection". C'est ainsi qu'Alice exprime son inquiétude, et d’ici elle y puise la force de changer les choses. Elle contribue à la création de tribunaux de protection des mineurs, de sociétés et de mouvements de soutien pour la régulation institutionnelle de la réinsertion. Elle rend visite à des enfants en prison et fait des relations détaillées de leurs conditions ; puis elle suit des individus sur la voie de l'intégration dans la société. Elle écrit également des articles dans lesquels elle fait l'éloge du système adopté par les tribunaux en Russie, en Angleterre, au Portugal et aux États-Unis, en soulignant sa fonction éducative importante et décisive. Les mémoires publiées presque chaque année dans le bulletin de l'Institut de l'Enseignement Libre sont sans doute le résumé le plus complet de son œuvre : une vie passée au service des autres. Des créatures les plus faibles et les plus nécessiteuses. Une vie passée sur le front à défendre les droits des opprimés. Une œuvre qui, plus que toute autre dénonciation, a mis en lumière la nécessité de se battre pour la justice. Outre les écrits produits au terme de ses recherches, on se souvient de As mães e as filhas, Primeiras leituras et A filha de João do Outeiro, ainsi que de nombreux essais, nouvelles, articles et six pièces de théâtre. Lorsqu'Alice meurt, la veille de Noël 1929 à Madrid, après avoir souffert pendant deux ans d'une maladie nerveuse, le monde a pleuré une grande femme. À sa mort, son mari a publié Alice Pestana : in memoriam, le dernier adieu émouvant à une militante qui, bien qu'inconnue en Italie, a appris aux hommes et aux femmes de son temps à se battre pour ce en quoi on croit.
Traduzione inglese
Syd Stapleton
Nothing animated her more than justice. Nothing burned in her more than the desire to make the world a better place. Far from inequality. Far from discrimination.
"We call for the creation of Committees for Peace in every country, so that in the Twentieth Century we can live in harmony, in a sense of peace, freedom and justice."
That is how Alice Pestana would answer us today, if we asked her the meaning of her mission.
When Alice was born on April 7, 1860, in the town of Santarém, Portugal, it was still thirteen years before the establishment of the First Spanish Republic. It was in in that period that her pedagogical work began to appear, tracing the educational changes that the exile of the monarchy, although temporary, brought with it. Her mother, Matilde Laura Pestana, never had the chance to know the brilliant and courageous woman that we remember for having deeply marked the history of Portuguese education. Only five years after Alice’s birth, her mother died during the childbirth of Alice’s younger brother Jose. Her father, Eduardo Augusto Villar Coelho, remarried a short time later, so Alice and José grew up in the arms of their maternal grandmother, from whom they inherited their surname. Alice devoted herself to the study of languages thanks to the help of English governesses, and she was soon able to write in French, English, Spanish and Portuguese. In 1887 she gave language lessons herself and also helped her brother in his higher studies. Passionate about politics, curious and always keen to capture even the smallest detail, she began her career as a journalist for The Financial and Mercantile Gazette, publishing a critique of the translation of Hamlet written by D. Luís. She would later collaborate with other magazines, including Espectro da Granja, Repúblicas, Vanguarda, Folha do Povo and Diário de Notícias, often under the pseudonyms of Célia Elevani and Caïel. Between 1888 and 1893 she took numerous trips in Europe at the request of the Portuguese government. The idea was to collect information and draw up reports on education in various countries, with the aim of introducing useful reforms to improve teaching conditions in Portugal, especially for females. In a context where imperialist rivalries clashed with the emergence of movements that promoted pacifist thinking, there was an increasing need to raise awareness about the repudiation of war and the adoption of alternative methods to resolve conflicts, such as debates and discussions. In Portuguese schools, the problem concerned, above all, teachers, and in particular their degree of autonomy in supporting the teaching of peace in a framework suffocated by militarism. What is the possibility that the educational system can serve as an antidote to violence? This was a challenge that called the entire system into play, and the Portuguese government was well aware of it. In 1888 Alice conducted her research in Switzerland, France and England. After receiving considerable appreciation, her report was published in the Diário do Governo. Her commitment and dedication led her to meet, in 1890, Giner de los Ríos, director and soul of the Institute of Free Teaching, a center of the most progressive ideas aimed at all orders of study. It was from her relations with the Institute that she came across the work of the pioneer of Spanish feminism, Concepción Arenal, by whom she was fascinated and with whom she would collaborate in the future, and also the man who would become her husband, Pedro Blanco Suárez. He was a teacher interested in the defense of women's education. She was an activist animated by the same motivations, as underlined by the speech she gave at the Hispanic-Portuguese-American Pedagogical Congress of 1892 entitled “What should be the secondary education of women?” In the speech, Alice defended the education of women as a necessary condition to build a democratic and just society. The two married in Lisbon in 1901 and welcomed the young students enrolled in the Institute as if they were daughters and sons.
