Calendaria 2025 - Sonia Terk Delaunay

Sonia Terk Delaunay
Marialuisa Ravarini

Katarzyna Oliwia

 

«Protagonista femminile del Novecento europeo, capace di trasformare la quotidianità in arte» 

(Istituto centrale per la grafica)

«Il suo esteso ed eclettico corpo di lavori spazia da disegni e dipinti, illustrazioni e stampe, a scenografie, tessuti, mobili, vestiti e accessori. Per tutta la sua vita, Delaunay ha insistito perché non ci fossero discriminazioni tra le cosiddette arti maggiori e minori, tra arte “alta” e arte “bassa”. Tramite la sua pratica transdisciplinare Delaunay ha sfumato i contorni di queste differenti forme di arte e ha colmato il divario tra arte e vita quotidiana».

(fondazione Marconi)

Nata Sarah Stern in un piccolo villaggio dell’Ucraina 14 novembre 1885, da una umile famiglia di origini ebree, ancora bambina fu adottata dal benestante fratello della madre, Henri Terk, avvocato di successo, e dalla moglie Anna che non avevano figli e la preferirono ai due fratelli maschi perché particolarmente brillante.Con la nuova famiglia e con il nuovo nome di Sonia Terk, si trasferisce a San Pietroburgo e ha la possibilità di studiare presso le migliori scuole e di viaggiare. Nel 1903, in Germania segue un corso di disegno presso l’Accademia di Belle Arti di Karlsruhe e nel 1906 giunge a Parigi; è una delle poche donne in un mondo di uomini e le sue prime opere sono influenzate dalla pittura maschile: su tutti Paul Gauguin e Vincent Van Gogh. Nel 1908 espone nella galleria del tedesco Wilhelm Uhde che sposerà l’anno successivo: si dice un matrimonio di comodo per consentire a lei, donna, di dipingere ed esporre e a lui di mascherare la propria omosessualità. Nel 1910 divorzia e sposa l’uomo di cui si è innamorata, l’affermato pittore Robert Delaunay, con cui avrà presto un figlio e condividerà una intensa attività artistica: «in Robert ho trovato un poeta. Un poeta che non scrive con le parole, ma con i colori».

Ritmo sincopato (1967)

La coppia si stabilisce a Parigi, dove vive una intensa attività artistica che passa anche attraverso ricerche sul colore e sulla rifrazione della luce, e fonda l'Orfismo, corrente orientata alla ricerca della geometria posizionando i colori uno accanto all'altro ad accentuarne il contrasto. Nel 1914 si trasferiscono in Spagna dove rimangono durante tutta la Prima guerra mondiale. Sonia in questo periodo dipinge senza sosta e le viene dedicata una mostra personale. I colori e l’arte popolare della penisola Iberica le sono di grande ispirazione e evocano il suo amore per la lontana Ucraina. Nel 1917 la Rivoluzione Russa e la conseguente crisi economica che grava sulla famiglia adottiva pongono termine al supporto finanziario su cui Sonia aveva sempre potuto contare e la sua arte comincia a coniugarsi con l’artigianato per diventare una fonte di guadagno: è in questo periodo che comincia la sua produzione nel campo della moda e dei tessuti d’arredo e porta l’Orfismo oltre i limiti della pittura. Comincia con commesse nel campo del design, abiti di scena e decorazioni per interni. Pur continuando anche a dipingere col marito, questo nuovo filone artistico-artigianale segnerà la fortuna di Sonia rendendola una delle prime donne a creare tessuti e modelli moderni, veicolata attraverso l’atelier aperto a Madrid chiamato Laboratorio simultaneo, frequentato da signore alla moda.

Una delle creazioni di Sonia Delaunay

La Prima guerra mondiale aveva allontanato gli uomini dalle loro case e dal lavoro e il ruolo delle donne nella società stava cambiando, portandole nelle fabbriche e a gestire attività prima esclusivamente maschili: i tessuti e i modelli creati da Sonia si allontanano dal classico stile femminile, dando spazio a figure moderne, dinamiche, protagoniste indipendenti del loro tempo. Tornati a Parigi nel 1921, i coniugi Delaunay continuano a lavorare e sperimentare insieme, ma Sonia prosegue anche nel suo percorso creativo tutto personale. Per l’Esposizione internazionale delle arti e tecniche nella vita moderna del 1937, decoreranno due padiglioni dedicati uno al trasporto aereo e l’altro al trasporto ferroviario.

