Campagna per la memoria femminile locale, nazionale, straniera.
Da poco più di un mese è nato su Facebook il gruppo Toponomastica femminile per iniziativa di Maria Pia Ercolini, insegnante di geografia a Roma. L’idea è quella di impostare e condurre ricerche, pubblicare dati e fare pressioni su ogni singolo territorio affinché nelle intitolazioni di strade, piazze, giardini e luoghi urbani in senso lato siano maggiormente ricordate le donne per compensare l'evidente sessismo che caratterizza l'attuale odonomastica (branca della toponomastica).
Il gruppo ha già raggiunto le 2.000 adesioni di donne che, in questi giorni, stradari alla mano, stanno censendo le vie, le piazze e gli spazi urbani. I primi dati sono sconcertanti: infatti hanno messo in evidenza che meno del 5% sono dedicati alle donne, sante e madonne comprese. Come evidenziato dal gruppo, cartine al tornasole della misoginia ambientale, le targhe stradali d'ogni dove invitano alla riflessione.
Gli odonimi dei centri urbani, nell'Europa continentale, sono il risultato di scelte politiche e ideologiche ben chiare e consentono di leggere orientamenti e mode delle rispettive società. Nell'Italia preunitaria prevalevano i riferimento ai santi, a mestieri e professioni esercitate sulle strade, e alle caratteristiche fisiche del luogo. In seguito, la necessità di cementare gli ideali nazionali portò a ribattezzare strade e piazze dedicandole a protagonisti, uomini, del Risorgimento e in generale della Patria; con l'avvento della Repubblica, si decise di cancellare le matrici di regime e di valorizzare fatti ed eroi, uomini, della Resistenza. Ne deriva un immaginario collettivo di figure illustri esclusivamente maschili.
Ecco che allora il gruppo Toponomastica femminile, in occasione della festa della donna, ha lanciato l'iniziativa 8 marzo: 3 donne, 3 strade e ha chiesto ai Sindaci dei Comuni e agli amministratori di correggere la palese discriminazione in atto e di impegnarsi a dedicare le prossime tre strade a tre donne una di rilevanza locale, una nazionale, una straniera, per unire le tre anime del Paese.
Le adesioni sono tante così come pure le iniziative didattiche, divulgative e di informazione che attorno a questo tema stanno nascendo in questi giorni: censire dunque le strade le piazze e gli spazi collettivi ma anche edifici pubblici come scuole giardini e biblioteche e, partendo dai profili rilevati, raccontare queste figure femminili, capire chi sono state, ma soprattutto evidenziare le assenze che sono davvero tante. A Milano il gruppo locale ha deciso che per l'8 marzo consegnerà biografie di donne al posto delle mimose.
L'iniziativa è anche stata ripresa da diversi giornali locali e nazionali e ha incuriosito la stampa estera, come puntualmente dettagliato sulla pagina di fb.
In Sardegna la situazione non è differente dal resto d'Italia, anzi. Il fatto che gli unici personaggi illustri siano proprio due donne, Eleonora d'Arborea e Grazia Deledda, ha fatto sì che in ogni Comune siano dedicate loro almeno una strada o una piazza. Il riconoscimento è pressoché unanime. Non così nel resto d'Italia dove si sta evidenziando, dati alla mano, che ci sono paesi che alle donne non hanno dedicato nessuno spazio.
A Cagliari su circa 1.600 strade, 755 sono dedicate a uomini e 59 a donne; a Olbia su 1.549 vie, 450 sono dedicate agli uomini, 43 alle donne; a Quartu Sant'Elena, su 794 strade, 321 sono dedicate agli uomini e 23 alle donne... e cosi via via.
Ma siamo sicure che qualcosa cambierà grazie a questa iniziativa, anche se non mancano motivi di preoccupazione.
Ad Alghero, come si apprende da un recente articolo apparso sulla stampa, si è da poco concluso il lavoro della Commissione Toponomastica che ha individuato i nomi per le prossime 300 strade da intitolare e fra questi si rilevano i Fratelli Accardo, artigiani, gli Amici del Rugby (?), Giuseppe Mastandrea, Renato Rimini, Carmine Bolasco Piccinelli, Giuseppe Feniello, Remundu Piras, Natalino Leone, Antoni Cao (autore di una delle più belle canzoni della tradizione algherese: Lo País Meu), Nilde Iotti... Nilde Iotti chi?
Buon 8 marzo a tutte.