Calendaria 2025 - Marianna Elmo

Marianna Elmo
Gemma Pacella

Giulia Canetto

 

Marianna Elmo, per la sapienza con la quale reinterpretava in fili incollati le opere paterne e di altri famosi pittori del Seicento e del Settecento, divenne figura di spicco nella scuola di ricamatori leccesi, al fianco di Leonardo Quesi e ai fratelli Angelo e Gaetano Pati, arrivando con le sue opere a conquistare il mercato napoletano. L’artista nacque a Lecce nel 1730 (non si hanno notizie sulla data esatta di nascita) e della sua biografia si sa pochissimo: una delle prime cose che colpisce nello studio e nella ricerca di dati certi è proprio la presenza di informazioni quasi esclusivamente legate alla sua arte e al suo impegno professionale.

Di lei non sappiamo se fosse stata sposata, se avesse avuto figlie/i, ma sappiamo che si formò in una scuola di ricamatori e ricamatrici di dipinti piuttosto famosi già all’epoca, diventandone una delle capostipiti. Figlia del famoso pittore salentino Serafino Elmo, Marianna iniziò assai giovane a dedicarsi a una tecnica artistica, tuttora considerata minore, ma di grande originalità, ovvero la tecnica delle broderies à fils collés, letteralmente tecnica del ricamo a filo incollato. Infatti si trattava di realizzare immagini incollando dei fili di seta policromi, molto spesso argentati o dorati, su un supporto di cartone rigido, prima spalmato con uno strato di cera vergine d’api. I fili colorati seguivano il disegno precedentemente tratteggiato a tempera o ad acquarello e servivano per creare, per lo più, paesaggi e abiti, mentre i volti e le altre parti anatomiche dei soggetti venivano dipinti a tempera.  

ome gli altri e le altre appartenenti alla scuola del ricamo a filo incollato su tela, anche Marianna Elmo utilizzava opere preesistenti, tra cui quelle realizzate dal padre e da altri pittori come Pietro da Cortona, Carlo Maratta e Bartolomé Esteban Murillo, per reinterpretarle con la sua tecnica. Il lavoro finale risultava particolarmente dinamico e luminoso per la presenza dei fili di seta delicati che cambiavano sfumature di colore a seconda dell’esposizione alla luce. Quest’arte fu adottata per pannelli di piccole e medie dimensioni, utilizzati poi come quadri da parete, oppure per coperchi e specchiature di cofanetti o medaglioni figurati per adornare paliotti d’altare e stendardi di confraternite. Molto spesso decoravano pure le case aristocratiche. Tuttavia, la preziosa arte della broderies à fils collés decadde già nell'Ottocento e, di conseguenza, è stata nel tempo dimenticata.

Riscoprire, dunque, il lavoro di Marianna Elmo ci aiuta a ridare lustro anche a una tecnica di grande originalità. Proprio rispetto all’opera di questa artista, infatti, si nota una sorta di capovolgimento di ciò che accade per lo più: non è lo studio di una grande forma d’arte che ci consente di riscoprire un’artista minore, bensì è lo studio di una grande professionista che ci permette di recuperare un’antica tecnica quasi sconosciuta. In effetti, Marianna Elmo non ha dovuto attendere una fama postuma, come è successo per molte altre artiste, oggi note in quanto riscoperte dalla sapiente ricerca di storiche e studiose; lei ha acquisito notorietà quando era in vita, ricevendo commissioni importanti dalla Curia cardinalizia romana, dalla Corte del Palazzo Reale di Napoli e per tutto il Regno di Napoli.

A soli ventiquattro anni, nel 1754, era considerata una ricamatrice d’eccellenza. Risulta già abbastanza eccezionale per il tempo che a una donna venissero richieste opere da istituzioni di prestigio e, per di più, lei non è mai passata in sordina, come si suol dire, fin dalle sue prime esperienze artistiche. I suoi preziosi lavori sono tutt’oggi esposti in Italia e all’estero, in occasione di mostre ed eventi dedicati alla specifica tecnica e proprio il loro studio consente di riportare alla luce la maestria del broderies à fils collés. Tali opere furono rinomate nel Salento, ma ebbero maggiore diffusione soprattutto nella zona di Napoli e proprio nella città partenopea, nel Museo di San Martino, si conserva oggi un suo capolavoro: La fuga in Egitto. Un certo numero di manufatti sono, poi, attualmente custoditi nel Museo Provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce.

