Storie di nomi e cognomi.
Intervista a Enzo Caffarelli.
Enzo, nel tuo ultimo libro appena uscito per Laterza, hai trovato il modo di parlare anche di toponomastica con un’ottica di genere?
Sì, perché ho dedicato un capitolo al destino dei cognomi, che fine fanno. Diventano nomi di persona, come Ricciotti o Menotti, Bixio e Dazeglio… Entrano nei nomi di paesi e città, come Andorno Micca, Grizzana Morandi, Grinzane Cavour, Bosisio Parini, Castelnuovo Don Bosco o Sasso Marconi…Nessuna donna che mi risulti.
Altri diventano voci di lessico comune, come Pullman, Dobermann, Paparazzo, Bic, Biro, Zampironi, Boeing, Zeppelin, Kalashnikov, Hertz, Ohm, Sax, Maramaldo, Casanova. Difficile anche qui trovare una donna, neppure tra i tanti signori che danno nome a un fiore: Begon, Kamel, Dahl, Fuchs, Magnol, Garden, Robin, Zinn ecc. E, soprattutto, i cognomi diventano insegne stradali. E quindi ho riportato i dati sui personaggi cui sono state intitolate più aree di circolazione.
Quali sono i principali dati relativi alla toponomastica urbana?
Fra le strade e le piazze dei comuni italiani il cognome più ricorrente (circa 5.500 volte) è Garibaldi, seguito da Marconi (4.800), Mazzini (4.000), Alighieri (3.800), Cavour (3.300), Matteotti e Verdi (oltre 3.000), Battisti, Manzoni e Moro (intorno ai 2.700), Gramsci (2.600), De Gasperi (2.300) e via dicendo, migliaia di nomi sparsi per l’Italia. Tra gli scrittori e i poeti dominano Dante e Manzoni, tra i musicisti,Verdi, poi Rossini; tra gli artisti Michelangelo e Raffaello. Tra i personaggi della storia politica e militare, a parte i protagonisti del Risorgimento, Aldo Moro ha superato Gramsci e De Gasperi. Tra gli stranieri, Kennedy è il più ricorrente; seguono Allende, Luther King, Marx e Anna Frank.
Anna Frank, il primo nome femminile che ti sento nominare…
Infatti, quando nel mio libro arrivo a questo punto, mi soffermo sulla scarsa presenza di donne nella toponimia urbana. Se si escludono la Madonna con i suoi vari nomi, le sante e le regine, i personaggi femminili cui sono dedicate più di 100 strade in Italia sono 5: due scrittrici (Deledda e Negri), una pedagogista (Montessori), una giurista medievale (Eleonora d’Arborea, quasi solo in Sardegna) e appunto Anna Frank. Va però aggiunta Madre Teresa di Calcutta: e qui si tratta di oltre 120 intitolazioni veramente celebrative, mentre per S. Maria, S. Lucia, S. Anna, S. Caterina, S. Chiara e le altre grandi figure della cristianità antica e medievale – donne o uomini che siano –, le piazze e le strade quasi sempre riflettono la presenza di una chiesa e sono dunque dediche indirette.
Come onomasta, tu ti occupi non solo di odonimia urbana, ma un po’ di tutti i tipi di nomi. In altri ambiti, che cosa si può dire a proposito del rapporto uomini/donne nelle dediche e intitolazioni?
Che la situazione è più o meno la stessa di quella registrata per strade e piazze. Riporto dal mio libro alcuni dati veloci. Prendiamo i treni. Nell’ampio repertorio di treni con un nome s’incontravano fino a poco tempo fa due soli nomi femminili: Ada Negri e Teodolinda, cui si sono aggiunti di recente Matilde Serao e, come personaggio lirico, l’Allegro Aida: insomma 3 o 4 su circa 260 denominazioni. O prendiamo le scuole. Ci aspetteremmo una presenza femminile numerosa, date le tante educatrici, pedagoghe, benefattrici. Ho considerato una lista di 3.953 istituti superiori, fornita dalla Pubblica Istruzione 15 anni fa. Nella graduatoria guidata da Galilei e Leonardo, le prime donne si collocano in 27ª posizione, Margherita di Savoia e Marie Curie, 9 ciascuna. Sommando tutte le donne si arriva a 56 intitolazioni, l’1,4% degli istituti superiori. E potremmo parlare delle dediche dell’astrotoponimia, ossia sulle superfici dei pianeti e dei satelliti del sistema solare, che in parte ripropongono lo stesso sistema celebrativo-commemorativo delle città terrestri. Stesso discorso.
Ci sono contesti in cui le presenze femminili sono più numerose o almeno si avvicinano a quelle maschili?
Ne sto studiando due molto particolari, in fondo anch’essi lo specchio della nostra cultura, della nostra memoria e, forse, ancora una volta di una certa misoginia. Si tratta dei nomi delle pizze nei menù dei ristoranti e dei nomi delle canzoni italiane dedicate a una figura maschile o femminile. I repertori contengono migliaia di nomi. Avrò i risultati in breve tempo.
E ritieni che ci sia una spiegazione interessante per ogni nome, che non sia semplicemente il gusto di chi lo ha scelto per i propri figli, o il cognome di famiglia immutabile da secoli?
Certo che sì, e lascio a chi mi leggerà la scoperta del “come”. Piuttosto anche per una strada o una piazza si potrebbe dire “dimmi come ti chiami e ti dirò perché”. Basta indagare nella storia in generale e quella particolare di ogni comune, rovistare tra i documenti, ascoltare la gente… quello che in modo straordinario ha fatto in un anno “Toponomastica femminile”.
Per lettori e lettrici
Enzo Caffarelli,
Dimmi come ti chiami e ti dirò perché
Laterza, 2013
Versione cartacea
http://www.ibs.it/code/9788858106488/caffarelli-enzo/dimmi-come-chiami.html
Ebook
http://www.bookrepublic.it/book/9788858108048-dimmi-come-ti-chiami-e-ti-diro-perche/