Donne e lavoro a Lodi con Toponomastica

Si parla di donne e lavoro a Lodi con Toponomastica Femminile

Si parla di donne e lavoro a Lodi con Toponomastica Femminile

 

Nella antica e stupenda sede della Provincia di Lodi, sotto il chiostro medievale del convento di San Cristoforo, il 1 aprile circa duecento studenti, con i loro insegnanti e altro pubblico sopraggiunto, hanno potuto ammirare la mostra “Donne e Lavoro” realizzata dall’Associazione Toponomastica femminile. Nella magnifica Sala dei Comuni, poi, si è svolto il Seminario “Il lavoro femminile. Le strade della parità”, con interventi interessantissimi, soprattutto per le giovani generazioni intervenute.

Il presidente della Provincia di Lodi Mauro Soldati ha sottolineato l’impegno dell’Ente nel promuovere il lavoro femminile. La referente per AT (Ambito Territoriale dell’USR, Ufficio Scolastico Regionale) Claudia Zoppi ha affermato che anche le scuole lavorano su questo. La neo Consigliera di Parità, Venera Tomarchio, ha parlato del suo nuovo mandato e dell’importanza di agire contro le discriminazioni sul lavoro e su un cambiamento culturale verso il lavoro femminile. La Presidente dell’Associazione lombarda Dirigenti industriali, Paola Poli, ha evidenziato aspetti sia positivi sia negativi al riguardo: le Dirigenti sono sempre più numerose, ma ancora 

minoranza e l’occupazione femminile è in media inferiore in Italia che nel resto d’Europa; il management  femminile sta crescendo, le donne stanno formando una fascia di management giovane, ma ancora troppe donne lasciano il lavoro  (il 25 % delle donne lascia il lavoro per il primo figlio, il 40% per il secondo e terzo figlio); ogni 100 donne 47 non lavorano. La rappresentante CISL dei sindacati unitari, Sonia Curti, ha illustrato come il sindacato combatta quotidianamente per difendere il lavoro femminile. La Presidente dell’Associazione Toponomastica femminile, Maria Pia Ercolini, è partita con una premessa che fa riflettere in modo particolare su alcuni aspetti che differenziano le donne dagli uomini, per esempio il fatto che gli uomini si suicidano tre volte di più rispetto alle donne, per motivi economici, perché se un uomo perde il lavoro, nei confronti del quale la nostra cultura gli ha insegnato a ritagliare la sua identità, entra in depressione, mentre la donna, che culturalmente

viene spinta a realizzarsi in altri ambiti, cerca un altro modo per adattarsi alla nuova e difficile situazione, ma non si sente persa. Questo per dire che alcuni cambiamenti culturali possono giovare non solo alle donne, ma a tutta la collettività… la realizzazione personale per entrambi i generi deve essere posta sia negli affetti privati sia nell’impegno pubblico e lavorativo, senza gabbie o dicotomie. Maria Pia Ercolini ha poi presentato, con slide molto ben costruite per catturare l’attenzione dei/delle giovani presenti in sala, la mostra Donne e Lavoro,che dimostra l’impegno dell’associazione in questo senso, perché ricordare le donne nella toponomastica vuol dire anche agevolare un loro migliore inserimento nella società. Infine la classe 3A del liceo Maffeo Vegio, con l’insegnante di filosofia Danila Baldo, ha parlato dell’entusiasmante esperienza di alternanza scuola lavoro ad Alcatraz, l’agriturismo gestito da Jacopo Fo e Eleonora Albanese, attività legata a Toponomastica femminile con il progetto Viale delle Giuste. La classe presenterà questa sua esperienza a Roma il 26 aprile prossimo, durante la premiazione del terzo concorso “Sulle vie della parità”, e inviterà tutte le scuole a contribuire nella ricerca di donne “giuste” a cui dedicare le opere d’arte che andranno a costituire ad Alcatraz il “Viale delle Giuste”