«Sonia Delaunay era molto attenta a come lanciarsi sul mercato e, quasi un secolo prima della nascita dei social media, l’artista sapeva esattamente come controllare la sua immagine. Lavorava a stretto contatto con certi fotografi, come Florence Henri e Germaine Krull, che erano soliti organizzare servizi fotografici di lei e le sue modelle, soprattutto di fronte a sfondi vivacemente variopinti». .

(fondazione Marconi)

Sonia è ormai famosa, ma non come meriterebbe poiché rimane pur sempre una donna! I curatori (uomini) delle mostre sono usi esporre l'arte delle donne in eventi o gallerie separate, non considerando il loro lavoro degno di essere affiancato alle opere dei colleghi artisti. Nonostante il femminismo abbia mosso i suoi passi dopo la Grande Guerra, la strada è ancora lunga: Sonia lotta per i diritti delle artiste, opponendosi alla separazione ingiusta tra le opere realizzate da uomini e quelle da donne. Nel 1941 muore Robert, dopo una lunga malattia, ma Sonia non si perde d’animo e continua nella sua produzione artistica. Nel 1964 riesce finalmente a ottenere una propria retrospettiva al Museo del Louvre, la prima dedicata a una donna! Non una mostra esclusivamente sua: l’esposizione riguarda anche il marito, ma con pari spazio e dignità. Sonia Delaunay ha ricevuto diversi premi, tra cui l’Ordine nazionale della Legion d’onore.

Grande icone, 1970 Ritmo, 1938

Nel suo libro L’influenza della pittura sulla moda, pubblicato nel 1927, si legge: «La sensibilità diretta dell'occhio fisso sulla natura cerca di riprodurre la moltitudine dei toni elementari la cui giustapposizione dà alla retina la sensazione di un colore unico. Una tinta che sembra uniforme è formata dall'insieme di una miriade di tinte diverse, percepibili solo all'occhio che sa vedere. È una visione atmosferica e non sintetica. È la scomposizione delle tinte in elementi multipli, presi dai colori del prisma, e quindi formati da elementi di colori puri». «Tutto è sentimento, tutto è vero. Il colore mi dona gioia», sono parole di Sonia in un'intervista con Jacques Damase (documentario di Patrick Raynaud, Prises de vue pour une monographie, 1972).

Rhythm No.2, Joy of Living, 1930, Robert Delaunay

Sonia Terk Delaunay si spegne a Parigi il 5 dicembre 1979; della sua intensa esperienza ci rimane un’importante eredità: «ha portato nell'arte una visione innovativa e creativa, ridefinendo il concetto stesso di "donna moderna" e tentando di rovesciare la separazione di genere in un mondo dominato dagli uomini». (Kira Reinke). «Si è sempre parlato di padri dell’astrattismo: nessuno cita mai le madri. Bisognerebbe riconoscere in Sonia Delaunay la fonte a cui hanno attinto artisti come Francois Morellet (arte concettuale), Alexander Calder (surrealismo e arte cinetica), Victor Vasarely (OP art) e Sol Lewitt (minimalismo), per non parlare dello stilista Missoni, che ha creato la propria cifra stilistica dedicando molte collezioni proprio alla Delaunay» (dal sito Ragazze di mezza stagione).


Traduzione francese

Lucrezia Pratesi

«Protagoniste féminine du XXe siècle européen, capable de transformer le quotidien en art.» 

(Istituto centrale per la grafica)

« Son vaste et éclectique corpus d’œuvres s’étend des dessins et peintures aux illustrations et estampes, jusqu’aux décors de théâtre, tissus, meubles, vêtements et accessoires. Tout au long de sa vie, Delaunay a insisté pour qu’il n’existe aucune discrimination entre les soi-disant arts majeurs et mineurs, entre art “noble” et art “populaire”. Par sa pratique transdisciplinaire, Delaunay a brouillé les frontières entre ces différentes formes d’art et comblé le fossé entre art et vie quotidienne.» 