Already a member of the Altruist Society, founded by José Pessanha and dedicated to women, girls, children and the moral progress of mankind, in 1899 Alice gave life to the Portuguese League of Peace. Taking up its spirit and initiatives, republicans, monarchists, and women of all persuasions united on behalf of the same cause: to guarantee the right to live in a peaceful world. The Portuguese League of Peace represented one of the rare moments in which differences were reduced and people preferred to look at each other as a powerful ally, not as an enemy to be fought. There were no parties. There were no factions. There was only a common ideal. In 1914, she obtained a position as a teacher of French in the national and adult schools, after having worked on languages at the Institute of Free Teaching. In the same year, as a reconfirmation of the Portuguese government's interest in the delicate subject of education, she received a grant with the task of producing a report on the progress of the republican proposals in the field of education. In her report, Alice discussed budgets, the organization of the Ministry of Public Education, literacy, religious neutrality, co-education, youth associations, and a timid but important start to reforms in high schools, universities, and teacher training schools. But Alice also spoke up for abandoned girls and boys. For those forced to commit crimes to survive hunger. And it is for them that she encouraged initiatives like the Tutoría de la infancia, which she described as the Republic's finest work. The idea of a simple shelter, a safe place. A home that extends a hand to those who need it most. With the help of Pedro Dorado Montero, a professor of law and promoter of the search for ways to help and reintegrate those who had committed offences, she started a course of correctional pedagogy, which lay the foundation for the most recent interventions in prison psychology. In her project, Alice followed very closely the model of Concepción Arenal, the fervent supporter of the idea that living conditions directly influence the behavior of children. There were those who couldn't attend school because they had to work or help their mothers, or were entrusted to families close to home or to institutions very similar to orphanages because there was no possibility of looking after them. Many were the daughters and sons of mothers who, victims of poverty, did not even have food with which to feed them. So, they learned from the street, the only teacher from which could learn the craft of survival. They often ended up in prison.
"Children's lives need reform on all levels. The twentieth century can no longer be called the century of children, but that of great war. The belligerent countries, those that had declared themselves to be more careful in promoting the happiness of children, in reality do not respect their weakness. They close schools and open factories, forgetting every law for their protection." Thus, Alice expressed her concern, and from this she drew the strength to change things. She contributed to the creation of juvenile protection courts, support societies and movements for the institutional regulation of reintegration. She visited children incarcerated in prisons and provided detailed accounts of their conditions. She then followed the individuals on their path to integration into society. She also wrote articles in which she praised the system adopted by the courts of Russia, England, Portugal and the United States, emphasizing its important and decisive educational function. Her memoirs, published almost every year in the bulletin of the Institute of Free Teaching, constitute without any doubt the most comprehensive summary of her work - a life spent in the service of others, of the weakest and neediest. A life spent on the front lines in defense of the rights of the oppressed. A work that, more than any other, was able to shed light on the need to fight for justice. Among her most important works, along with the writings produced at the conclusion of her research, were As mães e as filhas, Primeiras leituras and A filha de João do Outeiro, and numerous essays, stories, articles and six plays. When Alice died, on Christmas Eve 1929, in Madrid, after two years of suffering from a nervous illness, the world mourned a great woman., Upon her death, her husband published Alice Pestana: in memoriam, a last moving farewell to an activist who, though unknown in Italy, taught men and women of her time to fight for what they believe in.
Traduzione spagnola
Federica Agosta
Nada la animaba más que la justicia. Nada la devoraba más que el deseo de hacer del mundo un lugar mejor . Ajeno a las desigualdades. Alejado de las discriminaciones.
«Pedimos la creación de Comités de Paz en cada país, para que sea posible, en el siglo veinte, vivir en armonía, en paz, en libertad y justicia».
