Calendaria 2025 - Giovanna Garzoni

Giovanna Garzoni
Nicole Maria Rana

Viola Gesmundo

 

Giovanna Garzoni è stata una miniaturista nata ad Ascoli Piceno nel 1600 e morta a Roma nel febbraio 1670. La sua bravura le viene da subito riconosciuta: per primo Carlo Ridolfi, scrittore e pittore italiano, parla di lei nel volume Le Maraviglie dell'arte, ovvero Le vite degli Illustri Pittori Veneti e dello Stato. Durante la vita e successivamente, dopo la morte, verrà elogiata senza indugio e apprezzata per la tecnica finissima. Come avveniva di consueto all’epoca, le donne impegnate nell’arte ricoprivano un ruolo inedito e quasi inaccessibile: a predominare nell’ambito, non ci stupisce, erano gli uomini. Lo studio delle arti non era una scelta comune per le giovani la cui vita poteva essere votata all’attività ecclesiastica o alla casa. Era normale, infatti, che le figure femminili della famiglia si dedicassero alla pittura solamente in convento, nel caso in cui avessero preso i voti, e che le raffigurazioni fossero in larga prevalenza a scopo devozionale; negli altri rari casi in cui non fosse stato scelto il percorso religioso, le figlie di proprietari di botteghe o di maestri erano costrette, secondo le informazioni a noi pervenute, a vestire con abiti considerati maschili per poter accedere a questo tipo di mestiere, camuffando quindi la loro identità.

Ritratto di Giovanna Garzoni, di Carlo Maratti, circa 1665, Ascoli Piceno, Pinacoteca Civica.

La dirompenza e la temerarietà – o meglio, la personale necessità e aspirazione – di valicare i confini di un’epoca che vedeva (nella maggior parte dei casi) le donne o suore o madri, si incarna in figure come quella di Giovanna Garzoni che decide di intraprendere una strada alternativa: il suo lavoro conta molte opere di diversa tipologia fra cui tele, stampe, miniature su pergamena e tessuti; divenne eccellente nella riproduzione di nature morte, senza tralasciare opere a carattere mitologico e ritratti. Questo ricco bagaglio di conoscenze e abilità affonda le radici in una fitta rete parentale e di amicizie; dopotutto della sua famiglia non si conosce molto ma ciò che è emerso ha portato alla luce dati rilevanti nell’ottica della formazione della miniaturista: sua madre proveniva infatti da una famiglia di orafi e le basi del disegno le furono impartite dallo zio Pietro Gaia, figura molto attiva ad Ascoli Piceno, e che a sua volta era stato seguace di Palma il Giovane, importante esponente della Scuola veneta. Garzoni, quanto la sua famiglia prima di lei fra Marche e Veneto, prese a viaggiare sin da giovane: una delle prime tracce la vede a Venezia prima dei trent’anni con suo fratello Mattio; durante questo soggiorno avrebbe seguito un corso di calligrafia di Giacomo Rogni dove compose il Libro de’ caratteri cancellereschi corsivi. Quest’opera ha la straordinaria capacità di rendere esplicita la relazione fra la calligrafia e i dipinti realizzati dalla pittrice cosmopolita: il volume tratta di un particolare stile calligrafico sviluppato in Italia, formato da lettere oblique ascendenti e discendenti e dalle linee sporgenti.

Nel Libro si possono trovare testi di tipo religioso e storico, ma anche un epistolario che conta alcune lettere indirizzate a molteplici persone: vengono qui intrecciate le immagini a caratteri calligrafici, come è possibile notare nella resa grafica di una nave che spicca fra le pagine. Ed è proprio in tal caso che abbiamo la possibilità di vedere l’immensa sete di erudizione della calligrafa: in uno studio pubblicato da Aoife Cosgrove nell’anno accademico 2018/2019, la ricercatrice si focalizza sul documento ora preso in esame, cercando più notizie sull’educazione e sulla relazione di Garzoni con altre figure dell’epoca che potevano aver contribuito alla sua preparazione; oltre alla formazione con Rogni, Cosgrove evidenzia il legame con un calligrafo olandese di nome Jan van de Velde, detto il Vecchio: dall’attenta analisi della studiosa, troviamo, sul frontespizio di un pubblicazione nel 1605 del maestro, il disegno di una nave che appare incredibilmente simile a quello presente nel manuale di Garzoni.

