Calendaria 2024 - Isabella Leonarda

Isabella Leonarda
Milena Gammaitoni






Viola Gesmundo

 

 Nel Seicento e nel Settecento a comporre musica erano spesso le monache: le famiglie ricche, per salvaguardare il patrimonio, decidevano di far sposare una sola figlia con una dote adeguata e mettevano in convento le altre, ancora bambine. A queste era riservata una vita d’isolamento dal mondo esterno, in compenso potevano completare la loro formazione culturale, dedicandosi alle loro attività preferite, fra le quali di frequente c’era la musica.Vari decreti papali vietavano l’esecuzione pubblica delle loro opere; anche gli sforzi di vescovi e funzionari ecclesiastici tendevano a limitare l’attività musicale delle monache, e a rafforzare il muro tra chiostro e comunità. Le composizioni delle suore musiciste erano pertanto eseguite per lo più soltanto nella ristretta cerchia delle consorelle e scarsamente conosciute al di fuori dei conventi. Ma non di rado erano di pregevolissima fattura e, resistendo alle traversie del tempo, fortunatamente molte sono giunte fino a noi. Tra queste eccellenti musiciste suore troviamo tanti nomi: Chiara Margarita Cozzolani, Claudia Sessa, Claudia Rusca, Sulpitia Cesis, Lucretia Orsina Vizzana, Caterina Assandra, Raffaella Aleotti; e per ultima ma non ultima per qualità, Isabella Leonarda, che spicca tra le altre per le sue opere strumentali, una delle compositrici più dotate del periodo barocco, tra le più produttive del suo tempo, purtroppo per parecchio tempo sottovalutata.

Isabella Leonarda trascorse la maggior parte della vita nel convento delle Orsoline e dedicò quasi tutte le sue composizioni (quasi duecento) alla Vergine Maria oltre che a dedicatari viventi come l'arcivescovo di Milano, il vescovo di Novara e l'imperatore austriaco Leopoldo I. La necessità di cercare un sostegno finanziario per il convento probabilmente ha motivato molte di queste dediche che fruttarono ingenti donazioni. Leonarda dichiarò che scriveva musica non per guadagnarsi la fama nel mondo, ma perché tutti sapessero che era devota alla Madonna.

Anna Isabella Leonarda era nata a Novara il 6 settembre 1620, figlia di Giannantonio Leonardi, conte e dottore in giurisprudenza, e di sua moglie, Apollonia Sala. I Leonardi erano un'antica e importante famiglia novarese che annoverava funzionari ecclesiastici e civili. A soli sedici anni Isabella entrò come novizia nel Collegio di Sant’Orsola della sua città, dove fu consacrata monaca nel 1639. I legami politici della sua ricca famiglia, benefattrice del convento, le permisero di diventare una figura autorevole e di godere di grande rispetto, tanto da ricoprire vari incarichi: come madre (1676), superiora (1686), madre vicaria (1693) e consigliera (1700). È stata anche identificata nei documenti come magistra musicae, nel convento infatti insegnava musica alle consorelle e componeva. La sua educazione musicale prima di entrare nel Collegio non è documentata;. gli storici della musica suggeriscono che Isabella, una volta accolta in convento, abbia affinato gran parte della sua abilità di musicista e compositrice sotto la tutela di Gasparo Casati, maestro di cappella presso la cattedrale di Novara. Altri studiosi ritengono che un tale tutoraggio non sia mai avvenuto. In effetti, l'unica prova risiede nel fatto che il Terzo libro dei Sacri Concerti di Casati contiene due Mottetti, le prime composizioni conosciute di Leonarda.

Le sue opere hanno toccato quasi tutti i generi di musica sacra: mottetti per voce solista, il più delle volte con l’accompagnamento dell’organo, concerti sacri, anche molto complessi a quattro strumenti, dialoghi in latino sacro, salmi concertati, responsori, Magnificat, litanie, messe e sonate da chiesa. Ha pure scritto alcune canzoni sacre per solista con testi in volgare. Le sue Sonate da chiesa sono considerate le prime scritte e pubblicate da una compositrice donna (la “sonata” è una composizione eseguita da strumenti, in opposizione alla “cantata”, che sta a indicare un brano interpretato anche da voci). I suoi Sacri concerti mostrano una precisione costante e una perfetta combinazione tra le parti, con spunti di modulazione e di fraseggio spesso molto interessanti. Diverse opere sono state recentemente registrate, e molto apprezzate dalla critica sono soprattutto le Sonate concordate in cui ogni strumento può suonare da solista. Sebbene detenesse privilegi speciali all'interno del convento, Leonarda non veniva meno ai suoi doveri quotidiani per comporre. Nella dedica della sua decima opera, afferma che ha scritto musica solo durante il tempo assegnato al riposo, per non trascurare i suoi doveri amministrativi e religiosi. Assai conosciuta nella sua città natale, era però poco nota in altre parti d'Italia, e ci sarebbe voluto ancora parecchio tempo prima che la sua fama si diffondesse. La sua carriera compositiva è durata sei decenni, dai Dialoghi del 1640 fino ai Mottetti per voce sola del 1700, ma la maggior parte delle sue sonate è stata completata dopo che aveva compiuto cinquant'anni. E le uniche sue opere ad apparire in circolazione prima del 1670 furono i due brani che il presunto mentore Gasparo Casati aveva appunto incluso nel suo Terzo Libro dei Canti Sacri.