(fondazione Marconi)

 Née Sarah Stern le 14 novembre 1885 dans un petit village d’Ukraine, au sein d’une modeste famille juive, elle fut, encore enfant, adoptée par le frère aisé de sa mère, Henri Terk, avocat prospère, et son épouse Anna, qui n’avaient pas d’enfants. Ils la préférèrent à ses deux frères car elle se montrait particulièrement vive et brillante. Avec sa nouvelle famille et son nouveau nom, Sonia Terk, elle s’installa à Saint-Pétersbourg, où elle eut la possibilité d’étudier dans les meilleures écoles et de voyager. En 1903, elle suivit en Allemagne un cours de dessin à l’Académie des Beaux-Arts de Karlsruhe, puis arriva à Paris en 1906. Dans ce monde encore dominé par les hommes, elle fut l’une des rares femmes artistes, et ses premières œuvres portèrent l’influence de la peinture masculine : notamment celle de Paul Gauguin et de Vincent van Gogh. En 1908, elle exposa à la galerie du marchand allemand Wilhelm Uhde, qu’elle épousa l’année suivante — un mariage de convenance, dit-on, qui permettait à Sonia, en tant que femme, de peindre et d’exposer librement, et à lui de dissimuler son homosexualité. En 1910, elle divorça et épousa l’homme qu’elle aimait, le peintre déjà renommé Robert Delaunay, avec lequel elle eut bientôt un fils et partagea une intense activité artistique: «En Robert, j’ai trouvé un poète. Un poète qui n’écrit pas avec des mots, mais avec des couleurs».

Rythme syncopé (1967)

Le couple s’installa à Paris, où il mena une vie artistique foisonnante, marquée par des recherches sur la couleur et la réfraction de la lumière, donnant naissance à l’Orphisme, un courant orienté vers la recherche géométrique et la juxtaposition des couleurs pour en accentuer les contrastes. En 1914, ils se réfugièrent en Espagne, où ils restèrent durant toute la Première Guerre mondiale. Pendant cette période, Sonia peignit sans relâche et bénéficia d’une exposition personnelle. Les couleurs et l’art populaire de la péninsule Ibérique furent pour elle une source d’inspiration majeure, évoquant son attachement à sa lointaine Ukraine. En 1917, la Révolution russe et la crise économique qui frappa sa famille adoptive mirent fin au soutien financier dont elle bénéficiait depuis toujours. Son art s’orienta alors vers l’artisanat pour devenir aussi un moyen de subsistance : c’est à cette époque qu’elle commença à produire des œuvres dans les domaines de la mode et du design textile, portant l’Orphisme au-delà des limites de la peinture. Elle reçut des commandes dans le design d’intérieur et la création de costumes de scène. Tout en continuant à peindre avec son mari, ce nouveau champ artistique et artisanal assura à Sonia sa renommée, faisant d’elle l’une des premières femmes à créer des tissus et des modèles modernes, diffusés à travers l’atelier qu’elle ouvrit à Madrid, appelé Laboratoire simultané, fréquenté par les femmes élégantes de l’époque.

Une des créations de Sonia Delaunay

La Première Guerre mondiale avait éloigné les hommes de leurs foyers et transformé la place des femmes dans la société : désormais actives dans les usines et à la tête d’entreprises autrefois exclusivement masculines. Les tissus et modèles créés par Sonia s’éloignaient du style féminin classique, donnant forme à des figures modernes, dynamiques et indépendantes — véritables protagonistes de leur temps. De retour à Paris en 1921, les Delaunay poursuivirent ensemble leurs recherches artistiques, mais Sonia continua également à développer son œuvre personnelle. Pour l’Exposition internationale des arts et techniques dans la vie moderne de 1937, ils décorèrent deux pavillons — l’un consacré au transport aérien, l’autre au transport ferroviaire.

