Lucietta, Orsetta, Libera, Checca, Pasqua… Le protagoniste de Baruffe chiozzotte hanno regalato molta popolarità alle donne di Chioggia. La loro vitalità, esaltata dal Goldoni, non è però l’unica caratteristica del mondo femminile locale. La realtà cittadina è sfaccettata anche per quanto riguarda il sentire delle donne, in relazione alla posizione sociale, e quindi al ruolo e alla rappresentazione culturale. Attraverso una breve ma significativa galleria di ritratti vogliamo rendere conto della pluralità di voci “percepibili” mentre si passeggia per il centro storico di Chioggia. È la nostra prima proposta di un itinerario femminile che comprende non solo nomi celebri ma anche identità “minori”, nella speranza che proprio queste possano ricevere l’attenzione che meritano.
Alla porta d’ingresso della città, l’abitazione dei Chiereghin, che si specchia sul canale Vena, ci fa ricordare ilQuarantotto, quando Chioggia combatté al fianco di Venezia contro gli Austriaci.
Educazione patriottica ricevette Antonietta Chiereghin dal padre Ermenegildo. Antonietta nacque a Venezia il 19 gennaio 1845, ma si trasferì a Chioggia nel 1861. Sposatasi con Pasquale De Vellis, professore e preside della Scuola Nautica di Chioggia, seguì il marito a Napoli dove morì il 17 gennaio 1924. Ebbe due figli, Vanina e Mario. Fu traduttrice dal francese e dal tedesco, collaborò per molti anni nella parte letteraria delRoma e del Mattino di Napoli, compose testi per romanze. In relazione epistolare con personalità del mondo culturale e politico, amica di Giuseppe Garibaldi a cui dedicò uno stornello, fu ricordata in morte nell’Almanacco Bemporad 1926. A volte si firmò Antonietta Chiereghin De Vellis da Chioggia.
Percorriamo il Corso del Popolo, salotto cittadino, fiancheggiato da palazzi. Ai lati si aprono le 73 calli secondo un disegno urbanistico che fa assumere alla pianta della città la caratteristica forma di lisca di pesce. A destra, lo slargo di una calle ci apre la visuale sul ponte delle Zitelle. Il toponimo, uno dei pochi di impronta femminile, ci riporta alle istituzioni caritative sorte nel passato per lenire la povertà della popolazione.
La casa delle Zitelle, nelle vicinanze, ospitava nubili prive di sostentamento ed esposte ai pericoli della strada. In essa le donne ricevevano anche un’istruzione. Una poesia scritta da zitelle nel 1843, per l’ingresso del vescovo Jacopo Foretti a Chioggia, rivela la dignità di queste donne. Dietro la grazia dei versi si nasconde il sentimento di precarietà che opprime chi è costretto ad affidare ad altri la propria sopravvivenza. La loro non è una richiesta pressante né un lamento che muova alla commiserazione. La nobiltà d’animo, che contraddistingue i benefattori, appartiene anche alle beneficiate, di rango inferiore.
Sempre sul lato destro del corso, una lapide ci fa riconoscere il palazzetto che fu casa dominicale di Rosalba Carriera (Venezia 1675-1757).
Che la miniaturista e pastellista di fama europea sia nata a Chioggia deve ancora trovare conferma. Il legame con la città è invece provato da vari elementi: le origini chioggiotte del padre; la parte di eredità lasciata dalla pittrice alle famiglie di Giulia Pedrotti e Valeria Penzo di Chioggia; soprattutto, l’interesse culturale del canonico chioggiotto Giovanni Vianelli per il carteggio dell’artista, attenzione che lo portò a raccoglierne le lettere e a conservarle, assicurandoci così una preziosa fonte di documentazione, il Diario parigino di Rosalba del 1793.
Sul lato sinistro, di fronte alla chiesa di S. Giacomo, si apre un’ampia calle. Nonostante sia stata intitolata a Cesare Battisti dopo la prima guerra mondiale, essa continua ad essere indicata come Calle Madonna. Il nome le deriva dall’immagine che si trova all’inizio del sottoportico per andare al Ramo Fornetti.
La figura, un tempo in forma di capitello ora di affresco, rappresenta la Madonna di Marina o della Navicella, apparsa nel 1508 ad un ortolano. Da quel momento, la Madonna di Marina è stata oggetto di devozione popolare.
Proprio a S. Giacomo, sopra l’altare maggiore, si possono ammirare la sacra icona splendidamente adornata, i resti del tronco su cui la Vergine era seduta, nonché un’importante serie di ex- voto in argento e di tavolette votive. In suo onore, a Sottomarina, troviamo l’intitolazione della strada principale, Strada Madonna Marina.
Qualche metro più avanti, di fronte allo stendardo, in un palazzo dalla facciata in stile veneziano, visseCarlotta Penzo (1882-1913), pittrice. Figlia di Giuseppe Penzo, un possidente che fu sindaco di Chioggia, e moglie di Alberto Callegari, un avvocato che ricoprì lo stesso la carica di sindaco, Carlotta non si adagiò nel lusso che l’estrazione borghese le avrebbe permesso. Anche se coltivò in modo non professionale l’arte, raggiunse buoni risultati, guadagnandosi il titolo di “ottima dilettante”. Nello stile Carlotta si rifà al pittore veneziano Alessandro Milesi, da cui prese lezioni, ma con una nota personale. Privilegiò la ritrattistica: oltre a personaggi del suo stesso ambiente sociale, rappresentò con uguale finezza psicologica anche gente umile. Morì ancora giovane, lasciando due figli. Una manifestazione postuma diede conto del suo percorso: la prima mostra di Belle Arti che si tenne a Chioggia nel 1922.
La nostra passeggiata per le strade di Chioggia proseguirà la prossima settimana.