Madonna con bambino su opera di Carlo Maratta Sant’Oronzo in gloria che protegge Lecce Comunione di S. Maria Egiziaica

Tra coloro che hanno lavorato per la valorizzazione della tecnica del ricamo a filo incollato è nota anche una omonima di Marianna, probabilmente una sua prozia, oggi conosciuta come Marianna Elmo senior e anche Irene Elmo, riconosciuta da fonti certe come la sorella maggiore di Marianna. Riscoprire questa genealogia femminile di un’arte originale, che si tramanda tra donne della stessa famiglia, aggiunge ulteriore entusiasmo alla ricerca. Tuttavia della prestigiosa artista non si rinvengono molte altre notizie: la sua morte è datata nel 1800, senza indicazioni più precise. Dunque, di lei non ci restano che le sue creazioni.

Il rito del ricamo contiene di per sé una simbologia molto legata alle donne, quasi iconicamente femminile: dalla dea Nut dell’antico Egitto, alle tele epiche di Penelope, al mito di Aracne, ma la tecnica i cui si parla non è propriamente una tessitura: trattandosi di cucitura a filo incollato, ci troviamo di fronte a una vera e propria arte a sé, un mestiere estremamente originale per quei tempi che diventa fonte di celebrità per la nostra artista. Con la sua minuziosissima tecnica, che richiede infinita pazienza e attenzione, Marianna Elmo ha sempre firmato e datato con precisione le proprie opere, consapevole e orgogliosa della grandiosità della sua arte, desiderosa di valorizzarla come meritava e di diffonderla.


Traduzione francese

Maria Pia Ercolini

 

Grâce à l'habileté avec laquelle Marianna Elmo réinterprétait en fils collés les œuvres de son père et d'autres peintres célèbres des XVIIe et XVIIIe siècles, elle est devenue une figure marquante de l'école des brodeurs de Lecce, aux côtés de Leonardo Quesi et des frères Angelo et Gaetano Pati, conquérant le marché napolitain avec ses œuvres. L'artiste est née à Lecce en 1730 (il n’y a pas d’informations sur sa date de naissance) et sa biographie est très peu connue: l'une des premières choses qui nous frappent lorsqu'on étudie et recherche son histoire est la présence d'informations presque exclusivement liées à son art et à son engagement professionnel.

On ne sait pas si elle était mariée, si elle avait des enfants, mais on sait qu'elle a suivi une formation dans une école de brodeuses et de brodeurs de tableaux déjà assez célèbre à l'époque et qu'elle en est devenue l'une des chefs de file. Fille du célèbre peintre salentin Serafino Elmo, Marianna se consacre très tôt à une technique artistique, encore considérée comme mineure, mais d'une grande originalité, la technique de la broderie au fil collé. Il s'agissait de créer des images en collant des fils de soie polychrome, très souvent argentés ou dorés, sur un support en carton rigide, préalablement enduit d'une couche de cire d'abeille vierge. Les fils colorés suivaient le dessin préalablement esquissé à la détrempe ou à l'aquarelle et étaient principalement utilisés pour créer des paysages et des vêtements, tandis que les visages et autres parties anatomiques des sujets étaient peints à la détrempe.

Comme les autres appartenant à l'école de broderie au fil collé sur toile, Marianna Elmo a également utilisé des œuvres préexistantes, notamment celles créées par son père et d'autres peintres tels que Pietro da Cortona, Carlo Maratta et Bartolomé Esteban Murillo, pour les réinterpréter avec sa technique. L’œuvre finale était particulièrement dynamique et lumineuse en raison de la présence de fils de soie délicats qui changeaient de nuances de couleur en fonction de l’exposition à la lumière. Cet art fut adopté pour des panneaux de petite et moyenne taille, utilisés plus tard comme peintures murales, ou pour des couvercles et des miroirs de coffrets ou des médaillons figurés pour orner les devants d'autel et les bannières des confréries. Très souvent, ils décoraient également les maisons aristocratiques. Cependant, l'art précieux des broderies à fils collés tomba en déclin au XIXe siècle et fut par conséquent oublié au fil du temps.

