Storie delle donne che, tra il 1943 e il 1946, hanno lavorato come operaie e come impiegate nello stabilimento foggiano dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato sono raccolte in Viadelmareracconta, un progetto web dedicato allo stabilimento di Foggia dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato che coniuga, per la prima volta, data journalism e memoria in un’ottica di genere.
Anna, Margherita e Maddalena. E poi ancora Maria, Bianca e Antonietta. Nomi comuni, come tante di noi, ma dietro questi ci sono le storie di donne che, tra il 1943 e il 1946, hanno lavorato come operaie e come impiegate nello stabilimento foggiano dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Oggi Anna, Margherita, Maddalena e tutte le altre fanno parte diViadelmareracconta, un progetto web, realizzato grazie anche al supporto tecnico di Andrea Nelson Mauro e Alessio Cimarelli di dataninja.it dedicato allo stabilimento di Foggia dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato che coniuga, per la prima volta, data journalism e memoria in un’ottica di genere. Il progetto, che prende il nome dal luogo dove ancora oggi si trova lo stabilimento, segue due percorsi: il primo è la ricerca tra le carte dell’Archivio di Stato di Foggia, il secondo le interviste ad alcune donne che hanno lavorato in Cartiera tra gli anni ‘70 e gli anni ‘90.
Al primo percorso sono arrivata quasi per caso, seguendo una delle tante piste di studio che avevo intrapreso due estati fa. È tra le carte di un fascicolo conservato nell’Archivio di Stato di Foggia che ho trovato 22 fogli formato A3, 22 fogli contenenti l’elenco dei dipendenti all’agosto 1946. Un punto di partenza che, grazie agli strumenti del “data journalism”, mi ha permesso di raccontare in maniera nuova i dati d’archivio e restituisce la situazione occupazionale dello stabilimento all’indomani della guerra. La novità, però, sta nel fatto che ho scelto il punto di vista delle donne, di ieri e di oggi. Da un lato, quindi, le infografiche della sezione, Fra le carte dell’Archivio, dall’altro le interviste con alcune donne che hanno trascorso quarant’anni nello stabilimento di via del Mare. Donne di carta è la sezione che raccoglie queste testimonianze. Tutte storie che parlano di un luogo di lavoro certamente difficile per le donne, molto maschile (gli uomini sono stati sempre la forza lavoro più numerosa dello stabilimento), ma anche storie che restituiscono un sistema di welfare aziendale che oggi non esiste più. Ricordi, aneddoti, storie di amicizia e di fatica. Ogni storia è stata una rivelazione, ma anche un’occasione per riflettere sul lavoro delle donne. Anna, Margherita, Maddalena, Maria, Bianca e Antonietta meriterebbero anche un riconoscimento collettivo nella toponomastica cittadina, così povera di figure femminili. I valori della toponomastica foggiana sono, infatti, inferiori al trend nazionale, con un numero di strade intitolate agli uomini corrispondente a quasi il 60% del totale e un indice di femminilizzazione del 4,4% (media italiana 7,8%). Oltre a intitolazioni a madonne e sante, s’incontrano in città la nobildonna e benefattrice Maria Grazia Barone, la scrittrice Maria Teresa Di Lascia, l’etnografa Ester Loiodice, la deputata Anna De Lauro Matera, l’archeologa Marina Mazzei e la giornalista Ilaria Alpi. Accanto a questi nomi sarebbe auspicabile trovare una “Via delle operaie”, per rendere omaggio a tutte quelle donne che hanno lavorato nelle aziende statali e nelle fabbriche della città.