Galeone in mare, 1617-1622 circa, di Giovanna Garzoni. in Libro de' Caratteri Cancellereschi Corsivi, Folio 44r. Inchiostro nero su carta preparata; 11 3/8 pollici per 8 1/8 pollici. Accademia Nazionale di San Luca, Roma

La maturità artistica raggiunta da questa sublime protagonista del Seicento si rende evidente nel perseguimento di uno stile raffinato ma fortemente espressivo, che conferisce alle sue creazioni pittoriche la sensazione di star osservando qualcosa di verosimilmente vivo, reale. È questo l’esempio della creatività sul Libro dove, ad adornare le parole, già mirabilmente impresse su carta, spuntano uccellini, fiori e delicate rappresentazioni che assai somigliano ai suoi quadri di oggetti inanimati: è possibile osservare una superba organizzazione compositiva, dove al centro è presente un elemento caratterizzante attorno a cui ruotano altri dettagli ornamentali. Il risultato di questo lavoro certifica l’eccezionale capacità raggiunta dall’artista che le ha permesso di affinare la raffigurazione ed elaborare uno registro calligrafico degno di nota. Garzoni vivrà in diverse città italiane fra cui la già citata Venezia, poi Napoli, Roma e Firenze, soggiornando in queste ultime due durante la fase più adulta della sua vita. Sembra possibile però, data la stretta connessione delle sue opere con lo stile d’Oltralpe, che sia stata anche in Francia, probabilmente pure in Inghilterra: del periodo che va dall’anno 1637 al 1641 non c’è traccia ma è facile ricondurre il percorso garzoniano a quello di correnti quali quelle inglese e fiamminga, di cui diventa probabile abbia fatto esperienza diretta. In particolare, possiamo rintracciare delle somiglianze con la ritrattistica inglese di John Hoskins il Vecchio (anch’egli inserito nella tradizione miniaturistica, in epoca elisabettiana), in dettagli nelle nature morte che rimandano al disegno francese del tempo ma soprattutto, come si è già visto, alla cultura figurativa fiamminga di cui effettua un’interessante rielaborazione: se l’attenzione degli olandesi, tra gli altri elementi, si concentra sulla disseminazione dei particolari, l’artista italiana li organizza in gabbie che li contengono e li dispongono nell’orbita dell’oggetto principale, un’impostazione che ci riporta immediatamente al Libro de’ caratteri cancellereschi corsivi.

Dopo aver ripercorso la sua carriera calligrafica e pittorica, è doveroso concentrarsi anche sulle miniature realizzate in età matura fra Firenze e Roma, che confermarono il prestigio ottenuto durante gli anni passati: in tali opere, che mescolano le tecniche e gli stili appresi nelle esperienze precedenti, la padronanza e un personale rigore compositivo si incontrano, dando come risultato miniature incantevoli di bouquet di fiori e piatti di frutta, in cui la luce accarezza gli oggetti in maniera delicata ma vibrante: nelle sue raffigurazioni è semplice rintracciare dei soggetti che si ripetono e compongono variazioni di un tema comune; dopotutto, la perizia di questa eccelsa protagonista seicentesca si vede nello studio approfondito del mondo naturale e botanico che riproduce con attenzione scientifica. Nel complesso le sue opere sono contraddistinte da uno stampo chiaro e limpido che propone su tela nature morte che vengono concepite per riprodurre i diversi stadi del ciclo di vita delle piante, come se fossero analizzate in laboratorio.