La redécouverte de l'œuvre de Marianna Elmo nous permet donc également de redonner du lustre à une technique d'une grande originalité. En effet, en ce qui concerne l'œuvre de cette artiste, nous pouvons observer une sorte d'inversion de ce qui se passe habituellement: ce n'est pas l'étude d'une grande forme d'art qui nous permet de redécouvrir une artiste mineure, mais plutôt l'étude d’une grande spécialiste qui nous permet de récupérer une technique ancienne, presque inconnue. En effet, Marianna Elmo n'a pas eu à attendre une gloire posthume, comme ce fut le cas pour de nombreuses autres artistes qui sont aujourd'hui connues parce qu'elles ont été redécouvertes grâce aux recherches habiles d'historiennes et d'érudites; elle a acquis sa notoriété de son vivant, en recevant d'importantes commandes de la curie cardinalice romaine, de la Cour du Palais Royal de Naples et de l'ensemble du Royaume de Naples.

A seulement vingt-quatre ans, en 1754, elle était considérée comme une brodeuse d'excellence. Il est déjà tout à fait exceptionnel pour l'époque qu'une femme soit sollicitée pour des travaux par des institutions prestigieuses et, de plus, elle n'est jamais passée inaperçue dès ses premières expériences artistiques. Ses précieuses œuvres sont encore exposées en Italie et à l'étranger, dans le cadre d'expositions et de manifestations consacrées à cette technique spécifique, et c'est précisément leur étude qui nous permet de mettre en lumière la maîtrise des broderies à fils collés. Ces œuvres étaient renommées dans la région de Salento, mais c'est dans la région de Naples qu'elles étaient le plus appréciées, et c'est précisément dans la ville napolitaine, au musée de San Martino, qu'est aujourd'hui conservé l'un de ses chefs-d'œuvre: La Fuite en Égypte. Un certain nombre de ses œuvres sont également conservées au Museo Provinciale Sigismondo Castromediano de Lecce.
Madone à l'Enfant sur une œuvre de Carlo Maratta Saint Oronzo en gloire protégeant Lecce Communion de Sainte Marie Égyptienne

Parmi les personnes qui ont travaillé à l'amélioration de la technique de broderie au fil collé, on trouve l’homonyme de Marianna, probablement l'une de ses grands-tantes, connue aujourd'hui sous le nom de Marianna Elmo senior, ainsi que Irene Elmo, reconnue par des sources fiables comme étant la sœur aînée de Marianna. La redécouverte de cette généalogie féminine d'un art original, transmis entre femmes d'une même famille, rend la recherche encore plus passionnante. Cependant, il y a peu d’informations concernant la prestigieuse artiste: sa mort est datée de 1800, sans indications plus précises. Il ne reste donc que ses créations.

Le rituel de la broderie contient un symbolisme très lié aux femmes, presque iconiquement féminin: de l'ancienne déesse égyptienne Nout aux peintures épiques de Pénélope, en passant par le mythe d'Arachné, mais la technique dont nous parlons n'est pas proprement du tissage: puisqu'il s'agit d'une couture de fils collés, nous avons affaire à un véritable art à part entière, un artisanat extrêmement original pour l'époque qui est devenu une source de notoriété pour notre artiste. Avec sa technique méticuleuse, nécessitant une patience et une attention infinies, Marianna Elmo a toujours signé et daté ses œuvres avec précision, consciente et fière de la grandeur de son art, désireuse de le valoriser comme elle le méritait et de le diffuser.


Traduzione spagnola

Lisa Lanteri

 

Por la sabiduría con que reinterpretaba en hilos pegados las obras paternas y de otros famosos pintores de los siglos XVII y XVIII, Marianna Elmo se convirtió en una figura destacada de la escuela de bordadores de Lecce, junto con Leonardo Quesi y los hermanos Ángelo y Gaetano Pati, llegando a conquistar el mercado napolitano gracias a sus obras. La artista nació en Lecce en 1730 (no hay noticias de la fecha exacta de su nacimiento) y de su biografía se sabe muy poco: una de las primeras cosas que llama la atención en el estudio y en la búsqueda de datos ciertos es precisamente la presencia de informaciones casi exclusivamente relacionadas con su arte y su compromiso profesional.

De ella no sabemos si se casó, si tuvo hijas/o, pero sabemos que fue educada en una escuela de bordadores y bordadoras de pinturas bastante famosas ya en esa época, convirtiéndose en una de las fundadoras. Hija del famoso pintor salentino Serafino Elmo, Marianna empezó desde muy joven a dedicarse a una técnica artística, todavía considerada menor, pero de gran originalidad, es decir la técnica de las broderies à fils collés, literalmente técnica del bordado con hilos pegados. En efecto, se trataba de realizar imágenes pegando hilos de seda policromos, generalmente plateados o dorados, en un soporte de cartón rígido, primero untado con una capa de cera virgen de abeja. Los hilos de colores seguían el dibujo previamente trazado con témpera o con acuarela y servían para crear, en gran medida, paisajes y vestidos, mientras que las caras y las otras partes anatómicas de los cuadros se pintaban con témpera.