«Sonia Delaunay était très attentive à la manière de se présenter sur le marché et, près d’un siècle avant l’ère des réseaux sociaux, elle savait déjà comment contrôler son image. Elle travaillait étroitement avec certaines photographes, comme Florence Henri et Germaine Krull, qui réalisaient des séances photo d’elle et de ses modèles devant des fonds vivement colorés». .

(fondazione Marconi)

Sonia était désormais célèbre, mais pas autant qu’elle l’aurait mérité — car elle restait avant tout une femme ! Les commissaires d’exposition (hommes) avaient pour habitude de présenter les artistes femmes dans des sections ou des galeries séparées, jugeant leurs œuvres indignes d’être exposées aux côtés de celles de leurs confrères. Malgré les premiers pas du féminisme après la Grande Guerre, le chemin restait long : Sonia se battit pour les droits des femmes artistes, dénonçant la séparation injuste entre les œuvres des hommes et celles des femmes. En 1941, Robert mourut après une longue maladie, mais Sonia ne se laissa pas abattre et poursuivit son travail artistique. En 1964, elle obtint enfin une rétrospective au Musée du Louvre, la première jamais consacrée à une femme ! Ce n’était pas une exposition exclusivement sienne, mais elle partageait avec son mari un espace égal et une même reconnaissance. Sonia Delaunay reçut plusieurs distinctions, dont l’Ordre national de la Légion d’honneur.

Grandes icônes, 1970 Rythme, 1938

Dans son ouvrage L’influence de la peinture sur la mode (1927), on peut lire: «La sensibilité directe de l’œil fixé sur la nature cherche à reproduire la multitude des tons élémentaires dont la juxtaposition donne à la rétine la sensation d’une couleur unique. Une teinte qui semble uniforme est en réalité formée d’une myriade de nuances différentes, perceptibles seulement à l’œil qui sait voir. C’est une vision atmosphérique et non synthétique. C’est la décomposition des teintes en éléments multiples, tirés des couleurs du prisme, et donc formés d’éléments de couleurs pures». Et dans une interview accordée à Jacques Damase (documentaire de Patrick Raynaud, Prises de vue pour une monographie, 1972), elle affirma : «Tout est sentiment, tout est vérité. La couleur m’apporte la joie».

Rythme n°2, Joie de vivre, 1930, Robert Delaunay

Sonia Terk Delaunay s’éteignit à Paris le 5 décembre 1979. De son intense parcours nous reste un héritage essentiel : « Elle a apporté à l’art une vision novatrice et créative, redéfinissant le concept même de “femme moderne” et cherchant à renverser la séparation des genres dans un monde dominé par les hommes. » (Kira Reinke). «On parle toujours des “pères” de l’abstraction : personne ne mentionne jamais les “mères”. Il faudrait reconnaître en Sonia Delaunay la source dont se sont inspirés des artistes comme François Morellet (art conceptuel), Alexander Calder (surréalisme et art cinétique), Victor Vasarely (op art) et Sol Lewitt (minimalisme), sans oublier le styliste Missoni, qui a élaboré son propre style en dédiant plusieurs collections à Delaunay». (site Ragazze di mezza stagione).


Traduzione spagnola

Laura Cavallaro

«Protagonista femenina del siglo XX europeo, capaz de transformar la vida cotidiana en arte» 

(Istituto centrale per la grafica)

«Su extenso y ecléctico cuerpo de obras abarca desde dibujos y pinturas, ilustraciones y grabados hasta escenografías, tejidos, muebles, vestidos y accesorios. A lo largo de toda su vida, Delaunay insistió en que no existieran discriminaciones entre las llamadas artes mayores y menores, entre el arte “alto” y el arte “bajo”. A través de su práctica transdisciplinar, Delaunay difuminó los contornos de estas diferentes formas de arte y cerró la brecha entre el arte y la vida cotidiana». 