Giovanna Garzoni – Natura morta con fichi Natura morta, tempera su pergamena, 1660

Le sue abilità furono apprezzate largamente: fu chiamata al servizio del viceré F. Alfán de Ribera duca di Alcalà a Napoli, successivamente la duchessa di Savoia, Cristina di Francia, la richiese presso la corte sabauda, come più tardi accadde con la famiglia dei Medici a Firenze, la cui collaborazione fu duratura e rimarchevole. La città toscana, cruciale nel percorso di Garzoni, è diventata casa di un cospicuo numero di sue opere che si trovano presso la Galleria degli Uffizi, il Gabinetto Disegni e Stampe e la Galleria Palatina: sono esposti ritratti, vasi e dipinti di straordinario pregio; altri prodotti del suo talento sono conservati a Roma nell’Accademia Nazionale di San Luca, a Venezia nelle Gallerie dell’Accademia e a Torino nel Palazzo Reale: tappe culturali e turistiche conosciute che, come nel caso delle opere di Giovanna Garzoni, conservano tesori inaspettati da scoprire.


Traduzione francese

Ibtisam Zaazoua

 

Giovanna Garzoni est une miniaturiste née à Ascoli Piceno en 1600 et morte à Rome en février 1670. Son talent a été reconnu dès le début : Carlo Ridolfi, écrivain et peintre italien, parle d'elle dans son ouvrage Le Meraviglie dell'arte, ovvero Le vite degli Illustri Pittori Veneti e dello Stato. Tout au long de sa vie et après sa mort, elle a été louée sans hésitation et admirée pour sa technique extrêmement fine. Comme cela se passait souvent à l’époque, les femmes engagées dans l’art occupaient un rôle inédit et presque inaccessible : il n’est pas surprenant que ce soient les hommes qui dominaient ce domaine. L’étude des arts n’était pas un choix courant pour les jeunes filles, dont la vie pouvait être consacrée à la vie religieuse ou à la maison. Il était en effet normal que les femmes de la famille se consacrent à la peinture uniquement si elles entraient dans un couvent, et que leurs œuvres soient principalement à but dévotionnel. Dans les rares cas où elles ne choisissaient pas la voie religieuse, les filles de propriétaires de boutiques ou de maîtres étaient souvent obligées, selon les informations dont nous disposons, de porter des vêtements considérés comme masculins pour pouvoir accéder à ce type de métier, dissimulant ainsi leur identité.

Portrait de Giovanna Garzoni, de Carlo Maratti, vers 1665, Ascoli Piceno, Pinacothèque Civique.

L’audace et la détermination – ou plutôt, le besoin personnel et l’aspiration – de franchir les frontières d’une époque qui voyait (dans la plupart des cas) les femmes soit religieuses, soit mères, se manifestent dans des figures comme celle de Giovanna Garzoni, qui décide de suivre une voie différente : son travail comprend de nombreuses œuvres de types variés, notamment des toiles, des gravures, des miniatures sur parchemin et des tissus. Elle devient excellente dans la reproduction de natures mortes, sans négliger les œuvres à caractère mythologique et les portraits. Ce riche bagage de connaissances et de compétences trouve ses racines dans un réseau familial et amical très dense. Bien que l’on ne sache pas grand-chose sur sa famille, ce qui a été découvert a permis de mettre en lumière des éléments importants pour la formation de la miniaturiste : sa mère venait d’une famille d’orfèvres, et les bases du dessin lui ont été enseignées par son oncle Pietro Gaia, une figure très active à Ascoli Piceno, qui était lui-même un suiveur de Palma il Giovane, un important représentant de l’école vénitienne. Garzoni, tout comme sa famille avant elle entre les Marches et la Vénétie, commence à voyager dès son jeune âge : l’une des premières traces la montre à Venise avant ses trente ans avec son frère Mattio ; pendant ce séjour, elle suit un cours de calligraphie avec Giacomo Rogni et compose le Libro de’ caratteri cancellereschi corsivi. Cet ouvrage a la capacité extraordinaire de rendre explicite la relation entre la calligraphie et les peintures réalisées par la peintre cosmopolite : le volume traite d’un style particulier de calligraphie développé en Italie, composé de lettres obliques ascendantes et descendantes, avec des lignes saillantes.

