TOTALE STRADE / VIE / PIAZZE / ETC.: | 99 |
INTITOLATE A UOMINI: | 36 |
INTITOLATE A DONNE: | 7 |
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE STRADE INTITOLATE A DONNE | |
Madonne (Immacolata, Beata Vergine, Santa Maria etc.): | -- |
Sante, beate, martiri: | 1 Beata Elisabetta (Venerabile Elisabetta Sanna, via) |
Suore e benefattrici religiose, benemerite, fondatrici ordini religiosi e/o enti assistenziali-caritatevoli: | -- |
Benefattrici laiche, fondatrici enti assistenziali-caritatevoli: | -- |
Letterate / umaniste (scrittrici, poete, letterate, critiche, giornaliste, educatrici, pedagoghe, archeologhe, papirologhe...): | 1 Grazia Deledda (via) |
Scienziate (matematiche, fisiche, astronome, geografe, naturaliste, biologhe, mediche, botaniche, zoologhe...): | -- |
Donne dello spettacolo (attrici, cantanti, musiciste, ballerine, registe, scenografe...): | -- |
Artiste (pittrici, scultrici, miniaturiste, fotografe, fumettiste...): | -- |
Figure storiche e politiche (matrone romane, nobildonne, principesse, regine, patriote, combattenti della Resistenza, vittime della lotta politica / guerra / nazismo, politiche, sindacaliste, femministe...): | 5 Regina Elena (via, trav.) Regina Margherita (via) Principessa Mafalda (via) Mafalda (piazza) |
Lavoratrici / imprenditrici / artigiane: | -- |
Figure mitologiche o leggendarie, personaggi letterari: | -- |
Atlete e sportive: | -- |
Altro (nomi femminili non identificati; toponimi legati a tradizioni locali, ad es. via delle Convertite, via delle Canterine, via della Moretta, via delle Zoccolette; madri di personaggi illustri...): | -- |
Censimento a cura di: Teresa Spano
Fonte: Agenzia del Territorio (2010)
La Venerabile Elisabetta Sanna, terziaria francescana. Nata il 23 aprile 1788 a Codrongianos (Sardegna), non aveva tre mesi quando il vaiolo la lasciò così rattrappita nelle braccia che mai più poté alzar le mani alla fronte per il segno della Croce, nè lavarsi o vestirsi da sola: a stento portava il cibo alla bocca. Desiderava consacrarsi a Dio in perpetua castità ma, obbedendo alla madre, sposò Antonio M. Porcu Sini col quale visse diciotto anni in perfetta armonia, restando nel 1825 vedova con cinque figli.
Iscrittasi al Terz’Ordine francescano nel 1829, dal 1830 s’accostò quotidianamente alla mensa eucaristica. Con l’approvazione del confessore intraprese l’anno 1831 il pellegrinaggio in Terrasanta ma, giunta a Genova sprovvista di passaporto, decise di visitare almeno i santuari di Roma.
Qui peggiorando la sua salute, un medico dichiarò che il viaggio di ritorno l’avrebbe esposta a grave pericolo. Elisabetta espose il caso a San Vincenzo Pallotti il quale comprese essere volontà di Dio che rimanesse nell’Urbe e la rassicurò dicendole che dei suoi figlioli avrebbero preso cura il fratello sacerdote e la mamma.
Stabilitasi in Roma e rinunciato a quanto possedeva in patria, condusse una vita santa d’orazione e d’opere di pietà. Sopportate con eroica fortezza le tante sofferenze inviatele dal Signore, passò agli eterni riposi il 17 febbraio 1857 e, come aveva desiderato, venne sepolta a S. Salvatore in Onda. Leone XIII introdusse la causa di beatificazione di questa fulgida gloria del popolo sardo, e tutti sperano di vederla sugli altari. (fonte: http://www.santiebeati.it/dettaglio/94038)