Como las demás personas pertenecientes a la escuela de bordado con hilos pegados sobre lienzo, Marianna Elmo utilizaba obras preexistentes, entre las cuales las realizadas por su padre y otros pintores como Pietro da Cortona, Carlo Maratta y Bartolomé Esteban Murillo, para reinterpretarlas con su técnica. El trabajo final resultaba particularmente dinámico y luminoso por la presencia de hilos de seda delicados que cambiaban de matices de color según la exposición a la luz. Este arte se adoptó para paneles de pequeñas y medianas dimensiones, luego utilizados como cuadros de pared, o para tapas y espejos de cofres o medallones figurados para adornar retablos de altar o estandartes de cofradías. Muchas veces decoraban incluso casas aristocráticas. Sin embargo, el precioso arte de las broderies à fils collés decayó ya en el siglo XIX y, por consiguiente, se olvidó con el tiempo. Redescubrir, por lo tanto, el trabajo de Marianna Elmo nos ayuda a devolver importancia incluso a una técnica de gran originalidad. Justo con respecto a la obra de esta artista, de hecho, se nota una especie de inversión de lo que pasa la mayoría de las veces: no es el estudio de una gran forma de arte lo que nos permite redescubrir una artista menor, sino el estudio de una gran profesional el que nos permite recuperar una técnica antigua casi desconocida.

Efectivamente, Marianna Elmo no tuvo que esperar una fama póstuma, como sucedió para muchas otras artistas, conocidas hoy gracias a la eficaz investigación de historiadoras y estudiosas; ella adquirió notoriedad cuando estaba viva, recibiendo encargos importantes de la curia cardenalicia romana, de la Corte del Palacio Real de Nápoles y para todo el reino de Nápoles.

Con solo veinticuatro años, en 1754, era considerada una bordadora de excelencia. Resulta ya bastante excepcional que en esa época instituciones de prestigio solicitaran obras a una mujer y, además, ella nunca pasó desapercibida, desde sus primeras experiencias artísticas. Sus preciosos trabajos se exponen todavía en Italia y en el extranjero, durante exposiciones y eventos dedicados a esta técnica especifica y precisamente su estudio permite sacar a la luz la maestría del broderies à fils collés. Dichas obras fueron famosas en Salento, pero tuvieron mayor difusión sobre todo en la zona de Nápoles, y precisamente en la ciudad partenopea, en el Museo de San Martino, se conserva hoy una de sus obras maestras: La fuga a Egipto. Un cierto número de obras suyas están, además, actualmente guardadas en el Museo Provincial Sigismondo Castromediano de Lecce.

Madonna con bambino en obra de Carlo Maratta San Oronzo en gloria que protege Lecce Comunión de Santa María Egipciaca

Entre quienes han trabajado para la valorización de la técnica del bordado en hilos pegados se encuentran también una homónima de Marianna, probablemente una tía abuela suya, conocida hoy como Marianna Elmo e incluso Irene Elmo, reconocida por fuentes seguras como la hermana mayor de Marianna. Redescubrir esta genealogía femenina de un arte original, que se transmite entre mujeres de la misma familia, añade aún más entusiasmo a la investigación. Sin embargo, de la prestigiosa artista no se encuentran muchas otras noticias: su muerte data de 1800, sin indicaciones más precisas. Entonces, de ella no nos quedan más que sus creaciones.

El rito del bordado contiene en sí mismo una simbología muy ligada a las mujeres, casi icónicamente femenina: de la diosa Nut del antiguo Egipto, a los lienzos épicos de Penélope, al mito de Aracne, pero la técnica de la que se habla no es propiamente un tejido: tratándose de costura con hilos pegados, nos encontramos ante un verdadero arte en sí mismo, un oficio extremadamente original para la época, que se convierte en fuente de celebridad para nuestra artista. Con su minuciosísima técnica, que requiere infinita paciencia y atención, Marianna Elmo cada vez firmó y fechó con precisión sus obras, consciente y orgullosa de la genialidad de su arte, deseosa de valorizarla como merecía y de difundirla.