Dans ce livre, on trouve des textes religieux et historiques, mais aussi une correspondance comprenant plusieurs lettres adressées à diverses personnes : ici, les images sont mêlées aux caractères calligraphiques, comme on peut le voir dans la représentation graphique d’un navire qui se distingue parmi les pages. Et c’est dans ce cas que nous avons la possibilité de voir l’immense soif d’érudition de la calligraphe : dans une étude publiée par Aoife Cosgrove en 2018/2019, la chercheuse se concentre sur ce document, cherchant plus d’informations sur l’éducation de Garzoni et ses relations avec d’autres figures de l’époque qui auraient pu contribuer à sa préparation ; au-delà de la formation avec Rogni, Cosgrove met en évidence le lien avec un calligraphe néerlandais nommé Jan van de Velde, dit le Vieux : grâce à l’analyse attentive de la chercheuse, on trouve, sur le frontispice d’une publication de 1605 du maître, un dessin d’un navire qui ressemble étonnamment à celui présent dans le manuel de Garzoni.

Galeon en mer, vers 1617–1622, de Giovanna Garzoni. Dans le Libro de’ Caratteri Cancellereschi Corsivi, Folio 44r. Encre noire sur papier préparé; 11 3/8 pouces sur 8 1/8 pouces. Académie Nationale de San Luca, Rome.

La maturité artistique de cette figure sublime du XVIIe siècle se manifeste dans la recherche d’un style raffiné mais fortement expressif, qui donne à ses créations picturales la sensation d’observer quelque chose de vraisemblablement vivant, réel. C’est l’exemple de la créativité dans le Livre où, pour orner les mots, déjà magnifiquement inscrits sur le papier, apparaissent des oiseaux, des fleurs et des représentations délicates qui ressemblent beaucoup à ses tableaux d’objets inanimés : il est possible de voir une superbe organisation compositionnelle, où un élément central est entouré de détails ornementaux. Le résultat de ce travail témoigne de l’extraordinaire capacité atteinte par l’artiste, qui lui a permis d’affiner la représentation et de développer un registre calligraphique remarquable. Garzoni vit dans plusieurs villes italiennes, dont la déjà mentionnée Venise, puis Naples, Rome et Florence, séjournant dans ces deux dernières pendant la phase la plus adulte de sa vie. Il semble cependant possible, en raison de la forte connexion de ses œuvres avec le style d’Outre-Manche, qu’elle ait aussi été en France, probablement aussi en Angleterre : il n’y a pas de traces du période de 1637 à 1641, mais il est facile de relier le parcours de Garzoni à des courants comme ceux de l’Angleterre et des Flandres, auxquels elle a probablement eu une expérience directe. En particulier, on peut retrouver des similitudes avec le portraitisme anglais de John Hoskins le Vieux (également inscrit dans la tradition de la miniature à l’époque élisabéthaine), dans les détails des natures mortes qui rappellent le dessin français de l’époque, mais surtout, comme on l’a déjà vu, avec la culture figurative flamande, qu’elle réélabore de manière intéressante : si l’attention des Néerlandais se concentre sur la dispersion des détails, l’artiste italienne les organise en cages qui les contiennent et les dispose autour de l’objet principal, une approche qui nous ramène immédiatement au Libro de’ caratteri cancellereschi corsivi.

Après avoir retracé sa carrière calligraphique et picturale, il est également important de se concentrer sur les miniatures réalisées à un âge plus avancé entre Florence et Rome, qui ont confirmé le prestige qu’elle avait acquis au cours des années précédentes : dans ces œuvres, qui mélangent les techniques et les styles appris lors des expériences passées, la maîtrise et une rigueur personnelle se rencontrent, donnant comme résultat des miniatures enchanteresses de bouquets de fleurs et de plats de fruits, où la lumière caresse les objets de manière délicate mais vibrante : dans ses représentations, il est facile de retrouver des sujets qui se répètent et composent des variations d’un même thème ; après tout, la compétence de cette grande figure du XVIIe siècle se manifeste dans l’étude approfondie du monde naturel et botanique qu’elle reproduit avec une précision scientifique. Dans l’ensemble, ses œuvres se distinguent par une touche claire et limpide qui propose sur toile des natures mortes conçues pour reproduire les différents stades du cycle de vie des plantes, comme si elles étaient étudiées en laboratoire.