Leonarda è ricordata soprattutto per le sue sonate, che hanno una struttura formale insolitamente varia. In contrasto con la forma standard di Arcangelo Corelli (quattro movimenti di tempi veloci e lenti alternati), alcune delle sonate di Isabella non si allineano a quel modello lento-veloce-lento-veloce e presentano ben tredici movimenti, mettendo in mostra la vivace brillantezza del suo genio compositivo. Isabella Leonarda ha vissuto una vita tranquilla, impregnata di devozione spirituale ed eccellenza musicale. È morta a Novara il 25 febbraio 1704. La musica composta nei monasteri femminili è l'espressione musicale della vita spirituale delle monache, è sacra ma plasmata da tendenze secolari. È musica di donne, per donne, appropriata nel testo e nelle estensioni vocali, la cui fama, nonostante tutto, si diffuse oltre le mura che le seppellivano. 


Traduzione francese

Guenoah Mroue

Au XVIIe siècle et au XVIIIe siècle, les religieuses composaient souvent de la musique : les familles riches, pour sauvegarder le patrimoine, décidaient de marier une seule fille avec une dot adéquate et mettaient au couvent les autres, encore fillettes. A celles-ci était réservée une vie d’isolement du monde extérieur, en revanche elles pouvaient compléter leur formation culturelle, en se consacrant à leurs activités préférées, parmi lesquelles souvent la musique. Plusieurs décrets pontificaux interdisaient l’exécution publique de leurs œuvres; les efforts des évêques et des fonctionnaires ecclésiastiques tendaient également à limiter l’activité musicale des moniales et à renforcer le mur entre le cloître et la communauté. Les compositions des sœurs musiciennes n’étaient donc exécutées que dans le cercle restreint des consoeurs et peu connues en dehors des couvents. Mais il n’était pas rare qu’elles soient de très grande qualité et, résistant aux épreuves du temps, heureusement, beaucoup sont arrivées jusqu’à nous. Parmi ces excellentes musiciennes sœurs, on trouve de nombreux noms : Chiara Margarita Cozzolani, Claudia Sessa, Claudia Rusca, Sulpitia Cesis, Lucretia Orsina Vizzana, Caterina Assandra, Raffaella Aleotti; et pour finir, mais pas la moindre qualité, Isabella Leonarda, qui se distingue entre autres par ses œuvres instrumentales, l’une des compositrices les plus douées de la période baroque, parmi les plus productives de son temps, malheureusement pendant longtemps sous-estimée.

Isabella Leonarda a passé la majeure partie de sa vie au couvent des Ursulines et a consacré presque toutes ses compositions (près de deux cents) à la Vierge Marie, ainsi qu’à des dédicatrices vivantes comme l’archevêque de Milan, l’évêque de Novare et l’empereur autrichien Léopold I. La nécessité de chercher un soutien financier pour le couvent a probablement motivé beaucoup de ces dédicaces qui ont porté d’importantes donations. Léonarde déclara qu’elle écrivait de la musique non pas pour gagner la renommée dans le monde, mais pour que tous sachent qu’elle était dévouée à la Vierge.

Anna Isabella Leonarda est née à Novare le 6 septembre 1620, fille de Giannantonio Leonardi, comte et docteur en droit, et de sa femme, Apollonia Sala. Les Leonardi étaient une ancienne et importante famille de Novare qui comptait des fonctionnaires ecclésiastiques et civils. À seize ans seulement, Isabelle entra comme novice au Collège de Sainte-Ursule de sa ville, où elle fut consacrée religieuse en 1639. Les liens politiques de sa riche famille, bienfaitrice du couvent, lui permirent de devenir une figure d’autorité et de jouir d’un grand respect, au point d’occuper diverses taches : comme mère (1676), supérieure (1686), mère vicaire (1693) et conseillère (1700). Elle a également été identifiée dans les documents comme magistra musicae, dans le couvent en effet elle enseignait la musique aux consoeurs et composait. Son éducation musicale avant d’entrer au Collège n’est pas documentée. Les historiens de la musique suggèrent qu’Isabelle, une fois accueillie au couvent, a perfectionné une grande partie de son talent de musicienne et compositrice sous la tutelle de Gasparo Casati, maître de chapelle à la cathédrale de Novare. D’autres chercheurs pensent qu’un tel mentorat n’a jamais eu lieu. En effet, la seule preuve réside dans le fait que le Troisième livre des Concerts sacrés de Casati contient deux Motets, les premières compositions connues de Leonarda.