Así Alice Pestana nos habría contestado hoy en día, si le hubiéramos preguntado el sentido de su misión.
Cuando Alice nace, el 7 de abril de 1860, en el municipio de Santarém, faltan todavía trece años para la instauración de la Primera República Española. En esa época su obra pedagógica hace su aparición al trazar los cambios educativos que el exilio de la monarquía, aunque temporal, acarreará consigo. Su madre, Matilde Laura Pestana, nunca conocerá a la mujer brillante y valiente que todo el mundo conmemora por haber marcado profundamente la historia de la educación portuguesa. Le dice adiós solamente cinco años después, cuando el pequeño José ve la luz y con él su corazón deja de latir para siempre. El padre, Eduardo Augusto Villar Coelho, vuelve a casarse poco después. De tal manera, Alice y José crecen entre los brazos de la abuela materna, cuyo apellido heredan. Alice se dedica al estudio de las lenguas gracias a la ayuda de unas gobernantes inglesas y al poco tiempo escribe en francés, inglés, español y portugués. En 1887 imparte clases de lengua y ayuda a su hermano en los estudios superiores. Aficionada a la política, curiosa y siempre atenta a captar el detalle más pequeño, comienza su carrera como periodista para The Financial and Mercantil Gazette, publicando una crítica a la traducción de Hamlet realizada por D. Luís. A continuación colabora con otras revistas, entre cuales cabe nombrar Espectro da Granja, Repúblicas, Vanguarda, Folha do Povo y Diário de Notícias, a menudo bajo los seudónimos de Célia Elevani y Caïel. Entre 1888 y 1893, a petición del gobierno portugués, emprende numerosos viajes por Europa. La intención es la de reunir informaciones y redactar informes acerca de la educación en los varios países, con el propósito de introducir reformas para mejorar las condiciones de enseñanza en Portugal, en particular con respecto a población femenina. En un contexto social en el cual las rivalidades imperialistas chocan con la aparición de movimientos que impulsan el pensamiento pacifista, cada vez más urgela necesidad de sensibilizar hacia el rechazo de la guerra y la adopción de métodos alternativos para resolver los conflictos, como los debates y las discusiones. En las escuelas portuguesas el problema afecta sobre todo al cuerpo docente, y en particular al grado de autonomía de este último a la hora de sustentar la enseñanza a la paz dentro de un marco ahogado por el militarismo. ¿Cuál es por lo tanto la posibilidad de que el sistema educativo pueda ejercer de antídoto contra la violencia? Se trata de un desafío que hace partícipe el ordenamiento entero, y el gobierno portugués lo tiene bien presente. En 1888 Alice lleva a cabo su investigación entre Suiza, Francia e Inglaterra. Tras haber recibido una apreciación considerable, su informe se publica en el Diário do Governo. Su diligencia y dedición la llevan a conocer, en 1890, a Giner de los Ríos, director y alma del Instituto de Libre Enseñanza, centro de las ideas más progresistas dirigidas a todos los niveles de instrucción. Es a partir de sus relaciones con el Instituto que Alice se topa con la obra de la pionera del feminismo español, Concepción Arenal, que la deja fascinada y con la cual colaborará en el futuro, y con su prometido, Pedro Blanco Suárez. Este último es un docente interesado en la defensa de la educación femenina. Alice es una militante animada por las mismas motivaciones, como subrayado por la intervención presentada en ocasión del Congreso pedagógico hispano-portugués-americano de 1892, intervención titulada ¿Cuál debería ser la educación secundaria de las mijeres? , en la cual Alice defiende la necesidad de la educación de las mujeres como condición necesaria para la creación de una sociedad democrática y equitativa. Los dos se casan en Lisbona en 1901 y acogen a jóvenes estudiantes del Instituto como hijos e hijas.