(fondazione Marconi)

Nació Sarah Stern en un pequeño pueblo de Ucrania el 14 de noviembre de 1885, en el seno de una humilde familia de origen judío. Siendo aún niña fue adoptada por el adinerado hermano de su madre, Henri Terk, un exitoso abogado, y su esposa Anna, que no tenían hijos y la prefirieron a sus dos hermanos varones por ser especialmente brillante. Con su nueva familia, y bajo su nuevo nombre de Sonia Terk, se trasladó a San Petersburgo, donde tuvo la posibilidad de estudiar en las mejores escuelas y de viajar. En 1903 asistió a un curso de dibujo en la Academia de Bellas Artes de Karlsruhe (Alemania) y en 1906 llegó a París. Era una de las pocas mujeres en un mundo de hombres, y sus primeras obras estaban influenciadas por pintores masculinos, especialmente por Paul Gauguin y Vincent Van Gogh. En 1908 expuso en la galería del alemán Wilhelm Uhde, con quien se casaría al año siguiente. Se dice que fue un matrimonio de conveniencia: a ella le permitía, como mujer, pintar y exponer, y a él ocultar su homosexualidad. En 1910 se divorció y se casó con el hombre del que se había enamorado, el reconocido pintor Robert Delaunay, con quien pronto tuvo un hijo y compartió una intensa actividad artística: «En Robert encontré a un poeta. Un poeta que no escribe con palabras, sino con colores».

Ritmo sincopado (1967)

La pareja se estableció en París, donde desarrolló una intensa labor artística que incluía investigaciones sobre el color y la refracción de la luz. Juntos fundaron el Orfismo, una corriente artística orientada hacia la búsqueda geométrica mediante la colocación de colores uno junto a otro para acentuar el contraste. En 1914 se trasladaron a España, donde permanecieron durante toda la Primera Guerra Mundial. Durante ese periodo, Sonia pintó sin descanso y se le dedicó una exposición individual. Los colores y el arte popular de la península ibérica fueron para ella una gran fuente de inspiración, evocando también su amor por su lejana Ucrania. En 1917, la Revolución Rusa y la consecuente crisis económica que afectó a su familia adoptiva pusieron fin al apoyo financiero del que Sonia siempre había disfrutado y su arte comenzó a fusionarse con la artesanía para convertirse en una fuente de ingresos: fue entonces cuando inició su producción en el ámbito de la moda y los tejidos decorativos, llevando el orfismo más allá de los límites de la pintura. Comenzó con encargos en el campo del diseño, el vestuario escénico y la decoración de interiores. Aunque continuó pintando junto a su marido, esta nueva vertiente artístico-artesanal marcó el éxito de Sonia, convirtiéndola en una de las primeras mujeres en crear tejidos y modelos modernos, a través del taller que abrió en Madrid llamado Laboratorio Simultáneo, frecuentado por mujeres a la page.

Una de las creaciones de Sonia Delaunay

La Primera Guerra Mundial había alejado a los hombres de sus hogares y del trabajo, y el papel de las mujeres en la sociedad estaba cambiando, llevándolas a las fábricas y a dirigir actividades antes exclusivamente masculinas: los tejidos y diseños creados por Sonia se alejaban del estilo femenino tradicional, dando espacio a figuras modernas, dinámicas, protagonistas independientes de su tiempo. De regreso en París en 1921, los Delaunay continuaron trabajando y experimentando juntos, pero Sonia siguió también su propio camino creativo. Para la Exposición Internacional de las Artes y las Técnicas de la Vida Moderna de 1937, decoraron dos pabellones: uno dedicado al transporte aéreo y otro al transporte ferroviario.

«Sonia Delaunay era muy consciente de cómo proyectarse en el mercado y, casi un siglo antes del nacimiento de las redes sociales, sabía exactamente cómo controlar su imagen. Trabajaba estrechamente con ciertas fotógrafas, como Florence Henri y Germaine Krull, que solían organizar sesiones fotográficas de ella y sus modelos, sobre todo frente a fondos vivamente coloridos». (Fondazione Marconi).

