Iela Mari
Donatella Caione

Marika Banci

 

 Iela Mari, pseudonimo di Gabriela Ferrario, è nata a Milano nel 1931. È stata una illustratrice e scrittrice che ha lasciato un segno potente nella storia della letteratura dell’infanzia, ma anche del design, dell’illustrazione e in particolare nell’evoluzione degli albi illustrati. Ha frequentato il corso di pittura presso l'Accademia di Brera, dove ha conosciuto Enzo Mari, che a quel tempo stava studiando scenografia, e che, oltre che suo marito, è divenuto nel 1955 suo compagno di condivisione nella ricerca figurativa ed espressiva. La coppia ha avuto due figli e il primo libro di Iela, La mela e la farfalla, è il risultato di un lavoro a quattro mani. Insieme hanno realizzato numerosi altri albi illustrati di grande innovazione grafica. In seguito, mentre suo marito si è dedicato alla creazione di giochi, oggetti e mobili, lei ha continuato a illustrare libri, ideando un linguaggio basato sull’immagine, destinato ai bambini e alle bambine. Nel 1965 sono terminati sia il matrimonio che il sodalizio artistico.

Nel 1968 ha pubblicato Il palloncino rosso, un libro che ha rivoluzionato la letteratura per l’infanzia, un testo che riproduce il processo naturale di bambine e bambini nella scoperta della realtà. Non è un caso che a pubblicarlo sia stata Emme Edizioni, una casa editrice nata in quegli anni, fondata da Rosellina Archinto, che è stata visionaria nel valorizzare opere che il pubblico italiano allora non era in grado di apprezzare. È stata una piccola rivoluzione per l’editoria: una lezione per chi, allora come oggi, lavorava con l’illustrazione, la grafica, il design. Al primo volume ne sono seguiti altri, sempre per Emme Edizioni, in un contesto particolare per l’editoria: quello della Milano di fine anni Sessanta. La particolarità principale delle opere di Iela Mari è l’uso essenziale ed efficacissimo delle forme e dei colori che diventa un linguaggio carico di senso. Sono gli anni in cui cominciano a diffondersi quelli che con espressione inglese vengono chiamati silent book, cioè libri silenziosi. Un’espressione che non amo usare perché questa tipologia di albi illustrati, quando realizzata con maestria, non è affatto composta da libri silenziosi ma semplicemente da libri senza parole, nei quali è fortissima la potenza comunicativa delle illustrazioni che, grazie appunto a un sapiente utilizzo delle forme e dei colori, creano un vero e proprio linguaggio.

La narrazione senza parole di Iela Mari dunque costituisce un nuovo modo di raccontare la bellezza delle forme e dei cicli della natura, suscitando in chi legge la libertà nell’interpretazione. Il suo segno grafico, che a vederlo pare estremamente semplice nella sua nitidezza, è in realtà il frutto di una tecnica elaborata. Infatti lo stile di Mari, al tempo stesso minimalista e dettagliatissimo, è frutto di un metodo di lavoro rigoroso, ben descritto da Agostina e Michele, figlia e figlio dell'artista:

«Quando nostra madre lavorava ai suoi primi libri, La mela e la farfalla e L’uovo e la gallina, eravamo poco più che bambini: eppure ricordiamo che ad affascinarci, nel suo lavoro, non era tanto il risultato, splendido per la purezza e l’eleganza del segno, quanto il metodo. Tutto doveva essere religiosamente a posto e in ordine: il cartoncino bristol su cui era proibito appoggiare i polpastrelli; la carta da lucido fissata con puntine (rigorosamente a tre denti, mai a due); la colla, che poteva essere solo la Cow-Gum, da spalmare solo con una certa spatolina flessibile da cui poi si “scapperavano” via grumi brunastri di colla rappresa destinata a essere usata come gomma da cancellare (ricordiamo agglomerati grossi come meteoriti)…».