Ses œuvres ont touché presque tous les genres de musique sacrée : motets pour voix soliste, le plus souvent avec l’accompagnement de l’orgue, concerts sacrés, même très complexes à quatre instruments, dialogues en latin sacré, psaumes concertés, responseurs, Magnificat, litanies, messes et sonates d’église. Elle a également écrit quelques chansons sacrées pour soliste avec des paroles en vulgaire. Ses Sonates d’église sont considérées comme les premières écrites et publiées par une compositrice femme (la "sonate" est une composition exécutée par des instruments, en opposition à la "cantate", qui indique un morceau interprété par des voix). Ses concerts sacrés montrent une précision constante et une combinaison parfaite entre les parties, avec des éléments de modulation et de phrasé souvent très intéressants. Plusieurs œuvres ont été récemment enregistrées, et très appréciées par la critique sont surtout les sonates convenues où chaque instrument peut jouer en solo. Bien qu’elle ait des privilèges spéciaux au sein du couvent, Leonarda ne faillit pas à ses devoirs quotidiens pour composer. Dans la dédicace de sa dixième œuvre, elle affirme qu’elle n’a écrit de la musique que pendant le temps alloué au repos, afin de ne pas négliger ses devoirs administratifs et religieux. Très connue dans sa ville natale, elle était cependant peu connue dans d’autres parties de l’Italie, et il aurait fallu encore longtemps avant que sa renommée ne se répande. Sa carrière de compositrice a duré six décennies, des Dialoghi de 1640 aux Mottetti par voix seule de 1700, mais la plupart de ses sonates ont été achevées après ses cinquante ans. Et ses seules œuvres à apparaître avant 1670 furent les deux passages que le prétendu mentor Gasparo Casati avait inclus dans son Troisième Livre des Chants Sacrés.

Leonarda est surtout connue pour ses sonates, qui ont une structure formelle inhabituellement variée. Contrairement à la forme standard d’Arcangelo Corelli (quatre mouvements de temps rapides et alternances lentes), certaines des sonates d’Isabella ne s’alignent pas avec ce modèle lent-rapide-lent-rapide et présentent treize mouvements, mettant en valeur l’éclat vif de son génie de la composition. Isabella Leonarda a vécu une vie tranquille, imprégnée de dévotion spirituelle et d’excellence musicale. Elle est morte à Novare le 25 février 1704. La musique composée dans les monastères féminins est l’expression musicale de la vie spirituelle des moniales, elle est sacrée mais façonnée par des tendances séculaires. C’est une musique de femmes, pour femmes, appropriée dans le texte et dans les extensions vocales, dont la renommée, malgré tout, s’est répandue au-delà des murs qui les enterraient.


Traduzione inglese

Syd Stapleton

In the seventeenth and eighteenth centuries, it was often nuns who composed music. Wealthy families, in order to safeguard their patrimony, usually decided to marry off only one daughter with an adequate dowry and to put the others, still children, in a convent. A life of isolation from the outside world was reserved for them - in return, they could complete their cultural education, devoting themselves to their favorite activities, often to music. Various papal decrees forbade the public performance of their works. Efforts by bishops and church officials also tended to limit the nuns' musical activities, and to strengthen the wall between cloister and community. The compositions of the musician nuns were therefore mostly performed only in the small community of the sisters and scarcely known outside the convents. But the music was, not infrequently, of very fine workmanship and, despite the ravages of time, many compositions have come down to us. Among these excellent nun-musicians we find many names - Chiara Margarita Cozzolani, Claudia Sessa, Claudia Rusca, Sulpitia Cesis, Lucretia Orsina Vizzana, Caterina Assandra, Raffaella Aleotti; and last but not least in quality, Isabella Leonarda, who stands out among the others for her instrumental works, as one of the most gifted composers of the Baroque period, among the most productive of her time, unfortunately underestimated for quite some time.