Traduzione inglese

Syd Stapleton

 

Marianna Elmo, for the skill with which she reinterpreted in pasted threads the works of her father and other famous painters of the seventeenth and eighteenth centuries, became a leading figure in the Lecce school of embroiderers, alongside Leonardo Quesi and the brothers Angelo and Gaetano Pati, arriving with her works to conquer the Neapolitan market. The artist was born in Lecce, Italy in 1730 (there is no information on the exact date of her birth) and very little is known about her biography. One of the first things that strikes one when studying and searching for certain data is precisely the presence of information almost exclusively related to her art and her professional commitment.

Of her, we do not know whether she was married, whether she had daughters or sons, but we do know that she was trained in a school of embroiderers and embroiderers of paintings that was quite famous even at that time, becoming one of its leaders. Daughter of the famous Salento painter Serafino Elmo, Marianna began at a very young age to devote herself to an artistic technique, still considered minor, but of great originality, namely the technique of broderies à fils collés, literally the technique of glued-thread embroidery. In fact, it involved making images by gluing polychrome silk threads, very often silvered or gilded, onto a rigid cardboard support, first smeared with a layer of virgin beeswax. The colored threads followed the drawing previously sketched in tempera or watercolor and were used to create, for the most part, landscapes and clothing, while the faces and other anatomical parts of the subjects were painted in tempera.

Like the others belonging to the school of glued-thread embroidery on canvas, Marianna Elmo used pre-existing works, including those created by her father and other painters such as Pietro da Cortona, Carlo Maratta and Bartolomé Esteban Murillo, to reinterpret them with her technique. The final work was particularly dynamic and luminous because of the delicate silk threads that changed shades of color depending on exposure to light. This art was adopted for small and medium-sized panels, later used as wall paintings, or for lids and mirrors of caskets or figured medallions to adorn altar frontals and confraternity banners. Very often they decorated aristocratic homes as well. However, the precious art of broderies à fils collés declined as early as the nineteenth century and, as a result, was over time forgotten.

Rediscovering, therefore, the work of Marianna Elmo helps us also restore luster to a technique of great originality. Indeed, precisely with respect to the work of this artist, we see a kind of reversal of what mostly happens - it is not the study of a great art form that allows us to rediscover a minor artist, but rather it is the study of a great practitioner that allows us to recover an ancient, almost unknown technique. In fact, Marianna Elmo did not have to wait for posthumous fame, as has happened with many other artists who are known today as they have been rediscovered by the skillful research of historians and scholars. She gained notoriety while she was alive, receiving important commissions from the Roman Cardinal's Curia, the Court of the Royal Palace of Naples, and throughout the Kingdom of Naples.

At only twenty-four years old, in 1754, she was considered an embroiderer of excellence. It is already quite exceptional for the time that a woman was asked for works by prestigious institutions, and what is more, she never went unnoticed, as they say, from her earliest artistic experiences. Her precious works are still on display in Italy and abroad at exhibitions and events dedicated to the specific technique, and it is precisely their study that allows the mastery of broderies à fils collés to be brought to light. Such works were renowned in Salento, but they were more popular especially in the Naples area, and it is in the Neapolitan city, in the Museum of San Martino, that one of his masterpieces, The Flight into Egypt, is preserved today. A number of artifacts are, then, currently housed in the Museo Provinciale Sigismondo Castromediano in Lecce.

Madonna with Child in a work by Carlo Maratta Saint Oronzo in glory protecting Lecce Communion of St. Mary of Egypt

Among those who worked for the enhancement of the technique of glued-thread embroidery is also known to be a namesake of Marianna, probably one of her great-aunts, known today as Marianna Elmo senior and also Irene Elmo, recognized by reliable sources as Marianna's older sister. Rediscovering this female genealogy of an original art passed down among women of the same family adds further excitement to the research. However, not much more is found of the prestigious artist. Her death is dated in 1800, without more precise indications. Therefore, all that remains of her are her creations.

The ritual of embroidery in itself contains a symbolism very much linked to women, almost iconically feminine - from the ancient Egyptian goddess Nut, to the epic paintings of Penelope, to the myth of Arachne - but the technique we are talking about is not really weaving. Since it is glued-thread stitching, we are dealing with a real art in its own right, an extremely original craft for those times that became a source of celebrity for our artist. With her meticulous technique, requiring infinite patience and attention, Marianna Elmo always signed and precisely dated her works, aware and proud of the grandeur of her art, eager to enhance it as it deserved and to spread it.