Gli albi di Iela nascono rivolti al mondo dell'infanzia ma non sono libri solo per bambine e bambini, come non lo sono tutti gli albi illustrati d'autore, come ad esempio quelli di Bruno Munari che però hanno lasciato una traccia molto più potente. Indubbiamente il lavoro di Munari è stato straordinario e innovativo ma quello di Iela Mari non è stato meno importante. Sin da qualche anno prima della scomparsa, avvenuta nel 2014, sono state organizzate molte mostre delle sue opere in Italia e all’estero. Nel 2010 la Bologna Children's Book Fair le ha dedicato la prima mostra monografica: Il mondo attraverso una lente. Venne portato a conoscenza del pubblico un patrimonio di rilevanza sconcertante, ignorato fino a quel momento: tavole originali e prove di stampa di tutti i progetti realizzati, conservati in ottimo stato dall'autrice; un numero cospicuo di menabò; pellicole in 35 mm; disegni per tessuti stampati, destinati a diventare oggetti di arredamento nelle camerette.

Con i suoi menabò, Iela Mari entrava nelle scuole d’infanzia e capiva insieme a bambini e bambine se le sue storie potessero funzionare o meno e perché e nello stesso tempo testi e manuali si svecchiavano grazie al suo contributo, infatti negli anni Settanta i suoi libri sono ripresi e citati. L’albero farà parte di un’antologia scolastica, intitolata Osservare leggere inventare, composta da albi illustrati rivolti alle seconde elementari (Emme Edizioni, 1979) ed è stata importante la sua attività di progettazione grafica per l’editoria rivolta alle scuole. Forse l'essere rimasta molto legata al mondo infantile e scolastico è stato un limite per la sua notorietà che sarebbe stata sicuramente maggiore se si fossa occupata di design e comunicazione visiva rivolta a un pubblico adulto, come è successo al marito Enzo Mari o all'ancora più noto Bruno Munari ma non possiamo che provare gratitudine per il suo splendido lavoro dedicato all'infanzia.


Traduzione spagnola

Alessandra Barbagallo

Iela Mari, seudónimo de Gabriela Ferrario, nació en Milán en 1931. Fue una ilustradora y escritora que dejó una huella poderosa en la historia de la literatura infantil, pero también en el diseño, la ilustración y, en particular, en la evolución de los álbumes ilustrados. Atendió el curso de pintura en la Academia de Brera, donde conoció a Enzo Mari, quien en ese momento estudiaba escenografía y que, además de convertirse en su marido, a partir de 1955 fue su compañero de intercambio en la búsqueda figurativa y expresiva. La pareja tuvo dos hijos y el primer libro de Iela, La mela e la farfalla (traducido al español como La manzana y la mariposa), fue el resultado de un trabajo a cuatro manos. Juntos realizaron muchos otros álbumes ilustrados de gran innovación gráfica. Más adelante, mientras su marido se dedicaba a la creación de juegos, objetos y muebles, ella continuó ilustrando libros, desarrollando un lenguaje basado en la imagen destinado a niños y niñas. En 1965 terminaron tanto el matrimonio como la colaboración artística.

En 1968 publicó Il palloncino rosso (traducido al español como El globito rojo), un libro que revolucionó la literatura infantil, un texto que reproduce el proceso natural de descubrimiento de la realidad por parte de los niños y niñas. No es casualidad que en Italia fuera publicado por Emme Edizioni, una editorial nacida en aquellos años, fundada por Rosellina Archinto, quien tuvo la visión de dar valor a obras que el público italiano de entonces no estaba preparado para apreciar. Fue una pequeña revolución editorial: una lección para quienes trabajaban –entonces como ahora– con la ilustración, el diseño gráfico y el diseño industrial. A ese primer volumen le siguieron otros, también de Emme Edizioni, en un contexto particular para la edición: el de la Milán de finales de los años sesenta. La principal característica de las obras de Iela Mari es el uso esencial y sumamente eficaz de las formas y los colores, que se convierte en un lenguaje cargado de significado. Son los años en que empiezan a difundirse los llamados silent books, o libros silenciosos. Es una expresión que no me gusta utilizar, porque este tipo de álbum ilustrado, cuando está bien hecho, no es para nada un libro silencioso, sino simplemente un libro sin palabras, donde es muy fuerte la potencia comunicativa de las ilustraciones que, gracias a un uso sabio de formas y colores, crean un verdadero lenguaje.