Giovanna Garzoni – Nature morte avec des figues Nature morte, tempera sur parchemin, 1660

Ses compétences ont été largement appréciées : elle a été appelée à servir le vice-roi F. Alfán de Ribera, duc d’Alcalà à Naples, puis la duchesse de Savoie, Cristina de France, l’a demandée à la cour savoyarde, comme cela s’est produit plus tard avec la famille des Médicis à Florence, avec qui elle a entretenu une collaboration durable et remarquable. La ville toscane, cruciale dans le parcours de Garzoni, est devenue la maison d’un grand nombre de ses œuvres, qui se trouvent à la Galerie des Offices, au Cabinet des Dessins et Gravures et à la Galerie Palatine : des portraits, des vases et des tableaux de grand prix sont exposés ; d’autres produits de son talent sont conservés à Rome à l’Académie Nationale de San Luca, à Venise aux Galeries de l’Académie et à Turin au Palais Royal : des étapes culturelles et touristiques connues qui, comme dans le cas des œuvres de Giovanna Garzoni, conservent des trésors inattendus à découvrir.


Traduzione spagnola

Erika Incatasciato

 

Giovanna Garzoni fue una miniaturista que nació en 1600 en Ascoli Piceno y murió en Roma en febrero de 1670. Su maestría fue reconocida inicialmente por Carlo Ridolfi, escritor y pintor italiano, quien la nombró en su libro Le Maraviglie dell'arte, ovvero Le vite degli Illustri Pittori Veneti e dello Stato. A lo largo de su vida y posteriormente, tras su muerte, siempre fue elogiada y apreciada por su fina técnica. Como era habitual en esa época, las mujeres que se dedicaban al arte desempeñaban un papel inédito e inaccesible: no sorprende pues que fueran los hombres quienes predominaban en este ámbito. El estudio de las artes no era una opción común para las jóvenes, que podían dedicar su vida a la actividad eclesiástica o a la familia. De hecho, era normal que las mujeres solo se dedicaran a la pintura en el convento, en caso de haber hecho los votos, y que sus representaciones fueran en gran parte con fines devocionales; en los otros raros casos en que no se tratara de religiosas, según la información que nos ha llegado, como las hijas de propietarios de talleres o de maestros estaban obligadas a vestir ropa considerada masculina para acceder a este tipo de oficio, disfrazando así su identidad.

Retrato de Giovanna Garzoni, de Carlo Maratti, alrededor de 1665, Ascoli Piceno, Pinacoteca Cívica.

La audacia y la temeridad –o mejor dicho, la necesitad personal y la aspiración– de cruzar los límites de una época que (en la mayoría de los casos) veía en las mujeresa o monjas o madre se encarnan en figuras como la de Giovanna Garzoni, que decidió tomar otro camino: su trabajo cuenta con obras de diferentes tipos entre los cuales se incluyen telas, estampas, miniaturas en pergamino y tejidos; alcanzó la excelencia en la reproducción de bodegones, sin descuidar obras de carácter mitológico y retratos. Este rico bagaje de conocimientos y habilidades tuvo raíces en una densa red parental y de amistades; de todos modos, de su familia no se sabe mucho, pero lo que se ha averiguado aporta datos relevantes respecto a su formación como miniaturista: su madre descendía de una familia de orfebres y recibió las bases del dibujo de su tío Pietro Gaia, figura muy activa en Ascoli Piceno, quien a su vez fue seguidor de Palma el Joven, importante exponente de la Escuela Veneciana. Al igual que su familia viajó entre las Marcas y el Véneto antes que ella, Garzoni comenzó a viajar desde joven: una de las primeras pistas la ubica en Venecia antes de los treinta años con su hermano Mattio; durante esta estancia, parece que tomó un curso de caligrafía de Giacomo Rogni, durante el cual realizó el libro Caratteri Cancellereschi Corsivi. Dicha obra tiene la extraordinaria habilidad de explicitar la relación entre la caligrafía y las pinturas realizadas por la pintora cosmopolita: el volumen trata de un particular estilo de caligrafía desarrollado en Italia, formado por letras oblicuas ascendientes y descendientes y líneas sobresalientes.