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(fondazione Marconi)

Sonia ya era famosa, aunque no tanto como merecía, pues seguía siendo una mujer. Los organizadores (hombres) de las exposiciones solían mostrar el arte de las mujeres en eventos o galerías separadas, sin considerar su obra digna de exponerse junto a la de sus colegas varones. Aunque el feminismo había comenzado a dar sus primeros pasos tras la Gran Guerra, el camino era aún largo: Sonia luchó por los derechos de las artistas, oponiéndose a la injusta separación entre las obras realizadas por hombres y por mujeres. En 1941 murió Robert tras una larga enfermedad, pero Sonia no se desanimó y continuó con su producción artística. En 1964 logró finalmente obtener una retrospectiva propia en el Museo del Louvre, ¡la primera dedicada a una mujer! No fue una muestra exclusivamente suya: la exposición incluía también obras de su marido, pero con igual espacio y reconocimiento. Sonia Delaunay recibió diversos premios, entre ellos la Orden Nacional de la Legión de Honor.

Grandes iconos, 1970 Ritmo, 1938

En su libro La influencia de la pintura en la moda (1927) escribió: «La sensibilidad directa del ojo fijo en la naturaleza busca reproducir la multitud de tonos elementales cuya yuxtaposición da a la retina la sensación de un color único. Un tono que parece uniforme está formado por una miríada de tonalidades diferentes, perceptibles solo para el ojo que sabe ver. Es una visión atmosférica y no sintética. Es la descomposición de los tonos en elementos múltiples, tomados de los colores del prisma y, por lo tanto, formados por elementos de colores puros». «Todo es sentimiento, todo es verdad. El color me da alegría», son las palabras de Sonia en una entrevista con Jacques Damase (documental de Patrick Raynaud, Prises de vue pour une monographie, 1972).

Ritmo No.2, Alegría de vivir, 1930, Robert Delaunay

Sonia Terk Delaunay murió en París el 5 de diciembre de 1979. De su intensa trayectoria nos queda un legado fundamental: «Llevó al arte una visión innovadora y creativa, redefiniendo el propio concepto de “mujer moderna” y tratando de derribar la separación de género en un mundo dominado por los hombres». (Kira Reinke). «Siempre se ha hablado de los padres del arte abstracto, pero nadie menciona a las madres. Debería reconocerse en Sonia Delaunay la fuente de la que bebieron artistas como François Morellet (arte conceptual), Alexander Calder (surrealismo y arte cinético), Victor Vasarely (OP art) y Sol LeWitt (minimalismo), por no hablar del diseñador Missoni, que creó su propio estilo dedicando muchas de sus colecciones precisamente a Delaunay» (de la página web Ragazze di mezza stagione).


Traduzione inglese

Syd Stapleton

«Female protagonist of twentieth-century Europe, capable of transforming the everyday into art» 

(Istituto centrale per la grafica)

«Her extensive and eclectic body of work ranges from drawings and paintings, illustrations and prints, to stage sets, textiles, furniture, clothing and accessories. Throughout her life, Delaunay insisted that there be no discrimination between the so-called major and minor arts, between "high" and "low" art. Through her transdisciplinary practice Delaunay blurred the contours of these different art forms and bridged the gap between art and everyday life». 

(fondazione Marconi)

Born Sarah Stern in a small village in Ukraine Nov. 14, 1885, to a humble family of Jewish descent, while still a child she was adopted by her mother's wealthy brother Henri Terk, a successful lawyer, and his wife Anna, who had no children and preferred her to her two brothers because she was particularly bright. With her new family and under her new name of Sonia Terk, she moved to St. Petersburg and had the opportunity to study at the best schools and travel. In 1903, in Germany she took a drawing course at the Academy of Fine Arts in Karlsruhe, and in 1906 she arrived in Paris. She was one of the few women in a world of men, and her early works were influenced by male painting, above all by Paul Gauguin and Vincent Van Gogh. In 1908 she exhibited in the gallery of the German Wilhelm Uhde, whom she married the following year - said to be a marriage of convenience to allow her, a woman, to paint and exhibit and him to mask his homosexuality. In 1910 she divorced him and married the man she had fallen in love with, the accomplished painter Robert Delaunay, with whom she would soon have a son and share an intense artistic activity. «In Robert I found a poet. A poet who does not write with words, but with colors».