Ya miembra de la Sociedad Altruista, fundada por José Pessanha y dedicada a las mujeres, a las niñas, a los niños y al progresso moral de la humanidad, en 1899 Alice crea la Liga Portuguesa de la Paz, recogiendo el espíritu y las iniciativas de la primera. Republicanas, monárquicas, mujeres de todas las creencia se unen para hacer frente a la misma causa: garantizar el derecho a vivir en un mundo sereno. La Liga Portuguesa de la Paz constituye uno de los raros momentos durante en que las diferencias se reducen y se prefiere mirar al otro como a un potente aliado, y no como a un enemigo con el cual enfrentarse. No existen partidos, tampoco facciones. Solamente existe un común ideal. En 1914, tras haberse ocupado de idiomas en el Instituto de Libre Enseñanza, Alice consigue un empleo como docente de francés en las escuelas nacionales para adultos. Ese mismo año, a confirmación del interés del gobierno portugués por la cuestión peliaguda acerca de la educación, recibe una beca para elaborar un informe sobre la evolución de las propuestas republicanas inherentes al ámbito escolar. En su informe, Alice se ocupa de presupuestos, de la organización del Ministerio de Instrucción Pública, de la alfabetización, de la neutralidad religiosa, de la co-educación, de las asociaciones juveniles y de un tímido pero fundamental principio de reforma en los colegios, en las universidades y en las escuelas de formación para docentes. Sin embargo, Alice trata también del abandono de niños y niñas, criaturas que tienen que delinquir para sobrevivir al hambre. Y es por y para los niños y las niñas que fomenta iniciativas como la Tutoría de la infancia, que describe como la obra más significativa de la República. Es un mero amparo, un lugar seguro. Es una casa que tiende la mano a quien más la necesita. Con la ayuda de Pedro Dorado Montero, profesor de derecho y promotor de la búsqueda de métodos para ayudar y volver a integrar a los delinquentes, pone en marcha un recorrido de pedagogia correccional, recorrido que sienta las bases para las más recientes intervenciones de psicología penitenciaria. En su proyecto, Alice sigue muy de cerca el modelo de Concepción Arenal, ferviente defensora de la idea según la cual las condiciones de vida influyen directamente en el comportamiento de niños y niñas. Había menores que no podían asistir a la escuela porque tenían que trabajar o ayudar a la propia madre, o porque se encontraban en condiciones de acogida familiar o institucional, esta última muy parecida a los orfelinatos. Muchos eran hijos e hijas de madres que, víctimas de la pobreza, no lograban siquiera su sustento. Por lo tanto, aprendían de la calle, la única maestra da la que aprendían el oficio de la supervivencia, acabando muy a menudo en la cárcel.
«La vida de los niños y de las niñas necesita una reforma en todos los niveles. El siglo veinte no puede ser denominado el siglo de los menores, sino el de la gran guerra. Los países beligerantes, aquellos que se habían declarado más atentos a promover la felicidad de la infancia, en realidad no respetan su debilidad. Cierran las escuelas y abren las fábricas, olvidando toda ley de protección». Así Alice pone de manifiesto su preocupación, y a partir de ahí extrae la fuerza para cambiar las cosas. Contribuye a la creación de tribunales para la tutela de los menores de edad, de sociedades y movimientos de sostén para la regolamentación institucional de la reintegración. Visita achicas y chicos encerrados en las prisiones y proporciona detallados informes acerca de sus condiciones; luego sigue de cerca cada individuo en su recorrido de reintegración social. Y aún más, escribe artículos donde elogia el sistema adoptado por los tribunales de Rusia, Inglaterra, Portugal y Estados Unidos, subrayando su importante y decisiva función educativa. Las memorias publicadas casi cada año en el boletín del Instituto de Libre Enseñanza constituyen, sin duda alguna, la síntesis más exhaustiva de su obra: una vida entregada a los demás. A las criaturas más débiles y desheredadas. Una vida pasada al frente para defender los derechos de los oprimidos. Una acción que más que cualquier otra denuncia ha sabido arrojar luz sobre la necesidad de luchar por y para la justicia. De ella conmemoramos, junto a los escritos elaborados como conclusión de sus investigaciones, As mães e as filhas, Primeiras leituras y A filha de João do Outeiro, así como numerosos ensayos, cuentos, artículos y seis obras teatrales. Cuando Alice muere, el día de Nochebuena de 1929, en Madrid, tras haber sufrido durante dos años una enfermedad nerviosa, el mundo llora la pérdida de esta gran mujer. Su marido, a su muerte, publica Alice Pestana: in memoriam, la última conmovida despedida a una militante que, aunque desconocida en Italia, ha enseñando a los hombres y a las mujeres de su tiempo a luchar por y para aquello en lo que se cree.