En el libro se pueden encontrar tanto textos de género religioso e histórico como un epistolario que cuenta con algunas cartas dirigidas a varias personas: aquí las imágenes se entrelazan con caracteres caligráficos, como podemos ver en la representación gráfica de un barco que destaca entre las páginas. Y precisamente en este caso tenemos la oportunidad de aprecar la inmensa sed de erudición de la caligrafa: en un estudio publicado por Aoife Cosgrove en el año académico 2018/2019, esta investigadora se centró en el documento examinado y buscó más noticias sobre la educación y la relación que tenía Garzoni con otras figuras de la época que pudieron haber contribuido a su preparación; además de la formación con Rogni, Cosgrove destacó la conexión con un calígrafo holandés llamado Jan van de Velde conocido como El Viejo: según el análisis atento de la investigadora, el dibujo de un barco en el frontispicio de una publicación del maestro de 1605 parece increíblemente similar al del manual de Garzoni.

Galeón en el mar, alrededor de 1617–1622, de Giovanna Garzoni. En el Libro de’ Caratteri Cancellereschi Corsivi, Folio 44r. Tinta negra sobre papel preparado; 11 3/8 pulgadas por 8 1/8 pulgadas. Academia Nacional de San Luca, Roma.

La madurez artística alcanzada por esta sublime protagonista del siglo XVII es evidente en la búsqueda de un estilo refinado, pero fuertemente expresivo, que confiere a sus creaciones pictóricas la sensación de observar algo que parece estar vivo, ser real. Este es el ejemplo de la creatividad del Libro donde, adornando las palabras, ya admirablemente impresas en papel, brotan pájaros, flores y delicadas representaciones que se parecen mucho a sus cuadros de objetos inanimados: es posible observar una magnifica organización compositiva, en cuyo centro hay un elemento característico alrededor del cual giran otros detalles ornamentales. El resultado de este trabajo confirma la excepcional habilidad de la artista que le permitió refinar la representación y elaborar un registro caligráfico notable. Garzoni vivió en distintas ciudades italianas, entre ellas la ya mencionada Venecia y luego Nápoles, Roma y Florencia, permaneciendo en estas dos últimas durante la fase más adulta de su vida. Sin embargo, dada la estrecha conexión con el estilo francés, parece posible que también hubiera estado en Francia y probablemente incluso en el Reino Unido: del periodo entre 1637 y 1641 no hay rastro, pero es fácil relacionar el camino de Garzoni con el de las corrientes, como la inglesa y la flamenca, de las que es probable que hubiera tenido experiencias directas. En particular, se pueden encontrar parecidos con el retrato inglés de John Hoskins el Viejo (él también fue incluido en la tradición miniaturista de la época Isabelina), en los detalles de los bodegones que remiten al dibujo francés de la época y, sobre todo, como ya se ha anticipado, a la cultura figurativa flamenca, de la que realizó una interesante reelaboración: si la atención de los holandeses, entre otros elementos, se centraba en la diseminación de los detalles, la artista italiana los organizó en jaulas que los contenían y los disponían en la órbita del objeto principal; un entorno que nos lleva en seguida al Libro Caratteri Cancellereschi Corsivi.

Después de haber revivido su carrera caligráfica y pictórica, tenemos que centrarnos también en las miniaturas realizadas en su edad madura entre Florencia y Roma, las cuales confirman el prestigio obtenido en los años anteriores: en estas obras, en las que mezclaba las técnicas y los estilos aprendidos en experiencias pasadas, se aunan el control y un rigor compositivo personal cuyo resultado son miniaturas encantadoras de ramos de flores y canastas de frutas, donde la luz acaricia los objetos de manera suave, pero vibrante: en sus representaciones es fácil hallar elementos que se repiten y componen variaciones de un tema común; al fin y al cabo, la habilidad de esta excelsa protagonista del siglo XVII se aprecia en el estudio exhaustivo del mundo de la naturaleza y la botánica que representa con atención científica. En general, sus obras se caracterizan por un patrón claro y nítido que propone bodegones sobre lienzo concebidos para reproducir las diferentes etapas del ciclo de vida de las plantas, como si se tratara de un análisis de laboratorio.