Syncopated Rhythm (1967)

The couple settled in Paris, where they experienced an intense artistic activity that also included research on color and the refraction of light, and founded Orphism, a current oriented toward the search for geometry by placing colors next to each other to accentuate their contrast. In 1914 they moved to Spain where they remained throughout the First World War. Sonia painted nonstop during this period and a solo exhibition was dedicated to her. The colors and folk art of the Iberian Peninsula were a great inspiration to her and evoked her love for the distant Ukraine. In 1917 the Russian Revolution and the ensuing economic crisis affecting her adoptive family put an end to the financial support that Sonia had always been able to count on, and her art began to combine with crafts to become a source of income. It was during that period that she began her production in the field of fashion and furnishing fabrics ,and took Orphism beyond the limits of painting. She began with commissions in the field of design, stage costumes and interior decoration. While also continuing to paint with her husband, this new artistic-craft strand would mark Sonia's fortunes by making her one of the first women to create modern fabrics and patterns, conveyed through the atelier she opened in Madrid called the Labratorio Simultaneo, frequented by fashionable ladies.

One of Sonia Delaunay’s creations

World War I had displaced men from their homes and work, and women's role in society was changing, bringing them into factories and into previously exclusively male-dominated activities. The fabrics and patterns created by Sonia moved away from the classic feminine style, making room for modern, dynamic figures, independent protagonists of their time. Back in Paris in 1921, Mr. and Mrs. Delaunay continued to work and experiment together, but Sonia also continued on her own entirely personal creative path. For the 1937 International Exhibition of Arts and Techniques in Modern Life, they decorated two pavilions - one dedicated to air transportation and the other to rail transportation.

«Sonia Delaunay was very careful about how to market herself, and almost a century before the birth of social media, the artist knew exactly how to control her image. She worked closely with certain photographers, such as Florence Henri and Germaine Krull, who used to arrange photo shoots of her and her models, especially in front of vividly colored backgrounds».  

(fondazione Marconi)

Sonia became famous, but not as she deserved since she still remained a woman! Curators of exhibitions (men) were used to displaying women's art in separate events or galleries, not considering their work worthy of being placed alongside the works of fellow male artists. Although feminism took some steps after the Great War, it still had a long way to go. Sonia fought for the rights of women artists, opposing the unfair separation between works made by men and those made by women. In 1941 Robert died after a long illness, but Sonia did not lose heart and continued in her artistic production. In 1964 she finally managed to get her own retrospective at the Louvre Museum, the first one dedicated to a woman! Not an exhibition exclusively hers - the exhibition also concerned her husband, but with equal space and dignity. Sonia Delaunay received several awards, including the National Order of the Legion of Honor.

Large icons, 1970 Rhythm, 1938

In her book The Influence of Painting on Fashion, published in 1927, we read, «The direct sensitivity of the eye fixed on nature seeks to reproduce the multitude of elemental tones whose juxtaposition gives the retina the sensation of a single color. A hue that seems uniform is formed by the combination of a myriad of different hues, perceptible only to the eye that knows how to see. It is atmospheric and not synthetic vision. It is the decomposition of hues into multiple elements, taken from the colors of the prism, and thus formed from elements of pure colors.» «Everything is feeling, everything is true. Color gives me joy» are Sonia's words in an interview with Jacques Damase (Patrick Raynaud's documentary, Prises de vue pour une monographie, 1972).

Rhythm No.2, Joy of Living, 1930, Robert Delaunay

Sonia Terk Delaunay passed away in Paris on December 5, 1979. Of her intense experience, we are left with an important legacy: «she brought to art an innovative and creative vision, redefining the very concept of the 'modern woman' and attempting to overthrow the separation of gender in a world dominated by men». (Kira Reinke).«People have always talked about the fathers of abstractionism: no one ever mentions the mothers. One should recognize Sonia Delaunay as the source from which artists such as Francois Morellet (conceptual art), Alexander Calder (surrealism and kinetic art), Victor Vasarely (OP art) and Sol Lewitt (minimalism) drew, not to mention the fashion designer Missoni, who created his own stylistic signature by dedicating many collections precisely to Delaunay» (from the website Ragazze di mezza stagione).