La narración sin palabras de Iela Mari representa, por tanto, una nueva manera de contar la belleza de las formas y de los ciclos de la naturaleza, despertando en quien lee la libertad de interpretación. Su trazo gráfico, que a simple vista parece extremadamente simple por su nitidez, es en realidad fruto de una técnica elaborada. De hecho, el estilo de Mari, al mismo tiempo minimalista y muy detallado, es el resultado de un método de trabajo riguroso, bien descrito por Agostina y Michele, hija e hijo de la artista:

«Cuando nuestra madre trabajaba en sus primeros libros, La manzana y la mariposa y El huevo y la gallina, nosotros éramos poco más que niños: sin embargo, recordamos que lo que nos fascinaba de su trabajo no era tanto el resultado, espléndido por la pureza y la elegancia del trazo, sino el método. Todo tenía que estar religiosamente en orden: el cartón Bristol, en el que estaba prohibido apoyar las yemas de los dedos; el papel vegetal fijado con chinchetas (rigurosamente de tres puntas); el pegamento, que solo podía ser el Cow-Gum, aplicado exclusivamente con una espátula flexible determinada, de la que luego se desprendían grumos parduzcos de cola endurecida destinados a usarse como goma de borrar (recordamos aglomerados tan grandes como meteoritos)…».

Los álbumes de Iela están dirigidos al mundo infantil pero no son libros solo para niños y niñas, como no lo son todos los álbumes ilustrados de autor, como por ejemplo los de Bruno Munari, aunque estos hayan dejado una huella mucho más potente. Sin duda, la obra de Munari fue extraordinaria e innovadora, pero la de Iela Mari no fue menos importante. Ya desde algunos años antes de su fallecimiento, ocurrido en 2014, se organizaron muchas exposiciones de sus obras en Italia y en el extranjero. En 2010, la Feria del Libro Infantil de Bolonia le dedicó la primera muestra monográfica: El mundo a través de una lente. Se dio a conocer al público un patrimonio de relevancia asombrosa, ignorado hasta entonces: láminas originales y pruebas de impresión de todos los proyectos realizados, conservados en excelente estado por la autora; un considerable número de maquetas (menabò); películas en 35 mm; dibujos para tejidos estampados, destinados a convertirse en objetos de decoración para habitaciones infantiles.

Con sus menabò, Iela Mari entraba en las escuelas infantiles y comprobaba junto a los niños y niñas si sus historias funcionaban o no, y por qué. Al mismo tiempo, los textos y manuales se renovaban gracias a su aportación; de hecho, en los años setenta sus libros fueron retomados y citados. L’albero formará parte de una antología escolar titulada Osservare leggere inventare, compuesta por álbumes ilustrados dirigidos al segundo grado de primaria (Emme Edizioni, 1979), y fue importante su actividad de diseño gráfico para la edición escolar. Tal vez el hecho de haberse mantenido muy vinculada al mundo infantil y escolar haya sido un límite para su notoriedad, que habría sido seguramente mayor si se hubiera dedicado al diseño y a la comunicación visual dirigida a un público adulto, como sucedió con su marido Enzo Mari o con el aún más conocido Bruno Munari. Pero no podemos más que sentir gratitud por su espléndido trabajo dedicado a la infancia.