Giovanna Garzoni – Bodegón con higos Bodegón, temple sobre pergamino, 1660

Sus habilidades fueron ampliamente apreciadas: convocada al servicio del virrey F. Alfán de Ribera, duque de Alcalá en Nápoles, sucesivamente, la duquesa de Saboya Cristina de Francia la solicitó en la corte de los Saboya, como sucedió más tarde con la familia de los Médicis en Florencia, colaboración que fue duradera y notable. La ciudad toscana, crucial en el camino de Garzoni, se convirtió en el hogar de un gran número de sus obras que se pueden contemplar en el departamento de Grabados y Dibujos de la Galería de los Uffizi y en la Galería Palatina: hay expuestos retratos, jarrones y pinturas de extraordinario valor; otros productos de su talento están conservados en la Academia de San Lucas de Roma, en la Galería de la Academia de Venecia y en el Palacio Real de Turín; famosas etapas culturales y turísticas que, en el caso de las obras de Giovanna Garzoni, conservan tesoros inesperados por descubrir.


Traduzione inglese

Syd Stapleton

 

Giovanna Garzoni was a miniaturist who was born in Ascoli Piceno, Italy in 1600 and died in Rome in February 1670. Her skill was immediately recognized. First Carlo Ridolfi, an Italian writer and painter, spoke of her in his volume Le Maraviglie dell'arte, ovvero Le vite degli Illustri Pittori Veneti e dello Stato (The Wonders of Art, or The Lives of the Illustrious Painters of Venice and the State). During her lifetime and later, after her death, she was praised without delay and appreciated for her very fine technique. As was customary at the time, women engaged in the arts played an unprecedented and almost inaccessible role. Dominating the field, unsurprisingly, were men. The study of the arts was not a common choice for young women whose lives might have been devoted to ecclesiastical activity or the home. It was normal, in fact, for female figures in the family to devote themselves to painting only in a convent, in cases where they had taken vows, and for the depictions to be largely for religious purposes. In the other rare cases where the religious path had not been chosen, the daughters of store owners or masters were forced, according to the information we have received, to dress in clothes considered masculine in order to gain access to this type of craft, thus disguising their identity.

Portrait of Giovanna Garzoni, by Carlo Maratti, circa 1665, Ascoli Piceno, Civic Art Gallery.

The disruptiveness and boldness - or rather, the personal need and aspiration - to cross the boundaries of an era that saw (in most cases) women as either nuns or mothers, is embodied in figures such as Giovanna Garzoni, who decided to take an alternative path. Her work includes many skills of different types including canvases, prints, miniatures on parchment and textiles. She became excellent at reproducing still lifes, without neglecting works of a mythological character, and portraits. This rich store of knowledge and skill was rooted in a dense network of family and friendships. After all this time, not much is known about her family, but what has emerged has brought to light relevant data from the perspective of the miniaturist's training. Her mother came from a family of goldsmiths, and the basics of drawing were imparted to her by her uncle Pietro Gaia, a very active figure in Ascoli Piceno, and who in turn had been a follower of Palma il Giovane, an important exponent of the Venetian School. Garzoni, as much as her family before her between Marche and Veneto, took to traveling from an early age - one of the first traces of her sees her in Venice before the age of thirty with her brother Mattio. During this stay she took a calligraphy course from Giacomo Rogni where she composed the Libro de' caratteri cancellereschi corsivi (Book of Chancery Cursive Characters). This work has the extraordinary ability to make explicit the relationship between calligraphy and the paintings made by the cosmopolitan painter. The volume deals with a particular calligraphic style developed in Italy, formed by ascending and descending oblique letters and protruding lines.