Isabella Leonarda spent most of her life in the Ursuline convent and dedicated almost all of her compositions (nearly two hundred) to the Virgin Mary as well as to living dedicatees such as the archbishop of Milan, the bishop of Novara and the Austrian emperor Leopold I. The need to seek financial support for the convent probably motivated many of these dedications, which yielded large donations. Leonarda declared that she wrote music not to gain fame in the world, but so that everyone would know that she was devoted to the Virgin Mary.

Anna Isabella Leonarda was born in Novara on September 6, 1620, the daughter of Giannantonio Leonardi, a count and doctor of law, and his wife, Apollonia Sala. The Leonardis were an ancient and important Novara family that included ecclesiastical and civil officials. When she was only sixteen years old Isabella entered the College of St. Ursula in her city as a novice, where she was consecrated a nun in 1639. The political connections of her wealthy family, benefactors of the convent, enabled her to become an influential figure and enjoy great respect, so much so that she held such positions as Mother (1676), Superior (1686), Mother Vicar (1693) and Councilor (1700). She was also identified in documents as magistra musicae. In the convent she taught music to the sisters and composed. Her musical education before entering the college is not documented. Music historians suggest that Isabella, once accepted into the convent, honed much of her skill as a musician and composer under the tutelage of Gasparo Casati, maestro di cappella at Novara Cathedral. Other scholars believe that no such tutoring ever took place. Indeed, the only evidence lies in the fact that the third book of Casati's Sacred Songs contains two motets which are Leonarda's earliest known compositions.

Her works touched almost all genres of sacred music - motets for solo voice, most often with organ accompaniment, sacred concertos, even very complex ones for four instruments, sacred Latin dialogues, concerted psalms, responsories, Magnificats, litanies, masses and church sonatas. She also wrote some sacred songs for soloists with vernacular texts. Her Church Sonatas are considered the first written and published by a female composer (a "sonata" is a composition performed by instruments, as opposed to a "cantata," which is a piece also performed by voices). Her Sacri Concerti show a consistent precision and perfect combination of parts, with often very interesting insights into modulation and phrasing. Several works have recently been recorded, and much appreciated by critics are especially the Concord Sonatas in which each instrument can play solo. Although she held special privileges within the convent, Leonarda did not fail to perform her routine daily duties. In the dedication of her tenth work, she states that she wrote music only during the time allotted for rest, so as not to neglect her administrative and religious duties. She was well known in her hometown but little known in other parts of Italy, and it would be a long time before her fame would spread. Her compositional career spanned six decades, from the Dialogues of 1640 to the Motets for solo voice of 1700, but most of her sonatas were completed after she was in her fifties. And the only works of hers to appear in circulation before 1670 were the two pieces that her supposed mentor Gasparo Casati had included in his Third Book of Sacred Songs.

Leonarda is best remembered for her sonatas, which have an unusually varied formal structure. In contrast to Arcangelo Corelli's standard form (four movements of alternating fast and slow tempos), some of Isabella's sonatas do not align with that slow-fast-slow-fast model and feature as many as thirteen movements, showcasing the lively brilliance of her compositional genius. Isabella Leonarda lived a quiet life imbued with spiritual devotion and musical excellence. She died in Novara on February 25, 1704. The music composed in the women's monasteries was the musical expression of the nuns' spiritual life. It was regarded as sacred, but shaped by secular tendencies. It is music by women, for women, appropriate in text and vocal extensions, whose fame, despite everything, spread beyond the walls that isolated them.


Traduzione spagnola

Erika Incatasciato

En los siglos XVII y XVIII solían ser las monjas quienes componían música: las familias ricas, para salvaguardar su riqueza, decidían casar a una hija con una dote adecuada y, aún niñas, recluíana las otras en un convento. A pesar de que a estas se le daba una vida de aislamiento del mundo exterior, a cambio podían completar su formación cultural, dedicándose a sus actividades favoritas, entre las cuales solía figurar la música. Distintas leyes papales impedían la interpretación pública de sus obras; incluso los esfuerzos del obispo y de los funcionarios eclesiásticos tendían a limitar la actividad musical de las monjas y reforzar la barrera entre el monasterio y la comunidad. Las composiciones de las monjas solo se interpretaban en el círculo íntimo de las hermanas y apenas se conocían fuera de los conventos. Pero, a menudo eran de prestigiosa realización y, resistiendo a las adversidades del tiempo, por suerte, muchas nos han llegado. Entre estas excelentes músicas, encontramos a Chiara Margarita Cozzolani, Claudia Sessa, Claudia Rusca, Sulpitia Cesis, Lucretia Orsina Vizzana, Caterina Assandra, Raffaella Aleotti y, por último, pero no por ello menos estimable, a Isabella Leonarda, que se destaca por sus obras instrumentales y es una de las compositoras más dotadas del barroco entre las más productivas de sus tiempos, desgraciadamente, a largo plazo, subestimada.

