Foto: Filippo Altobelli – Vauban: Lise Meitner (1878-1968) fu, nel 1906, la seconda donna a conseguire il dottorato di fisica all’università di Vienna. Fornì per prima la spiegazione teorica della fissione nucleare, mantenendosi però sempre fedele al principio di un uso pacifico dell’energia atomica.
All’inizio del 2012 a Friburgo, importante centro turistico del Baden-Wurttemberg, è stata realizzata un’interessante iniziativa: la pubblicazione di una mappa della città, in cui i toponimi femminili sono evidenziati in rosso, numerati ed elencati in un’apposita legenda. L’iniziativa nasce dall’impegno di Ursula Knopfle, Assessora alle Pari Opportunità, grazie alla quale i toponimi femminili a Friburgo sono saliti a circa 90 (il 22% su 400 in totale) tra vie, viali, piazze, scuole e corti: alcuni di essi sono riferiti a personaggi femminili scomparsi anche meno di dieci anni fa. La maggiore concentrazione di vie al femminile si trova nei quartieri periferici di Vauban e Rieselfeld, ove è possibile compiere veri e propri ‘percorsi di genere’: ci si muove tra vie, scuole e piazze intitolate alle donne di ogni epoca che si sono distinte nella lotta per i diritti civili, che hanno lottato contro l’ideologia nazista, o che sono rimaste vittime della persecuzione antisemita. Frau Knopfle continua a battersi perché la toponomastica femminile a Friburgo raggiunga almeno il 50% delle intitolazioni: la sua iniziativa rappresenta un eccezionale modello di “buona pratica”, già imitata da altre città tedesche, come Dresda e Berlino.
Foto: Filippo Altobelli – (Rieselfeld) Kathe Kollwitz (1867-1945) Pittrice, scultrice, stampatrice, litografa exilografa del filone espressionistico, di idee socialiste e pacifiste, s’impegnò soprattutto nellarappresentazione delle condizioni umane degli “ultimi” del suo tempo.
Foto: Filippo Altobelli – Rieselfeld – Hildegar Von Bingen (1098-1179) Monaca benedettina, anticonformista per i suoi tempi, studiò a lungo occupandosi di teologia, musica e medicina. Si dedicò alla predicazione più che alla clausura; fondò due monasteri, e divenne un’autorità all’interno della Chiesa.
Foto: Filippo Altobelli – Rieselfeld: Hanna Arendt (1906-1975) filosofa, politologa, storica e scrittrice di origini ebraiche, emigrò a New York nel 1940, a causa delle persecuzioni subite sotto il Nazismo. I suoi numerosi lavori riguardano la natura del potere, la politica, l’autorità e il totalitarismo.
Foto: Filippo Altobelli – Rieselfeld: Nelly Sachs (1891-1970) Scrittrice, di origini ebraiche, emigrò a Stoccolma durante il Nazismo; nel 1966 fu Premio Nobel per la letteratura, “per la sua lirica notevole e la scrittura drammatica, che interpreta il destino di Israele con forza toccante”.
Foto: Filippo Altobelli – Rieselfeld: Hedwig Dohm (1833-1919) fu una delle prime teoriche del femminismo radicale; nel 1870 pubblicò quattro saggi con cui chiedeva la parità giuridica, sociale ed economica tra uomini e donne. Nel 1873 fu tra i primi a richiedere il diritto di voto per le donne in Germania.
Foto: Filippo Altobelli – Rieselfeld: Bertha von Suttner (1843-1914) Nata a Praga, fu una scrittrice impegnata a favore del pacifismo radicale; la sua opera principale, ‘Giù le armi’, pubblicata nel 1889, le valse il primo Premio Nobel per la Pace nel 1905.
Foto: Filippo Altobelli – Vauban: Astrid Lindgren (1907-2002) nata a Vimmerby, in Svezia, amò la lettura e la scrittura sin da bambina; a 18 anni già collaborava con un giornale locale. Divenne autrice di racconti per l’infanzia, il più famoso dei quali è Pippi Calzelunghe, tradotto in oltre 70 lingue.
Foto: Filippo Altobelli – Vauban: Louise Otto Peters (1819-1895) Giornalista, letterata e femminista militante, all’inizio dei moti rivoluzionari del 1848 fondò il primo giornale tedesco al femminile, la ‘Gazzetta delle Donne’, e nel 1894 il gruppo femminista ’Associazione Generale delle donne tedesche’.
Foto: Filippo Altobelli – Vauban: Harriet Strauss (1872-1945) laureata in medicina, visse per un certo tempo a Friburgo, e oltre alla professione di medico svolse anche quella di scrittrice, pubblicando numerosi scritti contro l’ideologia nazista. Ciò le valse la censura da parte del governo del Reich.