Traduzione inglese

Syd Stapleton

Iela Mari, pseudonym of Gabriela Ferrario, was born in Milan in 1931. She was an illustrator and writer who left a powerful mark in the history of children's literature, but also in the history of design, illustration, and particularly in the evolution of illustrated books. She attended the painting course at the Brera Academy of Fine Arts, where she met Enzo Mari, who at that time was studying set design, and who, in addition to being her husband, became in 1955 her sharing partner in figurative and expressive research. The couple had two children, and Iela's first book, The Apple and the Butterfly, was the result of four-handed work. Together they produced several other illustrated books of great graphic innovation. Later, while her husband devoted himself to the creation of toys, objects and furniture, she continued to illustrate books, devising an image-based language aimed at boys and girls. In 1965 both the marriage and the artistic partnership ended.

In 1968 she published The Red Balloon, a book that revolutionized children's literature, a text that mimics the natural process of little girls and boys in discovering reality. It is no coincidence that it was published by Emme Edizioni, a publishing house born in those years, founded by Rosellina Archinto, who was visionary in enhancing works that the Italian public was then unable to appreciate. It was a small revolution for publishing - a lesson for those who, then as now, worked with illustration, graphics, and design. The first volume was followed by others, again for Emme Edizioni, in a particular context for publishing, that of Milan in the late 1960s. The main distinction of Iela Mari's works is the essential and highly effective use of shapes and colors that becomes a language charged with meaning. These are the years when, what in an English expression are called silent books, began to spread. An expression that I don’t like to use because this type of illustrated book, when skilfully crafted, is not a silent book at all but simply a book without words, in which the communicative power of the illustrations is very strong and, thanks to a skillful use of shapes and colors, they create a real language.

Iela Mari's wordless narration therefore constitutes a new way of telling the beauty of the forms and cycles of nature, arousing in the reader freedom in interpretation. Her graphic sign, which to the eye seems extremely simple in its sharpness, is actually the result of an elaborate technique. In fact, Mari's style, at once minimalist and highly detailed, is the result of a rigorous working method, well described by Agostina and Michele, the artist's daughter and son:

«When our mother worked on her first books, The Apple and the Butterfly and The Egg and the Hen, we were little more than children - yet we remember that what fascinated us in her work was not so much the result, splendid for the purity and elegance of the sign, as the method. Everything had to be religiously in place and in order: the bristol cardboard on which it was forbidden to rest one's fingertips; the tracing paper fixed with thumbtacks (strictly three-toothed, never two); the glue, which could only be Cow-Gum, to be spread only with a certain flexible spatula from which one then "carved" away brownish lumps of congealed glue intended to be used as a pencil eraser (we remember clusters as big as meteorites)...».

Iela's albums were born aimed at the world of childhood, but they are not books just for little girls and boys, nor are all the author's illustrated albums, like those of Bruno Munari, who, however, left a much more powerful mark. Undoubtedly Munari's work was extraordinary and innovative, but that of Iela Mari was no less important. Since a few years before her death in 2014, many exhibitions of her works have been organized in Italy and abroad. In 2010 the Bologna Children's Book Fair dedicated the first monographic exhibition to her: The World through a Lens. A heritage of staggering significance, ignored until then, was brought to the public's attention - original plates and print proofs of all the projects she created, preserved in excellent condition by the author, a conspicuous number of models, 35 mm films, and drawings for printed textiles, destined to become furnishing objects in children's rooms.

With her models, Iela Mari went into kindergartens and figured out together with boys and girls whether her stories could work or not and why, and at the same time texts and manuals were being debunked thanks to her contributions. In the 1970s her books were revived and cited. The tree would be part of a school anthology, entitled Observing Reading Inventing, consisting of illustrated albums aimed at second graders (Emme Edizioni, 1979) and her graphic design work for publishing aimed at schools was important. Perhaps having remained very attached to the world of children and schools has been a limitation for her recognition, which would certainly have been greater if she had been involved in design and visual communication aimed at an adult audience, as was the case with her husband Enzo Mari or the even more famous Bruno Munari, but we cannot but feel gratitude for her splendid work dedicated to childhood.