Molte strade di Ascoli Piceno non si chiamano vie, ma rue. L’etimologia è molto incerta e discussa, ma sono la caratteristica del centro storico: strette, alcune tortuose, buie, rappresentano un pezzo di medioevo ancora vissuto intensamente. Nelle ruette non batte quasi mai il sole, d’estate sono un vero toccasana contro la calura.
In generale le vie della città sono dedicate a personaggi storici (dall’età romana al Novecento), a uomini del mondo letterario, artistico, musicale, a figure cristiane, ad antiche popolazioni (Rua dei Piceni, Via dei Sabini, Rua dei Longobardi…) o famiglie locali importanti (Via dei Bonaccorsi, Via dei Saladini, Via dei Soderini, Rua degli Sgariglia…) in cui la genealogia è declinata solo al maschile. Alle vie e ai viali più grandi spettano i nomi più famosi: c’è Viale De Gasperi, Corso Mazzini, Corso Vittorio Emanuele. Alcune strade hanno lo stesso nome delle chiese che si affacciano su di esse; molti toponimi sono legati alla storia dell’antica Ascoli: Piazza Arringo (dal Palazzo dell’Arengo), Piazza del Popolo (dal Palazzo dei Capitani del Popolo), Rua della fortezza, Rua delle torri (le torri medievali sono un’altra caratteristica del centro storico), Rua della Cisterna, Rua del Cassero, Rua dei tintori…
Poche le figure femminili: solo 17 strade.
di Barbara Belotti
Una via è dedicata a Elisabetta Trebbiani, donna di lettere e poeta della seconda metà del XIV secolo, della cui produzione si ricorda un sonetto dedicato alla letterata fabrianese Livia di Chiavello. Lei diede vita,insieme ad altre quattro letterate marchigiane dello stesso periodo, al primo gruppo letterario composto di donne in Italia. Gli storici locali la ricordano attiva nella vita pubblica del tempo e forse anche guerriera: si tramanda che ad Ascoli Elisabetta fosse solita accompagnare e difendere suo marito durante i violenti scontri tra le fazioni cittadine, vestita con abiti maschili e armata di tutto punto, incurante dei pericoli.di Maria Pia Ercolini
Un’altra ruetta del centro è intitolata a Giovanna Garzoni, pittrice del XVII secolo divenuta famosa per le tempere su pergamena eseguite in piccolo formato; lavorò per la corte medicea e per i Savoia e fu ammessa all’Accademia di San Luca a Roma. Giovanna fu una donna autonoma e un’artista valente, che mise a punto uno stile particolare, una sorta di “pointillisme antico” realizzato accostando il colore con delicati tocchi di pennello vibranti sulla superficie della pergamena. Al momento della morte lasciò tutti i suoi averi (probabilmente piuttosto ingenti) all’Accademia in cambio della concessione ad essere sepolta nella chiesa dei SS. Martina e Luca a Roma. Dopo la morte la memoria di Giovanna Garzoni si perse in breve tempo, destino comune a numerose artiste: l’intitolazione della rua è, insieme a quella di una breve via periferica nella capitale, l’unico omaggio in Italia alla sua figura.di Maria Pia Ercolini
Tre vie sono dedicate a dee pagane, Ancaria, Cupra e Vesta, divinità femminili anticamente venerate ad Ascoli e nel suo territorio. La prima non era riconosciuta a Roma e Cicerone la identificava con una delle Furie; della seconda esisteva un santuario lungo la costa adriatica (nell’attuale cittadina di Cupra Marittima); alla terza era forse dedicato il tempio romano del I secolo a.C. i cui resti si trovano proprio all’inizio della via di Vesta.di Barbara Belotti
Al mondo cristiano si riferiscono la Scalinata dell’Annunziata, piazza dell’Immacolata e piazza di Santa Maria Intervineas, dove si trova l’omonima chiesa. Non molto tempo fa accanto a questa bella chiesa medievale è stato inaugurato, alla presenza della Presidente della Camera Laura Boldrini, un largo dedicato alle partigiane picene. Alla fine del mese di febbraio di quest’anno la targa di marmo è stata oggetto di un vergognoso atto di vandalismo: con la vernice bianca è stata cancellata la scritta e sostituita con la nuova dicitura “Piazza Leo Perez”, giocatore della squadra di calcio di Ascoli, protagonista di un deprecabile saluto romano rivolto ai tifosi durante una partita. L’intervento di rimozione della scritta e della vernice ha ripristinato in breve tempo la vera intitolazione, ma il gesto vandalico e il disprezzo verso la storia non possono essere altrettanto rapidamente cancellati.di Maria Pia Ercolini
Sacro e profano si intrecciano nell’odonomastica ascolana. Se il largo delle Concezioniste ricorda il convento delle Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione, ordine fondato nel 1744, la via delle Convertite si riferisce alle prostitute tornate ad una vita retta e morigerata.
di Maria Pia Ercolini
Via delle Donne deriva il nome da una piazza dove si svolgeva, nel Medioevo, il mercato frequentato dalle donne della città. Quella piazza, ora dedicata a Ventidio Basso, uomo politico e generale della Repubblica romana nel 1° secolo a. C. e originario di Ascoli, è già presente in una pianta del 1646 con il toponimo Platea Mulierum. Oltre alla strada in città sorge anche la Chiesa delle Donne con annesso, in passato, un convento.di Maria Pia Ercolini
In via delle Canterine rivive l’antico mondo dei lavori “donneschi”, anche se il nome dialettale “cannarine” sopravvive ancora oggi. Secondo la tradizione locale, le “canterine” erano le donne che, nella bella stagione, si sedevano accanto all’uscio e cantavano mentre erano intente a rammendare, fare la calza, ricamare o pulire le verdure per la cena.di Maria Pia Ercolini
Ad un’altra attività delle donne si riferisce anche rua delle Lavandaie: erano per lo più contadine che lavavano i panni nei fiumi Tronto e Castellano che circondano la città. Una concentrazione di lavandaie era nel vicino paese di Casteltrosino (dove l’acqua del Castellano, arricchita di sorgenti sulfuree, dava un particolare candore alla biancheria), una vera e propria attività artigianale che si tramandava di madre in figlia e che costituiva una fonte preziosa per i magri redditi delle famiglie. Questa attività è ricordata anche in una interessante scritta sull’antico lavatoio pubblico di Porta Cappuccina: ”NON SI IMPEDISCA ALLE DONNE DI LAVAR PANNI SOTTO PENA DI SCUDI TRE… 3 FEBRARO 1677”.di Maria Pia Ercolini
Due rue sono dedicate a personaggi storici locali: Flavia Guiderocchi e Menichina Soderini. Entrambe presero parte, nel 1459, all’impresa delle truppe ascolane contro Giosia Acquaviva, duca d’Atri, che si era impadronito di alcune terre dominate da Ascoli. Dopo la vittoria vennero accolte, al rientro in città, con grandi onori. Ai loro piedi c’erano numerosi prigionieri incatenati fra cui il nipote di Giosia, Filippo.