In the Libro we can find religious and historical texts, but also an epistolary that counts some letters addressed to multiple people. Images are interwoven here with calligraphic characters, as can be seen in the graphic rendering of a ship that stands out among the pages. And it is precisely in this case that we have the opportunity to see the calligrapher's immense thirst for erudition. In a study published by Aoife Cosgrove in the 2018/2019 academic year, the researcher focuses on the document now under review, looking for more information about Garzoni's education and relationship with other figures of the time who may have contributed to her preparation. In addition to her training with Rogni, Cosgrove highlights her connection with a Dutch calligrapher named Jan van de Velde, known as the Elder. From the scholar's careful analysis, we find, on the title page of a publication in 1605 by the master, a drawing of a ship that appears strikingly similar to the one in Garzoni's manual.

Galleon at Sea, circa 1617–1622, by Giovanna Garzoni. in Libro de’ Caratteri Cancellereschi Corsivi, Folio 44r. Black ink on prepared paper; 11 3/8 inches by 8 1/8 inches. National Academy of San Luca, Rome

The artistic maturity attained by this sublime protagonist of the seventeenth century is evident in the pursuit of a refined but highly expressive style, which gives her pictorial creations the feeling of observing something verisimilarly alive, real. This is the example of the creativity in the Libro where, to adorn the words, already admirably imprinted on paper, sprout birds, flowers and delicate representations that very much resemble her paintings of inanimate objects. It is possible to observe a superb compositional organization, where at the center is a characterizing element around which other ornamental details revolve. The result of this work certifies the exceptional ability achieved by the artist, which allowed her to refine her depictions and elaborate a noteworthy calligraphic register. Garzoni would live in several Italian cities including the aforementioned Venice, then Naples, Rome and Florence, staying in the latter two during the more adult phase of her life. It seems possible, however, given the close connection of her works with the transalpine style, that she was also in France, probably also in England. There is no trace of the period from the year 1637 to 1641, but it is easy to trace Garzoni's path back to that of currents such as the English and Flemish, of which it becomes likely that she had direct experience. In particular, we can trace similarities with the English portraiture of John Hoskins the Elder (who was also included in the miniature tradition, in the Elizabethan era), in details in still lifes that hark back to the French drawing of the time but above all, as we have already seen, to the Flemish figurative culture of which she makes an interesting reworking. If the attention of the Dutch, among other elements, focused on the scattering of details, the Italian artist organized them in settings that contain and arrange them in the orbit of the main object, an approach that immediately brings us back to the Libro de' caratteri cancellereschi corsivi.

After retracing her calligraphic and pictorial career, it is only right to focus also on the miniatures she produced in her mature years between Florence and Rome, which confirmed the prestige she had obtained during her earlier years. In such works, which mix the techniques and styles learned in her previous experiences, mastery and a personal compositional rigor meet, resulting in enchanting miniatures of bouquets of flowers and plates of fruit, in which the light caresses the objects in a delicate but vibrant way. In her depictions it is easy to trace subjects that are repeated and compose variations of a common theme, After all, the expertise of this outstanding seventeenth-century protagonist is seen in her in-depth study of the natural and botanical world, which she reproduces with scientific attention. Overall, her works are marked by a clear and limpid mold that offers still lifes on canvas that are designed to reproduce the different stages of the life cycle of plants, as if they were analyzed in a laboratory.

Giovanna Garzoni – Still life with figs Still life, tempera on parchment, 1660

Her skills were widely appreciated, and she was called to the service of viceroy F. Alfán de Ribera duke of Alcalà in Naples. Later the duchess of Savoy, Christina of France, requested her at the Savoy court, as later happened with the Medici family in Florence, whose collaboration was lasting and remarkable. The Tuscan city, crucial in Garzoni's career, became home to a conspicuous number of her works, which can be found in the Uffizi Gallery, the Gabinetto Disegni e Stampe and the Palatina Gallery. Portraits, vases and paintings of extraordinary value are on display. Other products of her talent are preserved in Rome in the Accademia Nazionale di San Luca, in Venice in the Gallerie dell'Accademia and in Turin in the Palazzo Reale. These are well-known cultural and touristic stops that, as in the case of Giovanna Garzoni's works, hold unexpected treasures to be discovered.