Isabella Leonarda pasó la mayor parte de su vida en el convento de las Ursulinas y casi todas sus composiciones (casi doscientas) poseen dos dedicatorias, una a la Virgen María y la otra a unos de los dedicatarios vivos: el arzobispo de Milán, el obispo de Novara y el emperador de Austria Leopoldo I. La necesidad de buscar apoyo financiero para el convento probablemente motivó muchas de estas dedicatorias, que obtuvieron donaciones masivas. Leonarda declaró que no componía música para ganar fama en el mundo, sino para que todos supieran que era devota a Nuestra Señora.

Anna Isabella Leonarda nació en Novara el 6 de septiembre de 1620, hija del conde y Doctor en Derecho Giannantonio Leonardi y su esposa Apollonia Sala. Los Leonardi fueron una antigua y prominente familia de Novara, cuyos miembros incluían a importantes funcionarios eclesiásticos y cívicos. A los dieciséis años ingresó como novicia en el Colegio de Santa Úrsula de su ciudad, donde fue consagrada monja en 1639. Las conexiones políticas de su rica familia, benefactora del convento, le permitieron convertirse en una figura de prestigio, hasta ocupar distintos cargos: madre (1676) superiora (1686), madre vicaria (1693) y consejera (1700). También fue identificada como magistra musicae (maestra de música) en el convento donde, en efecto, componía música y la enseñaba a las otras monjas. No se sabe mucho de su educación musical antes de ingresar en el Colegio; los historiadores de música sugieren que una vez en el convento, Isabella perfeccionó la mayoría de sus habilidades de música y composición con Gasparo Casati, maestro de capilla en la catedral de Novara. Otros estudiosos creen que dicho seguimiento nunca tuvo lugar. En efecto, la única evidencia que tenemos es en el Terzo Libro di Sacri Concenti de Casati que incluye los dos primeros Motetes conocidos de Leonarda.

Sus obras abarcan casi todos los géneros musicales de la iglesia: motetes para voz solista, casi siempre acompañados de órgano, conciertos sagrados, incluso muy complejos para cuatro instrumentos, diálogos sacros en latín, composiciones de salterios, responsorios, magníficat, letanías, misas y sonatas de iglesia. También escribió algunas canciones sagradas para voz solista con textos vernáculos. Sus Sonatas para la Iglesiase consideran como las primeras sonatas instrumentales escritas y publicadas por una compositora (una sonata es una composición interpretada por instrumentos, a diferencia de una cantata, que indica una pieza interpretada también por voces). Sus conciertos sagrados muestran una precisión constante y una combinación perfecta entre las piezas, con interesante modulación y fraseo. Distintas obras han sido grabadas y, de todas, la crítica ha apreciado las Sonatas concertadas, donde cada uno de los instrumentos tiene un pasaje en solitario. Si bien disponía de privilegios especiales en el convento, Leonarda no faltaba a sus deberes diarios para componer. En su dedicatoria de la décima Opus señaló que componía música solo durante el tiempo asignado al descanso, para no descuidar sus deberes administrativos y eclesiásticos. Muy conocida en su ciudad natal, era, sin embargo, poco conocida en otras partes de Italia, y pasaría mucho tiempo antes de que su fama se extendiera. Su carrera de compositora duró seis décadas, desde los diálogos en 1640 hasta Motetes para voz solista en 1700, pero la mayoría de sus sonatas las terminó después de los cincuenta años. Las únicas obras suyas que aparecieron en circulación antes de 1670 fueron las dos piezas que su supuesto mentor Gasparo Casati había incluido en su Terzo Libro di Sacri Concenti.

Leonarda es recordada por sus sonatas que son inusuales en su estructura formal. A diferencia de la forma estándar de Arcangelo Corelli (cuatro movimientos alternados de tiempos rápidos y lentos), algunas de las sonatas de Isabella no se ajustan a este modelo lento-rápido-lento-rápido y presentan trece movimientos, que hacen galade su genialidad compositiva. Isabella Leonarda vivió con serenidad y estuvo comprometida con la devoción espiritual y la excelencia musical. Falleció en Novara el 25 de febrero de 1704. La música compuesta en los monasterios femeninos es la expresión musical de la vida espiritual de las monjas; es sacra, pero forjada por tendencias seculares; es música de mujeres para mujeres, apropiada en el texto y en las extensiones vocales, cuya fama, a pesar de todo, se extendió más allá de las paredes que las sepultaban.